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Piano di azione ambientale 2004-

A NALISI DEGLI INVESTIMENTI PER IL SETTORE IRRIGUO

Grafico 6.3 Interventi nazionali del Programma di completamento delle leggi 388/2000 e 178/

6.2.1 Piano di azione ambientale 2004-

Il Piano di azione ambientale 2004-2006, (che riprende la programmazione del triennio pre- cedente), stabilisce le azioni a tutela della disponibilità, della qualità e della riproduzione delle risorse idriche e, nello specifico, anche quelle da intraprendere per il settore irriguo, in relazione

all’evoluzione delle superfici colturali, all’applicazione dei DMV, alla possibilità di riuso dei reflui

depurati, al miglioramento dell’efficienza dei sistemi irrigui e all’applicazione di tecnologie basa- te sui bilanci idrici.

La fase di programmazione vede una serie di progetti coordinati a livello provinciale: sono, pertanto, individuate le priorità di intervento da parte delle Province a cui sono state destinate dei finanziamenti pari al 60% dell’importo totale programmato. Il restante 40% viene riservato a progetti coordinati direttamente dalla Regione.

Le disponibilità finanziarie relative a tali interventi provengono dai fondi nazionali stanzia- ti dall’art. 4 comma 176, tabella 1, della l. 350/2003.

A scala regionale gli obiettivi sono gli stessi di quelli previsti dal Piano di tutela delle acque che, per il settore irriguo, prevede una serie di misure che riguardano l’adozione di tecniche irri- gue tese al risparmio idrico, la gestione delle infrastrutture e l’utilizzo delle acque reflue depura- te. Nello specifico:

1. individua la necessità di ridurre, entro il 2016, del 50% le superfici interessate da scor- rimento superficiale e da infiltrazione laterale;

2. promuove l’adozione di servizi di informazione e di assistenza tecnica agli agricoltori, attraverso uno specifico monitoraggio delle condizioni meteorologiche e dei suoli, al fine di programmare in maniera razionale l’irrigazione;

3. individua gli interventi per l’accumulo della risorsa idrica;

4. individua gli interventi per il miglioramento delle reti di adduzione e distribuzione, con l’obiettivo di raggiungere, entro il 2016, un rendimento dell’85%;

5. vieta la perforazione di nuovi pozzi irrigui negli areali che presentano un’idonea dispo- nibilità di risorsa idrica di provenienza consortile;

6. incentiva la concreta realizzazione di opere che consentono il riutilizzo delle acque

reflue, attraverso contributi finanziari previsti dai cosiddetti Piani di riutilizzo,106redat-

ti delle ATO.

In conformità alle istanze segnalate in fase di redazione del Piano di tutela delle acque, tut- ti gli interventi ritenuti necessari sono confluiti all’interno del Programma per le risorse idriche. Quest’ultimo è costituito, oltre che dal Piano irriguo nazionale previsto dai comma 31-36 dell’art. 4 della citata l. 350/2003, di cui si è già parlato nel paragrafo precedente, anche da una serie di ope- re classificate come “altri interventi”, che includono anche infrastrutture irrigue. La programma- zione regionale ha privilegiato, pertanto, gli interventi aventi le seguenti caratteristiche:

– il riuso delle acque reflue;

– la riduzione delle perdite in acquedotto;

– la realizzazione vasche di stoccaggio di acque meteoriche;

– la predisposizione di volumi d’accumulo nelle zone golenali e di ex cava, a monte del- le derivazioni o sul tragitto dei canali di adduzione e in casse d’espansione ad uso plu- rimo (idraulico, irriguo e ambientale);

– la realizzazione di invasi interaziendali e aziendali.

Pertanto, è stata data priorità a quei progetti aventi carattere intersettoriale e multiobietti- vo, ovvero finalizzati al perseguimento, attraverso il medesimo intervento, di più obiettivi riguar- danti diversi settori, agli interventi di completamento delle opere in corso ed agli interventi, aven- ti un livello di progettazione già ben definito.

Il Programma prende le mosse dalla programmazione regionale contenuta nel Piano di azio-

ne ambientale, la stipula dell’Accordo di programma quadro (APQ)107per il settore della tutela del-

le acque e gestione integrata delle risorse idriche tra Ministero dell’economia e finanze, Ministe- ro dell’ambiente e della tutela del territorio, Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Mini- stero delle politiche agricole e forestali e la Regione Emilia-Romagna, i cui obiettivi sono:

– tutelare i corpi idrici superficiali e sotterranei perseguendo, per gli stessi, gli obiettivi

di qualità indicati nella Dir. 60/2000/CEin modo da migliorare l’ambiente acquatico,

proteggere e salvaguardare gli ecosistemi connessi ai corpi idrici;

– ripristinare la qualità delle acque superficiali e sotterranee così da renderle idonee all’ap- provvigionamento potabile, alla vita dei pesci e dei molluschi e alla balneazione; – ridurre drasticamente l’inquinamento dei corpi idrici superficiali e sotterranei dando la

completa attuazione alla Dir. 76/464/CEE concernente l’inquinamento provocato da

sostanze pericolose scaricate nell’ambiente idrico, alla Dir 91/271/CEEconcernente il

trattamento delle acque reflue urbane e alla Dir 91/676/CEErelativa alla protezione del-

le acque dall’inquinamento provocato dai nitrati di fonti agricole;

– incentivare una politica unitaria di gestione delle risorse mirata all’utilizzo sostenibile fondato sulla protezione a lungo termine dei corpi idrici;

106 Art. 2 Politiche e strumenti per il riutilizzo delle acque reflue recuperate del capitolo 3 “Misure per il riutilizzo delle acque reflue”. 107 L’Accordo, è stato sottoscritto il 20 dicembre 2002 in attuazione dell’Intesa istituzionale di programma sottoscritta tra il Presi- dente del Consiglio dei Ministri e il Presidente della Regione Emilia-Romagna, approvata dal CIPEil 17 marzo del 2000 e sot- toscritta il 22 marzo 2000.

– assicurare il soddisfacimento dei fabbisogni idrici sull’intero territorio per i vari tipi di utilizzo, fornendo risorse di idonea qualità;

– incentivare la riduzione dei consumi idrici e il riutilizzo delle acque reflue depurate; – stimolare l’attuazione della riforma della gestione dei servizi idrici mediante il perse-

guimento di obiettivi di efficienza;

– attuare il Servizio idrico integrato razionalizzando la gestione delle risorse idriche; – favorire il più ampio ingresso di imprese e capitali nel settore e un più esteso ruolo nei

meccanismi di mercato, al fine di assicurare la massima tutela del consumatore; – privilegiare il ricorso alla finanza di progetto per la progettazione e la realizzazione degli

interventi.

Il 4 agosto 2004, è stato firmato l’Accordo integrativo all’APQin materia di tutela delle

acque e gestione integrata delle risorse idriche, che prevede nuovi interventi. Anche in questo caso rimane immutato il quadro programmatico di riferimento, che si arricchisce però delle valuta- zioni contenute all’interno del documento preliminare del Piano di tutela delle acque.