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A GGREGAZIONI ORIZZONTALI : OBIETTIVI SPECIFICI E RISULTAT

3.4. La componente “giovani”: Una lettura orizzontale dei casi studio

L’analisi dei 20 casi, di seguito descritti, ha messo in evidenza numerosi fattori di interesse, permettendo di mettere a fuoco una serie di problemi, ma anche e soprattutto di potenzialità che caratterizzano le esperienze prese in esame. Si deve sottolineare che l’insieme dei casi-studio scelto non esaurisce tutti i punti critici e le potenzialità che possono caratterizzare le esperienze di integrazione. Può comunque fornire delle utili indicazioni riguardo alle opportunità che esse offrono al settore agricolo e in particole, ai giovani che intendono investire in questo ambito.

Ma quali sono gli elementi positivi specifici riscontrabili nell’esperienze esaminate che possono favorire l’ingresso e la permanenza dei giovani in agricoltura? Quanto questo obiettivo è stato perseguito, direttamente o indirettamente, nelle varie esperienze?

Relativamente a quest’ultimo quesito l’analisi trasversale dei ventuno casi studio evidenzia come, in gran parte di essi (14 su 21), la creazione di opportunità lavorative per i giovani rientrava, in maniera esplicita, fra le finalità dell’aggregazione. Anzi, in alcuni casi, la stessa aggregazione è sorta grazie all’impegno diretto di giovani, i quali hanno intravisto nel processo aggregativo la possibilità di usufruire di una serie di vantaggi, più difficili, se non impossibili, da conseguire operando singolarmente. In primo luogo, si segnala l’opportunità di realizzare un progetto di ampio respiro che potenzia le attività delle singole aziende agricole, garantendo uno sbocco di mercato più sicuro per i prodotti: maggiore potere contrattuale sia nella fase della produzione e trasformazione (realizzazione di economie nell’acquisizione di servizi e beni) sia in quella di commercializzazione (spuntare prezzi più competitivi, collocarsi su mercati più ampi grazie alla disponibilità di una maggiore massa critica di prodotto, ecc.). Nello stesso tempo, l’aggregazione ha rappresentato, in alcuni casi, un’opportunità di riscatto non solo economico, ma anche sociale (si veda, ad esempio le cooperative sociali di tipo B).

È interessante evidenziare come le nostre esperienze, censite come esempi di integrazione territoriale, pur se orientate, inizialmente, a perseguire finalità di carattere più generale (più settori, più prodotti, gli operatori economici in senso lato), hanno, nelle loro attività concrete, intercettato principalmente giovani. Di fatto, sono stati soprattutto questi ultimi a rispondere alle opportunità messe in campo, presentando progetti imprenditoriali innovativi e sostenibili. Anche in questo caso, l’interesse a far parte di un’aggregazione è stata dettata dalla consapevolezza che l’essere inseriti in un contesto, di per sé già organizzato, offre opportunità di affrontare la sfida imprenditoriale con più tranquillità. Ad esempio, lo sviluppo e la messa in rete delle conoscenze e dei servizi di assistenza tecnica da parte del partenariato rappresenta per i giovani la possibilità di poter effettuare scelte imprenditoriali più consone alle richieste di mercato, sempre più selettivo e

attento alla qualità dei prodotti. Nello stesso tempo, far parte di un’aggregazione può contribuire a superare l’ostacolo rappresentato dall’accesso al credito, grazie al ruolo di mediazione che può svolgere il partenariato, in quanto tale, nei confronti degli istituti bancari.

Sono soltanto tre i casi in cui giovani hanno poco peso e non rientrano fra le strategie immediate dell’aggregazione. Essi sono stati analizzati in quanto, come sostengono i promotori, l’aggregazione, facendosi carico della qualità dei prodotti, della loro valorizzazione sui mercati, soprattutto esteri, rende più attrattiva e redditizia l’attività di produzione, e di riflesso, può meglio sostenere il ricambio generazionale nelle aziende.

Provando a sintetizzare il valore aggiunto che un giovane può acquisire aderendo a un’aggregazione emergono i seguenti aspetti:

- far parte di un gruppo solidale di imprenditori capace di offrire condizioni di lavoro e di vita qualitativamente accettabili, condizioni che permetterebbero ai giovani di condurre uno stile di vita uguale a quello dei coetanei che lavorano in altri settori, soprattutto per quanto riguarda il tempo libero, oggi più che mai importante

- accrescere, partecipando ai processi innovativi fatti propri dall’aggregazione, nonché alle specifiche attività di animazione e formazione messe in campo, il livello di conoscenze professionali. Nello stesso tempo, disporre di momenti, formali e informali, di incontro e confronto con gli altri partner, che facilitano il trasferimento di saperi da parte degli agricoltori più anziani o più innovativi ai giovani imprenditori

- far parte di percorsi di sviluppo che presentano una maggiore integrazione della filiera produttiva e che quindi riescono a incorporare e distribuire all’interno quanto più valore aggiunto possibile. Ciò permette ai giovani di confrontarsi con nuove opportunità di crescita,

a sperimentare una dimensione aziendale che si estende anche alle altre parti della filiera

- rispondere in maniera adeguata ai rapporti commerciali necessari con le catene della moderna distribuzione, rapporti che richiedono un’organizzazione capace di soddisfare le richieste in tempi rapidi, nel rispetto della qualità e delle quantità concordate

- poter dare risposte adeguate alle crisi di mercato, promuovendo, ad esempio, canali di distribuzione e di vendita alternativi, quali i mercati di nicchia (che garantiscono un elevato valore aggiunto) o i circuiti brevi di commercializzazione. Questi ultimi, in molti casi sono in grado di assicurare un aumento della redditività delle imprese, soprattutto quelle di piccola dimensione, spesso penalizzate sui circuiti lunghi da uno scarso potere contrattuale.

L’aggregazione, in sintesi, proprio per la molteplicità di funzioni che potenzialmente può svolgere (e che come si è visto non si limitano alla sola sfera economica) può contribuire a sviluppare un’immagine positiva dell’agricoltura, e quindi attirare nuove leve. L’aggregazione, inoltre, aiuta nei giovani a rafforzare il senso di identità e di appartenenza, facendoli sentire parte attiva del mondo agricolo.

Nello stesso tempo, le esperienze esaminate dimostrano come si riscontri da parte dei giovani agricoltori una maggiore propensione all’aggregazione e alla condivisione e scambio delle esperienze, dettata anche da una maggiore apertura all’introduzione di produzioni innovative e una propensione al rischio d’impresa.

Per chiudere, le ventuno esperienze esaminate rappresentano un connubio positivo fra associazionismo e permanenza dei giovani in agricoltura. In tutti i casi esaminati, anche se con diversa intensità, l’aggregazione ha favorito la permanenza di alcuni giovani nel settore agricolo e nelle aree rurali, garantendo loro la possibilità di intraprendere un’attività sia direttamente in

qualità di imprenditori, sia indirettamente creando nuovi posti di lavoro. Dall’altro lato ha garantito ai giovani e alle aziende da essi condotte di trovare un’organizzazione tale da assicurare informazione, animazione, sviluppo di iniziative commerciali (e anche artigianali e turistiche), servizi questi che le singole aziende non avrebbero potuto attivare da sole.