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comunicazione: nella nostra società è di fondamentale importanza essere in contatto con gli altri e per far questo il sistema domotico offre interessanti possibilità di connessione con le ret

Trisomia 21 o Sindrome di Down (SD)

5. comunicazione: nella nostra società è di fondamentale importanza essere in contatto con gli altri e per far questo il sistema domotico offre interessanti possibilità di connessione con le ret

di comunicazione in modo da permettere l’integrazione tra impianti domestici e sistemi di comunicazione per le diverse possibili esigenze, quali mettersi in contatto dopo la chiamata di soccorso o interagire da remoto con il sistema stesso.

• L’integrazione tra citofoni e telefonia può essere molto utile per tutte le categorie di utenza, anche per risparmiarsi l’installazione di una videocitofonia diffusa in molteplici

ambienti della casa: basta lo schermo di un telefono per vedere chi sta bussando alla porta.

Un’ultima importante caratteristica della domotica sono gli scenari, che permettono di attivare più utenze con un singolo comando: premendo un tasto a parete o un’icona sul telefono si può

predisporre la casa in condizione di chiusura spegnendo le luci, chiudendo finestre e oscuramenti, chiudendo anche gas e acqua. I più conosciuti sono però gli scenari luminosi: un solo pulsante accende luci diverse presenti in una stanza, creando un determinato effetto luminoso.

Concettualmente gli scenari sono funzioni di secondo livello che associano ad un singolo input molteplici output e non richiedono per la programmazione dispositivi aggiuntivi rispetto a quelli già presenti nell’impianto. Gli scenari, associati ai vari dispositivi di comando, possono essere

particolarmente utili perché semplificano il controllo della casa, soprattutto per gli utenti con disabilità. 


5. Conclusioni

L’obiettivo di questa tesi è stata la progettazione di un edificio residenziale universitario totalmente accessibile ed inclusivo per gli studenti dell’Università di Pisa, affinché tutti possano vivere

un’esperienza universitaria equa.

Dopo un primo capitolo introduttivo sulla tema dello studentato, sui suoi modelli tipologici e sulle funzioni che deve necessariamente ospitare, si è passati a delineare i due obiettivi principali: totale accessibilità ed inclusione.

Il primo deve essere raggiunto mediante l’attenta progettazione di ogni elemento a favore di utenza con disabilità. Troppo spesso gli edifici pubblici si limitano ad essere a norma, rinunciando a fornire spazi che siano anche funzionali ad una persona su sedia a ruote o con disabilità visiva. La sfida è dunque pensare ad ambienti che siano pronti ad accogliere qualunque studente ne faccia richiesta, potendo contare su abitazioni pensate per un’utenza che sia la più ampia possibile. Per far questo, è stato necessario prima definire quali siano le varie disabilità e cosa queste comportino alla

progettazione architettonica in termini di requisiti.

Per quanto riguarda l’inclusione, la maggiore difficoltà riscontrata dai colloqui con gli studenti è che spesso le residenze a camere ad albergo sono luoghi di non-socializzazione, dove ognuno si ritira nel proprio mondo privato. In questo modo, chi ha più difficoltà, perché parte di una minoranza, ha ancora meno occasioni per fare amicizia. La vita dello studente universitario infatti non è solo andare a lezione e preparare gli esami, ma è fatta anche dell’incontro di molte nuove persone, che lo si faccia a mensa, mentre si studia o uscendo la sera. Ambire all’inclusione di ogni studente permette di avere una comunità più consapevole e pronta a far fronte ai problemi che possono sorgere per uno qualsiasi dei suoi membri, rendendo meno necessaria l’assistenza di tipo istituzionale.

La visita alla Casa Comune a Milano ha fornito un eccellente caso studio di un progetto di residenzialità in cui giovani con disabilità intellettiva e studenti universitari in cerca di alloggio vivono insieme, aiutandosi reciprocamente nella transizione verso la vita adulta. Una volta fissati gli obiettivi, si è arrivati a definire una residenza universitaria principalmente a nuclei integrati in cui uno studente con disabilità viva insieme ad altri studenti, a loro volta con e senza disabilità, così da creare una socialità forzata inizialmente. Per creare un’offerta più ricca però, si è deciso l’inserimento anche di minialloggi, cercando di attirare non solo gli studenti, ma anche docenti in visita o studenti che, per la gravità della propria disabilità, richiedono molto spazio.

Il progetto consiste nella ristrutturazione totale di un edificio già presente nel patrimonio edilizio dell’Università, gettando le basi per un modello economicamente vantaggioso e replicabile per futuri interventi simili. Nell’organizzazione dei vari ambienti, si sono seguiti due percorsi solo

parametri esterni e limiti interni per la definizione dei volumi: la dimensione e la disposizione dei solai, lo schema strutturale e gli elementi planimetrici invarianti, ecc.; noti i volumi di base, le varie unità abitative e i relativi servizi in comune risultano in parte già stabilite. Il secondo percorso, centrifugo, parte dalla progettazione della singola stanza da letto, con l’obiettivo di modellare la nuova unità di base necessaria per plasmare l’organismo architettonico dall’interno verso l’esterno. Da qua è stato possibile organizzare tutto il resto degli elementi della casa e degli ambienti dello studentato, che vengono dettagliati minuziosamente al fine di ottenere la totale accessibilità di tutti gli spazi dell’edificio. Definito l’assetto dell’organismo architettonico, si è infine proposto di

migliorare la fattibilità gestionale del manufatto mediante soluzioni tecnologiche relative a sistemi domotici, che vanno a rispondere ad alcune delle esigenze dell’utenza.

A conclusione del lavoro svolto all’interno del presente lavoro di tesi, si ricorda al lettore che molti aspetti sono stati studiati dal solo punto di vista qualitativo, al fine di ottenere un quadro preliminare quanto più completo possibile. Per far ciò, sono stati trascurati alcuni elementi che dovranno, gioco forza, essere analizzati per completare lo studio di fattibilità del progetto nel caso che l’Università si dimostri davvero interessata. Come prima cosa andrà valutata la risposta della struttura nei confronti delle modifiche e dei nuovi assetti di carico: ci si riferisce in particolare alle due porzioni di solaio ripristinate nei piani tipo e alla soprelevazione dei corpi scala e del vano ascensore oltre il livello di copertura. Un altro aspetto cruciale del progetto sono le questioni acustico-illuminotecniche, che non sono argomento di studio e hanno particolare importanza nel caso in cui si voglia raggiungere la piena accessibilità nei confronti delle persone con disabilità sensoriale; occorrerà un’analisi ed un progetto impiantistico redatto da un esperto in materia, con indicazione di come impiegare le nozioni sulla domotica introdotte nell’ultimo paragrafo di questa tesi.

Altra questione in sospeso è la gestione del progetto e qui si accennano alcuni dei punti che

appaiono più importanti in questa fase: come inserire gli studenti in casa, come formare gli studenti senza disabilità, se dare degli incentivi economici agli studenti senza disabilità in cambio di un minimo di assistenza nei confronti dei loro pari (sul modello de La Casa Comune a Milano); vi potrebbe anche essere la possibilità di inserire un periodo di residenza come tirocinio curriculare per gli studenti del corso di laurea in Scienze del Servizio Sociale o altri corsi di laurea affini. Infine, serve uno studio di fattibilità economica dell’intervento per valutare come reperire i fondi necessari per tutti gli interventi di ristrutturazione e di gestione dell’immobile. Scegliendo agli adeguati strumenti economici, come ad esempio il Social Return on Investment (SROI), si può studiare il ritorno che un determinato investimento crea sulla comunità che va ad impattare. L’Associazione La Comune, ad esempio, ha ottenuto ingenti fondi privati di fondazioni bancarie dopo aver calcolato con lo SROI che, in un lasso di tempo di cinque anni, ogni euro investito sul loro progetto triplica il proprio valore come effetto positivo nei confronti della comunità locale.

Riepilogando, il lavoro svolto, oltre a costituire un progetto di fattibilità tecnico-economica, definisce altresì linee-guida di carattere generale, impiegabili per progetti analoghi per destinazione d’uso, a supporto di una progettazione architettonica preliminare.


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