Trisomia 21 o Sindrome di Down (SD)
3. Strategia progettuale
3.3 Conoscere gli utent
Per ultima cosa, prima di iniziare la fase di progettazione, si è ritenuto essenziale avere dei colloqui con alcuni studenti con disabilità, per capire se le strutture oggi presenti sul territorio pisano disponibili siano adeguate alle loro necessità e quali siano i requisiti che una residenza totalmente accessibile e inclusiva deve imprescindibilmente avere. Grazie alla disponibilità della dott.ssa
Federica Gorrasi dell’USID, sono riuscito a parlare con sei studenti fuorisede che studiano e vivono a Pisa: Tommaso e Viola hanno una disabilità motoria e si spostano su sedia a ruote, mentre Eliseo, Mattia, Federica e Simone sono affetti da disabilità sensoriali, quali ipoacusia, cecità e ipovisione.
Tommaso si è laureato a dicembre 2019 in Discipline dello spettacolo e della comunicazione ed ha vissuto nella residenza universitaria Praticelli (Figg. 3.3, 3.4) per due mesi nel 2017. Sebbene la camera doppia riservata agli studenti disabili fosse ritenuta spazialmente adeguata, vi erano molti elementi che mal si sposavano ad un utente con le sue necessità: ad esempio la presenza di numerose porte a tenuta di fumo in tutti i corridoi, manovrabili con difficoltà anche dal suo assistente
personale, della cui presenza Tommaso ha sempre bisogno. Inoltre, a tutti viene fornita la stessa tipologia di materasso singolo, mentre ci sarebbe stata la necessità di posizionare un letto più grande ed ergonomico. La posizione così decentrata rispetto alla città rende assolutamente indispensabile il servizio di accompagnamento a lezione fornito dall’USID e molto complicato uscire a fare una passeggiata all’aria aperta. Lo studentato, infine, si è rivelato un luogo di non-socializzazione, dal momento che ogni stanza singola diventa un mondo privato in cui gli studenti sono
tendenzialmente chiusi anche a chi gli vive intorno, motivo per cui uno studente con gravi disabilità vede le sue occasioni di socializzazione ridursi ulteriormente.
Anche Viola, che studia Biologia, ha vissuto per tre anni a Praticelli, poiché era per lei di
fondamentale importanza avere un servizio di portierato sempre attivo. Durante la sua intervista Viola non ha parlato di nessuna delle qualità architettonico-funzionali della residenza, se non lo scarso utilizzo di luce naturale negli spazi distributivi, ma ha tenuto a rimarcare più volte come gli altri studenti della residenza siano stati l’aspetto più negativo della sua esperienza: in particolare ha lamentato una generale maleducazione nei confronti sia suoi che degli spazi comuni a tutti gli studenti. Adesso vive da sola in un appartamento che ha affittato autonomamente più in centro: dopo tre anni così sofferti, tiene molto alla sua indipendenza. Non ha ancora fatto accorgimenti particolari, ma farebbe volentieri a meno delle porte, metterebbe una doccia col filo e sceglierebbe una cucina più bassa.
Eliseo studia Ingegneria Biomedica e abita alla residenza Nettuno, mentre Mattia studia Medicina e vive, grazie a degli accordi speciali, nella residenza Timpano della Scuola Normale Superiore,
entrambe in Lungarno Pacinotti. Per uno studente con ipoacusia gli accorgimenti da fare in un alloggio universitario non sono molti, ma sono comunque molto importanti. Per prima cosa, hanno bisogno di un sistema di sicurezza di tipo visivo, che permetta loro di capire se fuori dalla stanza sta accadendo qualcosa perché in alcuni momenti, ad esempio durante la doccia o mentre si preparano
per la notte, le protesi acustiche vengono tolte e quindi sono totalmente esclusi da qualunque rumore. La spia di colore verde indica che qualcuno bussa alla porta, quella rossa invece si accende quando la richiesta di aiuto è stata ricevuta dalla portineria; per le emergenze vi sono due colori diversi, arancione per indicare di evacuare all’esterno dell’edificio e giallo per indicare un alluvione in corso e quindi indica di fuggire ai piani più alti. Durante il sonno notturno hanno un sensore da inserire sotto il materasso che fa vibrare molto forte il letto svegliandoli in caso di emergenza; il colore dell’allarme poi li mette al corrente di quello che sta succedendo. In generale, giudicano in maniera molto positiva la loro permanenza all’interno degli studentati.
Federica invece studia Giurisprudenza, vive alla residenza Mariscoglio a Cisanello, ed è non vedente. Vive in un bilocale a due posti alloggio col fratello in cui non sono stati fatti accorgimenti, grazie alla presenza di un familiare sempre con lei. La conformazione della stanza non l’aiuta perché a volte sbatte contro il letto, nonostante abbia ormai preso confidenza con la spazialità della camera.
Conferma la sensazione di poca socialità con gli altri studenti che vivono nella sua stessa residenza e ancora non si sente in grado di vivere da sola o con persone estranee; la lontananza dello studentato dal centro è a volte un problema, soprattutto la sera.
Per finire, Simone frequenta la magistrale di Lingue e Letterature straniere, parla il tedesco, l’inglese e il francese e vive in un appartamento che ha affittato autonomamente insieme ad altre due persone che inizialmente erano sconosciute. La sua ipovisione non causa particolari problemi di adattamento alla casa o a lezione, dove ha solo bisogno di occhiali dalle lenti speciali o copie ingrandite di
dispense e appunti. Ha trovato però difficoltà nella gestione della casa con alcuni precedenti coinquilini, che si lamentavano molto cinicamente della sua (naturale) scarsa utilità nelle faccende domestiche, motivo per il quale spesso ha dovuto richiedere l’aiuto di un familiare per provvedere a fare la sua parte nella gestione della casa. Ha bisogno anche di qualcuno che lo aiuti a fare la spesa.
Come si evince da questi brevi resoconti, uno dei grandi ostacoli ad un’esperienza universitaria positiva ed equa è la socialità e il conseguente rapporto con gli altri, insieme ad alcune innegabili problematiche architettoniche. Ed è proprio per questo motivo che il tema oggetto di questa tesi si pone come obiettivo non solo l’accessibilità totale di ogni ambiente, ma anche una migliore
inclusione di ogni studente all’interno della vita dell’ateneo. L’autore ringrazia ancora una volta tutti gli studenti coinvolti per il loro prezioso contributo ai fini di questa tesi.
4. Progetto
Per iniziare a lavorare sull’idea progettuale c’era bisogno di scegliere un luogo ed è stata subito avanzata l’interessante proposta di lavorare su un edificio esistente che l’Università di Pisa ha intenzione di dismettere o vendere nei prossimi anni. Tra le varie opzioni presentate dall’Ufficio Patrimonio, è stato valutato come il più adatto alle finalità di questa tesi l’edificio in via Derna, all’angolo con via Roma e oggi sede della Biblioteca di Scienze naturali e ambientali al pianterreno e di quattro sezioni del Dipartimento di Biologia nei piani superiori.
La costruzione di questo fabbricato risale alla metà degli anni sessanta, su progetto degli architetti Alidamo Preti e Francesco Caramico, attivi prevalentemente nell’area fiorentina a partire dal secondo dopoguerra. Secondo le intenzioni dei committenti, l’edificio doveva prevedere una destinazione mista di uffici e residenze. L’articolazione planimetrica corrisponde infatti a questa necessità: l’intero corpo di fabbrica presenta una zona baricentrica occupata dai collegamenti verticali e dai servizi, dalla quale si accede da un lato agli uffici che occupano la parte prospiciente via Roma, dall’altro agli appartamenti che si affacciano su via Derna.
I fronti delle due vie sottolineano questa diversa destinazione d’uso: alla regolarità del primo, in cui la trama strutturale in calcestruzzo armato incornicia le aperture e scandisce l’intero prospetto sopra il paramento in pietra al piano terra, si contrappone la confusa articolazione del prospetto su via Derna, in cui la fascia dei collegamenti verticali con grandi aperture schermate con u-glass in corrispondenza del vano scala è adiacente ad un prospetto marcatamente residenziale che, con porte-finestre e balconi, si sposa male con la facciata su via Roma, decisamente più aggraziata.
La flessibilità garantita dalla tipologia costruttiva e l’organizzazione degli spazi hanno consentito l’adattamento degli stessi alle nuove esigenze didattiche e di ricerca del Dipartimento di Biologia, quando nel 1999 l’Università di Pisa ha acquistato l’immobile.
Attualmente, il piano seminterrato ospita i locali tecnici quali la cabina elettrica, la centrale
antincendio e locali di deposito destinati ad ospitare attrezzature a servizio dei laboratori. Al piano terra è stata realizzata la biblioteca, che sfrutta l’open-space adiacente a via Roma. Le sezioni di Genetica, Biologia Marina e Antropologia occupano i piani dal primo al quarto, i cui laboratori affacciano sulla corte interna, mentre gli studi di docenti, ricercatori e personale tecnico-
amministrativo sono prospicienti all’esterno.
I prospetti mantengono inalterate le caratteristiche architettoniche originarie e tra il 2004 e il 2007 sono stati prevalentemente oggetto di interventi di risanamento e ripristino delle strutture in calcestruzzo armato, successivamente trattate con vernici elastiche protettive a base di resine acriliche. I maggiori interventi hanno riguardato il prospetto su via Roma, in corrispondenza dell’ultimo piano, dove sono stati collocati gli impianti termici e la centrale di trattamento aria. Gli
impianti sono stati oscurati da barriere fonoassorbenti, indispensabili ai fini del contenimento del rumore prodotto entro i limiti di legge, alle quali è stata addossata una parete di rampicanti sempreverdi che avrebbero dovuto costituire una sorta di giardino pensile. In anni recenti, questa siepe è stata però rimpiazzata da una rete verde ombreggiante da giardino che, essendo posta proprio sul margine della terrazza, va a rovinare il prospetto. Gli spazi interni sono stati interessati
essenzialmente da lavori di ristrutturazione e adeguamento impiantistico, mentre è stata realizzata una scala antincendio e alcuni locali tecnici nella corte interna. Da un punto di vista urbanistico, il fabbricato non presenta vincoli architettonici o paesaggistici; solamente un vincolo archeologico , 8
ma in questo progetto di tesi non sono previste opere di scavo.
Recentemente, l’Università ha provveduto ad ottemperare agli obblighi del D.L. 63/2013, facendo valutare il fabbricato attraverso un Attestato di Prestazione Energetica (APE), eseguito il
20/07/2015. L’analisi ha valutato l’edificio in classe energetica globale F, la seconda peggiore della scala, con una prestazione energetica globale di 33,61 kWh/m3 anno (valore molto vicino al minimo
di 35,52 della classe F) e una prestazione energetica raggiungibile di poco superiore (33,44 kWh/m3
anno).
Di seguito si propongono alcune foto ed elaborati tecnici dello stato di fatto dell’edificio.
Fig. 4.1: vista dell’edificio dall’angolo tra Via Roma e via Volta (L.Ciancarini, 2020)
Il vincolo è denominato «Centro storico della Città di Pisa (interno della cinta muraria del 1150)», data di istituzione 10/04/1986.
8
Fonte: Regione Toscana - Settore Sistema Informativo Territoriale ed Ambientale - Servizio Geoscopio_WMS - Beni Culturali e Paesaggistici - http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/beniculturaliedelpaesaggio.html
Fig. 4.2: dettaglio degli elementi di facciata su via Roma (L.Ciancarini, 2020) Fig. 4.3: interno di uno dei laboratori del Dipartimento di Biologia (L.Ciancarini, 2020)
Fig. 4.4: assonometria volumetrica (L.Ciancarini, 2020) GSPublisherVersion 230.1.1.100
Fig. 4.5: pianta del piano terra e del piano rialzato, stato di fatto, scala 1:250 (L.Ciancarini, 2020) A A B B C C D D +1,50 +0,14 0,00 +0,14 +0,14