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CAPITOLO 4 – ANALISI DI UN CASO REALE: DESIO & ROBÈ SRL

4.4 Conclusioni

Alla luce della disamina effettuata emerge con chiarezza la gravità della crisi che si sta vivendo.

Probabilmente si tratta di una situazione ancora peggiore di quella che si era prospettata con la crisi del ’29.

Vista la ciclicità dell’economia, come ci insegna Schumpeter, c’è da auspicare che a questo periodo di profonda depressione ne sussegua quanto prima uno di ripresa ma di certo gli strascichi della drammaticità della situazione dei nostri giorni saranno difficili da superare.

Nel contesto attuale è veramente difficile riuscire a sopravvivere e ci si trova di fronte ad una sorta di selezione naturale nella quale solo le imprese maggiormente competitive riescono comunque a sopravvivere.

Mai come adesso ottenere e difendere un vantaggio competitivo, sia esso di costo o di differenziazione è di fondamentale importanza.

Di certo le piccole e medie imprese, se da una parte sono aiutate dalla snellezza della propria struttura che permette loro di essere più flessibili e di rispondere quindi meglio e più rapidamente alle esigenze di un mercato che muta continuamente, dall’altra sono organismi troppo deboli che hanno grossissime difficoltà a rimanere sul mercato vista anche la maggiore complessità nel reperire prestiti da parte delle banche sempre più timorose di non rientrare nei loro finanziamenti.

Le minori risorse a loro disposizione inoltre fanno sì che debbano effettuare una gestione altamente oculata delle stesse, scegliendo quelli ritenuti come gli investimenti maggiormente strategici.

A mio parere, ad esempio la srl Desio & Robè non è riuscita in ciò e probabilmente avrebbe dovuto impiegare le risorse destinate all’acquisto dei terreni a soli fini speculativi e all’apertura del nuovo punto vendita, in politiche della qualità e nell’innovare i punti vendita già esistenti al fine di mantenere legata a sé una clientela

che non sembrava più attratta da quanto offerto dall’azienda e magari acquisirne anche di nuova.

Le piccole e medie imprese sono viste come produttrici di output a basso valore aggiunto e per cercare di contrastare questa visione negativa devono cercare di dar vita a prodotti il più possibile di qualità e quindi competitivi.

Quello che si è cercato di mettere in evidenza in questo lavoro è che, seppure la situazione attuale di profonda crisi non possa che influenzare negativamente gli organismi economici che operano sul mercato, molto spesso la loro sopravvivenza o il loro declino risulta legato anche a scelte strategiche e di marketing più o meno adeguate.

Mai come in questo periodo infatti l’imprenditore non può permettersi di sbagliare perché anche un solo errore gli può risultare fatale.

Deve imparare ad agire già nei primi stadi del declino quindi in quelli della cecità e dell’inattività senza giungere a quelli dell’errore e della crisi per scongiurare il raggiungimento della fase della dissoluzione vera e propria nella quale ormai non c’è più niente da fare per salvare l’apparato produttivo.

L’orizzonte temporale di pianificazione degli obiettivi aziendali dev’essere sempre più ridotto per permettere all’impresa di adeguarsi il più in fretta possibile agli andamenti di un mercato in continua evoluzione e altamente imprevedibile.

Il mercato va segmentato e studiato continuamente, occorre talvolta rivolgersi ad analisti esterni al fine di ottenere informazioni sempre più dettagliate e approfondite da soggetti competenti.

E’ questa una delle attività che di certo meglio si presta ad essere oggetto di outsourcing e che ormai è fornita a prezzi accessibili anche per le entità di dimensioni più piccole. Nel caso preso in esame ci si chiede come mai competitors con caratteristiche molto simili siano invece ancora operanti sullo stesso scenario economico in forte declino. Verrebbe forse da pensare che siano davvero politiche strategiche errate, unite alla scarsa flessibilità rispetto alle sollecitazioni di un mercato in forte crisi e alla carente capacità di adattamento a portare al declino di alcune imprese piuttosto che di altre. Di certo nel caso delle piccole e medie imprese, come si evidenziava nel corso di questo lavoro, la struttura finanziaria debole, la conseguente carenza di risorse da investire in settori strategicamente rilevanti e lo scarso peso sul mercato sono tutti fattori di criticità e di sofferenza che mal si prestano a consentire la sopravvivenza aziendale.

Le imprese di minori entità devono comunque riuscire a sfruttare al meglio le loro risorse, destinandole nei settori più appropriati e non possono certamente permettersi scelte strategiche errate.

Hanno dalla loro parte la presenza di una struttura organizzativa snella che devono sfruttare al meglio al fine di portare ai massimi risultati la flessibilità aziendale.

Il piccolo imprenditore inoltre dovrebbe cercare di decentrare dalla sua persona tutte le funzioni perché, come si evidenziava nel terzo capitolo, l’accentramento di queste su un unico soggetto non può che comportare la mancanza della giusta attenzione verso le scelte di natura strategica che sono alla base di un corretto equilibrio aziendale.

L’azienda infatti non è un fenomeno speculativo ma è orientata al perdurare nel tempo per un periodo meglio lungo e richiede quindi appropriate scelte strategiche che permettano di fissare obiettivi raggiungibili e che consentano di sostenere la competizione sui mercati.

La delega inoltre permette di far svolgere quella certa funzione a soggetti che specializzandosi in ciò otterranno sicuramente dei risultati migliori di quelli raggiunti in una condizione di accentramento.

Un’ottima soluzione sarebbe l’outsourcing al fine fra l’altro di ridurre i costi migliorando al contempo la qualità della prestazione ma spesso il piccolo imprenditore è restio a rivolgersi ad un produttore esterno perché tende a voler tenere sotto il suo controllo tutto ciò che riguarda la sua attività, dagli aspetti più importanti e strategici a quelli secondari.

Il piccolo imprenditore deve imparare a riconoscere i suoi limiti, spesso infatti non ha nemmeno l’adeguata formazione professionale per fronteggiare situazioni altamente gravi quale quella che caratterizza attualmente i mercati.

Sarebbe forse opportuno rivolgersi a consulenti esterni specializzati, far studiare loro la struttura e le potenzialità della propria impresa al fine di farsi indicare quali siano le migliori strategie atte a portare al massimo la produttività aziendale e a mettere a frutto anche quella inespressa.

Per concludere possiamo affermare che con ogni probabilità le piccole e medie imprese sono in grado di sopravvivere alla crisi in attesa della fase di ripresa che si spera arrivi al più presto ma per fare ciò devono riconoscere i propri limiti e mettersi nelle mani dei più esperti per superarli e cercare di eliminare gli errori strategici e di marketing che da sempre le caratterizzano.

Ringraziamenti

Un sentito ringraziamento va al Prof. Marco Giannini per avermi seguita costantemente e attivamente nella preparazione dell’elaborato, fornendomi interessantissimi spunti d’analisi e di approfondimento e al Prof. Francesco Poddighe, noto Dottore Commercialista nel territorio pisano, per avermi indirizzata sui punti da sottoporre ad analisi nello studio del caso reale sulla base della sua esperienza ed avermi aiutata a reperire del materiale fondamentale per l’analisi effettuata.

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