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Il centro storico di Firenze: orientamenti urbanistici attraverso l’analisi dei pian

4. Considerazioni conclusive

In conclusione a ciò ci si chiede quale possa essere l’indirizzo corretto per ridimensionare la situazione attuale. Quale strategia adottare per salva- guardare il centro storico e al contempo rivitalizzarlo e valorizzarlo compa- tibilmente alle sue strutture?

Spesso in passato si tendeva a proteggere i centri storici sotto il manto della tutela meramente vincolistica, conservando ciò che è bello o monu- mentale, gli edifici storicamente riconosciuti e individuati come simboli della città.

La propensione alla conservazione e valorizzazione dei beni ambientali e culturali depositati nei centri storici concorre oggi a formulare sempre più spesso politiche di riqualificazione urbana e proposte per il recupero

pliamenti e trasferimenti del Piano Turistico Cittadino del 1999, ai sensi dell’art.171.3 del R.E. Superficie utile lorda attuale 10.265 mq; S.U.L. di progetto 10.761 mq.

del patrimonio edilizio con il riuso degli immobili e degli spazi pubblici di relazione, integrandoli in un nuovo modello di sviluppo.

Buone intenzioni, ma in realtà come si configurano alcune di queste politiche?

Troppo spesso le politiche di recupero sono strettamente connesse ai valori immobiliari insite nelle strutture ‘antiche’; il recupero e restauro dell’antico porta all’innesco di un mercato «simile a quello dell’antiquaria- to. [...]Gli interventi di ieri e quelli di oggi hanno in comune la capacità di sconvolgere la delicata trama di relazioni economiche e sociali che identi- fica i luoghi della città e che non riesce più a trovare nuovi equilibri. L’uso civico dei luoghi pubblici viene impoverito dal turismo e dallo shopping […] e viene sovvertito il legame tra i caratteri distintivi di ciascun edificio e l’uso e il ri-uso che ha ricevuto nella sua storia6

Decentrando le funzioni storiche della città, restaurando e decorando l’antico, si da ampio spazio e libertà all’inserimento di attività terziarie, co- me istituti di credito o attività ricettive, oggi presenze numerose e invasive all’interno del Quartiere 1, a scapito di una maggiore offerta di residenza, e di luoghi pubblici, ovvero di funzioni rivolte all’intera comunità.

Una grande assenza all’interno del sistema urbanistico fiorentino sem- bra essere un piano unitario per il centro storico che definisca strategie e linee guida per gli interventi e le funzioni da attuare, ma soprattutto, che illustri la natura che deve assumere il centro cittadino. Quello che appare è che le trasformazioni siano avvenute mediante interventi su singoli edifici non connessi tra loro, rinunciando a ricercare un’omogeneità e una pro- grammazione armonica che ridefinisca una chiara identità.

È chiaro quindi che l’obiettivo a cui si tende non è l’esaltazione di sin- goli edifici o complessi riconoscendoli come patrimonio monumentale, ma si tratta di ricucire un più composito sistema di rapporti sociali all’interno di un tessuto urbano storico.

La concentrazione ricade quindi sulle necessità sia della comunità, in- tesa come molteplicità di figure professionali ma anche come popolazione portatrice di interessi, sia sul soddisfacimento di un turismo alternativo che esca dal triangolo caotico Piazza della Signoria-Duomo-Piazza della Repubblica, per scoprire anche parti della città che spesso rimane nascosta e inesplorata.

«‘Recuperare’ quindi nel senso di compiere interventi non soltanto atti a rivalutare, con innovative proposizioni di riuso, il patrimonio edilizio

6 F. Ventura, Piani neo-liberisti ed eversione della città storica, in Massa M. et al. (a cura di),

ma soprattutto mirati a ricomporre storie degli abitanti e funzioni urbane interrotte dall’affermarsi di interessi che, rivolti in modo esclusivo alla città nuova, hanno finito per spegnere i processi vitali del centro storico7».

Credo sia questo il vero significato.

E bisogna arrivarci mediante la sinergia, a volte difficile e problematica, tra interventi pubblici e privati per il soddisfacimento di un giusto equili- brio sia sociale che economico.

Non si tratta di precludere ogni tipo di iniziativa economica all’interno del centro storico, ma piuttosto di incentivare una crescita economica di iniziativa sia pubblica che privata fondata sui principi dello sviluppo locale. Riattivare processi culturali, incoraggiare filiere di produzione locale e ri- cucire una rete di iniziative molteplici in ogni campo sono alcune idee per promuovere e valorizzare le risorse e specificità locali, un modo per svin- colarsi dalla facile tentazione di un semplice turismo di massa, in cui è la quantità a contare non la qualità e che, per altro, non bene si concilia con un recupero e valorizzazione del centro storico.

Appare chiaro che, per riuscire in una politica credibile di recupero e riqualificazione è necessario tenere conto di una vastità di altri fattori tra i quali il riconoscimento dei caratteri identitari del luogo, cercando di co- niugare rispetto per il tessuto storico con le necessità della comunità e ac- cantonando i conflitti di interesse economico che spesso entrano in gioco.

Gli interventi di riuso del patrimonio edilizio storico, possono e devo- no rappresentare un importante campo di innovazione che permetta di rin- novare sopite capacità e specializzazioni dimenticate nel tempo, mediante l’utilizzo di saperi e l’impiego di tecnologie o materiali tradizionali, favo- rendo le attività locali.

Procedere verso questi principi significa dare un valore reale al patrimo- nio storico culturale e collettivo, significa preservare l’eredità storica a noi pervenuta e tutelarla attraverso l’attivazione, anche in modo spontaneo, di processi partecipativi da parte della comunità stessa, stimolata a rivalutare la qualità dell’abitare del centro storico, nonché a portare avanti il suo re- cupero e promozione: «ciò significa, ad esempio, favorire quelle trasforma- zioni, non imprenditoriali e fuori dal grande mercato immobiliare, che gli abitanti della città normalmente hanno bisogno di compiere […]. Significa anche restituire e lasciar riformare un uso civico ai luoghi pubblici, ed in particolare al centro cittadino8.» Agendo in questo modo si supporta un 7 G. Deplano, Gli insediamenti storici della Sardegna. La conoscenza per il recupero, Alinea,

Firenze, 2004.

8 F. Ventura, Piani neo-liberisti ed eversione della città storica, in Massa M. et al. (a cura di),

giudizioso modello di sviluppo locale che soddisfi le necessità dei cittadini e che al contempo persegua un’economia sostenibile per la fruizione dei beni culturali-storici e la diffusione delle memorie tradizionali.

Si opera in questa direzione anche guardando ai problemi demografici che sono emersi dagli studi dell’attuale Prg; in quest’ottica il recupero si trasforma nell’occasione propizia per comprendere se è possibile arrestare i processi di spopolamento, invecchiamento e di degrado del patrimonio edilizio.

La straordinarietà dei centri storici risiede proprio nella testimonianza di un equilibrio esistente tra, il vivere individuale e il vivere sociale, e di un modello economico autosostenibile.

La conoscenza del patrimonio culturale, inteso come analisi e interpre- tazione, ci permette di ricostruirne le tracce morfologiche-strutturali oltre che i modelli sociali e gli spazi d’uso della comunità; esso deve costituire la base da cui partire per muoversi nel campo di un recupero attivo del centro storico nel quale la volontà del cambiamento nasce da una solida consa- pevolezza storica. Ciò significa che è la stessa memoria collettiva a essere depositaria dei saperi, delle arti e della cultura, e che è con essa stessa che bisogna procedere per un tipo di recupero che sia attivo oltre che parteci- pato; le società cambiano nel tempo ma non per questo si deve rinunciare alla conservazione e promozione dell’eredità storica, recuperando e poten- ziando la mescolanza di ceti, mestieri, etnie, e coniugando il turismo con la quotidianità.

Riconoscere che la storia, la cultura e l’identità di un luogo si colgono nei segni, nelle strutture, nei vuoti, nell’ambiente urbano e nelle relazioni, è un sapere fondamentale a cui fare sempre riferimento durante la proget- tazione all’interno della città storica.

Solo un’approfondita conoscenza della storia può portare a una mag- giore libertà nell’operare oggi.

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