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La trattazione svolta in questo lavoro presuppone la convinzione che la filosofia antica possa essere utile per comprendere alcuni problemi dell’età contemporanea. Infatti, muovendo da una riflessione sul ruolo assunto dal

cittadino all’interno della comunità politica descritta da Aristotele è possibile

rielaborare i problemi che riguardano l’individuo nelle società moderne.

In tale prospettiva sia Martha Nussbaum che Amartya Sen hanno fatto leva sul testo aristotelico per le politiche contemporanee che, essendo incentrate sulla logica del profitto, dimenticano quali siano i veri scopi di un governo democratico. Gli effetti di tale tipo di politica si manifestano nelle gravi disuguaglianze sociali che sussistono ancora oggi in più parti del mondo, anche là dove le democrazie garantiscono libertà e benessere. Di contro l’approccio alle capacità proposto da Sen e dalla Nussbaum ha messo in luce che l’aumento del reddito non è il solo fattore che contribuisce a rendere migliore la vita di chi vive in condizione di povertà.

La correttezza di questa critica si può cogliere nell’analisi della condizione femminile condotta dai due pensatori. Infatti, nonostante gli indubbi progressi compiuti sulla strada verso l’indipendenza, in molte aree del mondo la donna vive ancora in una condizione di sottomissione rispetto all’uomo. Il problema sostanziale, che la politica dovrebbe essere in grado di cogliere, è che il malessere di una donna non è dettato solo dalle privazioni materiali con le quali deve convivere, ma anche e soprattutto dagli ostacoli posti allo sviluppo delle sue capacità. Qui non si intende negare che il reddito e i beni materiali siano requisiti indispensabili per condurre una vita dignitosa, ma sostenere che essi non sono gli

unici fattori determinanti. Sen, in questa prospettiva, sottolinea come il concedere aiuti economici alle donne in difficoltà non rappresenta la sola via da seguire per migliorare la loro condizione, perché, molto più fecondo sarebbe invece dar loro la possibilità di studiare e lavorare, rendendole in tal modo parte attiva e responsabile nella società in cui vivono. Migliorare la loro condizione significa renderle capaci di aumentare da sole il loro reddito e di rivendicare consapevolmente i loro diritti. Come sottolineato dalla Nussbaum, una donna

consapevole delle limitazioni che riceve è già più libera di una donna che subisce

passivamente tutte le violenze a cui è sottoposta.

Un punto fondamentale da tener presente, infatti, è che la politica deve non solo essere tesa a migliorare le condizioni materiali di vita dell’individuo, ma anche a renderlo parte attiva e responsabile della società. Essere cittadini non significa solo acquisire dei diritti, ma anche riuscire a rispettare i doveri che tale funzione comporta.

In questo quadro la filosofia politica di Aristotele insegna che per far sì che ciò avvenga è indispensabile avere un obiettivo comune da raggiungere, che consiste nel benessere dell’intera comunità. A tal fine è essenziale per l’uomo moderno riscoprire cosa significa essere cittadino, comprendendo che tale funzione non si esplica solo con la partecipazione al voto, ma nella vita di ogni giorno. Mantenere come obiettivo il bene della comunità, oggi, può comportare, ad esempio, portare attenzione verso l’ambiente nei comportamenti individuali e collettivi, oppure cercare di trovare soluzioni condivise per risolvere i problemi di chi vive in condizioni di miseria.

È anche importante riscoprire il ruolo educativo che lo Stato dovrebbe svolgere rispetto ai suoi cittadini, osservando che Aristotele inserisce nel suo progetto

pedagogico discipline volte a rendere gli uomini buoni cittadini. Anche oggi dunque il ruolo della scuola non dovrebbe semplicemente essere quello di impartire delle nozioni, ma di rendere ogni alunno un giovane consapevole dei problemi e dei doveri che comporta vivere in una democrazia.

La Nussbaum nel descrivere le b-capacità, sottolinea che queste assumono senso solo quando l’uomo che le possiede, agevolato dalle possibilità che la comunità politica gli concede, decide di metterle in atto attraverso funzionamenti di valore. L’approccio alle capacità assume dunque valore in democrazia solo se il cittadino, cui già vengono garantiti i diritti fondamentali, si impegna in maniera responsabile nella società, in quanto la democrazia, come qualunque regime politico libero, si nutre di partecipazione attiva dei sui cittadini.

Nonostante la posizione di Amartya Sen sia ancora oggi al centro del dibattito sulla politica economica, bisogna constatare come non ne determini un vero e proprio cambiamento di prospettiva sugli studi economici. È quindi auspicabile che in un futuro prossimo in tutte le aree del mondo, e soprattutto dove sussistono ancora limitazioni delle libertà politiche e condizioni di malessere economico, il pensiero della Nussbaum e di Sen rappresenti un punto di partenza da cui partire al fine di rendere la società, ovunque, un luogo in cui ogni cittadino si senta libero di accrescere la propria personalità.

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RINGRAZIAMENTI

Desidero innanzitutto ringraziare i miei genitori, coloro che hanno reso possibile l’inizio e la fine di questo percorso. Non sarei riuscita mai ad essere ciò che sono né ad affrontare tutti questi anni senza la dolcezza di mia madre e la severità di mio padre.

Ringrazio mia sorella per avermi insegnato che non sempre la vita segue le nostre aspettative, ma anche per avermi donato la sicurezza di esserci sempre, qualunque cosa possa accadere.

Ringrazio la mia numerosa famiglia, nonni, zii, cugini, tutti quanti: sono le mie preziose radici, coloro che ogni giorno mi danno la possibilità di ricordarmi ciò che sono e quello che non sono.

Quello che ho imparato in questi anni e soprattutto lavorando su queste pagine è che siamo “esseri sociali”: più che quello abbiamo, ciò che definisce i lineamenti della nostra persona è chi incontriamo. Ringrazio, quindi, tutte le persone che ho incontrato in questi due meravigliosi anni pisani. Quando lasci la tua famiglia, tutto ti sembra amplificato, ti getti nel mondo e non puoi che crescere facendoti attraversare dalle emozioni che l’Altro suscita in te. Io sono stata fortunata, fin da subito, con Lorenza, ho incontrato tutte persone che mi hanno fatto sentire meno la nostalgia di casa, rendendo la mia vita serena.

Voglio ringraziare in particolar modo Maria e Stefania, la loro sensibilità e intelligenza sono state la mia ancora quando credevo di non riuscire più a risalire a galla.

E infine un infinito grazie lo dedico ad Alessandro per essersi preso cura di me con saggezza e amore anche quando non me rendevo conto, ma soprattutto per

avermi insegnato che la consapevolezza dei propri limiti è l’unico mezzo che abbiamo per comprendere da dove partire per migliorarsi.

In questi mesi mi sono interrogata sulla scelta che ho fatto quando ho deciso di intraprendere questo percorso universitario e adesso che è finito non so ancora se ho preso la decisione migliore.

Dentro di me, però, in fondo alla mia anima, so di aver fatto la scelta giusta, perché non importa quale lavoro farò o quante volte mi ritroverò a soffrire per il nulla con il quale dovrò convivere. La filosofia mi ha dato la prospettiva dalla quale poter osservare il mondo, mi ha insegnato che l’Altro è l’unica fonte di conoscenza inesauribile e io, che ancora chissà quante persone dovrò incontrare, non posso che esserne grata.