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La digitalizzazione delle frane è stata caratterizzata dalla riproduzione di 443 poligoni dei quali 4 risultano di solo accumulo ed i restanti 439 sono identificati da una propria area di distacco la quale non sempre risulta annessa ad una zona di accumulo.

Grazie agli strumenti ed ai dati a disposizione reperibili nell’ottica di uno studio rivisitato dal punto di vista del Sistema Informativo Territoriale (SIT) la parametrizzazione, mediante l’utilizzo del software ArcMap per la gestione di tali dati, ha consentito di ottenere alcuni valori ex novo sopra esposti ed opportunamente elaborati ed analizzati.

Purtroppo, in mancanza di un rilievo di dettaglio non tutti i campi della tabella possono essere riprodotti a causa della natura stessa del dato non ricavabile mediante elaborazione. Ne sono un esempio i campi riguardanti l’uso del suolo, il tipo di movimento e le caratteristiche morfologiche dell’area interessata dalla frana. I dati mancanti sono comunque riferiti a dissesti di estensione ridotta che hanno contribuito in maniera molto minore all’apporto di materiale mobilitato. Per gli aspetti di cui sopra rimangono ovviamente valide le considerazioni effettuate da Giannecchini (1996) sulle 382 frane analizzate e riportate all’interno della nuova tabella digitale. Ciononostante, la partecipazione di risorse esterne e di elementi informativi aggiunti, insieme al lavoro di digitalizzazione e riparametrizzazione di alcuni valori ha comunque permesso di incrementare il grado di dettaglio, permettendo nuove analisi delle frequenze, nonché l’integrazione nel database di tutte le aree di frana.

6 – CONCLUSIONI

Lo scopo del presente lavoro è stato quello di fornire un nuovo strumento di analisi degli eventi franosi avvenuti il 19 Giugno 1996 nel Bacino del Torrente del Cardoso, utilizzando come base di progetto la relativa Carta redatta da Giannecchini (1996), riproducendola digitalmente su un supporto di elaborazione di Sistemi Informativi Territorali GIS come ArcMap della suite di programmi ArcGis di ESRI®.

Grazie a questo software sono state condotte elaborazioni al fine di rappresentare i dissesti ed il territorio del Bacino del Torrente del Cardoso dal punto di vista morfologico, idrografico nonché geologico.

Gli obiettivi principali sono stati principalmente due:

• riprodurre la carta in formato digitale, potendo così avvalersi non solo della praticità della consultazione a video e della selezione dei livelli ma anche di tutte le operazioni effettuabili mediante l’utilizzo del sistema GIS (esecuzione di query, applicazione algoritmi, parametrizzazione delle entità digitalizzate, creazione del modello 3D, etc.); • ricalcolare alcuni dati analizzandoli mediante elaborazioni, al fine di poter valutare

l’effettiva validità del passaggio alla natura digitale sia dal punto di vista grafico che tabellare.

I procedimenti per arrivare a tale risultato e ai vantaggi che offre non sono stati pochi: la digitalizzazione, la creazione del modello 3D, la realizzazione della tabella, l’utilizzo di fonti esterne, interazioni, correzioni e modifiche, il tutto ha previsto un preciso ordine logico e successione di passaggi rispettando determinate regole per ottenere un prodotto rappresentativo ed utilizzabile sia dal punto di vista concettuale che pratico.

La prima operazione effettuata è stata quella di scannerizzare la Carta rendendola in formato image e di darle un sistema di riferimento cartografico fornendole una giusta collocazione di coordinate tramite la georeferenziazione. L’immagine è stata georeferita secondo il sistema di riferimento utilizzato a livello mondiale WGS84.

Le basi cartografiche e tutti gli elementi disponibili in rete sul geoportale “Geoscopio” della Regione Toscana, risultati utili al presente lavoro, sono divulgati secondo il sistema di riferimento “Roma Monte Mario”, per cui ogni elemento scaricato, fornito in formato shapefile, è stato riproiettato al sistema di coordinate del progetto.

La prima decisione a livello organizzativo è stata quella di creare un personal geodatabase in cui poter inserire sia gli elementi tabellari sia un feature dataset contenente tutte le feature class create mediante digitalizzazione ed anche quelle ottenute mediante elaborazione.

La digitalizzazione dei perimetri di frana e delle coperture ha reso possibile rimappare tali elementi, stessa cosa è stata effettata riguardo il bordo del bacino, le coperture, i solchi di erosione, i depositi alluvionali, l’erosione di sponda e le linee di faglia.

Grazie ad altri livelli informativi oggigiorno disponibili e scaricabili dal sito ufficiale della Regione Toscana è stato fornito un supporto reperendo nuovi dati.

La creazione dei poligoni di frana ha giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo del presente lavoro.

Immaginando di dover effettuare successive elaborazioni l’attenta suddivisione dei perimetri in base alla natura della zona delimitata, identificandoli con opportuni codici, ha permesso di gerarchizzare le linee. Grazie a questa attenzione, dopo una validazione topologica finalizzata al controllo e correzione degli eventuali errori di relazione geometrica tra i vari elementi, è stato possibile effettuare delle selezioni per creare i poligoni completi delle frane, i poligoni delle sole aree di distacco e di quelle di accumulo.

Il risultato conferma un totale di 443 poligoni di frane avvenute il 19/06/1996, 439 risultano aree di distacco, delle quali 125 hanno anche area di accumulo, i rimanenti 4 sono poligoni di area di accumulo senza zona di distacco.

Allo scopo di poter identificare ogni frana secondo le sue caratteristiche è stata creata una feature class puntuale (Identificativo frane) con il compito fondamentale di poter inserire le informazioni mediante la tabella associata costruita secondo la struttura del database.

La primitiva geometrica puntuale ha consentito di utilizzare questa feature class come “falso centroide” inserendolo uno ad uno nei settori rappresentanti gli eventi franosi.

Per una migliore gestione i dati sono stati suddivisi concettualmente in due macrogruppi:

1) le informazioni oggi non più riscontrabili o impossibili da reperire in base alla modalità di studio sono state riprese direttamente dalle schede di censimento redatte da Giannecchini (1996) e sono state raggruppate in un totale di dieci tabelle di corredo. Ogni tabella rappresenta un determinato attributo del database principale ed il collegamento è possibile mediante relazione 1:N grazie all’inserimento di codici numerici appositamente creati;

2) le informazioni di nuova realizzazione ricavate dalle diverse elaborazioni sono ereditate dalle nuove feature class prodotte mediante collegamento con la tabella principale secondo relazione 1:1 utilizzando come chiave principale e secondaria il codice identificativo progressivo (ID_FRANA).

Ogni nuova feature class è stata realizzata grazie all’attento utilizzo dei numerosi algoritmi presenti all’interno di ArcMap, prevedendo una precisa sequenza di operazioni non esenti da controllo finale.

Alcune delle informazioni ricavate provengono dall’applicazione di appositi algoritmi direttamente sulle diverse feature class, per altre è stato costruito un modello digitale 3D formato da una “rete di triangoli irregolari” o TIN (Triangulated Irregular Network) grazie al materiale vettoriale scaricabile da “Geoscopio” ed opportunamente elaborato.

Una volta ottenuti tutti i valori delle entità è stato possibile effettuare i collegamenti con la feature class “Identificativo_frane”. Il database è stato successivamente associato ai poligoni di frana. Massima attenzione è stata rivolta anche nella creazione dei poligoni delle coperture, i quali hanno visto procedure di realizzazione e controllo simili a quelle delle frane.

Con l’aggiornamento di alcuni parametri, in base al progetto e alle fonti del presente lavoro, è stato possibile effettuare nuovi calcoli di distribuzione di frequenza mediante il programma di calcolo Excel di Microsoft®.

Le differenze rispetto a quanto riportato dall’autore della Carta sono riscontrabili, il confronto conferma la validità dell’operato grazie ad una buona correlazione dei dati.

Dalle distribuzioni di frequenza si conferma che le frane hanno avuto luogo a causa di fattori predisponenti presenti in tutto il territorio, osservando un importante elemento: sebbene si noti in ciascuno studio una caratteristica predominante che ha contribuito alla formazione del maggior numero di frane, anche le altre, identificate da un minor rilievo dal punto di vista areale, hanno fornito un indizio di predisposizione al dissesto in proporzione talvolta al pari delle principali. Ne consegue che tutto il territorio per le sue caratteristiche, a causa dell’evento meteoclimatico come fattore scatenante, non poteva rispondere diversamente al notevole apporto d’acqua in un’ottica di pericolosità geomorfologica ed idraulica da alta ad elevata.

In conclusione, la trasformazione della Carta in formato digitale con riproduzione del database delle frane e ricalcolo di alcuni parametri è risultato un buon passo in avanti nella generazione di uno strumento di consultazione ed analisi.

Anche la sola diversa natura fisica, passata dallo stato cartaceo a quello digitale, fornisce numerosi vantaggi quali inserimento di livelli di informazione territoriale, interrogazione mediante query, interazione con entità reperibili da altre fonti.

La vera rivoluzione in questo ambiente e nell’utilizzo del sistema GIS è stata soprattutto la possibilità di utilizzo di operatori ed algoritmi e la creazione di una tabella principale ed altre di corredo per un controllo maggiore e migliore organizzazione dei dati vettoriali.

Il lavoro svolto non risulta una sostituzione di quanto prodotto in passato ma una rivisitazione in chiave moderna al fine di poter amalgamare i risultati in un’ottica di proseguimento di studio.

Come ultima considerazione il progetto viene inteso anche come base digitalmente pronta affinché, seguendo lo stesso schema logico, si possa in futuro proseguire con integrazioni ampliando nel tempo la risorsa, per sviluppare una serie ipoteticamente infinita di analisi ed elaborazioni.

Nuove fonti possono fornire dati di terreno, come indagini puntuali e lineari pregresse o di nuova realizzazione. Non si esclude, inoltre, la possibilità in futuro di sperimentare nuovi algoritmi di calcolo quali ad esempio la sottrazione tra DEM (non appena verrà reso disponibile anche un modello 3D più recente) per apprezzare cambiamenti morfologici o per il rilievo dei volumi mobilizzati con l’ausilio delle aree digitalizzate, ed altre ancora in base a quanto possibile ottenere dal modello del Sistema Informativo Territoriale.

La struttura del progetto e la conoscenza sempre più affinata del territorio oggetto di studio possono fornire inoltre le basi per poter effettuare delle simulazioni riguardanti sia il bacino in esame sia altri bacini in cui si ha meno conoscenza ma che presentano caratteristiche simili, valutando i possibili dissesti che possono concorrere in relazione alle condizioni riscontrate dal presente progetto, sotto un’ottica di prevenzione e gestione del rischio di frana nelle aree pedemontane.

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METEOGIORNALE – Accadde oggi: la terribile alluvione storica del 19 giugno 1996 in Versilia. A cura di Mauro Meloni.

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RINGRAZIAMENTI

Dopo anni di impegno e sacrifici, accademici ed extra-accademici, finalmente è stato raggiunto il traguardo della Laurea Magistrale. Niente come la vita può insegnare che un conto è immaginare un progetto, un altro è la possibilità di realizzarlo.

Nel corso del tempo cambiano diverse realtà, esigenze, etc. L’importante è poter contare non solo sulle proprie forze ma anche sul supporto delle persone più vicine le quali, ognuna con un ruolo diverso, contribuiscono a vivere al meglio quelle realtà che mutano e che contribuiscono alla formazione.

Ogni difficoltà superata si trasforma in esperienza ed ogni esperienza fornisce un grado di conoscenza e sicurezza maggiore per poter affrontare al meglio la prossima.

È doveroso quindi ringraziare chi mi ha sostenuto, incoraggiato e soprattutto sopportato. Ringrazio i relatori, Professor Giacomo D’Amato Avanzi e Professor Roberto Giannecchini, i quali mi hanno dato la possibilità di poter affrontare un nuovo metodo di studio e di comprendere come produrre risultati in modo più efficiente e completo, soprattutto li ringrazio per il sostegno nonostante numerosi rinvii. In particolar modo ringrazio il Professor D’Amato con il quale mi sono interfacciato con più frequenza, fornendomi sempre la giusta guida, supporto e suggerimenti. Ringrazio la realtà del Dipartimento di Scienze della Terra per le magnifiche esperienze vissute, regalandomi numerosi ricordi avuti insieme a compagni di studio fantastici con i quali ho legato e che con gioia frequento anche fuori dalla vita accademica.

Ringrazio sentitamente i Geologi dello studio G&Geo, dott.ssa Vanessa Greco e dott. Michele Giovannetti, per avermi dato la possibilità di intraprendere un percorso di formazione, regalandomi opportunità, metodo, consigli, supporto e per aver sopportato il parallelismo tra esigenze personali e conclusione percorso di studi magistrali. Li ringrazio non solo come professionisti dai quali imparo molto ma anche come persone che regalano esperienze piacevoli di sentita nuova amicizia.

Ringrazio gli altri amici che mi hanno sempre sostenuto vivendo momenti belli e aiutandomi in