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4.3 – Modello tridimensionale TIN del Bacino del Torrente del Cardoso

COLOR 5 Integer Codice colore rappresentazione in software CAD

LINETYPE (STYLE per Annotation) 255 Annotation 254 Point 254 Polyline 255 Polygon 255 Multipatch

String Descrizione tipo linea (carattare per Annotation) per la rappresentazione in software CAD Annotation: Standard Point: Continuous Polyline: Continuous Polygon: Continuous Multipatch: Continuous ELEVATION Default Value

Double

Double Quota in metri sul livello del mare

LINEWT

(no in Annotation)

Default Value Integer

Integer Codice spessore linea rappresentazione in software CAD

TEXT

(solo Annotation)

255 String Testo visualizzato a video

REFNAME 255 Annotation 254 Point 254 Polyline 255 Polygon 255 Multipatch

String Assegnazione di un valore/nome di identificazione

ANGLE (solo point)

Default Value Double

Double Valore angolo tra intersezione piano orizzontale e piano di misura e direzione del Nord o tra linea su piano orizzontale e direzione del Nord

La Regione Toscana ha così suddiviso i codici di assegnazione dei vari elementi del campo “Layer”: 01 → Rete Stradale 02 → Edificato 03 → Idrografia 04 → Infrastrutture 05 → Elementi divisori 06 → Forme terrestri 07 → Vegetazione 08 → Orografia 09 → Limiti Amministrativi 10 → Toponomastica

Ogni categoria possiede in maniera variabile delle entità alle quali ad ognuna è attribuito un codice identificativo completo corredato di ulteriori elementi numerici.

L’elenco dei codici integrale è disponibile all’interno del geoportale Geoscopio e comunque all’interno di ogni cartella scaricata dal sito è presente un file in formato “.pdf” (Portable Document Format) con la descrizione del Foglio di attinenza, il tipo di georeferenziazione ed il sistema di coordinate, il rapporto di licenza e l’elenco delle entità presenti.

Si ricorda che ArcMap gestisce i dati secondo la struttura DBMS la quale utilizza il linguaggio macchina SQL (Structured Query Language), per cui anche in questo caso tramite il comando “Select by Attributes” è stata costruita una doppia query (una per il livello puntuale ed una per il livello lineare) al fine di poter selezionare gli elementi necessari allo scopo del lavoro:

• Per il livello puntuale “point”: "Layer" = '0804'

0804 risulta un codice facente parte della categoria “Orografia” ed identifica l’entità “quota al suolo”.

• Per il livello lineare “polyline”:

"Layer" = '0301' OR "Layer" = '0302' OR "Layer" ='0322' OR "Layer" = '0801' OR "Layer" = '0802'

0301, 0302 e 0322 risultano codici attinenti alla categoria “Idrografia” ed identificano rispettivamente le entità “corso d'acqua rappresentabile/fiume/canale”, “corso d'acqua non rappresentabile” e “area idrica’.

0801 e 0802 sono codici riguardanti la categoria “Orografia” ed identificano rispettivamente le entità “curva direttrice” e “curva ordinaria”.

Una volta selezionati gli elementi sono stati salvati in formato shapefile (.shp), ottenendo così il file “punti_quotati_nomefoglio” per quanto riguarda l’estrazione della quota al suolo dal livello

point, mentre dal livello polyline “rete_idr_nomefoglio” per l’informazione dell’idrografia e “curve_livello_nomefoglio” per la topografia. Questa operazione è stata eseguita per ogni Foglio:

Point – punti quotati Polyline – Curve di livello Polyline – Rete idrografica punti_quotati_249160.shp curve_livello_249160.shp rete_idr_249160.shp punti_quotati_250130.shp curve_livello_250130.shp rete_idr_250130.shp punti_quotati_260040.shp curve_livello_260040.shp rete_idr_260040.shp punti_quotati_261010.shp curve_livello_261010.shp rete_idr_261010.shp

A tutti è stato definito il sistema di riferimento cartografico “Monte Mario Italy 1” (che risulta il sistema con il quale è stato divulgato ogni file “.dxf”) mediante l’algoritmo “Define projection”. Successivamente è stato possibile effettuare l’unione delle entità attraverso l’algoritmo “Merge”, ottenendo tre unici shapefile che coprono l’area dei quattro Fogli riguardanti l’area del Bacino del Torrente del Cardoso.

Si passa da una situazione sequenziata Foglio per Foglio (fig. 59) ad una omogenea, utile non solo nella rappresentazione ma anche per poter effettuare operazioni ed elaborazioni in tutto l’areale una volta sola evitando di ripetere l’istruzione (fig. 61).

Figura 59 - Rappresentazione degli shapefile "punti quotati", "rete idrografica" e "curve di livello" riferiti ai Fogli 1:10.000 utilizzati per coprire l'area del Bacino del Torrente del Cardoso. Ogni singolo shapefile ha un colore

Figura 60 - Rappresentazione del risultato dell'unione degli shapefile "punti quotati", "rete idrografica" e curve di livello". Il

dato ottenuto nei tre rispettivi nuovi shapefile totali ha ora una omogeneizzazione nella rappresentazione e

continuità di informazione

Per uniformare il sistema di riferimento a quello utilizzato nella digitalizzazione della Carta è stato effettuato il passaggio da “Monte Mario Italy 1” a “WGS84” mediante l’algoritmo “Project”.

Per la creazione del modello tridimensionale i tre file con informazioni relative alla quota sono stati selezionati all’interno del tool “Create TIN” seguendo un preciso ordine logico:

• I punti quotati risultano semplicemente come delle informazioni in ordine sparso di misure in altezza, diventando nodi nella rete TIN.

I punti sono l'input principale in un TIN e determinano la forma generale della superficie. I TIN consentono di modellare le superfici eterogenee in modo efficiente includendo più punti in aree in cui la superficie è altamente variabile e meno in luoghi in cui la superficie è meno variabile.

I file lineari sono stati invece suddivisi secondo un determinato concetto: rientrano nella categoria “breakline” in quanto risultano come interruzioni e sono linee con o senza misure di altezza. Diventano sequenze di uno o più bordi del triangolo. Le interruzioni tipicamente rappresentano o caratteristiche naturali come i flussi, o feature costruite come le strade. Ci sono due tipi di linee di interruzione: softline e hardline.

• Le curve di livello risultano come softline, ovvero linee di separazione che consentono di aggiungere bordi a una rete TIN per acquisire caratteristiche lineari che non alterano la pendenza locale di una superficie.

• La rete idrografica è stata invece definita per la creazione del modello 3D come hardline. Le linee di rottura rigide catturano bruschi cambiamenti in una superficie rappresentando le discontinuità, migliorando la visualizzazione e l'analisi dei TIN. Secondo questi criteri è stato ottenuto un modello 3D di rete di triangoli irregolari che copre l’area dei quattro Fogli inerenti al Bacino del Torrente del Cardoso (fig. 61, fig.62a e 62b).

Figura 61 - TIN dell'area definita dai quattro Fogli CTR in scala 1:10.000. Si evidenzia il perimetro del bacino di studio e sulla sinistra i file che hanno contribuito alla costruzione del modello 3D. La quota è suddivisa in classi ed è

evidente il valore massimo di 1858,46 m.s.l.m. corrispondente perfettamente alla vetta Pania della Croce presente all’interno, o meglio come parte dello spartiacque, del bacino di studio

Figura 62 - Particolare della carta 3D ottenuta mediante TIN. In figura 58a si evidenzia la perfetta corrispondenza del Foglio CTR in formato raster con il TIN appena creato, focalizzando sul fondovalle presso l'areale del centro abitato di Cardoso. È ben evidente l'andamento della topografia ed in figura 58b è stato deselezionato il Foglio CTR

effettuando uno zoom per evidenziare la rete di triangoli che costituiscono il modello tridimensionale e le linee di break che definiscono i limiti delle facce dei triangoli. In rosso le “softbreak line” confermano le curve di livello ed

in blu le “hardbreak line” risultano effettivamente le interruzioni dovute alla rete idrografica

b

a

Per avere un TIN che riguardi il solo bacino di studio, sia per interesse localizzato, sia per praticità per avere un modello tridimensionale più leggero sia in termini di rappresentazione che di dimensione del file, è stato effettuato il ritaglio della superficie utilizzando il tool “Edit TIN” applicando come zona di taglio il poligono “bacino_poly” che funge da area di “hard clip” (fig. 63).