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La nazione che distrugge il suolo distrugge se stessa (Franklin Delano Roosevelt) L’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA, 2006b) e il Centro di Ricerche Europeo (JRC) hanno utilizzato la figura interpretativa del “triangolo delle transizioni” (Figura 15) per descrivere le possibili trasformazioni che avvengono a livello della copertura del suolo.I vertici del triangolo rappresentano le principali tipologie di copertura del suolo (urbano, agricolo e naturale) mentre i lati individuano le possibili trasformazioni descritte per:

- Tipologia: omologa/non omologa

- Esito: artificiale/naturale/seminaturale

- Durata: transitoria/permanente.

CARATTERI DELLE TRASFORMAZIONI

DURATA TIPOLOGIA ESITO

PERMANENTE OMOLOGA ARTIFICIALE

TRANSITORIA NON OMOLOGA SEMINATURALE

NATURALE

Figura 15: Possibili trasformazioni riferite alle principali tipologie di copertura del suolo.

Le trasformazioni che hanno come esito una copertura artificiale alterano tutte le funzioni dello stato iniziale e soprattutto sono permanenti. Esse possono essere indicate come “consumi di suolo”.

Quindi con il termine “consumo di suolo” indichiamo l’impermeabilizzazione del suolo, ovvero la costante copertura di un’area di terreno e del suo suolo con materiali impermeabili artificiali, come l’asfalto e il cemento. (EC, 2012)

Il termine anglosassone “soil sealing” descrive bene quale è il significato di tale fenomeno, letteralmente può essere tradotto come “sigillatura” del suolo in quanto, una volta ricoperto con materiali impermeabili, esso perde le sue funzioni primarie comportando effetti sui servizi ecosistemici essenziali e sulla biodiversità. Infatti il suolo, inteso come lo strato superiore della crosta terreste, rappresenta l’interfaccia tra terra, acqua ed aria e ospita gran parte della biosfera e svolge alcune funzioni quali (EC, 2002):

- Produzione alimentare e di altre biomasse - Magazzinaggio, filtraggio e trasformazione - Habitat e pool genico

- Ambiente fisico e culturale dell’umanità - Fonte di materie prime

Il suolo è sottoposto a fenomeni di degradazione e minacce quali l’erosione, la diminuzione di sostanza organica, la contaminazione ecc... e fra queste la Commissione Europea ha identificato il consumo di suolo come la principale causa di minaccia e degradazione dello stesso.

I tempi di formazione del suolo sono estremamente lunghi per cui è possibile considerare tale risorsa sostanzialmente “non rinnovabile” e di conseguenza la quantità di terreno per persona disponibile è limitata. Ciò mette in evidenza la necessità di attuare politiche ed azioni volte alla sua tutela, protezione e conservazione.

La tematica del consumo di suolo è divenuta negli ultimi anni oggetto di forte interesse soprattutto da parte di istituzioni a livello locale e internazionale (quali l’Unione Europea, l’Agenzia Europea per l’Ambiente, l’Istituto Nazionale di Urbanistica e Legambiente, l’Istituto Nazionale di Statistica).

Nel 2002 la Commissione Europea ha presentato una prima comunicazione a riguardo di tale tematica (EC, 2002) facendo un’analisi delle minacce e delle azioni intraprese a livello comunitario allo scopo di porre in essere l’attivazione di un tavolo di lavoro europeo finalizzato alla creazione di una Strategia Tematica per la

protezione del suolo. La strategia è stata presentata nel 2006 (EC, 2006b) ed è finalizzata principalmente a proteggere il suolo e a garantirne un utilizzo sostenibile in base ai seguenti principi guida:

- Prevenire l’ulteriore degrado del suolo e mantenerne le funzioni in caso di utilizzo antropico;

- riportare i suoli degradati ad un livello di funzionalità corrispondente almeno all’uso attuale e previsto.

La strategia agisce sia a livello locale, che nazionale ed europeo tramite azioni legislative, politiche, ricerca scientifica e sensibilizzazione della popolazione. Il fenomeno del consumo di suolo, ovvero l’impermeabilizzazione e la perdita del suolo stesso, influisce in modo negativo su molti aspetti dell’ecosistema, di seguito sono riportate alcune delle minacce principali individuate dal Joint Research Center (EC, 2012).

1. Impatto sulle risorse idriche: l’impermeabilizzazione riduce l’assorbimento di pioggia nel suolo. Un suolo perfettamente funzionante può incamerare fino a 3750 tonnellate di acqua per ettaro ma se tale funzione viene ridotta sorgono importanti problemi e criticità a livello di bilancio idraulico dei bacini e a livello di sistema fognario in ambito urbano.

2. Impatto sulla biodiversità: il suolo agisce direttamente e indirettamente sulla vita di organismi e microrganismi che dipendono totalmente o parzialmente dal suolo. Inoltre la frammentazione degli ecosistemi, data dall’urbanizzazione e dalle infrastrutture, riduce l’intercomunicabilità tra le popolazioni.

3. Impatto sulla sicurezza alimentare: gli insediamenti urbani sono sempre

più posti in aree ad alta fertilità e ciò incide sulla capacità di approvvigionamento alimentare a livello nazionale e internazionale. Il JRC ha stimato che tra il 1990 e il 2006 è stato “perso”, in 19 Stati Membri, un potenziale produttivo agricolo pari a 6.1 milioni di tonnellate di frumento (l’Italia produce circa 8 milioni di tonnellate di frumento all’anno)

4. Impatto sul ciclo del carbonio: il suolo è un fattore chiave nel ciclo del carbonio

5. Impatto sul clima: la riduzione dell’evapotraspirazione e la perdita della vegetazione a seguito dell’impermeabilizzazione del terreno con materiali

che hanno un maggiore assorbimento della radiazione solare comporta un aumento significativo della temperatura in ambito urbano. Tale effetto è noto come “isola di calore”

6. Impatto sulla qualità dell’aria: la perdita di vegetazione a seguito del “soil

sealing” diminuisce la capacità di assorbimento delle particelle inquinanti e indirettamente vi è anche un effetto sulla distribuzione delle turbolenze del vento, modificando il trasporto e la concentrazione degli inquinanti stessi.

7. Impatto sui cicli biogeochimici:

8. Impatto sulla qualità della vita: l’impermeabilizzazione, oltre a causare i problemi sopra esposti, riduce la qualità del paesaggio e dell’ecosistema in generale.

L’Unione Europea (EC, 2011b), preso atto delle minacce che colpiscono i suoli europei, ha deciso di seguire un percorso che porti, entro il 2050, a non edificare più su nuove aree. Per fare ciò nel periodo 2000-2020 l’occupazione di nuovi suoli dovrà essere ridotta, in media, di 800 Kmq annui riducendo così l’erosione dei suoli e la diminuzione della sostanza organica, attuando anche azioni di bonifica dei siti contaminati e non utilizzabili a fini agricoli o residenziali e sostenendo la ricerca.

Il consumo di suolo è un concetto multidimensionale causato, oltre che dall’urbanizzazione, anche da altre attività quali l’ estrazione di inerti, componente spesso sottovalutata. Secondo i dati forniti dall’Associazione Nazionale Estrattori Produttori Lapidei e Affini per l’anno 2006, che però risultano sottostimati confrontati alla reale incidenza del fenomeno, in Italia sono stati estratte 375 milioni di tonnellate di inerti pari a 250 milioni di mc di materiale, confrontabile con le dimensioni di un piccolo gruppo montuoso.