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L’ EVOLUZIONE DELLA CITTÀ E L ’ ATTUALE PROCESSO DI PERIURBANIZZAZIONE

2.2 E FFETTI E CONSEGUENZE DELL ’ URBANIZZAZIONE Sebbene la devastazione provocata dal consumo di suolo nel nostro paese sia

sotto gli occhi di tutti, sebbene i suoi danni siano valutati in tutti i loro principali aspetti, sebbene la sua entità sia smisurata, non esiste nessun dato ufficiale o ufficioso sulla sua reale consistenza.

(E. Salzano) Nel 2009, per la prima volta nella storia umana, il numero di persone che vivono in aree urbane (3.42 miliardi) ha superato il numero di persone che vivono in contesti rurali (3.41 miliardi) e l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU, 2010) ha previsto che la situazione è destinata a seguire tale andamento in quanto vi sarà un vertiginoso incremento (84%) della popolazione urbana. Per quanto riguarda la popolazione rurale viene stimato un picco massimo nel 2020 e un successivo declino (Figura 12).

In Figura 13 sono riportati gli andamenti registrati dal 1970 al 2010 con previsioni al 2020 e 2050 effettuate dall’ONU5 con l’indicazione della popolazione rurale e urbana in base all’area di residenza.

Tale andamento, che si realizza in un ragguardevole aumento della popolazione urbana e un pronunciato rallentamento della crescita della popolazione nelle aree rurali, è dovuto al processo di urbanizzazione.

Figura 12: Andamento della popolazione urbana e rurale mondiale 1950-2050 (ONU, 2010)

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I dati complessivi di popolazione sono riferiti al World Population Prospect: The 2010 Revision from the UN

Population Divion, mentre i dati riferiti alla popolazioni urbana fanno riferimento al World Urbanization Prospect: The 2009 Revision from the UN Population Division.

Figura 13: Andamento della popolazione urbana e rurale Italia-Europa- Mondo (Fonte: Dati ONU)

La popolazione urbana mondiale non è distribuita in modo uniforme fra città di dimensioni differenti in quanto oltre il 50% dei cittadini vive in centri o città con meno di 500.000 abitanti e si prevede che il 45% dell’incremento urbano nel periodo 2009-2050 sarà concentrato in questi centri di medie dimensioni. In

Figura 14 è riportata la distribuzione della popolazione in base alla classe di

grandezza della città.

Le statistiche mostrano come vi sarà un aumento delle città con almeno 10 milioni di abitanti (mega-città) le quali passeranno dalle ventuno attuali a ventinove nel 2025, numeri significativi confrontati con le sole tre del 1975 (New York, Tokio e Mexico City).

Da un’indagine dell’EAA (EEA, 2006c) risulta che il 75% della popolazione europea vive in aree urbane e le previsioni portano tale percentuale all’80% nel 2020.

L’agenzia ha analizzato le driving force del fenomeno dell’urbanizzazione diffusa nelle principali città europee.

Le analisi mostrano come la dispersione abitativa sia collegata allo sviluppo delle attività economiche e della rete infrastrutturale, conseguenza dello sviluppo della città che conduce a problemi di carattere sociale, economico ed ambientale. Si può notare come vi sia un’attrattiva per la residenza in uno spazio maggiormente rurale e ciò è correlato ad alcuni disagi che possono caratterizzare la vita nel centro città, come la dimensione degli appartamenti, la mancanza di spazi verdi, bassa qualità dell’aria dovuta all’inquinamento e problemi legati alla sicurezza. Lo spostamento di masse di persone dallo spazio urbano allo spazio rurale può anche essere motivata effettuando considerazioni di tipo socio- economico quali lo sviluppo del fenomeno della globalizzazione o l’innalzamento della qualità della vita oltre che una diminuzione del prezzo di acquisto dei terreni agricoli rispetto a terreni urbani che ha condotto ad azioni di speculazione edilizia. L’urbanizzazione è il principale competitore dell’agricoltura in quanto necessitano entrambi della risorsa “suolo”, inoltre i fenomeni di espansione urbanistica di tipo disperso, conducono all’aumento della frammentazione dei sistemi agricoli con un conseguente aumento dei costi connessi alla lavorazione dei terreni.

La minore convenienza che si ha nella coltivazione e gestione dei terreni vicini a sistemi urbani conduce a diffusi fenomeni di abbandono.

L’urbanizzazione, soprattutto se non correttamente pianificata e controllata, ha anche effetti negativi sull’ecosistema. Di seguito vengono riportati alcuni dei maggiori impatti ambientali dovuti a tale fenomeno (EEA, 2006b).

Impatti sulle aree naturali

L’urbanizzazione, se non pianificata e di conseguenza se ha uno sviluppo disperso, ha un impatto negativo sulla connettività degli habitat naturali. L’interruzione di

corridoi ecologici può essere, per alcune specie, un elemento di disturbo che ne può compromettere la sopravvivenza.

Azioni come la Rete Natura 2000 mirano a contenere gli effetti negativi dovuti alla frammentazione degli habitat.

L’impermeabilizzazione di aree ecologicamente e morfologicamente fragili e non adatte all’ambiente urbano può condurre a gravi episodi di dissesto idro- geologico.

Impatti sulla qualità della vita e sulla salute.

Gli impatti ambientali dovuti alla crescente urbanizzazione, come l’aumento degli inquinanti nell’aria e del livello di rumore, conducono nel lungo periodo a complicazioni sanitarie per gli abitanti.

Un altro effetto connesso alla sicurezza scaturisce indirettamente a causa dell’urbanizzazione delle aree di costa, elemento in passato sottovalutato ma di grande importanza a livello europeo in quanto sono numerosi i Paesi vulnerabili all’esondazione permanente delle coste (complessivamente il 9% delle coste europee si trova 5 metri al di sotto del livello del mare, in Olanda e Belgio la percentuale sale all’85%, in Polonia la quota è il 30% e in Danimarca il 22%).

Impatti sulle risorse naturali ed energetiche.

L’aumento di superfici urbane comporta un aumento della domanda di materie prime (come sabbie, asfalti, pietre e cementi) tipicamente prodotti o estratti in aree remote, il cui trasporto richiede costi aggiuntivi con un aumento del traffico di mezzi pesanti e un maggiore consumo energetico.

I cambiamenti che avvengono nella copertura del suolo hanno anche effetti sul bilancio idrico dei suoli e sui livelli delle acque di falda.

Anche le differenti tipologie residenziali che si sviluppano nelle aree di espansione hanno un impatto sulle risorse, l’EEA stima che per un’abitazione singola bi- familiare si ha un consumo idrico medio totale di 300 litri/giorno, mentre se le stesse famiglie vivessero in una casa unifamiliare il loro consumo sarebbe di 210 l/giorno ciascuno.

Anche i trasporti hanno un forte impatto sulle risorse con un aumento, nelle città disperse, dei costi energetici legati al trasporto, pubblico e privato, oltre che, naturalmente, ad un aumento dell’inquinamento dalle emissioni delle automobili. Sempre connessa alla tematica dei trasporti, le città disperse aumentano anche le

distanze da percorre per la raccolta dei rifiuti rendendo inconveniente a livello economico il ciclo dei materiali.

Uno degli impatti di maggiore importanza è quello sul suolo in quanto l’urbanizzazione è sicuramente il maggiore attore nel fenomeno del consumo di suolo. Di seguito verranno riportati alcuni dati di riferimento per dare un’idea complessiva dell’entità del “soil sealing” a livello europeo e locale.