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S TRATEGIE DI CONTENIMENTO DELLO SPRAWL URBANO E DELL ’ URBANIZZAZIONE DIFFUSA

D) I PARCHI AGRICOL

I “parchi agricoli” sono definibili come strutture territoriali “finalizzate

principalmente alla produzione primaria e alla sua tutela e valorizzazione e, contestualmente, alla fruizione culturale, ludica, ricreativa dell’ambiente da parte dei cittadini, in termini compatibili con la principale destinazione” (Ferraresi &

Rossi, 2003).

Nei parchi agricoli si affianca a una “piattaforma agricola” sufficientemente vasta da permettere la produzione di beni alimentari, una rete di spazi pubblici che utilizza le strutture preesistenti nello spazio rurale.

genetico naturale. I biocorridoi sono elementi del paesaggio ecologicamente rilevanti, che, per la loro ampiezza e caratteristiche ecologiche, permettono la migrazione degli organismi interconnettendo i biocentri.

Il Parco Agricolo ha come obiettivo la “bonifica del territorio” indicando con tale termine la reintroduzione delle ragioni della “natura” e dell’ “abitare umano” nel territorio rurale.

In questa ottica il Parco non è visto come un’area protetta in un territorio distrutto ma è uno strumento per ristabilire la complessità dell’ecosistema territoriale (Ferraresi & Rossi, 2003), un sistema diffuso e articolato con una base prevalentemente agricola.

Riassumendo il Parco Agricolo assolve alle seguenti funzioni:

- produzione di beni primari e tutela e valorizzazione della stessa;

- fruizione culturale, ludica, ricreativa dell’ambiente da parte dei cittadini, in termini compatibili con la sua principale destinazione e intende contribuire in modo determinante alla messa in valore di tutto il territorio in quanto oltre ad elevare la qualità dell’abitare della città policentrica, contribuisce alla trasformazione dell’economica, a partire dalle economie locali e dall’incentivazione del turismo e del restauro del patrimonio locale (Poli, 2008).

Vi sono vari esempi a livello europeo e altri sono in via di progettazione e realizzazione.

In Spagna il principale esempio è il parco agricolo dell’Anello verde di Barcellona, il

“Parc Agrari del Baix Llobregat”, un parco di 2.938 ha nel settore Ovest della

metropoli. Tale parco è nato nel 1986 grazie all’attuazione di un programma LIFE- Ambiente dell’Unione Europea e si propone l’obiettivo di tutelare il settore agricolo dalla forte pressione urbanistica della città di Barcellona.

In Germania, a Stoccarda (Errico, 2007), nel paesaggio agricolo periurbano che comprende una quindicina di piccoli agglomerati urbani di circa 20-30.000 abitanti, sono attuate politiche di tutela e conservazione delle foreste e pratiche di agricoltura integrata attraverso una rete di tre parchi agrari diffusi.

In Francia, dove le aree periurbane sono oggetto di studio da diversi anni, la gestione di tali aree coinvolge direttamente gli agricoltori e la collettività, come avviene nella regione dell’Ile de France.

In Italia il principale riferimento è Il Parco Agricolo Sud di Milano, di seguito descritto in dettaglio e sono in fase di realizzazione progetti quale il Parco Agricolo di Prato.

D.1) Il parco agricolo Sud di Milano

Il più esteso Parco Agricolo a livello italiano insiste come già detto sul territorio milanese ed è il “Parco Agricolo Sud Milano”.

Tale Parco nacque concettualmente alla fine degli anni ’60 come “grande cintura verde” per la città di Milano che era soggetta a forti fenomeni di espansione urbanistica. La prima formalizzazione completa dell’ipotesi di parco agricolo fu nel 1975 con la redazione di un ”Piano Territoriale Comprensoriale (PTC)” per la città di Milano, nel quale venne attribuito un particolare valore alle aree comprese nel semicerchio meridionale del Comprensorio milanese.

L’obiettivo era creare un’area dove sviluppo agricolo e necessità di spazi ricreazionali potessero coesistere. Tale obiettivo venne puntualizzato nel 1981 con la redazione contestuale del PTC e del Piano di sviluppo Agricolo. L’idea del Parco venne affrontata anche da altri enti come il Comune di Milano (Ferraresi & Rossi, 2003), la Provincia e le facoltà di Architettura e Agraria del Polo Universitario Milanese.

Dal 1985 al 1990 si susseguirono una serie di leggi e azioni che ebbero come obiettivo la creazione del Parco Sud, come la L.R. 86/83 e le successive integrazioni che avevano riconosciuto il territorio del Parco come area di rilevanza ambientale classificandolo come “parco di cintura metropolitana e parco agricolo” (Brembilla, 2005). .

Ufficialmente il “Parco Sud Milano” venne istituito nel 1990 con l’emanazione della Legge Regionale n.24 del 23 Aprile.

All’art.2 della sopracitata Legge sono indicate le finalità del Parco:

- la tutela e il recupero paesistico e ambientale delle fasce di collegamento tra città e campagna, nonché la connessione delle aree esterne con i sistemi di verde urbano;

- l’equilibrio ecologico dell’area metropolitana;

- la salvaguardia, la qualificazione e il potenziamento delle attività agro- silvo-colturali in coerenza con la destinazione dell’area;

- la fruizione culturale e ricreativa dell’ambiente da parte dei cittadini. Il Parco è attualmente gestito dalla Provincia di Milano e interessa circa un terzo del territorio provinciale (46.300 ha di cui 39.900 di superficie agricola utilizzata

da 1400 aziende) insistendo su 61 comuni con un ammontare di circa 3.000.000 di abitanti.

Il Parco si inserisce all’interno della pianificazione territoriale dell’area metropolitana di Milano e il suo territorio è suddiviso in differenti ambiti a seconda del diverso grado di vitalità dell’agricoltura.

In particolare vi sono:

- territori agricoli di cintura metropolitana: per la loro collocazione,

compattezza e per l’alto livello di produttività, sono destinate all’esercizio ed alla conservazione delle funzioni agricolo-produttive, assunte quale settore strategico primario per la caratterizzazione e la qualificazione del parco;

- territori agricoli e verde di cintura urbana: per la loro collocazione

intermedia fra l’agglomerazione dell’area milanese e i vasti territori agricoli di cintura metropolitana, essi costituiscono fasce di collegamento tra città e campagna. In tali aree devono essere contemperate le esigenze di salvaguardia, di recupero paesistico e ambientale e di difesa dell’attività agricola produttiva, con la realizzazione di interventi legati alla fruizione del parco quali aree a verde, attrezzature sociali e ricreative, impianti sportivi e funzioni di interesse generale;

- territori di collegamento tra città e campagna: per la loro collocazione,

costituiscono fasce di raccordo tra i territori di cintura metropolitana e le conurbazioni, esterne al parco, non facenti parte degli ambiti di cintura urbana.

All’interno di tali “territori” sono inseriti gli ambiti specifici di tutela ambientale, paesistica e naturalistica.

L’area del parco non è solo uno spazio dedicato alla coltivazione ma sono stati messi in opera progetti di valorizzazione paesaggistica, fruizione ed educazione ambientale.