I MPRONTA A GRO AMBIENTALE (AEF): IL C ONCEPT ALLA BASE DELLA METODOLOGIA PROPOSTA
I L SETTORE AGRICOLO
L’agricoltura ricopre un ruolo importante nella struttura economica del NCI. La superficie agricola utilizzata (SAU) complessiva nei comuni del NCI, come risulta dai rilevamenti del Censimento dell’Agricoltura effettuati nel 2000, è pari a circa 50.000 ettari.
L’utilizzo dei suoli è così ripartito: vi è una predominanza dei terreni coltivati a seminativo (71% della superficie agricola di cui il 30% è occupato da cerealicole e il 25% da foraggere ) ma non è da sottovalutare la presenza di fruttiferi (12.4%) tra i quali ricoprono un ruolo importante il Pesco e l’Albicocco, e la Vite (9.3%). Tra le coltivazioni legnose assume importanza, soprattutto nei Comuni della fascia montana, il Castagno da frutto.
Analizzando sinteticamente le dinamiche evolutive del settore (Pirazzoli, 2008), esse sono in linea con l’evoluzione avvenuta nel mercato nazionale, soffrendo a causa della crisi che ha colpito in particolare il settore frutticolo e viti-vinicolo e ciò è evidenziato dal fatto che gli imprenditori agricoli hanno scelto di operare disinvestimenti di superficie a frutta e Vite (con una variazione media annua delle superfici investite pari a -0.72% nel periodo 2000-2006) investendo piuttosto in
colture supportate da finanziamenti comunitari, come le colture cerealicole o foraggere (che hanno registrato un incremento medio annuo dell’+1.52% per quanto riguarda i cereali e del +4.83% considerando le foraggere e i prati).
A livello strutturale le aziende agricole del NCI hanno una superficie media di poco superiore a 12 ettari con variazioni a seconda della conformazione territoriale e socio-economica di ogni Comune, come visibile in Grafico 5.
L’evoluzione delle caratteristiche delle aziende del NCI mostra un progressivo calo del loro numero con una diminuzione, a partire dal 1961 di circa 3000 unità, e solo analizzando il decennio 1900-2000, vi è stata la perdita di oltre 1.300 unità (pari circa al 25% del totale rilevato nel 1990). Le dimensioni aziendali permettono, però, di evidenziare un settore che ha strutture sufficientemente ampie per condurre un’agricoltura efficiente (Pirazzoli, 2008).
Analizzando i dati che si riferiscono agli occupati nel settore agricolo, nel decennio 1991-2001, si rileva un calo di presenze nell’ordine del 10% mantenendo comunque valori superiori di circa due punti percentuali rispetto alla media nazionale.
Grafico 5: Dimensione media aziendale Comuni NCI (Fonte: Dati Censimento dell’Agricoltura ISTAT 2000)
Filiere agro-alimentari
Rilevante, per meglio comprendere il settore agro-alimentare del Circondario, è l’analisi delle filiere agro-alimentari che gravitano in tale territorio tra le quali le
principali sono quelle vitivinicola, ortofrutticola, cerealicola, foraggera, zootecnica.
Filiera vitivinicola
La coltivazione della Vite si estende sul 9.3% della superficie agricola del NCI coinvolgendo circa 2.400 aziende localizzate principalmente nel territorio del Comune di Imola e in misura minore nei Comuni di Castel San Pietro, Mordano e Dozza.
Il quadro della filiera vitivinicola è completato dalle imprese, concentrate per lo più nel territorio di Imola e caratterizzate da piccole dimensioni (da 3 a 10 addetti fissi) che si occupano della trasformazione e commercializzazione del prodotto, sia questo di produzione propria o proveniente da terzi.
Filiera ortofrutticola
La filiera ortofrutticola ha una forte rilevanza nel territorio del Circondario interessando circa 2.000 aziende per una superficie pari a 6.300 ha, circa 12.6% dell’intera SAU.
Il settore delle colture da frutto, principalmente Pesco, Nettarine e Albicocco, è ben definito e si concentra principalmente nel territorio di Imola, Mordano (nel quale si concentra il 60% delle aziende e il 55% della SAU) e della Valle del Santerno in cui le specie da frutto ricoprono circa il 30% della SAU. Si registra negli ultimi anni anche un aumento della coltivazione dell’Olivo.
Il settore orticolo è meno sviluppato ma comunque presente soprattutto con la coltivazione della Patata.
Filiera cerealicola
Le colture cerealicole, individuate principalmente da Frumento tenero e duro, occupano circa il 30% della SAU del Nuovo Circondario Imolese concentrandosi principalmente nelle zone di pianura dei Comuni di Medicina, Imola e Castel San Pietro.
Filiera foraggera e zootecnica
Le colture foraggere, anche a seguito dell’attuazione di misure di sostegno comunitario, ricoprono un ruolo importante nell’agricoltura del NCI occupando circa il 25% della SAU coltivata in ambito collinare a prati e pascoli permanenti (7%) e nel restante territorio a colture in avvicendamento (93%).
Il comparto zootecnico comprende imprese di produzione, lavorazione e conservazione delle carni su tutto il territorio. Gli allevamenti presenti sono dedicati a bovini da latte, da carne, a suini e avicoli.
Altre filiere
Analizzando brevemente le altre filiere agro-industriali presenti sul territorio è degna di nota la filiera bieticola-saccarifera, la quale ha avuto una grande importanza nei decenni passati ma che è destinata ad un rilevante ridimensionamento a causa delle politiche comunitarie. Le aree che erano in precedenza vocate alla coltivazione della Barbabietola (circa il 10% della SAU complessiva) diverranno quindi spazi occupabili dalle altre filiere, per esempio quella agro-energetica.
Agricoltura biologica
Da quanto risulta dalla lettura dei dati che si riferiscono all’attuazione della misura 2f del PRPS 2000-2006 le superfici coltivate seguendo i disciplinari di agricoltura biologica sono circa il 6.4% della SAU complessiva, concentrati in collina.
Il Nuovo Circondario e le politiche agricole
La descrizione del comparto agricolo non può prescindere da un’analisi del rapporto dello stesso con le politiche agricole, in particolare quelle comunitarie che sempre più si sono confermate come fattore determinante nello sviluppo del settore. Prendendo in esame la situazione nel periodo 2000-2006, utilizzato in seguito come periodo di riferimento per le analisi svolte, il NCI ha ottenuto, per quanto riguarda le misure del PRSR riferite a tutti e tre gli Assi, contributi per un totale di 37 milioni di euro, il 38% degli aiuti complessivi della Provincia di Bologna per il periodo in esame.
I finanziamenti si sono concentrati nelle misure dell’Asse 1, relativo allo sviluppo e all’ammodernamento delle strutture, in controtendenza rispetto all’intero territorio provinciale dove è stato predominante l’Asse 2.
Analizzando con maggiore dettaglio le singole Misure, ha avuto un notevole successo la 2f relativa alle azioni agro-ambientali.
Le richieste sono localizzate sull’intero territorio del NCI concentrandosi, in pianura, su quelle riguardanti l’agricoltura integrata e il ritiro dei seminativi dalla produzione mentre in collina gli agricoltori hanno optato per l’azione 10 a supporto dell’agricoltura biologica.
A livello di politiche agricole è importante anche sottolineare il ruolo che le Comunità Montane, in particolare quella della “Valle del Santerno”, hanno svolto nell’attuazione del PRSR nei territori di montagna e collina.
Multifunzionalità
Il settore agricolo, anche nel NCI, si sta sempre più dirigendo verso l’attuazione di progetti che permettano di dare origine a produzioni congiunte, ovvero offrire funzioni alternative o complementari alla produzione di cibo individuate in servizi per l’ambiente, le persone, le imprese e il territorio.
La fotografia delle attività multifunzionali svolte nel NCI mostra come vi sia la presenza di piccole e medie imprese (circa 89 unità locali) che svolgono servizi connessi all’agricoltura e alla zootecnia, quali la fornitura di servizi agro-meccanici, la raccolta e trasformazione dei prodotti o ancora l’approvvigionamento dei mezzi tecnici.
Un altro settore connesso all’agricoltura presente sul territorio interessa le aziende che forniscono servizi alla persona come l’alloggio, la ristorazione o attività ricreative. Nel territorio sono registrate 18 strutture agrituristiche concentrate nei comuni di Imola, anche se è da sottolineare come la ricettività, in termini di posti letto, è concentrata nei comuni di Casalfiumanese e Castel del Rio, evidentemente anche grazie alla loro localizzazione geografica in aree di montagna.
Parlando di agriturismo non si può non fare un breve accenno al ruolo che il territorio ha nella promozione e valorizzazione delle produzioni tipiche. Il NCI è
caratterizzato dalla produzione e commercializzazione di numerosi alimenti tipici di pregio quali il Marrone di Castel del Rio (Igp), oltre ad altre produzioni di qualità che sono in attesa di acquisire il marchio di Indicazione Geografica Protetta. Oltre a questi prodotti esclusivi del territorio del NCI vi sono numerose specialità agro- gastronomiche Dop/Igp.
Sempre per quanto riguarda la produzione di prodotti eno-gastronomici di pregio, il NCI vanta la presenza di vini certificati quali l’Albana di Romagna DOCG, il Trebbiano DOC e il Sangiovese di Romagna DOC oltre alla DOC specifica dei “Colli
d’Imola” e 4 vitigni IGT.
Elemento importante su cui porre l’attenzione è la presenza di strutture agro- didattiche quali le fattorie didattiche (in totale 12 sul territorio) e aziende faunistico - venatorie (9 in totale su una superficie complessiva di 5.300 ettari concentrati nei Comuni di Medicina per quanto riguarda la pianura e fra i Comuni di Fontanelice, Casalfiumanese e Castel San Pietro Terme per il territorio collinare).
3.2 DATI UTILIZZATI
Al fine di consentire un’ampia applicabilità del processo proposto e di contenere gli oneri per una sua implementazione, la metodologia è stata sviluppata con riferimento a informazioni di base (dati cartografici, statistici e amministrativi) rinvenibili in banche dati già disponibili nei sistemi informativi di differenti enti territoriali nazionali.
Di seguito sono descritti nel dettaglio i dati utilizzati nell’applicazione della metodologia proposta al caso studio scelto.
Tali dati sono comunque validi, con opportune modifiche ai riferimenti geografici, ad altre realtà territoriali.