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Dopo il primo contatto con i pubblici ministeri bresciani seguiva una serie interminabile di altri interrogatori con il dotto Salvini fra i quali, per quel che

Nel documento 16/11/20l O (pagine 89-94)

riguarda la strage di Brescia, basti segnalare quello del 15.6.1996:

GI - Si, va be. Senta, Le è venuta in mente qualche altra cosa importante, sulle cose di cui abbiamo parlato nei precedenti interrogatori?

D - Sì, ricordo una cosa importante, Dottore...

GI - Sentiamo.

D - Il Marcello Soffiati, quando andò a ritirare la valigia, a Mestre, dal Delfo Zorzi ...

GI-Sì?

D - Quando tornò, mi disse che non fu facile, incontrarsi subito con il Delfo Zorzi, ma che non andò .. Non lo incontrò a Mestre, bensì dovette andare verso Spinea, passando per Mirano, e fu a Mirano, dove sembra che lo Zorzi avesse affittato una vecchia casa, una casaccia che gli serviva sia da deposito per le pelli, che per l'esplosivo .. Fu là, che ritirò la valigia di cui abbiamo parlato nei precedenti interrogatori.

GI - Mirano dov'è? Nell'entroterra?

D - Miranoè nell'entroterra che va da Mestre verso Spinea.

GI - Senta, incontrò a Mestre lo Zorzi, e poi dovette seguirlo fino a Mirano, o andò direttamente a Mirano?

D - Lui disse che lo incontrò a Mestre e dopo lo segui fino a Mirano.

GI - Ho capito, quindi, in questo modo, vide il deposito sostanzialmente?

D - Vide sostanzialmente la casa.

GI- Lei non c'è mai stato?

D - Non ebbi mai l'occasione ..

GI - di andarci . D - di andarci .

GI - quindi, questo è un punto di rilievo.

D - non ne avevo motivo ... Sì, non ne avevo motivo.

GI - Quindi, una casa tipo quella di Paese, sostanzialmente?

D - Potrebbe essere, sì, senz'altro.

GI - Isolato, qualcosa... Un posto sicuro e tranquillo ecco?

D - Sì, una casaccia, sì.

GI - Casaccia, sì .. Un casolare, insomma?

D - Un casolare, esatto.

e quello del 7.8.1996:

Ho appreso dalla stampa degli arresti di alcuni elementi mestrini legati a Delfo ZORZI nonché di Roberto RAHO, in merito ai miei rapporti con il quale ho fatto un accenno nella parte finale del mio interrogatorio in data 20.1.1996.

Poiché l'Ufficio mi fa presente che la descrizione dei miei rapporti con RAHO resa in quella sede appare molto riduttiva, intendo a questo punto, superando le mie lacune sul punto, spiegare che i miei rapporti con RAHO non si sono limitati alla falsificazione di documenti.

Infatti io consegnai a RAHO 4 dei candelotti di esplosivo che Marcello SOFFIATI aveva portato a Verona, in Via Stella, prima della strage di Brescia.

Ciò awenne a seguito delle seguenti circostanze.

Quando SOFFIATI arrivò in Via Stella con la valigetta che aveva ricevuto nei pressi di Mestre io, come già ho detto, operai quella momentanea messa fuori uso dell'ordigno, per motivi di sicurezza, che consistette nel sollevare un po' il perno in modo che non facesse più contatto.

Oltre a ciò, però, e questo non l'avevo riferito in precedenza, io e Marcello togliemmo dall'insieme complessivo dei 15 candelotti 4 di essi e cioè quegli unici 4 che erano collegati con il sistema di innesco, mentre gli altri erano separati, ma sempre nella valigetta.

Marcello conservò questi 4 candelotti, awolti in un giornale e messi in un sacchetto di cellophan, nascondendoli nel frigorifero.

Quando ripartì per Milano li lasciò lì.

Qualche mese dopo, a Sant'Elena, si presentò da me Roberto RAHO chiedendomi insistentemente di procurargli dell'esplosivo che doveva portare a Roma su richiesta dei camerati romani.

lo gli risposi che poteva rivolgersi con la massima facilità a Delfo ZORZI che certamente ne disponeva, ma poiché lui insisteva ad averlo da me e mi disse che aveva già avuto l'autorizzazione di MAGGI a chiederlo a me, io alla fine gli dissi che potevo fare qualcosa per lui.

Avevo la chiave dell'appartamento di Via Stella e gli dissi quindi di tornare il giorno seguente.

lo così ebbi il tempo di recarmi a Verona e di prendere i 4 candelotti che erano ancora nel frigorifero.

Quel giorno non vidi SOFFIATI e non glielo comunicai.

Tornai a Venezia, sempre in treno, con i candelotti nascosti in una normalissima cartella da studente.

Consegnai quindi i candelotti a Roberto RAHO.

RAHO mi ringraziò e gli dissi di non farsi più vedere.

Poco tempo dopo dissi a SOFFIATI quello che avevo fatto segnalandogli che comunque tutto era a posto perché c'era stata l'approvazione di MAGGI.

Mi sembra che ancora non molto tempo dopo, sempre nel 1974, Marcello SOFFIATI fu arrestato per la detenzione di altro esplosivo ed armi a Verona.

In queste dichiarazioni il Digilio introduceva due nuovi elementi, il primo si riferiva al racconto di Soffiati, che oltre che raggiungere Mestre per ritirare il congegno, aveva dovuto recarsi nell'entroterra del Mestrino seguendo Zorzi verso Spinea fino a Mirano dove c'era una "casaccia" utilizzata da Zorzi per il deposito di pelli e per l'esplosivo.

Il secondo elemento

è

quello relativo alla asportazione di alcuni candelotti dal congegno. Il Digilio sembra dimenticarsi che ai pubblici ministeri di Brescia aveva concluso per la inoffensività del congegno, mancando il fiammifero, riferendo, addirittura, che aveva spiegato la cosa a Soffiati. Tornava sulla manovra dello svitamento della vite al fine di attenuare la pericolosità del congegno ed aggiungeva che allo scopo di renderlo ancora più sicuro erano stati prelevati 4 dei 15 candelotti e precisamente gli unici 4 che erano collegati con l'innesco mentre gli altri erano liberi. Questi candelotti erano stati dal Soffiati conservati nel frigorifero di casa e dal Digilio poi consegnati, qualche tempo dopo, al Raho che gli aveva chiesto dell'esplosivo.

il 10.1.1997 Digilio era nuovamente sentito dal Pubblico Ministero di Brescia e rendeva le seguenti dichiarazioni:

Si dà atto che DIGILIO riferisce di non conoscere il BOVOLATO e di non aver particolari conoscenze in ordine alle vicende relative alle SAM.

Contestategli sinteticamente quanto assume il MALCANGI commenta che quest'ultimoè un "chiacchierone".

Riferisce di non aver partecipato personalmente alla riunione di Verona a cui ha fatto riferimento nell'interrogatorio del 05.05 e del 02.12.1996: della suddetta riunione, della quale conferma i fini già riferiti nel corso dei precedenti interrogatori, avrebbe avuto notizia soltanto dal SOFFIATI, che non avrebbe fatto uno specifico riferimento alle persone che vi avrebbero partecipato. Nega di aver fornito al MALCANGI indicazioni in ordine ai partecipanti alla suddetta riunione. In particolare dichiara di ignorare se alla stessa abbiano partecipato BRASCHI e SPIAZZI.

Dichiara di non sapere se alla stessa abbia partecipato FUMAGALLI Carlo, persona della quale ha una conoscenza soltanto giornalistica.

Dichiara di non sapere se alla suddetta riunione abbia partecipato un ufficiale dei carabinieri avente il nome in codice "PALINURO", indicazione che nulla gli dice, al di fuori di reminiscenze geografica e mitologica, di origine scolastica.

Dichiara di non essere in grado di fornire alcuna indicazione sull'allora capitano dei carabinieri Francesco DELFINO; di non sapere chi siano tali SPEDINI e BORROMEO; di non sapere nulla circa il preteso incarico a Ettore MALCANGI di reperire armi per40.000uomini, circostanza che ritiene peraltro assai improbabile.

Riferisce di non aver mai conosciuto Giancarlo ESPOSTI e di aver sentito parlare della sua morte a Pian del Rascino e di aver sentito i commenti negativi sull'episodio circolanti nell'ambiente della destra, ma di non aver mai saputo quali fossero le ragioni della presenza di ESPOSTI in quel luogo.

Riferisce di non sapere nulla circa le frequentazioni di ESPOSTI.

Quanto all'episodio dei 4 candelotti di esplosivo prelevati dalla valigetta portata da Marcello SOFFIATI da Mestre a Verona e da qui a Milano, candelotti consegnati in un secondo tempo a Roberto RAHO, riferisce che si trattò di una scelta del SOFFIATI, che ritenne quei 4 candelotti superflui per i fini soltanto dimostrativi che quell'ordigno si proponeva.

Riferisce che, al contrario di quanto risulta dal relativo verbale di interrogatorio del dr.

SALVINI, i suddetti 4 candelotti non erano innescati.

Ribadisce di non sapere a chi il SOFFIATI abbia consegnato a Milano la valigetta in questione.

Riferisce che forse i commenti di SOFFIATI circa la strada sulla quale continuavano a spingersi, in contrasto con la popolarità della destra, non furono fatti con riferimento alla strage di Brescia, come in precedenza indicato, ma ad altro attentato.

Vi

è

una nuova parziale e piccola modifica dell'episodio dei 4 candelotti. Mentre il 7.8.1996 aveva detto che erano stati eliminati i 4 candelotti, unici collegati all'innesco, per rendere più sicuro il trasporto ora giustificava la eliminazione dei candelotti con la superfluità degli stessi.

L'interrogatorio proseguiva

il

20.1.1997 nel quale

il

Digilio affermava:

A.D.R. : In questi dieci giorni successivi al precedente interrogatorio non miè venuto in mente alcun ulteriore particolare degli argomenti trattati nella scorsa occasione. E' vero che ci fu un incontro presso la pizzeria Mazzini nel '72 - '73 al quale parteciparono SOFFIATI e MAGGI al quale fui presente anch'io e che in tale occasione il SOFFIATI mi indicò il MAGI BRASCHI senza presentarmelo riferendo che si trattava di un personaggio di grande rilievo in quanto ai rapporti tra militari e civili in un ottica anticomunista. Devo precisare tuttavia che si trattò di un incontro di scarso significato, non raffrontabile con le riunioni o conferenze che si tennero a Verona e alle quali io non partecipai mai.

A.D.R. : Mi pare che a quella riunione fossero presenti Elio MASSAGRANDE e Robero BESUTTI, due ufficiali paracadutisti che frequentavano l'ambiente di destra a Verona, legati anche al colonnello SPIAZZI responsabile della locale Sezione Artiglieria di Verona.

A.D.R. : Nulla mi dice il nome del colonnello MICHIITU.

A.D.R. : Apprendo da voi in questo momento che il PERSIC, che ho ben presente, afferma di aver appreso dal MINEITO che quest'ultimo sarebbe transitato da Brescia proprio il giorno della strage del 28 maggio 1974 e che avrebbe avuto delle difficoltà nel rientro a causa di posti di blocco. La circostanza mi giunge nuova, non posso che ribadire di aver appreso soltanto da SOFFIATI, a Colognola, che il MINEITO avrebbe effettuato a Brescia, nei giorni successivi alla strage una sorta di sopralluogo per verificare quali erano state le reazioni ed i commenti suscitati dall'episodio delittuoso e quali erano stati gli atteggiamenti delle persone nei confronti dello stesso e nei confronti della destra, in modo da poterne fare una relazione alla CIA che aveva i suoi informatori presso la FTASE di Verona. Tale fatto lo appresi dal SOFFIATI circa una settimana dopo la strage di Brescia.

In occasione del precedente interrogatorio ho riferito che le preoccupazione del SOFFIATI, che posso sintetizzare nella frase "dove ci stanno portando gli americani"

mi furono forse esternate in occasione di un attentato alla linea ferroviaria presso Grumolo delle Abadesse (VI) in occasione della venuta in Italia di Tito, credo nel

~

1971. In realtà devo confermare che SOFFIATI fece questi commenti sia in occasione di quest'ultimo episodio che in occasione della strage di Brescia. In effetti la destra temeva che l'opinione pubblica, impressionata da fatti di quella gravità, le si rivolgesse negativamente. Ritengo che non si trattasse di un atteggiamento riferibile al solo SOFFIATI ma, di un atteggiamento che correva già nell'ambiente stesso della destra.

A.O.R. : Per quanto riguarda i miei rapporti con RAHO, posso dire che, pur avendolo conosciuto prima dell'episodio di cui vi ho riferito, relativo alla cessione al medesimo di alcuni candelotti provenienti dalla valigetta del SOFFIATI, in realtà i nostri rapporti hanno raggiunto un minimo di confidenza e di famigliarità soltanto quando ci siamo trovati a Caracas a metà degli anni 80 e dove sia lui che il BATIISTON si offrirono di aiutarmi economicamente. Per la verità a ben riflettere io lego la figura del RAHO a quella del BATIISTON, nel senso che, quando a quest'ultimo venne a Venezia nel '74 all'inizio della sua latitanza, e venne ospitato la notte presso il circolo il quadrato, mentre, su raccomandazione di MAGGI, andava a mangiare il giorno presso lo Scali netto, ho avuto modo di vedere spesso assieme i due predetti. Ricordo altresì che nello stesso periodo anche lo ZAFFONI si rifugiava presso il Circolo il Quadrato, il cui intestatario era l'aw. CARLET, e che era dotato di qualche vecchio sofà. Fu il BOFFELLI a spiegarmi che il MAGGI aveva raccomandato il BATIISTON presso la signora Pina, che gestiva lo Scalinetto perché lo trattassero bene.

A.O.R. : Escludo che il SOFFIATI, quando venne a Verona, nel maggio '74, con la famosa valigetta, mi abbia riferito di aver prelevato l'esplosivo proprio allo Scalinetto.

Prendo atto dell'esistenza di un recente intercettazione ambientale tra RAHO e BATTISTON nel corso della quale i due predetti manifestano preoccupazioni per quanto io stavo dichiarando ai Magistrati nell'ambito della mia attività di collaborazione ed in particolare di essere coinvolto sia nella strage di Piazza Fontana che in quella di Brescia. Prendo atto altresì che uno dei due riferisce che era trapelato che ioavevo a mia volta riferito che il giorno prima della strage SOFFIATI si era trasferito in treno a Brescia con una valigetta contenete esplosivo . Voi mi chiedete come RAHO e BATTISTON possano avere appreso questi fatti che in qualche modo somigliano a quanto effettivamente io ho dichiarato ai Magistrati. Mi chiedete altresì se io sono a conoscenza delle ragioni che potevano essere alla base delle suddette preoccupazioni dei predetti . Non sono in grado di fornire alcuna spiegazione a riguardo , in quanto non ho mai affrontato tale argomento né con RAHO né con BATIISTON e non so come e possono avere appreso della valigetta del SOFFIATI. Quanto alle loro preoccupazioni posso soltanto immaginare che le stesse siano legate a circostanze che il SOFFIATI aveva trasportato a proprio a Milano, dove BATTISTON frequentava l'ambiente della destra, quell'esplosivo.

A.O.R. : Non ho mai saputo o avuto notizie della presenza di esplosivo presso la trattoria lo Scalinetto. Voi mi chiedete che cosa sappia dell'esistenza di un certo quantitativo di gelignite, che avrebbe avuto difetto di trasudare, nella disponibilità di elementi di Ordine Nuovo Veneto, e se abbia affrontato tale argomento con il RAHO ed il BATTISTON. Devo dire che dell'argomento ho già riferito nei dettagli in occasione dell'interrogatorio del 16 gennaio da parte del Dr. MERONI della Procura di Milano. Volendo sintetizzare il fatto, e richiamandomi a quanto già dichiarati, posso dire che attorno al 75 o al 76 un contrabbandiere di Venezia che si chiamava ROTELLI, che frequentava l'ambiente della destra, aveva effettivamente a disposizione un grosso quantitativo di gelignite, di provenienza jugoslava, che intendeva vendere a scopo di lucro. Il ROTELLI mi chiese consigli sul prezzo che avrebbe potuto chiedere e per risolvere l'inconveniente della sostanza che trasudava.

So che l'esplosivo venne venduto allo ZORZI.

A.O.R. : L'esplosivo che trasuda, cioè perde gocce di liquido, è molto pericoloso in quanto può esplodere da un momento all'altro. Si tratta di un inconveniente che può

essere originato dalle variazioni di temperatura e della cattiva conservazione. Si tratta di un inconveniente che nonè particolarmente raro.

A.D.R.: Non ho mai conosciuto Cesare FERRI.

Anche in questa occasione il Digilio non mancava di contraddire parti dei narrati

precedenti. Infatti, mentre il 15.5.1996 aveva riferito di non aver più visto Soffiati

dopo la partenza da via Stella se non mesi dopo, in questo interrogatorio riferiva

di aver appreso della circostanza relativa a Minetto una settimana dopo la

strage, non solo ma a tale circostanza aggiungeva l'immediatezza dei commenti

di Soffiati in ordine alla strategia degli americani. Digilio, poi, negava di aver mai

parlato con Raho e Battiston della partenza di Soffiati da via Stella nè di

gelignite, negava che allo "Scalinetto" vi fosse dell'esplosivo, ipotizzava che il

Battiston fosse preoccupato in quanto l'eplosivo era diretto a Milano luogo in cui

il Battiston stesso frequentava ambienti di destra.

Nel documento 16/11/20l O (pagine 89-94)

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