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Digilio introduce elementi sempre più rilevanti, in palese contraddizione con quanto in precedenza detto ma sembra non rendersene conto. Si comporta

Nel documento 16/11/20l O (pagine 186-196)

come se stesse ripetendo per l'ennesima volta lo stesso episodio ed allorchè gli vengono contestate le diversità reagisce dicendo che aveva ricordato allora quel particolare giustificandosi e affermando di avere avuto una improwisa illuminazione (un "flash").

Udienza 29.5.2002 (Digilio viene sentito come coimputato nella strage di Brescia)

CONTROESAME DELL'AWOCATO DIFENSORE - FRANCHINI

DOMANDA - Signor Digilio, riprendiamo il discorso da dove lo avevamo lasciato la scorsa udienza e, quindi, sempre all'incontro che lei asserisce di avere avuto con il signor Soffiati nell'appartamento di Via Stella. Lei, nell'ultima udienza, ha dichiarato che il Soffiati l'ha la informò che "esplosivo contenuto nella valigetta era destinato a fare un attentato a Brescia. Ricorda?

RISPOSTA· Sì, ricordo.

DOMANDA - Allora, io adesso le faccio delle contestazioni. Abbia pazienza, me le faccia finire, poi lei, se vuole, può dire la sua opinione. Mi riferisco sia all'incontro in Via Stella, sia alla riunione di Rovigo, perché lei, la scorsa udienza, ha dichiarato che anche nella riunione di Rovigo fu indicato l'obiettivo Piazza della Loggia -Brescia, in relazione a una manifestazione delle sinistre. Il 31 Gennaio 1996 (31.01.96), davanti al Giudice Istruttore di Milano, lei dichiarava: "Seppi nell'Agosto del '74 che nel mese di Aprile vi era stata una importante riunione in una trattoria di Rovigo. Fu presa la decisione di colpire duramente le sinistre, che in quel momento erano forti. Secondo quanto mi disse Soffiati che era presente, furono ancora una volta scelti Zorzi e i mestrini. lo associai il racconto di Marcello Soffiati alla strage di Piazza della Loggia a Brescia". Il 4 Maggio 1996 (04.05.96), davanti sempre al Giudice Istruttore di Milano, lei dichiarava: "Secondo me, a quella cena di Rovigo fu decisa una strategia di attentati che si inserivano nei progetti di colpo di Stato che vedevano uniti civili e militari e si inserivano nella strategia anticomunista del Convegno Polio del 1965". Il 4 Maggio 1996 (04.05.96), sempre davanti al Giudice Istruttore, lei dichiarava: "Soffiati mi disse che, su disposizione di Maggi, gli era stato in pratica ordinato di andare a Mestre per ritirare il congegno da Zorzi, per

portarlo poi a Milano, sempre in treno. Dopo pochissimi giorni, vi fu la strage di Brescia". Aggiunge poi, sempre in questo interrogatorio: "Secondo me, in particolare a quella cena di Rovigo fu decisa una vera e propria strategia di attentati, che si inserivano nei progetti di colpo di Stato che vedevano uniti civili e militari". Ribadisce ancora: "e si inserivano nella strategia anticomunista del Convegno a Polio del 1965". Il 4 Marzo 1997 (04.03.97), avanti al Pubblico Ministero di Brescia, lei dichiarava: "Lei mi chiede come mai, in occasione della riunione di Rovigo, se ci fu una designazione per un attentato, non ci fu anche l'individuazione del luogo ove lo stesso sarebbe stato eseguito. Le ribadisco che Soffiati non mi disse di essere al corrente del luogo ove sarebbe stato eseguito l'attentato". Il primo Luglio del 1999 (01.07.99), sempre davanti al Pubblico Ministero di Brescia, lei dichiarava: "Come è accaduto per la strage di Piazza Fontana, nessuno mi ha detto chiaramente che quell'ordigno è stato utilizzato a Brescia. Tuttavia, considerato che lo stesso mi è stato mostrato pochi giorni prima dell'attentato, io, a posteriori, ho dedotto che detto ordigno fosse stato utilizzato in Piazza della Loggia, anche perché io notai Marcello Soffiati triste e preoccupato dopo che si verificò l'attentato di Brescia. Trassi da ciò la conferma del fatto che quell'ordigno che lui aveva portato a Milano fosse stato stato utilizzato a Brescia". Il 3 Aprile 2000 (03.04.00), davanti ai Pubblici Ministeri di Brescia, dice: "Quando Soffiati tornò a Verona, mi riferì che le persone che erano state scelte per poter effettuare un attentato di grosse dimensioni atto a terrorizzare la gente e si riferiva in particolare a tale Delfo Zorzi e al suo gruppo di destra, che si trovava a Mestre".

Il 5 Dicembre 2000 (05.12.00), davanti ai Pubblici Ministeri di Brescia: "Come ho già espresso in occasione di altri interrogatori, vi fu una sorta di progressione costituita dalla riunione di Rovigo, dalla cena di Colognola e dal viaggio di Soffiati con la valigetta. Ribadisco che ho collegato questi fatti con la strage di Brescia in quanto si tratta di episodi che l'hanno immediatamente preceduta nel tempo". A domanda risponde: "Non ho elementi di conoscenza diretti per poter affermare che l'ordigno trasportato da Soffiati fosse proprio quello successivamente utilizzato in Piazza della Loggia. Infine, nell'incidente probatorio avanti al G.I.P. di Brescia il 17 Gennaio 2001 (17.01.01): "E, pertanto, il Marcello mi riferiva della riunione che era stata fatta a Rovigo, in cui era prevista un'azione da parte di qualche gruppo di Ordine Nuovo, un'azione fatta durante un attentato terroristico per spaventare le sinistre". E, ancora, il 31 Gennaio 2001 (31.01.01), incidente probatorio avanti al G.I.P. di Brescia: "II Marcello mi riferiva della riunione che era stata fatta a Rovigo, in cui era prevista un'azione da parte di qualche gruppo di Ordine Nuovo, un'azione fatta durante un attentato terroristico per spaventare le Sinistre". Ora, io, signor Digilio, le ho letto, anche perché restino a verbale, tutte le dichiarazioni che lei ha reso in ordine alle informazioni avute da Marcello Soffiati.

RISPOSTA - Ho capito.

DOMANDA - Come lei avrà sentito e notato, lei ha sempre riferito, nello spazio che va dal 1996 al 2001 avanzato, che Soffiati non le ha mai riferito la località ove sarebbe stata utilizzata quella valigetta, ma che questa fu una sua deduzione. La scorsa udienza lei ha dichiarato il contrario, ha dichiarato, per la prima volta dal 1996, che, sia nell'occasione della cena di Rovigo sia nell'incontro in Via Stella, Soffiati le riferì che l'ordigno doveva essere impiegato a Brescia per una riunione delle sinistre il 28 di Maggio del 1974. Lei ha sentito le contestazioni, le domando per quale motivo lei non ha riferito prima questa circostanza.

RISPOSTA - Sarò chiaro in merito: questa circostanza io l'ho riferita quando mi è venuta mente, cioè, l'ultima volta.

DOMANDA - Quindi, lei aveva rimosso questo ricordo e leè venuto in mente solo la settimana scorsa?

RISPOSTA - Esattamente.

DOMANDA - Andiamo avanti. Vorrei che lei cercasse di sforzare la sua memoria per ricostruire la giornata in cui lei vede Soffiati in Via Stella. Arriva prima lei in Via Stella e Soffiatiè giàlì o viceversa? Ha capito o devo spiegare meglio?

RISPOSTA· Sto pensando, ma non mi ricordo.

DOMANDA - Si ricorda se Soffiati arriva, secondo il racconto che le ha fatto, da Mestre, in che momento della giornata, di mattina, di pomeriggio, di sera?

RISPOSTA· Da quello che ricordo, mi pare che arrivò nel primo pomeriggio.

DOMANDA - Quindi, lui aveva fatto Verona - Mestre e Mestre - Verona. Quindi, diciamo che l'incontro con Zorzi che lui le racconta sarebbe avvenuto la mattina?

RISPOSTA· Sì.

DOMANDA - Giusto?

RISPOSTA· Esattamente.

DOMANDA - Vuole riferire se e cosa le riferì Soffiati su questo incontro con Zorzi?

Dove avvenne, con che modalità, se le ha raccontato?

RISPOSTA· Insomma, la domandaèfinita o deve ancora farmela?

DOMANDA - La domanda è finita. Su questo incontro con Zorzi, Soffiati le riferì le modalità, in che modo avvenne, dove avvenne?

RISPOSTA· Non me lo ricordo.

DOMANDA - Quindi, poi Soffiati ripartì per Milano?

RISPOSTA· Sì.

DOMANDA - Quello stesso giorno?

RISPOSTA· Sì, mi pare di sì.

DOMANDA - O, comunque, le disse che andava a Milano?

RISPOSTA· Sì.

DOMANDA - Ricorda se era un giorno feriale o un giorno festivo?

RISPOSTA· Era chiaramente un giorno feriale.

DOMANDA - Era un giorno feriale?

RISPOSTA· Sì.

DOMANDA - Adesso, cambiamo argomento. Quando lei seppe e vide l'ordigno e Soffiati le disse: "Questo devo portarlo a Milano e poi sarà utilizzato per un grosso attentato a Brescia", lei poi ha informato Carret di questo?

RISPOSTA - lo avevo, chiaramente, l'obbligo di dire a Carret tutto quello che sapevo, credo di avergli riferito dettagliatamente tutto.

DOMANDA - Perché dice: "Credo"? E' una cosa che penso lei si ricordi. Lei sapeva luogo dell'attentato, data dell'attentato. Credo che la sua funzione di informatore su una notizia di questo genere fosse essenziale. Ricorda di averlo informato o no?

RISPOSTA - Sì, l'ho informato.

DOMANDA - Lo ha informato prima dell'attentato di Piazza della Loggia o dopo?

RISPOSTA - Prima.

DOMANDA - L'ha informato prima. Le faccio questa domanda perché, per esempio, per Piazza Fontana lei l'ha informato dopo. Per questo chiedo, questa volta lo ha informato prima?

RISPOSTA· Sì.

DOMANDA - Quando e come?

RISPOSTA - Come sarebbe?

DOMANDA - Scusi, Digilio, lei dice che questo incontro in Via Stella avviene pochi giorni prima dell'attentato di Piazza della Loggia. Siccome lei mi ha insegnato molte volte che lei ha degli incontri quindicinali o mensili con Carret, prefissati sotto la volta di Palazzo Ducale in Piazza San Marco, mi domando, lo ha quindi contattato in maniera diversa dal solito?

RISPOSTA - No, non vedo perché dovessi cambiare. No, l'ho visto come al solito, quindicinalmente, se così vogliamo esprimerci.

DOMANDA - Quindi, c'era un incontro già programmato da tempo, diciamo?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - L'ha informato di tutto questo?

RISPOSTA - Sì, signore.

DOMANDA - Lui cosa ha detto, se le ha detto qualcosa?

RISPOSTA - Come ogni superiore quando uno gli fa una relazione, disse:

"Prendo nota e vedrò".

DOMANDA - Signor Digilio, non le pare un po' strano che Carret le abbia detto una cosa del genere, visto che, dice lei, Soffiati le ha detto che c'era alla cena di Rovigo in cui è stato indicato l'attentato in Piazza della Loggia per il 28 maggio, per una riunione delle sinistre?

RISPOSTA - Strano che cosa? Mi faccia capire.

GIP - Strano nel senso che, in teoria, secondo quello che lei ci ha detto prima, Carret avrebbe già dovuto sapere il come e il perché, perché aveva partecipato alla cena di Rovigo. Quindi, il Difensore si stupisce del fatto che Carret non abbia fatto alcun riferimento alla circostanza che già sapeva di questo attentato, secondo quello che lei ci ha riferito. Ha capito?

RISPOSTA - Capisco, ma, insomma, poteva anche essere quella di Carret un'abile presa di posizione.

DOMANDA - In che senso "abile presa di posizione"? Mi faccia capire meglio.

RISPOSTA - Faceva praticamente finta di non sapere, per scaricare le proprie responsabilità.

GIP - Lei, a quel punto, già sapeva che lui era andato alla cena di Rovigo o no?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - Allora, in teoria, avrebbe potuto anche fare a meno di dirglielo, visto che Carret era già stato a quella cena e lo sapeva già per conto suo, o no?

RISPOSTA - Sì. Senta, Giudice, non dilunghiamo troppo, perché oggi non mi sento troppo bene.

DOMANDA - Ho quasi finito. Digilio, parliamo adesso di un'altra cosa: quanti candelotti sono stati tolti da quella valigetta? Questa non è una cosa che le ha raccontato Soffiati, perché c'era anche lei.

RISPOSTA - Ricordo che li mise nel frigorifero e ne tolse più o meno una decina, non di più.

DOMANDA - Vede, su questo punto, lei ha reso delle versioni difformi, vorremmo sentire qual è la versione odierna. AI dibattimento di Milano, il 15 Giugno 2000 (15.06.00), lei ha dichiarato quello che ha dichiarato questo momento e cioè che vennero tolti una decina di candelotti dalla borsa e messi nel frigorifero. In altri interrogatori, che purtroppo qui non ho sotto mano, ma penso che i Pubblici Ministeri me ne daranno atto, lei ha detto che ne sono stati tolti invece cinque dalla valigetta. Poiché nella vaIigetta, secondo il suo racconto, vi erano quindici candelotti, fa una bella differenza, nel caso che, in un caso, ne sono rimasti cinque, nell'altro caso ne sono rimasti dieci. Vorremmo sapere la versione corretta rispetto a queste sue dichiarazioni.

RISPOSTA - A mio avviso, ne sono stati tolti nove, dieci candelotti.

DOMANDA - Sono stati messi nel frigorifero?

RISPOSTA - Sì.

DOMANDA - Poi, questi candelotti, che lei sappia, che fine hanno fatto, se lei ne sa qualcosa?

RISPOSTA - AI momento, non ricordo.

DOMANDA - Glielo ricordo io: lei ha avuto occasione, in relazione a questi candelotti, di avere dei rapporti con Roberto RAHO?

RISPOSTA - Credo di sì.

DOMANDA - Sì, almeno lei lo ha dichiarato, voglio dire. Cosa è successo, se lo ricorda?

RISPOSTA· Sì, che il Roberto Raho voleva dell'esplosivo e tanto mi ha seccato che io, per togliermelo dai piedi, mi sono praticamente sbarazzato di quelli che c'erano nel frigorifero e glieli ho dati, così me lo sono tolto dai piedi.

DOMANDA - Quanti ne ha dati a Roberto Raho, se lo ricorda?

RISPOSTA· Non sono stato a contarli.

DOMANDA - Insomma, Digilio, non è che stiamo parlando di caramelle!

RISPOSTA· Credo che gli ho dato il pacchetto così com'era.

GIP - Glieli ha dati tutti?

RISPOSTA· Praticamente.

DOMANDA - Un'altra cosa: lei, dopo l'incontro che sarebbe awenuto con Soffiati in Via Stella, successivamente, ha raccontato questo fatto di essere intervenuto sul congegno a Maggi?

RISPOSTA· Sto pensando, credo di sì. Maggi era, praticamente, un dirigente, doveva sapere tutto.

DOMANDA - Questo è un altro discorso, io le chiedo se lei ne ha parlato con Maggi.

A parte il fatto che doveva sapere tutto, sapeva tutto, perché era un dirigente, questa è una deduzione, lei, personalmente, ha raccontato a Maggi: "Sai, è arrivato Soffiati in Via Stella, con la valigetta, ticchettava. Sono intervenuto, ho spostato, ho fatto'" Vi è stato, su questo incontro in Via Stella, un discorso diretto tra lei e Maggi

?

RISPOSTA· Sto pensando. Guardi, pensandoci bene, mi sembra proprio di sì.

DOMANDA - Di averne parlato con Maggi?

RISPOSTA· Sì.

DOMANDA - Allora, io le faccio una contestazione. Il 14 Marzo 1997 (14.03.97), lei ha dichiarato quanto segue: "Non ho mai avuto occasione di parlare con Maggi dell'episodio della valigetta e dell'ordigno portati da Soffiati da Mestre a Milano".

RISPOSTA • Senta, a suo tempo ricordavo come ricordavo, adesso ricordo come ricordo. lo devo dirle le cose esattamente come le ricordo adesso.

GIP: Adesso si ricorda che gliel'ha detto, evidentemente.

Digilio insisteva, nonostante le contestazioni, sulla circostanza che aveva appreso dal Soffiati che la bomba era destinata a Brescia e sosteneva che ciò gli era venuto in mente l'ultima volta. Poi affermava di aver informato Carret della destinazione della bomba e che

il

Carret gli aveva detto che ne avrebbe preso nota. Contestatogli che

il

Carret, secondo le sue dichiarazioni, era presente alla "Cena di Rovigo" e che quindi avrebbe dovuto sapere della destinazione dell'ordigno, rispondeva che il Carret era stato evasivo. Poi affermava che i candelotti tolti dalla valigetta erano una decina.

Ancora una volta Digilio sembra recitare a soggetto adattando le risposte alle circostanze.

Udienza 4.12.2002

CONTROESAME DELL'AWOCATO DIFENSORE - BEZICHERI

DOMANDA - Però alla famosa cena di Rovigo, secondo quello che raccontò, che lei apprese da Soffiati, lei disse che gli venne riferito, owiamente da Soffiati, perché lei non c'era, che gli ufficiali erano in divisa? Si ricorda?

RISPOSTA - Sì, mi ricordo, ma allora?

GIP: Qual'è la domanda, Awocato?

INTERVENTO DELL'AWOCATO DIFENSORE - BEZICHERI: La domanda è se ricorda che era in divisa.

GIP.: Allora intanto parliamo di quello che gli riferì Marcello Soffiati, perché lui mai ha detto di avere assistito. Ha confermato che Marcello Soffiati gli disse che gli ufficiali americani erano in divisa.

INTERVENTO DELL'AWOCATO DIFENSORE - BEZICHERI: Certo, è tutta riferita sulla base di quello che racconta Marcello Soffiati.

GIP: Però qual'è la domanda, Awocato?

INTERVENTO DELL'AWOCATO DIFENSORE - BEZICHERI: La prima domanda è se conferma questo.

GIP: Lo ha confermato.

DOMANDA - La seconda domanda è se non trovò strano che per incontrarsi con lei e non dare nell'occhio si metteva in borghese, Carret. La domanda era questa:

premesso che ha confermato che Soffiati gli disse che alla cena di Rovigo il Carret capitano o commodoro era in divisa come gli altri ufficiali presenti, se lui non fece qualche osservazione, quando, raccontandogli della cena e dicendogli che costoro erano in divisa, e poi come ha detto recentemente, che lì si decise un attentato addirittura il giorno e l'obiettivo, etc.: "Beh, come, tutti questi discorsi in questa trattoria, con questi ufficiali in divisa? E quando viene con me si mette in borghese per non dare nell'occhio?". Ecco, fece qualche osservazione? Le sembrò strano?

Lo chiese a Carret? Oppure non disse niente?

GIP - Ha capito la domanda?

RISPOSTA· No.

GIP - In breve l'Avvocato Bezicheri si chiede e le chiede se non le parve strano che Carret andasse ad una cena diciamo stragista a Rovigo, in divisa, e quando era con lei, invece, stesse sempre in borghese. Se le parve strano e se lei ne chiese conto a Carret? O a Soffiati?

RISPOSTA· No.

GIP - Allora, non le parve strano?

RISPOSTA· No. no.

GIP - E non ne chiese conto a nessuno?

RISPOSTA· No.

(omissis)

DOMANDA - Diceva, dice qui Persic che Soffiati ha visto, ha proprio constatato armi di vario tipo etc, in via Stella, e che gli avrebbe detto Soffiati: "Sì, me le porta da Venezia Digilio"?

RISPOSTA· Non intendo rispondere.

DOMANDA - "II periodo in cui mi diede armi in via Stella, va dal 1972 al 1974". Poi, il 18 Aprile (18.04.97) - sono sempre brani della sentenza - "il 18 Aprile del 1997 altri dettagli sarebbero stati forniti sul punto: in questo appartamento, di via Stella, che era molto piccolo, vi era una rientranza in un piccolo corridoio, in cui Digilio aveva predisposto delle mensole. Su tali mensole vi era un po' di tutto e sotto, sul pavimento, erano sistemate le armi. In via Stella, Soffiati mi ha mostrato, insieme alle armi, anche una decina di candelotti di esplosivo, awolti in carta da giornale.

Inoltre ho visto anche rotoli di miccia. I candelotti erano awolti in involucri di colore giallo ocra. Queste armi e gli esplosivi sono rimasti da Soffiati, fino al momento del sequestro awenuto alla fine del 1974". Cosa può dire su questo?

GIP: Scusi, chi fa queste affermazioni? Sempre Persic?

INTERVENTO DELL'AWOCATO DIFENSORE - BEZICHERI: Persico

GIP: Quindi, lei vuole chiedere a Digilio se era al corrente della presenza in via Stella di candelotti?

DOMANDA - E se questi candelotti rimasero lì fino al sequestro, non andarono da RAHO o non so dove. Ecco, questo dice Persic, ed è riportato nella sentenza.

GIP - Ha capito Digilio?

RISPOSTA· Guardi, il Persic non poteva sapere cos'era stato sequestrato.

GIP - Lasci perdere Persico Dica se lei era a conoscenza del fatto che in via Stella ci fossero dei candelotti di esplosivo e lì rimasero fino al 1974?

RISPOSTA· Non mi risulta. Comunque desidererei che le domande fossero un po' più veloci, le mie condizioni di salute non mi permettono di stare molto seduto qui.

GIP - E' che le domande dell'Avvocato Bezicheri necessitano sempre di una premessa, poi le riassumiamo e lei risponde.

DOMANDA - Sempre in questa sentenza, e sempre riportando dichiarazioni di PERSIC, a pagina 192 della sentenza di primo grado della Corte di Assise di Milano, per il processo già menzionato, tra virgolette dice la sentenza dice che Persic dice: "Ci incontravamo sempre, a casa di Soffiati Bruno (padre di Marcello), e poi si tenevano riunioni di carattere politico. Mai ci incontrammo in un ristorante di Colognola ai Colli. Le riunioni avvenivano sempre a casa di Bruno, sarebbe stato anche imprudente riunirsi a parlare di certi argomenti, in un ristorante". Cioè dice che al ristorante andavano a pranzo o a cena, ma che le riunioni politiche avvenivano... Che cosa dice su queste affermazioni di Persic?

RISPOSTA· Persic non ha detto niente di nuovo. In effetti noi andavamo a casa di Bruno Soffiati.

DOMANDA - No, sulla seconda parte, cioè che mai sono avvenute riunioni politiche nel ristorante di Colognola ai Colli?

RISPOSTA • Ma, guardi, può darsi che a queste riunioni Persic non abbia

RISPOSTA • Ma, guardi, può darsi che a queste riunioni Persic non abbia

Nel documento 16/11/20l O (pagine 186-196)

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