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Si riportano le dichiarazioni più strettamente collegate con il nostro procedimento

Nel documento 16/11/20l O (pagine 105-110)

Udienza 9.6.2000:

PM - Senta Roberto Rao Lei lo aveva già conosciuto in precedenza?

D - Roberto Rao sì, l'ho conosciuto in precedenza. Era una persona che non mi era mai piaciuta perchè era una persona molto brusca, poi era uno esigente, un seccatore per dirla in poche parole.

PM - E che tipo di rapporti ha avuto con Roberto Rao ?

D - Con Roberto Rao ho avuto ... questo aveva sempre la mania dei residuati bellici, comunque non avendone tra le mani io mi disfai di lui dandogli alcuni candelotti che il Marcello Soffiati aveva conservato nel suo frigorifero.

PM - Aveva conservato, scusi?

D - " Marcello Soffiati conservò nel suo frigorifero 3·4 candelotti di dinamite che aveva a suo tempo ricevuto da Delfo Zorzi per portarli a Milano a uno dei gruppi Azione Mussolini.

PM - Va bè, quindi aveva questi 4 candelotti e dove li teneva questi 4 candelotti Soffiati?

D - Dentro al frigorifero.

PM - Sì, ma dove, in che luogo, in che città?

D - Via Stella numero 13 a Verona.

PM - E Rao dove è venuto per chiedere queste cose?

D - Rao mi infastidì a tal maniera che dovetti andare io a dire a Marcello se per cortesia mi favoriva quei 4 candelotti per darli a Rao che non mi seccasse più. In effetti Rao si limitava a dire che lui doveva fare dei piaceri non so a chi, non ricordo più.

PM - Quindi, scusi, Rao è venuto a Venezia?

D - Sì, Rao è venuto a Venezia.

PM - E poi Lei è andato a Verona a prendere questi 4 candelotti?

D - Sissignore.

PM - Ma Rao, quando le si è presentato in questa occasione, cioè voglio dire, uno che fa, si presenta a casa sua e dice "sono venuto a prendere 4 candelotti"?

D - No, chiaramente, come ho verbalizzato a suo tempo, mi disse che praticamente l'aveva mandato il Dottor Maggi.

PM - E Lei si è assicurato di questa cosa?

D-Sì.

PM - Cioè, voglio dire, ha chiamato Maggi?

D - Certo. E al momento abbiamo avuto una .. non dico una discussione ma quasi, perchè la cosa mi seccò moltissimo. lo non potevo stare sempre lì a disposizione di gente, a trattare questioni pericolose, anzi pericolosissime.

PM - E quindi, in sostanza, Lei ha consegnato questi candelotti che erano rimasti presso Soffiati perchè c'era .. non so come dire, l'autorizzazione, il consenso del Dottor Maggi?

D - Sì, certo appunto ... Adesso non ne posso più.

Udienza 15.6.2000

PM - L'ultima volta quando abbiamo interrotto l'esame Lei stava parlando dei suoi rapporti con Roberto Rao e della fornitura della consegna di esplosivi da Lei fatta a Roberto Rao. Vuole continuare a parlare di questo argomento.

D - Sì, senz'altro. Dunque, io ne ho parlato in passato dettagliatamente ma comunque sarò altrettanto preciso ora, Roberto Rao venne a trovarmi a casa adducendo dei motivi pretestuosi che lui aveva degli amici, non si sa dove giù in meridione che gli avevano chiesto dei residuati bellici e degli esplosivi, insomma tanto mi ha seccato che ricordandomi come a suo tempo il Marcello Soffiati aveva messo da parte nel suo frigorifero nell'appartamento di via Stella numero 13, io siccome avevo la chiave dell'appartamento consegnatami direttamente dal Marcello io pertanto dissi a Roberto Rao di presentarsi il giorno seguente dopodichè partii per Verona, feci andata e ritorno, e la sera del giorno seguente quei candelotti che erano messi nel freezer del frigorifero li consegnai a Roberto Rao, pregandolo gentilmente di non venire più a chiedermi cose del genere. Da allora Roberto Rao l'ho visto solamente in America Latina, esattamente assieme a Piero Battiston, a Caracas.

PM - In questa occasione in cui Lei ha consegnato a Roberto Rao questi 4 candelotti, Rao disse chi gli aveva detto di rivolgersi a Lei per questa cosa?

D - La persona che disse di rivolgersi a me, me lo disse il Rao fu il Dottor Maggi il quale diede il suo consenso perchè fosse effettuata questa fornitura a Roberto Rao.

PM - Lei ricorda qual era la provenienza di questi candelotti di esplosivo che stavano nel frigorifero di Soffiati?

D - Sì, la provenienza .,. questi candelotti provenivano da Mestre, dal gruppo di Zorzi.

PM - E come mai?

D - Questa borsa era una valigetta, il Soffiati andò a ritirarla a Mestre e la portò con sè fino a Verona, dove io stavo aspettandolo, in effetti il Marcello Soffiati mi disse di aver dei patemi d'animo, e lo capisco perfettamente

perchè appoggiando la valigetta su un tavolo si sentiva il rumore di una sveglia, la cosa annunciava qualcosa di pericolosissimo. Lui mi disse per cortesia se lo potevo alleviare da questo patema d'animo perchè non sapeva come muoversi aveva paura che esplodesse e ci avrebbe rimesso la vita. Marcello era una persona che mi aveva fatto diversi favori in passato io pertanto non esitai a prendere in esame la valigetta e staccare i due fili che praticamente chiudevano il circuito della bomba che vi era innescata.

Questa bomba era innescata da Zorzi Delfo e data al Soffiati che avrebbe dovuto portarla a Milano e consegnarla ad un, così mi disse lui, un responsabile delle MAS.

PM - Delle MAS o delle SAM?

D - Delle SAM, sì, ho post-posto la scritta, questa Squadra Azione di Mussolini.

PM - Questa informazione e cioè che Soffiati aveva ricevuto questo ordigno a Mestre da Zorzi e che doveva portarlo a Milano da chi lo ha saputo?

D - lo l'ho saputo direttamente da Marcello Soffiati.

PM - Quindi lei stava a Verona in quell'occasione in questa circostanza?

D - Sì. Erano delle belle giornate.

PM - Ascolti, in questa borsa oltre alla sveglia di cui ha detto collegata con i fili, etc, che cosa c'era dentro?

D - Erano una quindicina di candelotti, 5 più il congegno il Soffiati li mise nella borsa e10li mise nel frigorifero, mentre l'altra decina le portò via con sè, mi ringraziò dopodichè non lo rividi per diverso tempo.

PM - Quindi Soffiati effettivamente andò a Milano con questa borsa con questo esplosivo?

D-Sì.

PM - Lei è in grado di ricordare, se è in grado, quanto tempo dopo a questo fatto Lei ha consegnato quei 4 candelotti a Roberto Rao? Cioè voglio dire è awenuto subito dopo o parecchio tempo dopo?

D - Diciamo a tambur battente perchè non lo volevo più vedere era un grande seccatore e volevo disfarmi di lui, nel giro di 48 ore io recuperai quei pochi candelotti e glieli consegnai con preghiera di non presentarsi più.

PM - Questo rispetto alla richiesta di Rao, ma questi candelotti quando lei li ha consegnati a Rao da quanto tempo stavano nel frigorifero di Soffiati, se lo ricorda?

D - Credo un mese e mezzo circa.

PM - Senta, Lei poi è sicuro di non avere mai più rivisto Rao prima del Venezuela?

D - AI momento mi pare di noo

PM - Allora io le devo fare ricordare che in un interrogatorio del 7 agosto '96 Lei ha parlato di una seconda cessione, dopo aver descritto questo episodio di consegna di candelotti a Roberto Rao Lei ha parlato anche di una successiva consegna di materiale esplosivo a Roberto Rao e così pure?

D - Sì, si trattava di un residuato bellico da me trovato sui ghiaioni delle montagne di San Martino, come si chiama 0 0 0

PM - San Martino di Castrozza?

D -Sì

Ennesimo cambiamento di Digilio. Nel riferire dell'ordigno portato da Soffiati in via Stella, non sosteneva più che aveva allentato la vite per renderlo inoffensivo (come aveva detto

il

15.5.1996), ma affermava di aver staccato i fili. Inoltre diceva che si trovava a Verona perchè erano delle belle giornate (Digilio dimentica che nell'interrogatorio del 15.5.1996 aveva riferito di essere andato a Verona direttamente da Colognola ai Colli e di esservi rimasto fino all'arrivo di Soffiati con la valigetta) e poi faceva confusione sul numero di candelotti riposti in frigorifero (parlava di 10 candelotti messi in frigorifero).

Va ricordato che anche nel processo per la strage di Piazza Fontana il Digilio riceverà credito dai giudici di primo grado che sulla base delle sue dichiarazioni condanneranno Maggi, Zorzi e Rognoni mentre emetteranno nei suoi confronti sentenza di improcedibilità per prescrizione. Mentre verrà totalmente disatteso dai giudici d'Appello che lo riterranno inattendibile e privo di riscontri e la sentenza sarà confermata dalla Corte di Cassazione.

il 17.10.2000 Digilio era sentito dal Capitano Giraudo su delega del Pubblico Ministero di Brescia e dichiarava:

DOMANDA: L'Ufficio le chiede di precisare meglio quanto dichiarato circa le progettualità dinamitarde dello ZORZI, nelle udienze dibattimentali del 29 e del 30 giugno2000,

RISPOSTA: Poiché mi illustrate quali particolari volete che io approfondisca e cioè quale fosse la finalità di tale progettualità, debbo dirvi che l'intento era quello di realizzare attentati analoghi a quello addebitato a FREDA e VENTURA cosicché maturasse la convinzione negli inquirenti che i responsabili fossero ancora in libertà e, soprattutto, andassero cercati in ambiente politico contrapposto. Poiché mi chiedete quale fosse la scaturigine di tale progettualità, non sono in grado di rispondere puntualmente, in quanto lo ZORZI era sempre piuttosto criptico e riservato nei suoi discorsi, in pratica, più che dire, faceva comprendere. Posso dirvi che lo ZORZI mi fece un discorso dal quale compresi che il progetto al quale doveva partecipare era stato deciso da qualcuno molto in alto ed appartenente all'ambiente

('

---dei Servizi. Dovete anche capire che nello stesso contesto vi era la richiesta di riproduzione della chiave e, quindi, alcune frasi che lo ZORZI disse, bucarono la sua corteccia di riservatezza per la sua debolezza che consisteva nel compiacersi del potere che gli derivava da questi contatti. In pratica il modello della chiave nel suo calco mi venne mostrato con orgoglio per quello che significava il possederlo. Poiché mi si chiede ancora se io sappia se lo ZORZI, avuto il mio diniego sia per il fabbro che per il reperimento di giovani da utilizza nella progettata campagna terroristica, abbia proseguito nel compito affidatogli, posso senz'altro richiamami a quanto già verbalizzato. Difatti, alla nota riunione di Rovigo, ove partecipavano anche militari americani e dove si preannunciò l'attentato di Brescia, intendo quello di piazza della Loggia, come ebbe a riferirmi il SOFFIATI, era presente anche Delfo ZORZI. Tenete presente che uno degli scopi della riunione, secondo quanto mi disse il SOFFIATI, che era più facile alla confidenza, era quello di stabilire chi avrebbe dovuto operare materialmente. La presenza dello ZORZI, data la sua responsabilità nell'attentato dei 12 dicembre 69 è quindi molto significativa. Aggiungo ancora che in mento alla valigetta contenente esplosivo del tipo gelignite e congegno ad orologeria costituito da una vecchia sveglia, che il SOFFIATI ricevette dallo ZORZI per incarico del dott.

MAGGI, bisogna tenere conto che ciò attesta un ruolo operativo dello ZORZI anche nel 1974. Tale operatività è altresì attestata dalle modalità con le quali il SOFFIATI venne portato nel luogo ove lo ZORZI deteneva la valigetta. Difatti il SOFFIATI mi disse che Delfo ZORZI gli aveva fatto fare un lungo giro con percorso non logico per ingannare la sua memona, all'atto di condurlo nel luogo dove era conservata la valigetta. La località di detenzione era comunque Mestre, si trattava di una vecchia casa adibita a deposito, ove teneva anche pellami. Non appreso da altri tali circostanze se non dallo ZORZI e dal SOFFIATI. Desidero precisare che l'ordigno pur pericoloso non era certamente stato realizzato con la dovuta professionalità difatti io potei constatare, in ciò invitato dal SOFFIATI a Via Stella in Verona, che si percepiva il rumore dei meccanismi della sveglia dal di fuori della valigetta. Infatti il bilanciere della sveglia era sensibile alle oscillazioni della valigetta quando questa veniva trasportata.

L'ufficio di non proseguire oltre nella verbalizzazione

a

richiesta dell'indagato che presenta evidenti segni di sofferenza influenzale.

Nonostante nei precedenti interrogatori il Digilio avesse sempre parlato di un attentato da realizzarsi in Nord-Italia e della destinazione della valigetta ad un uomo delle SAM di Milano, in questo interrogatorio Diglio ricollega espressamente la Cena di Rovigo a Brescia (Difatti, alla nota riunione di Rovigo, ove partecipavano anche militari americani

e

dove si preannunciò l'attentato di Brescia, intendo quello di piazza della Loggia) non solo ma afferma che alla riunione era presente Zorzi così' contraddicendo tutte le precedenti dichiarazioni allorchè aveva affermato che Soffiati era rimasto incastrato dal rifiuto a posteriori di Zorzi. Riferiva anche che l'esplosivo portato da Soffiati in via Stella era tipo gelignite (in precedenza aveva detto di non sapere che tipo fosse ed altra volta ancora aveva parlato di dinamite).

Il collaborante in ogni interrogatorio che rendeva riservava sempre nuove sorprese modificando o aggiungendo sempre nuove circostanze, anche di una certa importanza.

Occorrerà ora affrontare il tema delle dichiarazioni rese da Digilio nell'incidente

probatorio svoltosi davanti al G.I.P. presso il Tribunale di Brescia.

Nel documento 16/11/20l O (pagine 105-110)

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