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Digilio era sentito dai pubblici ministeri di Brescia. Si riporta quasi integralmente il relativo verbale:

Nel documento 16/11/20l O (pagine 67-88)

Quindi Digilio parlava di altri argomenti fra cui di un incontro tenuto a Verona in pizzeria fra civili e militari al quale avevano parteciparoto il Maggi, il Soffiati e il

Il 15.5.1996 Digilio era sentito dai pubblici ministeri di Brescia. Si riporta quasi integralmente il relativo verbale:

Piantoni: ecco Digilio, lei sa per quale ragione noi siamo qui, noi ci occupiamo della strage di Brescia

Digilio: si, lo so

Piantoni: lei ha reso delle dichiarazioni spontanee al Giudice Salvini in relazione a questo episodio, come già il Giudice Salvini le ha anticipato, saremmo venuti noi da Brescia per approfondire questi argomenti ... cominciamo diciamo cosi' ad approfondire, cioè intanto ripartiamo dalle cose che lei ha già detto al collega Salvini, il quale procede per fatti diversi dalla strage di Brescia

Di Martino: io partirei dalla riunione di Rovigo Piantoni: da Rovigo, da Rovigo, si

Di Martino: lei si ricorda cosa ha detto della riunione di Rovigo ? vuole che glielo legga?

Digilio: si, ricordo, ricordo, posso anche riassumerlo brevemente Piantoni: si, e' meglio si

Di Martino: come aveva saputo di questa riunione?

Digilio: io avevo una conoscenza di nome Marcello SOFFIATI che frequentavo anche .. che frequentava alcune basi americane

Di Martino: si, si, sappiamo tutto

Piantoni: lei tenga presente Digilio che noi conosciamo i suoi verbali perché il collega Salvini ce li ha trasmessi, quindi dia pure per conosciuto quello che già ha detto a verbale

Digilio: si, si, si. Costui era stato invitato dal Dottor MAGGI a Rovigo che praticamente è il feudo del dottor MAGGI, a una cena; in questa cena erano presenti molti elementi di destra, quelli che in parole povere si chiamano i "falchi" di una determinata direzione politica. Allora ... allora c'era il dottor MAGGI, i più impegnati sotto l'aspetto politico di destra, poi potevano essere .. non so il dottor CARLET

Di Martino: ma appartenenti ad Ordine Nuovo o (inc.) elementi?

Digilio: ma io non so che relazione avesse il dottor CARLET con Ordine Nuovo eccetera, sinceramente erano gente di destra, in particolare ...

Di Martino: gente di destra ma di idee molto estreme Digilio: molto estreme, si signore

Di Martino: estreme in che senso? cioe' gente che ... che cosa 0 . 0 queste persone andavano ...

Digilio: ma io ritengo che una persona sia un'estremista quando spinge al massimo le proprie idee politiche, quindi gente di destra estremista ce n'era molta, ce n'è tuttora molta in Italia, è chiaro

Di Martino: ma gente che parlava di stragi o ... come mezzo di ....

Digilio: parlava di altre cose molto più sostanziose. Noi sappiamo per esempio adesso forse a distanza .. a posteriori che fu fa .... che il Generale americano Westmoreland, mi pare si scriva Westmoreland, aveva fatto un'ordinanza nella quale era scritto che tutti i militari o militanti non comunisti erano invitati ad opporsi al progredire del comunismo in Italia e comunque anche in Europa. Bene, la finalità per esempio a Rovigo di quella cena, dimostrò chiaramente che la finalità era la cementazione fra elementi del popolo con elementi militari perché è evidente che una lotta contro il comunismo non era una lotta facile. La lotta contro il comunismo aveva distrutto stati interi. In Italia avrebbe dovuto richiamare non solamente militari di primo ordine come questo MAGI BRASCHI di cui abbiamo parlato, che teneva assieme l'équipe dei migliori militari dell'Italia settentrionale, in particolare dove erano riuniti i corpi migliori della nostra patria. Allora questa cementazione di civili e militari aveva un solo significato: quello di tenere alto il morale e quello di riassumere in breve che gente di destra e militari sarebbero stati uniti nel caso di un'opposizione contro la sinistra armata. Be', in poche parole, io lo chiamerei in caso di colpo di stato eccetera, ma non voglio anticipare un discorso cosi' importante, in quanto nulla so in merito ma, certo che quando il Marcello SOFFIATI mi disse li' con una riunione che ricordava un po' quella a suo tempo ... i discorsi fatti a suo tempo al Parco dei Principi ... non so se al Parco dei Principi o qualcosa del genere ... dice riunioni fatte ancora da gente di destra su vecchie ordinanze americane. Spingendo le cose in avanti per ... per riuscire a spaventare la sinistra. Questa era in poche parole la finalità in parole spicciole, spaventare la sinistra. In effetti, quando il SOFFIATI tornò a Verona, la sua città, mi riferì che le persone che erano state scelte per poter effettuare un attentato di grosse dimensioni, atto a terrorizzare la gente, si era in particolare ... si riferiva a tale Delfo ZORZI e al suo gruppo di destra che si trovava a Mestre. Quando mi disse che questi si erano rifiutati di eseguire il fatto come gli era stato a loro prospettato, aggiunse anche che, per sua disgrazia lui fu scelto per trasportare una valigetta da Mestre a Milano e che non era per niente grato al dottor MAGI che glielo aveva imposto

Di Martino: non ho capito, ZORZI si era rifiutato ... chi e' che si era rifiutato?

Digilio: tale ZORZI Delfo si era ri ... Nella riunione a Rovigo ne era sortito che c'è stata una .. una scelta ...

Di Martino: cioè bisognava scegliere chi andasse a fare questa cosa

Digilio: si, bisognava avere degli uomini a disposizione da mandare all'assalto, a fare qualcosa, a fare questo attentato

Di Martino: mi scusi ..

Digilio: io questo l'ho descritto in uno dei miei verbali

Di Martino: è vero. Mi scusi, un piccolo passo indietro. Ma lei di questa riunione ha saputo prima o dopo, prima che ci fosse o dopo che c'era stata?

Digilio: no, io l'ho saputo dopo Di Martino: dopo da SOFFIATI ? Digilio: da SOFFIATI

Di Martino: Marcello

Digilio: ilquale era particolarmente abbattuto per le conseguenze dell'attentato Di Martino: no, non andiamo tanto avanti. Cerchiamo ... rimaniamo per il momento

... rimaniamo per il momento alla riunione di Rovigo Piantoni: cioè andiamo con ordine

Di Martino: andiamo con ordine

Piantoni: la riunione ... lei apprende di questa riunione da SOFFIATI "0 ricorda quando?

cioè sicuramente dopo che c'era stata, quindi come cosa fatta. L'apprende più o meno ....

Digilio: l'apprendo quando lui è andato a Venezia a prendere la valigia dell'esplosivo e mi spiegò il perché del motivo. Chiaro che io gli chiesi l'antefatto, dicoI lma insomma, dove stai andando? ma ti rendi conto ...

se ti prendono te non esci più dalla prigione con tutto quello che hai passato"

Piantoni: aspetti DIGILlO, questo '" prima che SOFFIATI vada a Mestre o dopo? cioè intanto vediamo, quando SOFFIATI va a Mestre a prendere questa valigetta?

Digilio: una settimana prima del fatto, una decina di giorni prima

Piantoni: e dove per ... il fatto intende che cosa? cioè abbiamo tutti capito però lo dica Digilio: si, quello di cui stiamo parlando

Piantoni: cioè la strage di Brescia?

Digilio: la strage di Brescia

Piantoni: la strage di Brescia. Lei la data della strage di Brescia la sa qual è ? Digilio: non ricordo ...

Piantoni: non ricorda con precisione Digilio: .., abbiate pazienza

Piantoni: si, si, non e' un problema. La data è il 28 maggio 74

Digilio: si, io ricordo solo diciamo a tentoni cosi' nella mia memoria ...

Piantoni: comunque una settimana prima di questo ...

Digilio: ... solo per ... solo per i discorsi che vennero fatti a quei tempi, solo per i discorsi fatti da SOFFIATI

Piantoni: benissimo. Una settimana prima di questo .. , di questo ....

Digilio: si

Piantoni: ... della strage, SOFFIATI va a Mestre a prelevare una valigetta Digilio: una valigetta

Piantoni: lei di questa cosa ne viene a conoscenza da SOFFIATI Digilio: da SOFFIATI medesimo

Piantoni: ed è lì che nello spiegare il perché di questa condotta, del suo andare a prendere questa valigetta, SOFFIATI le spiega il ... il l'antefatto

Digilio: alcuni fatti antecedenti a questo fatti qui, si signore Piantoni: e le spiega di Rovigo

Digilio: e si

Piantoni: e collocando Rovigo quanto tempo prima di quel momento?

Digilio: un paio di settimane ad occhio e croce, si signore Piantoni: pochissimo tempo insomma, quindi ...

Digilio: poco tempo

Piantoni: poco tempo prima, un paio di settimane prima. Ho capito. E quindi le spiega che in quella riunione organizzata quindi, se ho ben capito, dagli americani ...

Digilio: si

Piantoni: con un'ordinanza, con un prowedimento formale addirittura?

Digilio: seguendo pedissequamente una vecchia ordinanza americana per dimostrare perché la destra aveva bisogno di essere supportata, aveva bisogno di denaro e di aiuti, dovevano dimostrare agli americani cosa sapevano fare, infatti uscivano fuori i discorsi ogni tanto, "ma qua gli americani", frasi che ho sentito, "non ci daranno mai niente se non dimostriamo di essere in grado di saper fare qualcosa, ricordatevelo bene", lo diceva ancheil dottor MAGGI questo

Di Martino: quindi c'era un problema di dimostrare agli americani o • • Digilio: che la destra ...

Di Martino: che la destra era .,.

Digilio: ... era organizzata ed era in grado di effettuare degli attentati ed era in grado di spaventare la sinistra

Di Martino: ma questo perché, che interesse aveva la destra, cosa si aspettavano gli americani?

Digilio: la destra si aspettava dagli americani denaro, aiuti ...

Di Martino: cioè andavano nella stessa direzione praticamente

Digilio: si ... e poi quello era un periodo in cui c'era una certa sensibilità, spinta da parte di tutte le organizzazioni di destra, le organizzazioni militari eccetera, c'era una spinta al famoso colpo di stato, se ne parlava ogni momento. L'Italia deve cambiare rotta, deve cambiare direzione. Chi lo può fare se non i militari? E i militari come possono riuscire ad ottenere un qualcosa se non vengono supportati dai civili? queste erano le frasi che si sentivano, tutti i soliti discorsi insomma

Di Martino: i militari solo americani o i militari in genere?

Digilio: i militari anche italiani. Loro dicevano "cosa si aspettano da noi gli italiani ... noi militari ... cosa si aspettano che ci muoviamo da soli .. coi rischi e i pericoli che ci sono in un momento come questo di aprire un fronte di guerra civile in un paese tra l'altro abbastanza progredito come il nostro?". Era pericolosissimo in effetti, avevano ragione. Ecco il perché la sensibilizzazione di un certo numero di masse di destra da appoggiare ai militari, militari ufficiali italiani.

Piantoni: diceva queste ordinanze aventi quindi che oggetto specifico? quindi non un'ordinanza che avesse indetto questa riunione, un discorso molto più remoto

Digilio: era più remoto

Piantoni: più strategico se vogliamo

Digilio: questa ordinanza le posso dire era (inc.) Di Martino: non c'era un verbale

Digilio: ... era nel 1963. L'ordinanza del Generale Westmoreland usci' nel 1963 e corse facendo un'eco tremendo in mezzo alle destre, in mezzo ai militari eccetera. Ecco questo è quanto posso spiegarvi in merito

Piantoni: ho capito. Il discorso riunione di Rovigo da chi viene indetta questa riunione, da quello che SOFFIATI le riferì insomma, chi aveva l'organizzato questa riunione?

Digilio: allora, questa riunione venne organizzata dalle persone più in vista del veneziano cioè il dottor Carlo Maria MAGGI, l'avvocato CARLET, l'avvocato LANFRE' di Venezia, tutte persone molto in vista e con un certo ascendente su giovani e non giovani della destra veneziana

Piantoni: parliamo di un ambiente esclusivamente "Ordinovista" o anche più ampio?

Digilio: ma in particolare "Ordinovista" e poi ... e facevano propaganda all'interno anche del Movimento Sociale e a quei gruppi del movimento del movimento sociale che si chiamavano non so a suo tempo "Giovane Italia" o Giovani .. questo non so. Erano molti, molti

Piantoni: e questa riunione dove si tenne?

Digilio: si tenne in una grossa osteria trattoria di Rovigo ... e Di Martino: poi eh ...

Digilio: mi pare di aver spiegato ...

Di Martino: SOFFIATI ... SOFFIATI le ha spiegato quindi come vennero scelte le persone che avrebbero dovuto eseguire questo attentato?

Digilio: si le persone vennero scelte in base all'influenza delle persone presenti che conoscevano varie persone, vari iscritti, eccetera

Piantoni: quante persone parteciparono?

Digilio: fu fatto un ballottaggio, parteciparono molte persone Piantoni: ma nell'ordine di che grandezza, insomma ... per avere un idea

Digilio: nell'ordine di ... di ... civili una trentina di civili, quello che ho potuto captare. Nell'ordine di militari, una ventina di militari

Di Martino: ah quindi parteciparono anche militari a questa riunione?

Digilio: si, anche militari

Di Martino: ma militari italiani o militari americani?

Digilio: italiani. Di militari americani c'erano due militari importanti Di Martino: e cioè?

Digilio: un tale RICHARD Teddy, famosissimo che girava tra le varie basi di Vicenza e di Verona e poi c'era un altro .... un altro militare americano, amico di RICHARD, Teddy RICHARD che aveva un nome che rispondeva al suono di CHARLlE, qualcosa così, così si chiamavano l'uno con l'altro. Son passati molti molti molti anni da allora, non ho elementi migliori per ora ...

Piantoni: si

Digilio: comunque mi sono sforzato di dire il più possibile nel caso ci fossero altre cose le potremmo vedere con calma più avanti

Di Martino: comunque possiamo andare avanti sul ...

Digilio: io sono sempre a vostra disposizione, si signore

Di Martino: possiamo andare avanti sui discorsi di quello che gli ha detto SOFFIATI (inizia la parte B della prima cassetta)

Digilio: assieme a quel tale Teddy RICHARD verrà un Capitano statunitense di nome David CARRET

Di Martino: ma anche lui era presente alla riunione?

Digilio: costui era sempre presente a riunioni di militari italiani, in particolare perché veniva sollecitato da tale MINETTO Sergio che diceva: "per dare lustro alle riunioni abbiamo bisogno di voi, delle vostre divise, dobbiamo sentirci spalleggiati. Fatevi vedere, voi chiedete a noi di destra di fare dei fatti importanti perché vi diano la certezza che noi siamo gente decisa, ma se voi non ci appoggiate noi non possiamo certamente darvi queste certe dimostrazioni". Questaè la verità dei fatti Di Martino: c'erano anche dei militari italiani che lei sappia?

Piantoni: abbiamo detto di si. Qualche nome?

Digilio: Generale BRASCHI MAGI, credo di ... Generale di una unità corazzata italiana, credo. Vi segnalo che purtroppo non resisto di più su questa sedia

(L'interrogatorio viene interrotto per alcuni secondi)

Digilio: devo segnalare anche un ... come diceva giustamente Marcello SOFFIATI che c'era un gruppo un po' anonimo di ufficiali e sottufficiali presenti dell'Esercito Italiano, alcuni con il basco da Paracadutista altri

con il basco da Lagunare o da truppe anfibie. Come si spiega questo?

Questo si spiega dalla conoscenza che avevano molti ufficiali come il dottor MAGGI. Il dottor MAGGI era un ex ufficiale medico, conosceva moltissima gente e pertanto riuscì a fare quest'opera di cementazione e di coesione fra ufficiali e sottufficiali di vari corpi; li invitava con la scusa di un rinfresco o qualcos'altro. Il dottor MAGGI era una persona abilissima, una persona dal parlare sciolto, preparato, un uomo deciso e pertanto con le varie occasioni, feste delle Forze Armate, eccetera, andava sempre a girare per le caserme, riusciva sempre a trovare una trade union con persone di una certa importanza come questo Generale BRASCHI, che non so come abbia conosciuto. Comunque mi ha dato l'impressione veramente di essere una persona molto abile questo dottor MAGGI

Piantoni: questa trattoria di Rovigo, questo ... c'è qualche possibilità di identificare ... di individuarla?

Digilio: abbiamo cercato anche con il dottor (inc.) di riuscire a trovarla, ma siamo riusciti ... era nel rovigotto, un po' fuori, ai margini di Rovigo Piantoni: periferia o proprio in campagna?

Digilio: si propriolì, un po' periferia di Rovigo

Piantoni: sarà stato ... sarà stata gestita da qualche fedelissimo immagino, da qualche Digilio: si probabilmente perchéil dottor MAGGI aveva parenti in quella zona e li

incaricava per queste cose (inc.)

Piantoni: nella zona di Rovigo in generale ... nella zona di Rovigo in generale aveva parenti?

Digilio: mi sembra aveva parenti e li incaricava spesso e volentieri di preparare dei ... come si chiamano ... dei brindisi ...

Piantoni: dei rinfreschi?

Digilio: dei rinfreschi, bravo

Piantoni: e faceva capo sempre a questa ... a questo locale, a questa ... a questa trattoria?

Digilio: a questa trattoria

Piantoni: anche per organizzare rinfreschi privati, diciamo, non occasioni d'incontro di questo tipo

Digilio: esatto, almeno da quanto mi risulta dai discorsi del Marcello

Di Martino: senta ... lei comunque ha riferito, parlando con il dottor Guido che dopo questa riunione di Rovigo, ma prima che ...

Digilio: ci fu una cena a Colognola ai Colli, si signore, esattamente Di Martino: lì c'era anche lei però questa volta no?

Digilio: questa volta, fatalità, io finii alla cena con il SOFFIATI, il MAGGI, il MINETTO e il padre di Marcello SOFFIATI, Bruno SOFFIATI. E fui colpito da una frase detta dal dottore: "state attenti ragazzi che la prossima settimana ci sarà un botto tremendo e ci sarà un attentato", quasi ad awertire che la gente si procurasse un alibi o altre cose così, insomma Piantoni: questo il dottor MAGGI ?

Digilio: fu il SOFFIATI a spiegarmi poi, nei dettagli, cosa stava per awenire, in seguito, quando tornò da Venezia con questa valigetta di cui ho parlato Di Martino: lei dov'era in quel momento, quando lui ... quando lui tornò da ... ? Digilio: io ero a Verona, in via Stella 13

Piantoni: a casa di ... di Marcello?

Digilio: a casa di Marcello, dove lui mi aveva lasciato Di Martino: da quanto tempo era li' ?

Digilio: due o tre giorni

Di Martino: due o tre giorni. Lei non l'aveva visto partire?

Digilio: no

Di Martino: l'ha visto solo tornare Digilio: si

Di Martino: quindi l'ha visto tornare e la prima cosa che dice ... come mai cade il discorso su questo?

Digilio: lo vidi con una valigetta e costui me la aprì sotto il naso dicendomi che era preoccupato perché non sapeva come erano disposti gli oggetti all'interno e aveva paura di qualcosa, che succedesse qualcosa, perché disse di essere andato a ritirarla da tale Delfo ZORZI. lo sapevo che non correva buon sangue fra i due, non è mai corso buon sangue, questo l'ho già verbalizzato in passato. In effetti in questa valigetta, che era una ventiquattrore, c'era una scatoletta di cartone con dentro una sveglia e una pila da quattro volt e mezzo. Dall'altra parte c'erano dei candelotti, sembravano candelotti di dinamite. Gli dissi "ma vai in giro in questa maniera ? ma lo sai se ti prendono tu non esci più fuori ?". Mi disse "si, hai ragione, hai ragione, hai ragione". Gli ho detto "ma insomma ... cosa vai cercando di perdere la pelle qui ? non lo vedi cosa hai qui ? qui hai la carica e qui hai l'esplosivo? basta un brutto colpo, potresti perdere la vita l". Spiegai nell'ultimo verbale fatto dal dottor Guido quale fu il senso dei discorsi tra me ed il SOFFIATI. Il SOFFIATI aveva l'impressione che il congegno non funzionasse; il problema era dovuto al fatto che quella vecchia sveglia aveva un vecchio ... un bilanciere, evidentemente lui camminando con la sveglia ... non con la sveglia ... si con la sveglia .. con il .. con la valigetta, deve averla appoggiata forse sopra un mobile suo, no ? La sveglia con le piccole oscillazioni, muovendosi il bilanciere, si era data una piccola carica, faceva clock clock, pertanto si spaventò a morte. lo la esaminai e vidi che effettivamente c'era questo difetto, poi scopersi altri due difetti e gli dissi a ... e gli riferii a SOFFIATI che sarebbe stato molto meglio se avesse preso sveglia

e

tutto il congegno e tutto e lo buttasse nell'Adige e anche il materiale che aveva dall'altra parte della valigetta perché poteva solo che rischiare la vita. Infatti gli avevano avvitato la vite sul vetro della sveglia fino in fondo, per cui la punta andava a toccare il piano, quello dove ... dove si leggono le ore

Piantoni: il quadrante

Digilio: il quadrante. Pertanto i due fili, partendo dalla ... dalla batteria, toccavano da una parte l'astina delle lancette e dall'altra toccavano

Digilio: il quadrante. Pertanto i due fili, partendo dalla ... dalla batteria, toccavano da una parte l'astina delle lancette e dall'altra toccavano

Nel documento 16/11/20l O (pagine 67-88)

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