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CENTRI TERRITORIALI PERMANENTI NELL’AREA URBANA DI ROMA

3.2 Il contesto locale

Alla base di un cordolo di marciapiede,al punto di contatto con il calcestruzzo del ponte,germogliando dapprima e poi vegetando discretamente, nonostante i 300 kg di veleno,diluiti in qualche cosa come 60000 litri di acqua e lo strato di sabbia e gli argini di cemento,e ancora i giorni e giorni del diserbo e della rabbia, ma germogliando dapprima, praticamente senz'acqua, per preparare il terreno alla primula, alle successive fioriture misteriose, in nome di prati inesistenti e difficili anche solo da pensare, la pianta pilota si abbarbica,supera un decennio di progettata distruzione,come dire meno che niente per chi viene da prima dei ghiacci,ed è capace di restare in silenzio sottoterra... Fabio Pusterla, La pianta pilota in " FLORA FERROVIARIA " edizioni Florette 2010

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La scuola per richiedenti asilo e rifugiati si trova nella zona Roma sud, il municipio è l’ottavo, che conta 135.000 residenti ed è fra i più attivi nel comune di Roma in termini di fermento associativo. È il municipio della Garbatella, quartiere storico popolare, che conserva i caratteristici lotti abitativi, e che ha visto la riattivazione del mercato rionale, è il Municipio della Piramide Cestia e della stazione Ostiense. È una zona meticcia, che vede convivere a pochi metri di distanza occupazioni e centri sociali, sreet art e murales, con i palazzi moderni di Eataly 71, la sede del gruppo espresso e le lunghe vetrate dell’Unicredit.

Figura 1

Stazione Roma Ostiense. Quello che si vede alle spalle di questi due uomini è il palazzo di Eataly.

71 A ridosso della struttura di Eataly, a fianco al binario 15 della stazione Ostiense, quello che oggi è utilizzato dalla

compagnia Nuovo Trasporto Viaggiatori, Italo, separati da una recinzione e da un binario morto un gruppo di richiedenti asilo afghani avevano messo su una tendopoli con il sostegno di alcune associazioni locali, in assenza di un sostegno istituzionale e di una mancata risposta da parte dei centri di accoglienza. Diversi sono stai gli episodi di minisgomberi e blitz mattutini da parte delle forze dell’ordine.

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Figura 2 Centro sociale Alexis Figura 3 Murale ex Caserma occupata

La scuola sorge proprio in via Ostiense, dall’altro lato della strada c’è l’Università degli Studi di Roma tre, la prefettura e a due passi la Basilica di san Paolo con il meraviglioso parco Brin. Siamo su uno degli snodo ferroviari più grandi di Roma, la dimensione di vita che si respira nei quartieri, che pure sono dietro l’angolo, di Garbatella e San Paolo, qui è spazzata via dal traffico incessante. Arrivando a piedi, percorrendo via Ostiense dall’inizio, si vede il Gazometro, si passa sotto il ponte della stazione e si possono ammirare i murales che spezzano il grigio dello smog. Non si riesce bene a captare l’aria che si respira, da un lato sembra di stare in un luogo omologato da una distesa di uffici, rimbomba il rumore delle automobili che sfrecciano sull’asfalto e si vedono passare gli autobus che collegano con altre parti della città. Eppure dai colori della street art, viene da chiedersi, cos’altro ci sarà a parte tutti questi uffici?

Quando sono arrivata il primo giorno, non conoscevo bene la zona, avevo vissuto 4 anni a Roma, durante i primi studi universitari, ma non avevo mai frequentato questa parte della città. Giunta all’indirizzo che avevo cercato, per un attimo ho pensato di aver sbagliato perché non vedevo da nessuna parte scritto Asinitas, leggevo solo un cartello grande con scritto Comunità cristiana di base di San Paolo, e lateralmente in basso il nome di qualche associazione … non potevo immaginare che dietro quel cancello ci fosse una scuola di italiano che inizia in una grande stanza- piazza dove

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storie di vita dalle traiettorie più svariate si intrecciano sulla base di un unico telaio, quello dell’incontro.

I locali utilizzati sono messi a disposizione dalla Comunità cristiana di base di San Paolo, vi gravitano diverse associazioni che si suddividono i tempi e le modalità d’impiego degli spazi. Oltre ad Asinitas, ci sono Amistrada, il Soccorso sociale per i palestinesi, la Sosta. Ovviamente ci sono poi i membri della comunità di san Paolo che si riuniscono diverse volte alla settimana per svolgere le loro attività.

Cecilia Bartoli mi racconta che fu Ettore Zerbino, uno psichiatra che fa parte dell’associazione “Medici contro la tortura” , con cui gli operatori dell’allora nascente associazione collaboravano nei Magazzini occupati della stazione tiburtina, ad introdurli in quest’ambiente. Inizialmente gli spazi venivano utilizzati a titolo gratuito. Ciò ha rappresentato un grande vantaggio per il lavoro di una onlus che si era appena costituta. Poi l’Abbazia di San Paolo ha richiesto il pagamento di un affitto, e così le diverse associazioni che vi transitavano si sono divise la spesa a seconda dell’utilizzo che ognuna faceva degli immobili. Asinitas è tra quelle che utilizza maggiormente gli spazi e il contributo da pagare ammonta a 1.500 euro trimestrali. Da quel momento il Municipio VIII ha iniziato a sostenerla con un compenso che permette di pagare l’affitto e va a finanziare in parte delle attività parallele, come i percorsi svolti nelle scuole pubbliche, il teatro e quest’anno anche vi è rientrato anche il calcio.72

Gli operatori raccontano di aver avuto fin dall’inizio una buona accoglienza da parte della comunità, il clima sereno e di convivialità che si respira sin dal primo ingresso è un ottima base di partenza per un lavoro che trae la sua forza dalla dimensione di gruppo.

Si tratta di spazi che vedono convivere religione e laicità, l’una nel rispetto dell’operato della’altra senza che vengano chieste dalle diverse parti interferenze di tipo ideologico.

L’idea che accomuna i diversi gruppi che vi transitano è lo stare insieme, condividendo luoghi dove ci sia spazio per le idee di ognuno.

Come si diceva all’inizio il fatto di essere collocati nel bel mezzo di una grande strada trafficata, e non all’interno di un quartiere rende abbastanza difficile vivere in una dimensione che faccia sentire

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Asinitas ha una squadra di calcio che si riunisce ogni giovedì mattina per gli allenamenti. Più avanti si vedrà questo progetto più da vicino.

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parte del territorio in cui ci si ritrova. Questo talvolta crea una sensazione di isolamento nei confronti di ciò che vi è a di là della porta, d’altra parte però il fatto di essere situati in un punto ben servito dai mezzi pubblici e facilmente raggiungibile da chi viene dai centri di accoglienza (che sono lontani da qualsiasi posto), permette di andare incontro alle esigenze del pubblico a cui la scuola si rivolge.

L’azione territoriale messa in campo da Asinitas tuttavia ha permesso di superare la difficoltà d’inserimento nella dimensione locale legata all’ubicazione.

Le attività parallele alla scuola come il calcio, l’orto che si è coltivato fino allo scorso anno e il progetto del laboratorio teatrale svolto quest’anno, vedono la collaborazione con associazioni e cooperative dei dintorni. Questa unione avviene anche sotto spinta del Municipio, che nel momento in cui finanzia parte delle attività della scuola, chiede “in cambio” una collaborazione tra vicini di casa.73

La scuola di Garbatela come viene chiamata da alcuni studenti (Garbatella oltre ad essere il nome del quartiere vicino è anche il nome della fermata della metropolitana che porta a scuola), è ormai molto conosciuta, anche grazie al vasto numero di persone che la frequentano ogni anno. La porta è sempre aperta e capita molto spesso che studenti degli anni passati, passino per un saluto o che consiglino la scuola ad amici. Proprio come accade in una grande famiglia, tutti quelli che intraprendono nuovi viaggi restando a Roma o in nuove città, sanno di avere un posto dove poter tornare sempre.

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Dall’intervista al presidente di Asinitas, Carolina Purificati, emerge che dietro questa richiesta c’è anche la questione della visibilità: “(…) cioè come dire il municipio ha investito su di noi come una delle esperienze che si occupa di

intercultura in quanto fa una buona pratica di lavoro sul territorio, e all’ente ciò ritorna in termini di visibilità sulle attività svolte sul territorio (…)

98 “Noi siamo nel principio,

con chi è appena sbarcato

con chi non sa pronunciare parola di questa lingua,

con chi fa la fila alla mensa,

con chi vive in piccole case,

in stanze, in seminterrati, in occupazioni,

con chi è “utente/beneficiario” in qualche sperduto centro d’accoglienza assistenziale e pregiudicante,

con chi è qui ma non è mai arrivato,

con chi è ingiustamente etichettato e poi per questo disprezzato,

con chi sbarca il lunario al semaforo con i giornali,

con chi sbuccia e affetta sacchi di cipolle in camera da letto su commissione,

con chi aspetta ancora di essere pagato,

con chi sa inventarsi un lavoro,

con chi aspetta di essere ascoltato alle commissioni,

con chi passa la notte in fila davanti alla questura per sentirsi dire la mattina:

“domani, domani”,

con chi non sa ribellarsi e conserva una dignità solo privata e nascosta,

con chi non ha il permesso di soggiorno ma continua a vivere come se,

con chi senza biglietto aspetta il momento propizio per prendere la metropolitana e

venire a scuola,

99 semplicemente e personalmente”

tratto da “La sintesi è con l’imprevisto”, manifesto di Asinitas Onlus “Questa scuola è la porta della lingua”

Alassane Traore