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Che lingua insegnare? Il testo libero e la lingua meticcia

CENTRI TERRITORIALI PERMANENTI NELL’AREA URBANA DI ROMA

3.8 Che lingua insegnare? Il testo libero e la lingua meticcia

Ho attraversato un oceano

la mia lingua s’è perduta

dalla vecchia radice

una nuova è spuntata

G.Nicholas

La guerra dobbiamo spingere e puntelliamo il mondo che non deve trascinare perché il mondo è la nostra occasione importante.

Tutti sappiamo che distruggere il mondo è facile, ma per ricostruire non è facile, dobbiamo essere bravi.

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La ricerca di Asinitas sul tipo di lingua da insegnare parte dalla domanda, che cos’ è la lingua? “La prima definizione che ne danno i dizionari è quella dell’organo, parte del corpo umano, non c’è una lingua senza un uomo. La lingua è l’uomo che la utilizza e che la forma indipendentemente dalle norme, che la ordina per fissare i suoi pensieri e la sua storia. Così, non ci importa la lingua dei bisogni, degli sportelli, della burocrazia, degli esami, ma ci sta a cuore la lingua delle idee, dei sentimenti, della rabbia, del dolore e dell’amore. Quella lingua che getta ponti, che restituisce o che costruisce immaginari. A scuola le lingue in formazione, queste interlingue, iniziano da subito a puntellare i tasselli che compongono gli uomini e le donne che ci troviamo di fronte.”82

Quindi la prima scelta che si compie è quella di non usare manuali di italiano L2 che si limitano ad un uso funzionale della lingua, e schiacciano chi apprende nell’etichetta di portatore di bisogni, utente di servizi o persona da integrare.

Accettare la lingua meticcia degli studenti, cogliendone la ricchezza e l’unicità, non blocca l’espressività e permette all’emotività di venir fuori. Nel cammino delicatissimo che si intraprende quando si impara una nuova lingua, il rischio di inibizione è molto alto, per questo motivo quella che si instaura dal primo momento è una relazione maieutica, che permette a chi sta vivendo il processo vulnerabile della traduzione del sé di sentire che non è solo nella ricerca delle nuove parole.

Il senso di tradimento verso la propria lingua madre può creare un blocco. È per questo motivo che si sceglie, soprattutto nella fase iniziale, di non dar importanza alla forma, che è un accorgimento che può venire solo quando l’espressione è affiorata dal dentro della persona. “La fretta della correzione e della giustezza grammaticale zittisce la lingua e frena la mano”83.

La ricerca che si compie parte dall’interiorità delle persone, l’espressione è solo il risultato finale di un processo di elaborazione. Si comincia con il coinvolgimento del corpo, del canto, delle mani. Far ritrovare lo studente di fronte allo scoglio della grammatica italiana, prima di fargli sentire che lui è qui e ora è qualcuno, qualcuno che si sta esprimendo, qualcuno il cui pensiero e i cui sentimenti interessano ai maestri e al gruppo di persone di cui fa parte, vorrebbe dire rafforzare la sospensione

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MAMMARELLA Chiara, L’italiano sotto della luna

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causata dallo spaesamento linguistico e culturale. L’equipe di Asinitas cerca di favorire invece la creazione di nuovi legami, l’acquisizione della presenza da un punto di vista corporeo locale e anche di pensiero. Agli studenti viene chiesto di scrivere sin da subito, non importa che sia una frase, sgrammaticata, con le parole tutte attaccate … si tratta della traccia della loro presenza, è attraverso la continuità di queste tracce, il consolidamento dei legami che si favorisce il sentimento di appartenenza ad un contesto qui e ora.

“La funzione essenziale della scrittura non è di trascrivere, di fissare nero su bianco un pensiero preesistente. Essa interviene quasi sempre per suscitare e per permettere il costituirsi di un pensiero preesistente. Infatti è nel momento in cui si comincia a scrivere, che si dà il via alla costruzione del proprio pensiero. E ciò che ne risulta è spesso qualcosa che non c’era prima, al momento della partenza.”84

Il testo libero rappresenta un modo per eliminare la dimensione di controllo. La scrittura rappresenta un momento estremamente delicato, che richiede particolare cura e sensibilità al maestro- guida. Prima di ogni scrittura , l’equipe riflette e discute a lungo sul tema, le modalità e il momento giusti. Un aspetto fondamentale è costituito dal tempo: la scrittura si propone disponendo di un tempo dilatato. Si tratta di una prerogativa indispensabile per consentire a ognuno di poter leggere dentro di se e provare a tradurre i pensieri in parole. La guida degli insegnati è molto importante, ci si assicura sempre che per ogni gruppo di 7-8 studenti ci siano almeno due operatori e/o volontari. I volontari che non hanno ancora abbastanza esperienza vengono sempre affiancati da qualcuno dell’eqiupe. La “guida” alla scrittura non è per nulla semplice, non ci sono regole e non esiste un comportamento giusto in assoluto, ma ci sono delle linee di condotta da seguire affinché non il pensiero e la voce dell’insegnante non prevarichino quello dello studente.

Innanzitutto c’è la postura dell’ascolto, qualcosa che si impara giorno dopo giorno, e anche qui non si quale sia la postura perfetta, quello che non bisogna mai dimenticare però è che la persona che si ha davanti ha un vissuto e una storia di cui noi non conosciamo nulla, bisogna quindi sforzarsi il più possibile di togliere il proprio punto di vista da ciò di cui si sta parlando (questo vale in generale nella relazione e non solo per la scrittura), tranquillizzare lo studente rispetto alla forma che non è

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LE BOHEC P. CAMPOLIMI B. a cura di MITRI A. Leggere e scrivere con il metodo naturale, Junior, Azzano San Paolo 2001

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importante in quel momento, essere un supporto nella ricerca delle parole, fungere da traghettatore dal mondo del pensiero a quello della parola.

Si riportano di seguito alcuni esempi di testi originali degli studenti della classe base di italiano, con l’intento di mostrare come una mancata richiesta “correttezza formale” lasci spazio alle emozioni e ai vissuti di emergere.

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3.9 I tre pilastri del metodo Asinitas.