• Non ci sono risultati.

Terzo studio: Gradi di analisi del contesto

2- Il contesto referenziale

Si chiama anche il contesto della situazione, o il contesto della circostanza, ossia il quel contesto che sta al di fuori del contesto testuale, ed è destinato a fare da contesto esterno in cui possono situarsi le parole, e include tutto ciò che circonda gli elementi enunciativi che non fanno parte della lingua e che sono relativi alla circostanza, o il tipo di frase, o il genere, o l’enunciante, o l’emittente di gesti che danno alla parola un significato. Si tratta di uno dei più grandi modificatore sulla funzione intesa dell’enunciante e chi lo trascura ha indubbiamente sbagliato nelle sue teorie e nei dibattiti. Ed è ciò che è stato propugnato dai grammatici e dai narratori, come dice il dottor Fadhil Al Samarra’i:"Il contesto porta con sé importanti modificatori, di rilievo nel discorso e sul significato del suo significato"3. Ma è parte del significato della parola come ad esempio la personalità degli interlocutori e le relazioni tra di loro e l’ambiente in cui sono riuniti per parlare, le circostanze e le condizioni rilevanti per lui, e fra i maggiori che hanno parlato di questo in occidente vi sono Malanoviski e Firth:

La convinzione che il significato sia limito al discorso è un concetto sbagliato, poiché il discorso e il contesto sono due parti inseparabili che si completano a vicenda e non vi è scissione tra di loro, donde il contesto testuale del discorso o quello linguistico illustrano numerose connotazioni, che vengono poi

1- Abdul Muttalib, Muhammed, Retorica e Metodologia, Libreria del Libano Editori, Cairo, 2005,

P. 230.

2- Aniis, Ibraahim, SemioticaLessicale, 1976, P. 213.

3- Al Samraa’i, Fadel, La frase Araba e i significati, Casa di Ibn Hazm, prima stampa, Beirut, 2000,

figurate nella mente con immagini semanticamente precise, e la competenza nella composizione strutturale delle funzioni grammaticali, e tenendo conto della capacità di suscitare emozione e magari una reazione nel destinatario, ebbene viene aggiunto a tutto ciò il significato referenziale, e questo consiste nel fatto che le strutture del linguaggio concordanti all’interno di un contesto alterano i loro percorsi nella composizione sintattica a seconda di quanto richiesto dal il destinatario e la circostanza in cui si trova, va inoltre detto che ci sono elementi importanti nel contesto referenziale, vale a dire: il discorso reale che ha avuto luogo durante la situazione. Anche la natura degli interlocutori è uno elemento responsabile di quanto accade, come quando un padre parla a suo figlio o qualcun altro e la natura delle cose circa il parlante e vale a dire, circa quale argomento si parlerà? Prendiamo inoltre in considerazione tutti quei verbid’accompagnamento alla conversazione che rendono necessario che gli interlocutori si vedano, è stato forse il parlante il parlante in umore di rabbia, o di umorismo o la contentezza o la noia, in tutti questi casi è necessario per vedere il reale significato dei verbi, vederne le manifestazioni connesse simultaneamente alla faccia di chi parla. Inoltre, circa al tempo di conversazione, questo deve essere specificato in molti discorsi, storie come gli spettacoli ed altri.Ad esempio, la domanda con le parole: (_ÒñŽíŽî@ b)Ùîa_ÒñŽíŽî@ b)Ùîa_ÒñŽíŽî@ b)Ùîa_ÒñŽíŽî@ b)Ùîa ،؟ףסוי הפיא ،؟فسوي نيأ) “Dov’è Joseph?” Gli risposero dicendo, per esempio: ... (a)óïŽjia)óïŽjia)óïŽjia)óïŽji ، תיבב ،تيبلا يف) “A casa”. La frase di risposta è incompleta linguisticamente poiché il soggetto non è presente, ma questa mancanza di concetto centrale nel discorso è superata in quanto il soggetto può essere denotato con l’ausilio del contesto, e in un altro esempio, se la domanda: (_a)òí1Üc_a)òí1Üc_a)òí1Üc_a)òí1Üc†@bžåiŽŒ@bž’žû@@aŽŠa†@bžåiŽŒ@bž’žû@@aŽŠa†@bžåiŽŒ@bž’žû@@aŽŠa†@bžåiŽŒ@bž’žû@@aŽŠa ،؟תללפתה ןמז עיגה םאה ؟ ةلاصلا تقو ناح لھ ) “È l’ora della preghiera?” La risposta può essere semplicemente: ýýýý( ،אל ،لا)“No”. In questo caso infatti la domanda è opaca e non sappiamo che ore sono e

quale sia il momento di preghiera di cui si va parlando. Così come le parole ) ًلاھسو ًلاھا وا ةملاسلا ىلع ¿ اًدمح ( ، ) אבה ךורב ( ، ) )Ý“ñiì@bžåi )Ý“ñiì@bžåi )Ý“ñiì@bžåi )Ý“ñiì@bžåi bžá bžábžá bžá

( “Grazie a Dio per la

sicurezza, siete i benvenuti”, si dice a chi è venuto da un viaggio, come formula di accoglienza e di ospitalità, ma la stessa frase si rivela utile a significare un forte ammonimento quando pronunciata dal un capo al suo dipendente in caso di assenza o ritardo dal suo lavoro.

Attraverso quanto sopra sorge spontanea la seguente domanda: Come studiare il contesto non linguistico in testi scritti? Per identificare il contesto non linguistico nelle parole scritte è necessario passare attraverso le circostanze associate al testo, e registrate per iscritto, e quanto più la descrizione è scritta in modo fedele alla situazione attuale, quanto più lo è il testo linguistico e il contesto ne risente divenendo un linguaggio chiaro, come dice il Dottor Tammaam Hassaan: "Se “l’accaduto” non fosse verificatosi durante la sua lettura o in un momento successivo e per di più nel medesimo contesto sociale iniziale, questa situazione iniziale è possibile ma è soprattutto necessario che venga ricostruito sotto forma di descrizione di un immagine scritta, di modo che il testo trapeli la giusta interpretazione, e nella ricostruzione di questa situazione iniziale in una nuova struttura rispetto a come era, si deve fare riferimento al contesto generale e la storia, in particolare, la cultura, ottenendo una descrizione del luogo quanto più dettagliata, e il segno semantico di cui vogliamo alla fine raggiungere la massima chiarezza” 1.

Il contesto referenziale integra le lacune de discorso per quanto concerne l’enunciazione e il significato. Donde i pilastri delle regole del discorso per qualsiasi lingua parlata avviene sulla base di tre elementi (l’enunciante e il destinatario e l’enunciato) e quest’ultimo è controllata dall’enunciante in misura specifica sulla base dei gradi del rapporto col destinatario, e come abbiamo detto il formato del discorso con il signore differisce dal formato del

discorso con lo schiavo, ed analogamente il discorso col padre ha le sue variabili che si concretizzano con maniere specifiche durante il discorso, e questo è servito da segnale per gli scienziati della semiotica tra gli studiosi della retorica che hanno parlato di una suddivisione da loro attuata dei tipi di discorso con la quale secondo il grado e il titolo dei destinatari è necessario, a seconda dei casi, cercare forme di rispetto, preghiera e reverenza, è questo poiché il contesto possiede una valenza semantica che compare e si compone nella situazione dell’avvenimento dell’atto comunicativo ed è quella che implementa i modificatori referenziali 1. In passato si è detto “Per ogni situazione una forma”, e se guardiamo a questo forma nel testo coranico, ci risulterà limpida e chiara come nel detto dell’Altissimo: (E l'Uomo del Pesce, quando se ne andò irritato. Pensava che non potessimo niente contro di lui. Poi implorò così nelle tenebre: “Non c'è altro dio all'infuori di Te! Gloria a Te! Io sono stato un ingiusto! ”) 2. Troviamo circa la parola (نظلا /Al ḏan/ [la congettura]) che viene interpretata da alcuni esegeti in base al significato di

congettura che questi sono propensi a dire che egli dubita nella potenza di Dio Onnipotente 3, ed è una possibilità questa lontana e incompatibile con lo status di profeta Giona “che la pace sia su di lui” e la soluzione di questo dilemma è nella valenza referenziale, o più generalmente nel contesto, e si spiega come segua: Giona è un profeta di Dio e il suo contesto referenziale è quella di essere un profeta e questa valenza lo monda da questo accusa, non sarebbe infatti la saggezza divina a scegliere fra gli esseri umani un uomo esitante e dubitante della potenza di Dio e farne da messaggero presso la gente. Se si è messa in dubbio la potenza di Dio Onnipotente come potrebbe infatti egli credere e dunque guidare le persone verso la fede?! E forse gli esegeti avrebbero preso l’interpretazione precedente sennonché trovarono che

1- Hussain, Abdul Qaadir, Tracce di caduta nella scienza retorica, Casa del progresso stamperia ed

editoria, Cairo, 1975, P. 193.

2- Sura Al Anbyya’: 87.

3- Fakhr Al Din Al Razi, Muhamed Bin Fakhr Al-Din, Tafsiir Al-Fakhr Al-Razi (Al-tafsiir al-kabiir

il significato di (هيلعردقن ipa: /naqdir ‘alayh/), derivato da ( ُة َر ْد ُقلا ipa: /al

qudratu/) e questo è il dato linguistico dell’espressione, hanno ignorato il

fattore della circostanza, e se l’avessero considerata non avrebbero detto “dubbio”, e che il fattore più plausibile è che significherebbe dunque, “Non l’abbiamo imprigionato”1. E giunse Al Zamakhshari: “Congetturò che questo lo giustifica laddove non lo avesse fatto se non per rabbia e gelosia per la sua religione e per indisposizione verso l’infedeltà dei suoi famigliari” 2. In questo caso il significato di (congetturò) si spiega a noi il motivo della sua apparizione e la sua giustificazione, e se non fosse stato per il contesto referenziale e la sua valenza semantica ci avrebbe illuso che fosse uscito in maniera peccaminosa dalla fedeltà in Dio, e questo non è un comportamento che si addica ad un profeta di Dio.

E fra i maggiori fenomeni che giocano un importante ruolo nella scoperta dei significati e la distinzione fra di loro nei contesti referenziali è l’enfasi e la sonorizzazione. In particolare l’enfasi avviene in virtù della definizione e indica l’aumento della chiarezza espressiva di una parte fra le parti che compongono una parola nell’ascolto del resto di ciò che lo circonda3. E si usa invece la sonorizzazione in maniera che evidenzia la relazione fra la parola che viene detta e il suo significato al quale è stato contestualizzato, donde si dice: (b)ÕïŞyŽŠ@ažŠòab)ÕïŞyŽŠ@ažŠòab)ÕïŞyŽŠ@ažŠòab)ÕïŞyŽŠ@ažŠòa ،הקוחר הנידמ ،ديعب دلب) [Un paese lontano], per mezzo di questo esempio è possibile esprimere la assoluta lontananza con il prolungamento e l’enfasi della lettera (ñ،ي /ya’/) con un prolungamento della durata con un enfasi fra le due lingue Araba e Siriaca e l’enfasi della lettera (ו /wāw/) nella lingua Ebraica, nella parola lontano. E questo è ciò che hanno compreso gli esegeti dei libri celesti e in particolare nel corano, per la sua importanza nella comprensione del significato e del contesto, infatti è necessario che l’esegeta

1- Al Tabarsi, 2005, vol. 7, P. 80.

2- Al Zamakhshari, Al kashaaf, 2009, vol. 3 P. 104. 3- Hassaan, Tammaam, La lingua Araba, 1998, P. 226.

sia a conoscenza delle letture per poter accedere alla modalità di pronuncia, e con questo emergono e si confermano alcuni aspetti plausibili piuttosto che altri, poiché le pause, le interconnessioni e le modalità acustiche nella lettura hanno un forte impatto nella determinazione del significato.

Il contesto nei tre libri celesti, e in particolare nel Sacro Corano differisce dal contesto delle parole degli esseri umani, non dal punto di vista della definizione, ma nonostante ci sia al suo interno ciò che abbiamo precedentemente menzionato nella definizione contesto, in termini di schema applicativo, tra cui sono contenute prove e condizioni e l'interdipendenza di questi schemi fra di loro. E quello che si intende con queste parole è l’interdipendenza persino del contesto superiore, ossia il contesto del libro, che esprime il volere di Allah Onnipotente tramite il suo libro, che è quello di far conoscere il loro Dio Creatore, e la sua adorazione, e al fine di adempiere a questa intenzione nei libro di principi della religione compaiono cinque intenzioni necessarie della religione e vale a dire: la religione, la psicologia, il controllo delle nascite, il denaro e la mente” 1. Ogni contesto di ogni Sura è un viaggio separato, nel suo essere completo, proporzionato, e allo stesso tempo è ogni contesto di ogni Sura è accomunato con gli altri da un contesto unico. E il legame di ogni Sura o viaggio con contesti del tutto separati e che allo stesso tempo incontra sezioni che gli corrispondono all’interno del testo sacro, esso è parte del contesto proprio alla Sura o ai viaggi. E commisurata al contesto della Sura e al contesto singolo di ogni sezione o contesti maggiori che li comprendono, il contesto desiderato del testo è ciò che è noto come testa del verso, che separa ogni versetto dalla sua sorella, e gli esegeti hanno spesso affrontato questo genere di contesto. Siamo quindi di fronte a molti più contesti non partire dal basso verso la sommità, ma verso il basso a partire dalla sommità con l’andamento secondo grandi cornici poi sempre più

1- Abu Zaid, Muhammed , La giustificazione fra il contesto e il motivo della sua discesa, Rivista

piccole, a condizione della coerenza e la permanenza del significato generale e il senso di interdipendenza tra la testa ossia il contesto referenziale dell’intero Libro Sacro e i contesti sottostanti che si ramificati da esso nelle divisioni di cui sopra.

Con unione di significato si intende non tanto la ripetizione del senso originale, ma l'integrazione di questo con altri sub-significati che da esco scaturiscono e di cui è composto, i contesti dei versetti infatti si realizzano e si accordano al fine di derivarne il contesto di una sezione o un verso, e i contesti delle sezioni si compongono e si accordano affinché se ne tragga il contesto di un viaggio o una Sura, e i contesti della sura o del viaggio contribuiscono a formare il contesto di tutto il libro, e i contesti sono per loro natura stati condotti a noi dall’alto verso il basso e non il contrario1, nel senso che: È lo smontamento del contesto superiore che porta alla formazione di contesti più bassi, ed esso le forma e non viceversa. E forse questo è uno dei più grandi segreti del Ijaz delle parole di Allah, dove nessuna creatura non è in grado di ordinare le sue parole come fece Lui sia glorificato.

1- Twaami, Abdul Jabbar, Criticaalle traduzioni Coraniche alla luce del contest linguistico, articolo