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ma la sua denotazione "significato".

Il processo di correlazione si cristallizza nella correlazione del significante ed il significato sull’asse della sostituzione e ciò è stato espresso da Ibn Sina nel dire, "Il significato di una parola è che qualora un segno venga rappresentato nella fantasia sotto forma di suono di un nome particolare allo stesso tempo verrebbe disegnato un significato nella mente, e la mente stessa sa che questo suono è associato a questo concetto. Infatti ogni volta che i sensi lo riportano alla mente questa ne riporta un significato1. E il contrario è altrettanto legittimo qualora un significato pervenga alla mente portando così all’evocazione del suo significante, fermo restando che il processo di correlazione raggiunge la massima interazione con il centro di distribuzione, cosicché la mente rimanga dipendente dalla composizione di unità semiotiche in modo integrale per raggiungere gli obiettivi di comunicazione o di espressione in generale, portando le unità ad un organizzazione dinamica che riconduce l’espressione ad un unicità semantica e l'uniformità di significato2.

Chi ha infatti detto che la lingua è interamente definita, ebbene ha errato, visto e considerato che l’uomo, al giorno d’oggi, si riunisce ogni qualvolta inventi qualcosa e decide attraverso una decisione di gruppo il suo nome, e se deve rinominare una cosa vecchia ugualmente attraverso un’assemblea è in grado di rinominare le cose. Ad esempio gli arabi hanno concordato la parola (ةرايس [macchina]) mettendo ad essa un termine che si sposasse alla logica.

1- Zedaan, Mahmood Fahmi, Sulla filosofia del linguaggio, Casa del progresso arabo, Beirut, 1985,

P. 96.

2- Al Masadi, Abdel Salam, Il pensiero linguistico nella civiltà Araba,Casa Araba del Libro, Tunisi,

E finalmente diciamo che ci sono alcuni fattori dai quali è possibile concludere che la teoria sola non è sufficiente ma il raggruppamento di tutte queste teorie assieme porta ad una soluzione unica. Possiamo dire infatti che la lingua all'inizio della sua comparsa era una specifica presa di posizione delineata e definita, ma in seguito cominciò ad espandersi per poi spostarsi verso il suo posto attuale. Qualsiasi critica che venga dunque posta nei confronti di un linguaggio, ne è responsabile la parola, la quale può essere vista come il motivo principale di questa critica, mentre non c'è nulla di sorprendente o di strano in questo fatto poiché la parola corrisponde al discorso e la lingua non può essere a sua volta raggiunto senza un discorso1.

E seppur differiscano gli studiosi nella loro visione del significato, sono ciononostante unanimamente concordi, e prima di esserlo su qualunque altro, sul fatto che la lingua è un sistema di simboli fonetici dove il valore di ogni simbolo si completa con la concordanza su di esso delle parti che ne fanno uso. La lingua è invero il primo mezzo di comunicazione fra gli esseri umani ed è per questo necessario porre una vigile attenzione su queste lingue durante il loro funzionamento. Questo si traduce nella necessità da parte dello scienziato della lingua di fornire una spiegazione circa le modalità di analisi dell’esperienza umana di ogni lingua stessa e il suo enucleamento in singoli elementi carichi di significato, e di esplicare i modi in cui questo godi dei benefici di cui godono gli organi di pronuncia nel completo spettro delle loro possibilità.

Qualsiasi studio linguistico deve cercare di identificare la definizione il cui significato è il fine per il quale un enunciante emette una serie di parole a partire dai foni e giungendo ad un dizionario, passando attraverso la struttura morfologica e le regole di composizione con l’aggiunta di tutti quei dati relativi a società e cultura.

1- Martini, Andrea, Principi di Linguistica Generale, traduzione di: Ahmed Al Hammu, Ministero

Queste relazioni tra i rami della linguistica sono date per scontate in tutte le lingue, e unendole i linguisti fin dai tempi antichi, le hanno chiamate col nome di regole di estrapolazione del significato. E a questo scopo si pronuncia il Dr. Kamaal Besher: "È prerogativa di ogni studio legato alla parola o una delle sue parti portare un servizio all’enunciato o la frase"1. E Palmer formula questa tesi: "La semantica è un concetto generico e si estende ad ogni livello linguistico che sia in relazione con un segno2, mentre Mahmoud Al Sa’ran così dice: "la semantica, o lo studio del "significato" è la direzione ultima degli studi fonologici, fonetici, grammaticali, e lessicali, è la vetta di tutti questi studi 3, essendo così i primi livelli un fine e il significato lo scopo e l’uomo fin dall’infanzia impara come trarre i significati e per questo lo inserisce nel pozzo dell’emotività4.

Lo studio delle strutture fino agiungere ai significati è uno degli obiettivi previsti da questo studio, e il contesto di tipo linguistico è tutto ciò che collega le parole da vicino o da lontano con le circostanze e gli elementi del linguaggio o non linguistici legati alla maniera con cui una singola parola viene pronunciata. Le parole infatti non debbono essere assunte da sole, ma legate alle parole loro vicine di significato, o meglio, legate a qualsiasi vocabolario che deve la sua vita al contesto in cui è pervenuto, e il cui significato viene specificato lungo il suo percorso.

1- Besher, Kamal Mohammed, Studi nella scienza della lingua, casa del Sapere, Egitto, 1969, P. 85. 2- Palmer, F.R. Semantics, University press, 2Ed, Cambridge, 1981, p. 31.

3- Al Sa’raan, Mahmoud, 1997, P. 261.

Teorie che chiariscono il concetto di significato e significante