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Il soggetto del contesto linguistico costituisce col suo ruolo di comprensione del testo uno degli argomenti linguistici di maggiore sensibilità e centralità al fine conoscitivo del testo stesso e la sua semantica. Troviamo infatti che vi è un modello linguistico che definisce i tratti comuni incorporati dagli enuncianti in aggiunta ad altri relativi al discorso, a loro volta, questi ultimi strettamente correlati agli effetti esterni inerenti l’atto comunicativo. E quando il testo e il suo lessico proseguono, ci giungono alla mente le rappresentazioni delle funzioni incluse nel testo o nella frase. Un esempio di ciò è la funzione fonologica dalla quale dipende dal modo in cui vengono pronunciati i suoni delle sue parole ed è il grado base che successivamente porta alla funzione fonetico-lessicale la quale definisce un rapporto semantico fra la parola e un dizionario appartenente ad ogni singola lingua, donde si giunger e a funzionalità morfologiche che si basano su formule assimilabili a nozioni e modelli di metrica delle parole, una ad una, e che portano a una canonizzazione del fraseggio o il testo sviluppati in funzioni grammaticali finalizzate allo studio dei vincoli delle parole in termini di analisi logica e la proto-costruttiva successivo alla formazione delle regole d’usufrutto all’interno della frase e che finalmente pervengono ad una funzione semiotica delle parole, influenzata dal contesto della frase o del testo.

Il contesto linguistico non ci è pervenuto nel suo senso letterale appartenente ai lessici di vecchia data, e ogni menzione di questi a taluna parola indica infatti il suo significato linguistico1, incanalandolo in tre significati: Nei dizionari della lingua Araba si espresse Bin Faris trattò del tema di ( َس ٌقو [/Sawqun/]condurre), dicendo: (il contesto: [la dote], in quanto si

1- Ibraahim, Fawzi, Il contesto linguistico e la sua semiotica nella direzione dei significati, facoltà

dice: [Ho pagato la dote a mia moglie in nome della sua fedeltà, una gran dote!]1. La parola (كايس [/Syãg/]) perviene inoltre nella lingua volgare (parlata) in Iraq, in particolare sulla bocca degli anziani, riferendosi all’ammontare della dote della sposa, mentre Al Jawhari vede che il “contesto” è la rimozione dell’anima, come in: [ho visto costui esalare l’anima (letteralmente: condurre fuori)]; e vale a dire: Ho visto costui morire)2 .

Nei dizionari moderni è così descritto: dote; contesto linguistico, (esso e la metodologia esercitata su di esso); e inoltre è un termine che denota lo stato di “moribondo”3. Di conseguenza la radice della materia trattata indica la consequenzialità e la concatenazione di qualcosa su qualcos'altro, e la correlazione con esso così come indica l’unione e la compresenza in un unico filo conduttore.

Dr. Tammam Hassan dice, commentando questi significati che compaiono nei dizionari di lingua Araba, e i quali indicano la parola come “sequenzialità” o “ammonto”: si intende con Il contesto: (la successione) vista secondo due prospettive: la prima prospettiva: successione degli elementi all’interno dei quali avviene combinazione e fusione. Il contesto visto da questa prospettiva viene chiamato (contesto testuale); la seconda prospettiva: sequenza di eventi che ha accompagnato la funzione linguistica ed è legata all’atto di comunicazione, in questo caso si parla di (contesto situazionale)4.

Nei dizionari arabi specializzati ci aiuta Muhammad Ali Kholi con un dizionario della scienza del linguaggio teorico, dicendo: contesto (context): ambiente linguistico circostante il fonema o il morfema, o la parola o la frase

1- Bin Faris, Abi Al Husain Ahmed, Dizionario dei metri della lingua, a cura di: Abel Salam

Muhammed Harun, Casa del Pensiero, edizione 1, 1991, vol. 3, P. 1173.

2- Al Zamakhshari, Abi Al Qasim Gar Allah Mahmoud Bin Omar Bin Ahmed, le basi della

semantica, a cura di: Muhammed Basel ‘Uyun Al Saud, Casa dei libri Scientifici, edizione 1, Beirut, 1998, vol. 1, p.468-469, E vedi: Ibn Manzour, La lingua degli arabi, 1994, vol. 7, P. 304.

3- Collettivo della Lingua Araba in Egitto, 2004, p. 465.

4- Hassaan, Tammaam, Il fulcro del contesto linguistico “Studio sul libro di memorie in

festeggiamento del centenario dell’università della Casa delle Scienze, stamperia Abir Al Kitab, Cairo, 1993, P. 375.

e la teoria contestuale (Contextual Meaning): è l’interpretazione della parola dal contesto in cui compare1.

Nella lingua Ebraica il contesto (רשקה [Haqesher]), congiura, cospirazione, complotto, alleanza. Spesso tramare una congiura2, רשקהindica םירבדשׁ רוביח3

רשׁק : ףוריצ דוחִא " טפשׁמב םילמה רשׁק . עטקל עטק ןיב ינינע רשׁק " 4 .

Visto come il rapporto tra la parola e il suo significato, è un tema di primo piano presso gli scienziati che si sono in esso imbattuti sin dai tempi dell'antica cultura greca, come Platone, il quale ritenne che il rapporto tra la parola e il suo significato era un rapporto naturale e che questo legame naturale era di chiara e facile spiegazione all'inizio, in prossimità della sua origine, per poi evolversi fino ad un grado in cui non è più facile individuare i chiarimenti rilevanti, e proseguì Aristotele dicendo che la relazione tra il rapporto fra queste due, parola e significato, è un rapporto conoscitivo di definizione stipulato dalle persone, tra di loro5.

La determinazione della significazione di una parola non avviene meramente attraverso il gruppo di suoni che la compongono, ma ciò avviene anche sul significato che questa parola ha, e questo è ciò che ha puntualizzato agli occhi del mondo il linguistico svizzero (Ferdinand de Saussure) per confermare la natura organizzativa delle lingue,ossia questo sistema sviluppato principalmente come un sistema di segni, e il segno linguistico "signe" definito come il nucleo naturale dotato di due lati inscindibili6, Dopo ciò l’aspetto linguistico della parola si suddivise in due parti e sono: significante

1- Al Khouli, Muhammed Ali, Lessico della scienza linguistica teorica, Libreria del Libano,

edizione 1, Beirut, 1982, P. 57.

2- Schokel, L., A., Dizionario di Ebraico Biblico, San paolo, 2013, p. 757.

3 ־ רושׁימ יכדרמ ו וטהב הנשׁושׁ ، הווהה ןולימ ) ל ישׁומישׁ ןולימ תינקתה תירבע ، בירעמ תירפס ، רשׂי לא ، 1995 ، ״מע 613 . 4 ןשׁושׁ ןבא ־ ، א . ، שׁדחה ןולימה ، 1979 ، כ ךר 6 ، ״מע 2431 .

5- Faakhury, Adel, Scienza Semiologica presso gli arabi, studio comparativo con la moderna

Semiologia, Libreria del libano, edizione 1, Beirut, 1985, P. 24.

6- De Sausurre, Ferdinande, “Lezioni di linguistica generale”, traduzione di: Yousef Ghazi e Magid

“signifier” ossia il gruppo di suoni e la relativa accentazione che costituisce una parola ; e [il significato] “signified” ossia ciò che si intende nell’ambito

della vita concreta - ed è l’immagine concettuale detta [figurazione] esprimendo un’immagine mentale che riconduce ad un fatto figurato al quale a sua volta ci riconduce il segno linguistico perché poi si operi su di esso la [significazione] "significtion” e unendo fra le due immagini sonora e figurativa, attraverso la loro somma rendendo possibile l’estrapolazione di un senso e la sua espressione agli altri 1. Qualsiasi cambiamento nell'immagine acustica è inoltre obbligato ad operare un cambiamento anche nell’immagine figurata e viceversa. Sempre il segno linguistico presso De Saussure è imputabile di tutto ciò che può essere distinto come le frasi, le espressioni, le parole e i morfemi....2 Un esempio di ciò è il rapporto tra la parola: cavallo (bïŽíŽ ،סוס ،ناصح) e tra la creatura vivente che lo denota, e si tratta di un rapporto di compatibilità, o in altre parole significa che non sussiste un motivo sufficiente a spiegare la relazione tra le parole e le espressioni e i loro significato e ne previene che non è necessaria una relazione tra l'immagine acustica di cavallo e la sua parola, e l'animale che è denotato da questa parola, e se questa parola fosse stata rimpiazzata da una qualsiasi altra al fine di denominare questo animale ci avrebbe raggiunto come è stato usato la prima volta e sarebbe diventato diventata il suo nome al posto del nome attuale. Come è in un altro esempio: il bussare sulla porta, è indicativo della presenza di una persona (significato), e questo aspetto pervenuto a fronte dell’atto di bussare è chiamato "significante"3. La semiotica delle espressioni linguistiche è divisa in due parti:

1- Hawkes, Terence, Strutturalismo e Semiotica, traduzione di: Magid Al Mashta, edizione 1,

Baghdad, 1986, P. 113.

2- Al Rajihi, Abda, La grammatica Araba e la lezione moderna, Casa del progresso Arabo, Beirut,

1979, P. 21.