Teorie che chiariscono il concetto di significato e significante 1 Teoria dell’equidistanziamento del significato della parola col suo
5- Termine reale e appurato: è un tipo di termine dalla molteplicità d
significati, ma ognuno di questi significati è soggetto a un significato preciso e legato ad un solo denotato, che viene utilizzato in ciò che non lo riguarda durante l’atto comunicativo, in virtù di una relazione e un evenienza adeguata
1- Abdul Hamiid, Mujaahid Ahmed, ibidem, P. 32.
2 - ןשוש ןבא ، א . ، שׁדחה ןולימה ، 1979 ، ךרכ 3 ، מע " 1279 .
3- Al Sader, Husain, Lezioninella scienza della logica, Casa del Libro Arabo, edizione 1, Beirut,
2005, P. 44.
4- Faraj, Muraad, Convergenza delle lingue Ebraica ed Araba, Stamperia Rahmaneyiah, Egitto,
fra il primo significato e il tema trattato1, senza che raggiunga nel secondo significato al grado di stabilizzazione. Il significato definito ad esso infatti si chiama significato reale e il significato con cui giunge è chiamato significato appurato, o figurato, e quindi utilizzare il cosiddetto termine in questo modo si dice formulare una figurazione, come se avessero usato la parola: leone
) ،دسأ הירא ، bžîŠa
( radice centrale del predatore animale, per denominare un uomo coraggioso, dicendo che è per loro adatto. Se si desidera evocare un senso metaforico, è necessario che la mente dell’ascoltatore venga, dapprima, distolta dal significato reale, e per questo deve venire in aiuto un deflettore. Se infatti ho detto che ho visto un leone l’ascoltatore pensa che io abbia visto un predatore animale, mentre nel caso in cui si giunge con un deflettore e si dice “cinquantenne” (×íČäñä ،קרזי ،يمري), allora si distoglierà la sua mente dal
significato reale e la si spianerà la strada al secondo senso, quello metaforico. In realtà, non è stata data nessuna parola unica indicante un senso metaforico, ma in concomitanza con il contesto parola è capire il senso metaforico. Nel versetto: ( َنوُمِلْظﱡم مُھ اَذِإَف َراَھﱠنلا ُهْنِم ُخَلْسَن ُلْيﱠللا ْمُھﱠل ٌةَيآَو), (È un segno per loro la notte che spogliamo dal giorno ed allora sono nelle tenebre)2, il Suo detto "spogliamo" è un termine utilizzato metaforicamente, e in riferimento al significato reale del termine si deduce che “ne viene fuori il giorno”, e qui la metafora detta poiché la [scuoiatura] è detto della cosa attaccata ad un altra, ed è stata detta in questo caso con una superiore semiotica, metaforica, attribuendole l’atto di uscire alla scuoiatura che indica l’aderenza di ciò che esce da ciò da cui esce 3.
1- Fakhr Al-Din Al-Razi, Muhamed Bin ‘Umar, Nihaayat al-ijaaz fi derayat al-i’jaaz (Sintesi
assoluta nello studio del Esegesi); a cura di: Ibraahim Al Samerra’i e Muhammed Barakat Hamdi, Dar Al Fikr, Giordania, 1985, P. 83.
2- Sura Ya Sin: 37.
3- Al Askari, Abi Hilal Al Hasan bin Abdullah, Kitaab Al-Sinaa’tain alkitaba w alshi’er (Libro
della produzione di libri e della poesia), revisione di: Ali Muhammed Al Bengawi e Muhammed Abu Al Fadl Ebrahim, Dar Ahaya’ Libri Arabi, edizione 1, Damasco, 1952, P. 273.
Nella lingua Ebraica, troviamo l'uso della metafora come la metafora viva che galleggi sulla soglia della coscienza dell’ascoltatore e muove in lui la meraviglia e lo sbigottimento, ed è ampiamente usato in poesia e in prosa e nel linguaggio espressivo, come ad esempio quello utilizzato nei poemi di ingiustizia del poeta (רואינש ןמלז) Zelman Shni’or. (שמשל םיללצה םיביוא). Così
come la parola ((ןובוד) [/dobõn/]) che significa mantello invernale in senso figurato, indica che chi lo indossa è simile ad un orso1, anche se questa parola originariamente significava un piccolo d’orso2. E lo spostamento metaforico è solito prendere luogo inavvertitamente, al fine di colmare il divario lessicale, e distingue l’elemento di rifiuto che si trova in ogni metafora viva, ed è
possibile utilizzare per porre quesiti e indovinelli,come in: (؟סעול וניאו ،ול םינשש ،רבדה אוה המ)3, Qual è la cosa che ha i denti ma non
mastica?.
E nella Siriaco invece la metafora viene utilizzata per indicare l’analogia, dove è utilizzata per mezzo dello strumento linguistico o (Úîa) ed è in concordanza con l’analogia araba, come ad esempio in: (a)ói‹Žy@añ†ž‹i@až†íČÈ@òíØa) col significato di simile a un puma 4; ed esiste inoltre un’altra tipologia di
metafora usata nei rompicapo come ad esempio: (b)9íČu@üñÜóïÜì@|“Žàóñà@ì@a8yóñà@†@ñûìóŞîa@bžåžà Z@b)Ü)aíČ’) la domanda: Qual è la cosa che
si vede ed è misurato, non ha un corpo? (b)Ý)Ýñ@Zbžîž‹’) Risposta: l’ombra 5.
Qualsiasi studente di lingua, sia Arabo, Ebraico, Siriaco e o un’altra delle lingue semitiche, pur senza studiare le sue sorelle lingue semitiche è come chi
1- dhaahir, Naghi, L’orizzonte lontano, raccolta di racconti, Distribuzioni Dar Shafiq, Kafr Qar’e,
1988, P. 41. 2 - ןשוש ןבא ، א ، שׁדחה ןולימה ، 1979 ، ךרכ 1 ، מע " 387.
3- Abdul Hamiid, Mujahid Ahmed, 1999, p. 20.
4- Al Qirdaahi, Gibra’il, Metodologie Grammaticali, 2008, P. 150-151.
5- Zwayer, Muhmmad Radi, Rompicapo Siriaci scritti da Al Hira Mar Yuhanna Azrak, Tesi di
guarda le cose dal buco della porta mentre chi mette a confronto la lingua, l'ebraico o l'arabo col resto delle sue sorelle è come se guardasse attraverso tutte le porte e le finestre spalancate, vedendo così con assoluta chiarezza. Non è un segreto in tutte le scuole di pensiero, che il segno linguistico si formi e si evolva a causa dell’influsso di fenomeni storici, sociali e psicologici, alcuni termini infatti sviluppano un nuovo significato, altre divengono in contrasto col loro originario. Ciò è dovuto al fatto che la lingua è come la creatura vivente che cresce e si trasforma nel corso del tempo, e i rapporti tra le comunità e la nascita di nuove relative condizioni svolgono su di essa un impatto significativo, cambiandone i connotati o meglio facendo evolvere questi connotati. Dal momento che in ogni società, in una qualunque società è necessario utilizzare un sacco di parole, di modo che non si fermi a un certo punto il flusso di frasi o idee da esprimere, una molteplicità di utilizzi dà alla parola una molteplicità di denotazioni nuove a discapito di quelle originarie. Questo processo segue l'esperienza, la competenza e l'intelligenza e a questo processo si adatta di conseguenza la semiotica. La modifica o l'evoluzione di ciò che sapevamo in lingua araba, ad esempio, o nel campo delle altre lingue semitiche, sta divenendo esponenzialmente maggiore, ma aumenta lentamente, richiedendo ogni minimo cambiamento in una parola e le sue denotazioni una infinità di tempo.
È chiaro che non vi è nessuna civiltà o nazione che non abbia avuto nel suo repertorio una gamma completa di opere creative e produzioni caratterizzate dalla loro “architettura” intellettuale, infatti il metro di giudizio della civiltà di una nazione non è il numero dei suoi membri, né la vastità delle sue terre, ma quello che viene instillato nella mente dei loro bambini come prodotto delle loro idee nella propria lingua, e non la lingua di altre persone venute prima1.