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Le coperture vaccinali dei bambini e dei ragazzi della Regione Emilia-Romagna

Novità normative e giurisprudenziali in tema di trattamenti sanitari obbligatori.

4. Le coperture vaccinali dei bambini e dei ragazzi della Regione Emilia-Romagna

Il Servizio prevenzione collettiva e sanità pubblica della Regione Emilia- Romagna ha raccolto i dati relativi alle coperture vaccinali realizzati nell’infanzia e nell’adolescenza relativi all’anno 2017.

La popolazione di riferimento per la costruzione degli indicatori di copertura vaccinale è relativa alla popolazione residente nel territorio regionale al 01/01/2017 distinta per coorte di età.

Per quanto riguarda l’infanzia i dati sono articolati in due coorti di età: fino a 24 mesi e fino a 7 anni di età, mentre, per quanto riguarda l’adolescenza, la coorte di età è stata considerata fino al 16°anno.

I dati di copertura vaccinale calcolati al 24° mese, si riferiscono ai bambini che entro il secondo compleanno hanno completato il ciclo vaccinale di tre dosi di antipolio, antidifterite antitetano, antipertosse antiepatite B, antiemofilo b (Hib) e di antimeningococco C.

Nel corso del 2017 per effetto della Legge n.119/2017 e della Legge Regionale E.R. 19/2016 i tassi di copertura si avvicinano alla soglia del 95%, infatti ad un analisi più approfondita si possono rilevare le seguenti soglie percentuali:

Tetano Polio Difterite Epatite B Pertosse Emofilo B

94,9% 94,8% 94,7% 94,4% 94,7% 94,0%

Il recupero maggiore si ha nella vaccinazione per morbillo parotite e rosolia che registra il valore di 91,6% rispetto al 2016 che presentava il valore di 87,2%.

Se a livello regionale la soglia del 95% non è stata raggiunta, sui singoli territori delle ASL regionali il discorso è diverso. Infatti, spiccano per virtuosità i territori di Imola, Parma, Ravenna e Forlì che superano, per l’esavalente, la soglia del 95%, mentre si attestano vicine a questo valore anche Ferrara, Bologna, Reggio Emilia, Modena e Piacenza. Il territorio di Rimini si ferma al 87%.

Per i bambini fino a 7 anni di età, l’obbligo vaccinale consiste in quattro dosi di antipolio, antidifterite, antipolio, antipertosse e due dosi di morbillo, parotite e rosolia (MPR).

In questa coorte di età risultano coperti con 4 dosi:

Difterite Tetano Polio Pertosse

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Ciò è dovuto al fatto che l’intensa attività di recupero effettuata dai Servizi vaccinali ha dato priorità ai bambini più piccoli e anche al fatto che la Legge 119/2017 non prevede per chi frequenta la scuola dell’obbligo la sospensione della frequenza ma solo la sanzione pecuniaria.

La copertura per MPR con due dosi risulta essere pari all’88,5%, purtroppo, ancora distanti dall’obiettivo del 95%, anche se la copertura complessiva per una dose di MPR dal 24 mesi a 7 anni risulta comunque pari al 95,6%.

Anche per questa coorte di età le differenze territoriali sono molto evidenti. Per le 4 dosi l’obiettivo del 95% viene raggiunto per il territorio di Ravenna, mentre valori molto prossimi all’obiettivo si registrano per i territori di: Reggio Emilia, Modena, Imola e Forlì. Rimini si conferma il territorio con la più bassa copertura vaccinale.

I dati di copertura vaccinali calcolati al 16° anno di età si riferiscono agli adolescenti che entro il compimento dei 16 anni hanno effettuato cinque dosi di antidfterite, antitetano, antipertosse e una dose di meningococco C. Viene valutata anche la copertura a due dosi per MPR, in quanto la vaccinazione seppur non rivolata a questa fascia d’età continua ad essere proposta in occasione del richiamo dell’adolescenza.

La vaccinazione con 2 dosi di MPR copre il 91,6%, si tratta di un ottimo risultato che, probabilmente, ha permesso all’Emilia-Romagna di far fronte all’ondata epidemica di morbillo che ha investito, nel corso dell’anno 2017, le regioni limitrofe.

Le coperture vaccinali dei ragazzi è la seguente:

Meningococco C Difterite Tetano Pertosse

88,3% 88,5% 89,0% 85,5%

Le differenze territoriali sono anche in questo caso molto evidenti, l’unico territorio che raggiunge l’obiettivo del 95% per la vaccinazione contro il morbillo, parotite e rosolia è quello di Reggio Emilia.

I principali indicatori di copertura vaccinale dell’infanzia si basano sui dati relativi alle coperture nei bambini di 24 mesi, di 7 e 16 anni di vita.

Si riporta di seguito il confronto con il dato nazionale relativamente alle coperture registrate a queste età per alcune delle vaccinazioni effettuate nell’anno 2017. L’ Emilia-Romagna al 24° mese presenta dei dati tendenzialmente in linea con il livello nazionale, con valori leggermente più alti rispetto alle vaccinazioni storicamente

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obbligatorie, leggermente inferiori per MPR e considerevolmente più alti per meningococco C e pneumococco.

Ai 7 e ai 16 anni le differenze tra Italia e Emilia-Romagna diventano molto marcate con valori di copertura decisamente maggiori nella regione per tutte le vaccinazioni considerate.

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5. Il livello di copertura vaccinale quale indicatore del livello di civiltà sanitaria: conclusioni

Per rientrare nell’alveo della nostra pubblicazione, per quanto sopra trattato, dal punto di vista normativo le vaccinazioni obbligatorie costituiscono dei veri e propri trattamenti sanitari obbligatori, oggi non “coercibili” o “meramente obbligatori”. Le vaccinazioni non possono cioè essere imposte con l’utilizzo della forza da parte dell’autorità sanitaria, anzi occorre non solo il consenso di chi le riceve, ma è necessaria la preventiva informazione rivolta ad approfondire sia le conseguenze positive per sè e per la comunità in cui si vive se si realizza un ampia copertura vaccinale sia le possibili reazioni avverse.

Per una comprensione estesa del tema dei vaccini obbligatori, occorre, in ultima analisi, valutare la collocazione delle politiche vaccinali all’interno del livello di civiltà sanitaria del nostro Paese.

Un buon approccio a tale argomento è espresso nella Deliberazione di Giunta Regionale dell’Emilia Romagna n.1902 del 29/11/2017, secondo la quale: “i vaccini rappresentano una delle misure di sanità pubblica maggiormente cost effective per la prevenzione delle malattie infettive, ne consegue che la qualità dell’offerta vaccinale alla popolazione rappresenta uno dei marcatori più sensibili del livello di efficacia di

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ogni Servizio Sanitario, così come l’adesione della popolazione generale ai piani vaccinali testimonia il livello di “civiltà sanitaria” raggiunto da una Nazione.

I vaccini non vengono somministrati solo per prevenire una malattia in una singola persona, ma al contrario rappresentano una misura preventiva per tutta la popolazione, in quanto più elevato è il livello di immunità verso una specifica malattia infettiva nella popolazione, minori sono la circolazione del microrganismo causale ed il conseguente rischio infettivo per tutti, vaccinati e non.

Occorre, in definitiva, un approccio alla prevenzione che preveda la persona al centro del progetto di salute individuale e collettiva. Da questo specifico punto di vista l’individuo deve essere letto nel contesto in cui si trova, collocandolo in una situazione dinamica di relazioni con le altre persone, ma anche con agenti biologici, chimici e fisici presenti nell’ambiente, e con le strutture abitative, ricreative, lavorative frequentate.

Secondo tale visione, la prevenzione non può dunque pensare a singoli interventi che riguardano la singola persona, ma deve mirare, nella strategia complessiva, a far si che tutto quanto circonda e, in certa misura, compenetra la persona, possa concorrere al suo benessere.

Questo significa saper collocare ogni azione in un contesto complessivo, del quale si ha piena padronanza (attraverso gli indicatori epidemiologici), rispetto al quale si definiscono gli obiettivi (scegliendo le priorità verso cui indirizzare le risorse in base a criteri opportunamente selezionati) e nel quale si mettono in atto le azioni adeguate (sulla base di evidenze di efficacia).

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