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Fino ad oggi molti hanno considerato il migrant banking come un fenomeno da banca etica con un mercato di immigrati poveri, ma è ormai una convinzione dei più che questo da mercato “marginale” possa esplodere nel breve-medio periodo. Con il termine Migrant Banking si intende l’insieme di prodotti e servizi offerti e realizzati dalle banche a favore di un segmento di clientela specifica: gli immigrati.

Il processo di bancarizzazione degli immigrati in Italia costituisce una chiave importante all’interno del processo di integrazione sociale ed economica. Il legame fra sistema bancario e integrazione è infatti duplice: da un lato il sistema bancario può rappresentare una chiave di accesso e un motore importante nella sua evoluzione. L’inclusione finanziaria accresce infatti il risparmio e la disponibilità di credito; modifica la percezione del rischio e la vulnerabilità, accresce la sicurezza

economica e la capacità decisionale sul risparmio. Dall’altro lato il progredire del processo di integrazione garantisce quegli elementi di stabilità che costituiscono il principale motore per la richiesta e l’ottenimento di nuovi e maggiori servizi finanziari verso un profilo di cliente più maturo.

Il fenomeno migratorio in Italia ha assunto solo di recente una dimensione tale da essere considerato un segmento target con caratteristiche e bisogni propri da parte del sistema economico e finanziario Italiano. Ad un inizio abbastanza timido di iniziative prevalentemente di marketing, orientate ai migranti e caratterizzato da un rapporto che potremmo definire di “bancarizzazione passiva”, in cui il sistema finanziario ha subito un processo di bancarizzazione prevalentemente legato all’apertura di un conto corrente su richiesta del datore di lavoro, è seguita una fase di forte vivacità nelle strategie cosiddette di welcome banking da parte del sistema bancario che si è mostrato molto proattivo verso questo particolare segmento di clientela.

Insieme ai giovani i migranti infatti rappresentano i nuovi clienti del futuro.

La bancarizzazione è certamente un processo e come tale risponde ad una molteplicità di esigenze e si definisce all’interno di un complesso interagire di variabili e di percorsi di immigrazione e di integrazione. Fattori territoriali quali l’area di provenienza e la regione di residenza in Italia, fattori lavorativi e abitativi, fattori anagrafici come l’età o l’anzianità di residenza, ma anche fattori maggiormente legati ai percorsi sociali e individuali delle persone, come il ricongiungimento familiare o il maggior o minor legame con reti di connazionali, hanno indubbiamente un influsso diretto sul processo di bancarizzazione e sul diverso grado di utilizzo dei prodotti e servizi bancari.

Il CeSPI41, grazie alla collaborazione con l’associazione Bancaria Italiana, da diversi anni monitora il fenomeno del migrant banking attraverso un “indagine che coinvolge tutto il sistema bancario Italiano, in grado di rilevare l’evoluzione e i drivers principali dell’offerta verso questo particolare segmento di clientela.

A questa attività si è poi sommata, nel 2009, un’indagine complessa, attraverso una campionatura statisticamente significativa con lo scopo di indagare il rapporto fra banche e immigrati dal lato della domanda. Il costo per l'invio delle rimesse è ancora molto alto, con una tendenza decrescente, causato dalle concorrenze tra imprese dei trasferimenti. Il costo tiene due componenti:

 il costo per l'invio del denaro , che è la commissione pagata alla agenzia;

41Il CeSPI, Centro Studi di Politica Internazionale, è un’associazione indipendente e senza fini di lucro fondata nel 1985, che realizza

studi e ricerche policy-oriented. Ha sede in Roma, in due antichi palazzi del centro storico. Il Centro svolge attività di ricerca, consulenza, formazione e divulgazione su alcuni temi centrali delle relazioni internazionali.

 ed il costo sulla tassa di cambio pagata dalle agenzie che lavorano con le rimesse che generalmente è inferiore alla tassa pagata delle banche generando un costo addizionale.

I grossi gruppi bancari che pure avevano già in portafoglio dei prodotti ad hoc per gli immigrati sono rimasti sostanzialmente inerti dal punto di vista della comunicazione pubblicitaria di questi pacchetti.

Fino al 2004-2005 le banche sembravano attendere un processo di bancarizzazione spontanea da parte degli immigrati e si limitavano ad aspettare il cliente proponendogli tutt’al più il prodotto più adatto solo dopo che questi fosse entrato in banca.

Ora la tendenza si è essenzialmente invertita.

Mentre i MTC hanno quasi il monopolio delle rimesse Western Union per prima, avendo una capillarità di servizi sia in Italia che nel mondo oltre 400.000 punti, va anche riferito che gli immigrati possono inviare denaro anche attraverso altri canali: Moneygram il servizio di Poste Italiane costa a chi invia denaro 8,5 euro di commissione fino ai 49,90 euro per l’importo massimo che si può spedire: 1.000,00. Ma ci sono varie commissioni anche più convenienti per determinati paesi, con i quali le Poste hanno stabilito convenzioni con i propri corrispondenti diretti. Esistono poi i metodi classici molto più economici: il postagiro internazionale, sempre di Poste. Commissione fissa di 10,33 euro senza limiti d’importo. Il problema è che bisogna essere correntisti per usufruire del servizio. Quello più economico è il vaglia internazionale, con tempi lunghi di trasferimento e limitato a non molti Paesi. Infine, il bonifico bancario. In questo caso mittente e destinatario devono essere entrambi titolari di un conto corrente.

Per questo motivo l’Onu ha inserito tra gli obiettivi dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile il taglio dei costi per chi spedisce i soldi nel Paese d’origine. Il trend è già adesso positivo, grazie soprattutto alle nuove tecnologie e al sistema dei pagamenti attraverso le app sui cellulari. Il costo medio per spedire duecento dollari a casa è passato dal 9,02% del 2011 al 5,73% del terzo trimestre 2016. Ma mentre passando attraverso le banche il costo si attesta (sempre nel terzo trimestre 2016) all’8,92%, usando le app telefoniche si precipita al 4,84%.

Come documenta un recente report di Market Watch42, i grandi gruppi hanno fiutato l’affare e la concorrenza fa bene ai clienti: nel 2015 PayPal 43ha acquistato Xoom, società dedicata ai trasferimenti di denaro all’estero.

MoneyGram ha lanciato a settembre la nuova versione del suo sito per i servizi online, Western Union ha reso possibile negli ultimi due anni l’uso di app come WeChat e Viber. Nuove società – Remitly, Ofx – si affacciano all’orizzonte.

La crisi economica non ha fermato il processo di inclusione finanziaria degli immigrati. L’86% dei migranti adulti residenti in Italia è titolare di

42 MarketWatch è stata fondata da Larry Kramer e altri, tra cui Bill Bishop nello sviluppo di business e Thom Calandra, ex Bloomberg London, in editoriale, nel 1997. La società gestisce un sito web di informazioni finanziarie che fornisce notizie di business, analisi e dati sul mercato azionario. È una filiale di Dow Jones & Company , proprietà di News Corp. MarketWatch fa parte del gruppo Consumer Media di Dow Jones, insieme a The Wall Street Journal , Barron's , WSJ.com e le proprietà affiliate di internet. Nel 2012, la pubblicazione ha riferito, ha avuto 17 milioni di utenti unici negli ultimi anni ed è stato più volte onorato come un grande sito web di grandi imprese concentrato da Editor & Publisher , Media Week , la Società degli americani editori e scrittori e altre pubblicazioni E le organizzazioni. (Wikipedia)

43 PayPal Holdings, Inc. è una società che offre servizi di pagamento digitale e di trasferimento di denaro tramite Internet. Venne fondata nel 1998 da Peter Thiel e Max Levchin e ben presto si diffuse in molti paesi del mondo, soprattutto si affermò rapidamente come mezzo per effettuare pagamenti on-line, insieme alle carte di credito e prepagate (es. Postepay), ciò spinse il gruppo eBay (eBay Inc.) ad acquistare la società nel 2002. Dal 2002 al 2015 è stata una società controllata da eBay, fino alla scorporazione e alla quotazione in borsa avvenuta nel luglio 2015. (Wikipedia)

conto corrente, in significativa crescita rispetto al 61% del 2010. Raddoppiata dal 2010 la percentuale dei conti correnti con più di 5 anni, pari al 40% dei conti correnti intestati ai cittadini immigrati a fine 2013. Sempre più “evoluta” la relazione con la banca e innovativa la scelta dei canali: con una incidenza pari al 40% nel 2013, l’utilizzo dell’internet banking è raddoppiato dal 2010.

Sono questi i principali dati che emergono dall’ultimo rapporto dell’Osservatorio Nazionale sull’Inclusione Finanziaria dei migranti, presentato alla giornata conclusiva del Forum CSR 2014 organizzato dall’Associazione bancaria Italiana (ABI) sui temi della responsabilità sociale. L’Osservatorio è un progetto pluriennale nato dalla collaborazione fra l’ABI e il Ministero dell’Interno, e gestito dal Centro Studi di Politica Internazionale (CeSPI).