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rilevate

Sono quasi 47 i milioni di euro, le rimesse degli stranieri che vivono a Pisa e provincia effettuate nel 2014. Un fiume di denaro che dal nostro territorio è volato nei Paesi di origine degli immigrati. La cifra si ricava da un’indagine della Fondazione Moressa su dati della Banca d’Italia.

Mentre complessivamente, nel 2015, sono stati oltre 5,2 i miliardi di euro che gli stranieri hanno fatto uscire dall’Italia. Per alcuni esperti, si tratta di una delle forme più efficaci di cooperazione, ovvero di aiuti ai Paesi più bisognosi.

La somma, a livello Italiano, è risultata in calo del 23,2% rispetto all’anno precedente. Stesso discorso per la provincia di Pisa, ma in maniera più contenuta. E’ anche questo un riflesso della crisi economica, ma non l’unica motivazione. C’è inoltre un risvolto più sociale: il calo delle rimesse va attribuito anche al fatto che molti stranieri, nel tempo, hanno scelto l’Italia come proprio Paese di residenza, avvicinando e ricongiungendo la propria famiglia.

Mediamente ogni straniero in Italia (valori del 2010) ha inviato nel proprio Paese 1.508 euro all’anno, che vanno a finire soprattutto in Asia e Cina. Il dato pisano è di poco inferiore: 1.057 euro.

Le province di Roma, Milano, Napoli e Firenze sono quelle da cui defluisce il maggior importo di rimesse.

Pisa è 29ª in Italia (su 107) e 3ª in Toscana, dopo la stessa Firenze e Prato, dove addirittura il 90,5% degli euro spostati è andato in Cina.

Per la provincia di Pisa (nel 2014) dei 47.554 ml. euro inviati all’estero, il 22,5% è andato in Senegal, il 11,4% in Romania, il 4,4% in Albania e il 2,3 in Ucraina. Un risultato che va letto alla luce del numero dei residenti stranieri nel nostro territorio.

I senegalesi sono appena quarti come comunità più consistente (4.366), con il 10,7% del totale.

dati Bankit 2017 e Provincia di Pisa dati demografici

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016

residenti 1,863 1,912 2,027 2,220 2,405 2,608 3,092 2,920 3,237 3,924 4,315 4,366

rimesse 3,882 6,411 8,102 9,177 8,186 8,411 8,840 8,645 10,106 10,714 11,628 12,599 media rimesse anno2,08 3,35 4,00 4,13 3,40 3,23 2,86 2,96 3,12 2,73 2,69 2,89

Gli albanesi sono il 21,7% (8.800); i rumeni il 15,45 (6.145); i marocchini il 8,7% (3.539).

I senegalesi, dunque, inviano nella loro patria la larghissima parte di ciò che guadagnano, al contrario degli altri.

Qui di seguito, avendo preso in esame in precedenza le tre comunità: albanesi, senegalesi ed ucraine ho ripreso i dati demografici dal 2010 al 2016 e le rimesse effettuati nei paesi di origine mettendoli a confronto:

abitanti 2016 2015 2014 2013 2012 2011 2010

ALBANESI 8.800 9.115 8.924 8.347 8.103 8.669 8.195 SENEGALESI 4.366 4.315 3.924 3.237 2.920 3.092 2.608 UCRAINI 1.347 1.297 1.201 1.044 995 1.208 1.049

Qui di seguito riportiamo le rimesse che le comunità suddette hanno effettuato nell’arco di tempo dal 2005 al 2016

Dati rilevati dalle tabelle della Banca d’Italia 17/01/2017

Opportuna, in conclusione, una riflessione sulla fonte dei dati. Quelli considerati sono tutti transitati per i canali di intermediazione regolare (banche, poste, agenzie), mentre sono rimasti fuori i canali informali. Che alcuni stimano avere una consistenza almeno pari a quella dei canali ufficiali.

Che sulle rimesse che non seguono canali controllati è possibile soltanto una stima, mentre quelle inviate attraverso canali regolari rappresentano una percentuale significativa del Prodotto interno lordo dei Paesi d'origine degli immigrati, in alcuni casi superiore al 10% del Pil. Lo scarso 20% del

Tutti i valori sono in milioni di euro.

provincia paese 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 PISA ALBANIA 1,987 2,506 2,351 2,564 2,382 2,234 2,174 1,963 2,05 2,109 2,246 1,935 PISA SENEGAL 3,882 6,411 8,102 9,177 8,186 8,411 8,84 8,645 10,11 10,71 11,63 12,6 PISA UCRAINA 0,416 0,597 0,663 0,749 0,945 1,247 1,384 1,11 1,231 1,113 0,98 1,108

volume totale che ha passato le frontiere per canali irregolari lo ha fatto attraverso vari mezzi, principalmente col trasporto via auto.

Nel 2008, infatti, sono stati intercettati alle dogane 421 viaggiatori in uscita trovati in possesso di quantità di danaro superiori a quelle consentite o dichiarate. Fra gli altri canali informali utilizzati ci sono la "hawala" araba o il "fe chien" cinese (veri e propri sistemi per fare giungere in patria le rimesse), il trasporto in contanti praticato da marocchini o in piccole buste affidate a conducenti di autobus, il metodo preferito da ucraini o polacchi.

Secondo uno studio effettuato recentemente, il trasferimento illegale di rimesse non è un fenomeno generalizzato, ma riguarda soprattutto alcune comunità di immigrati, come i venezuelani, che nel 70% dei casi preferiscono questo meccanismo; seguiti dagli originari del Gambia (50%), da ucraini, polacchi e marocchini (40%).

I più ligi ai meccanismi legali di trasferimento sono gli ecuadoriani.

Gli ultimi dati diffusi dal III Reparto operazioni del Comando generale della Guardia di Finanza parlano chiaro. Dal 2011 al 2015 i controlli sono stati 131 (una media di 26,2 all'anno), le ispezioni 522 (in media 104 all'anno) e hanno portato alla scoperta di 243 violazioni (perlopiù in relazione al trasferimento di denaro) e 648 soggetti denunciati o verbalizzati.

«La riduzione registrata in questi ultimi anni e la sua velocità di realizzazione – ha spiegato nell'audizione resa il 19 aprile 2016 in commissione Finanze della Camera, Claudio Clemente, direttore dell'Uif, l'Unità di informazione finanziaria di BankItalia – sono apparse anomale anche alla luce degli elementi disponibili e del confronto con l'Agenzia delle dogane nell'ambito dell'attività di collaborazione con la Direzione

nazionale antimafia e antiterrorismo. L'attività svolta ha consentito finora di accertare che almeno una parte significativa della differenza riscontrata dipendeva dalla migrazione di numerosi agenti verso Istituti di pagamento comunitari che sono risultati meno attenti al profilo dei controlli e che non hanno contribuito alla rilevazione statistica dei dati. In linea generale si è rilevata la capacità, che rende ipotizzabile una sottostante organizzazione estesa ed efficiente, di cambiare con rapidità gli operatori di riferimento da parte di reti di agenti ad ogni avvisaglia di attenzione sulla loro attività».

Come si vede dal grafico sono le rimesse per la Cina a diminuire. Vuoi per una normale diminuzione dei flussi finanziari, ma forse anche per il fatto che i cinesi hanno incrementato i canali “non formali”. E come si vede in maniera consistente. Può anche essere, che molti punti di Money Tranfert, non adempiono correttamente alle direttive della Banca d’Italia o anche allo spostamento dei trasferimenti ai nuovi strumenti monetari i così detti Bitcoin.