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LE RIMESSE dei MIGRANTI IL LORO VALORE ECONOMICO-SOCIALE SIA PER IL PAESE OSPITANTE CHE PER IL PAESE DI ORIGINE. Tecniche e modi per trasferire il denaro dei migranti. Alcune comunita di migranti residenti in provincia di Pisa, analisi e dati statis

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Corso di laurea Magistrale in "Scienze per la Pace:

Cooperazione Internazionale e Trasformazione dei Conflitti"

TESI DI LAUREA

LE RIMESSE dei MIGRANTI

IL LORO VALORE ECONOMICO-SOCIALE SIA PER IL PAESE OSPITANTE

CHE PER IL PAESE DI ORIGINE

.

Tecniche e modi per trasferire il denaro dei migranti.

Alcune comunità di migranti residenti in provincia di Pisa, analisi e dati statistici sulle loro rimesse.

L’evoluzione e l’interesse del sistema Bancario Italiano verso i migranti.

Laureando: Umberto Mugnaini

Relatore: prof. Pompeo Della Posta

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Dedicato alla memoria del Prof. Marco Della Pina con profondo e sincero ringraziamento per la sua amicizia e, con affetto ai miei nipotini Guglielmo e Dorothy

Se fai il bene, ti attribuiranno secondi fini egoistici non importa, fa il bene Da' al mondo il meglio di te, e ti prenderanno a calci non importa, dà il meglio di te.

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LE RIMESSE dei MIGRANTI

IL LORO VALORE ECONOMICO-SOCIALE SIA PER IL PAESE OSPITANTE CHE PER IL PAESE DI ORIGINE.

Tecniche e modi per trasferire il denaro dei migranti.

Alcune comunità di migranti residenti in provincia di Pisa, analisi e dati statistici sulle loro rimesse.

L’evoluzione e l’interesse del sistema Bancario Italiano verso i migranti.

Sommario

1. Elenco degli acronimi e abbreviazioni ... 5

Lampedusa, uno specchio della società Italiana (Prof. Marco Della Pina) ... 6

2. Premessa……… 9

3. Introduzione ... 12

4. Cenni storici sulle rimesse dei migranti; ... 17

5. L’immigrazione in Italia ... 25

6. Distribuzione e composizione degli immigrati in Italia ... 29

7. Le rimesse dei migranti: considerazioni generali e loro importanza ; ... 34

8. La funzione economica e sociale delle rimesse ... 38

9. I motivi delle rimesse teorie e paradigmi ... 45

10. Analisi sulle varie tipologie di trasferimento:formale e informale; ... 51

11. Le rimesse attraverso i canali formali ... 54

12. Canali di trasferimento ... 58

13. Individuazione, scelta e convenienza dei vari canali ... 62

14. Le rimesse attraverso i canali informali ... 70

15. Hawala... 72

16. Alcuni casi di nazioni di forte emigrazione in Italia e di ricevimento delle rimesse ... 76

17. ALBANIA ... 82

Albania - statistiche principali ... 82

18. Considerazioni generali ... 83

19. Le rimesse degli albanesi ... 86

20. Albanesi in Italia – statistiche demografiche ... 88

21. Distribuzione per regione (2015) ... 89

22. Comuni con la presenza maggiore di albanesi (2015) ... 89

23. Popolazione albanese residente in Provincia di Pisa...90

24. Classifica dei comuni per numero di residenti albanesi ………..90

24. Albanesi residenti in Provincia di Pisa dal 2010 al 2016 ……… 91

25. SENEGAL ... 93

Senegal - statistiche principali ... 93

26. Considerazioni generali ... 94

27. Le rimesse dei senegalesi ... 94

28. Senegalesi in Italia statistiche demografiche ... 98

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30. Comuni con la presenza maggiore di senegalesi (2015)... 99

31. Popolazione senegalese residente in Provincia di Pisa ……….99

32. Classifica dei comuni per numero di residenti senegalesi ….……… 100

33. Senegalesi residenti in Provincia di Pisa dal 2010 al 2016………..100

34. UCRAINA ... 102

Ucraina - statistiche principali ... 102

35. Considerazioni generali ... 103

36. Ucraini in Italia ... 104

37. Distribuzione per regione (2015) ... 105

38. Comuni con la presenza maggiore di ucraini (2015) ... 105

39. Popolazione ucraina residente in Provincia di Pisa ……….106

40. Classifica dei comuni per numero di residenti ucraini………106

41. Ucraini residenti in Provincia di Pisa dal 2010 al 2016 ……….107

42. Considerazioni particolari dell’immigrazione delle ucraine (badanti) ... 108

43. Dati demografici generali in toscana e provincia di pisa; ... 111

44. Cittadini stranieri 2015 - provincia di pisa ... 112

Distribuzione per area geografica di cittadinanza………. 112

Paesi di provenienza……….. 113

Distribuzione della popolazione straniera per area geografica……….. 114

45. Le rimesse verso l’estero in Italia, toscana: dati statistici……… 115

46. Le rimesse in Provincia di Pisa, i dati delle tre comunità rilevate………117

47. Costi dei trasferimenti formali e informali; ... 123

48. La bancarizzazione dei migranti ... 129

49. Il caso western union bank ... 141

50. Moneygram ... 145

51. Ria money transfer ... 148

52. I nuovi strumenti monetari i bitcoin ... 151

53. Le politiche per agevolare le rimesse e per indirizzarle verso il risparmio e gli investimenti nei paesi di origine………156

54. Conclusioni ... 156

55. Siti visitati e di riferimento ... 176

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1. Elenco degli acronimi e abbreviazioni

Aiuti Pubblici allo Sviluppo Official development assistance ODA

Fondo Monetario Internazionale FMI

Global Remittances Working Group,(Gruppo di Lavoro Globale sulle Rimesse) GRWG Informal Value Transfer Systems IVTS Investimento Diretto all’Estero in inglese foreign direct investment (FDI) IDE

Istituzioni di Microfinanza IMF

Money Transfer Companies MTC

Money Transfer Organizations MTO

Operatori di Trasferimento Monetario OTM

Paesi in via di Sviluppo PVS

Remittance Prices World RPW

Remittance Service Provider RSP

World Bank – Banca Mondiale WB

Glossario minimo

Emigrato – persona che lascia il proprio paese di origine

Immigrato – persona straniera che entra in un paese diverso da quello

di nascita

P.I.L. (Prodotto interno lordo) in inglese, GDP (Gross Domestic

Product) misura il valore di mercato di tutte le merci finite e di tutti i servizi prodotti nei confini di una nazione in un dato periodo di tempo –

P.N.L. (Prodotto Nazionale Lordo) in inglese GNP (Gross National

Product) è il valore monetario di tutti i beni e servizi finali prodotti da fattori posseduti da cittadini di una determinata nazione in un determinato periodo di tempo. Il PNL si ottiene dal PIL (Prodotto Interno Lordo) aggiungendovi il reddito percepito da soggetti residenti nel paese per investimenti all'estero e sottraendovi il reddito percepito nel paese da soggetti non residenti.

REMITTANCES – RIMESSE Una rimessa è un trasferimento di denaro

da un lavoratore straniero ad un individuo nel suo paese d'origine. I soldi inviati a casa dai migranti concorrono con gli aiuti internazionali come uno dei maggiori afflussi finanziari verso i paesi in via di sviluppo. Le rimesse dei lavoratori rappresentano una parte significativa dei flussi di

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capitali internazionali, in particolare per quanto riguarda i paesi esportatori del lavoro.

Lampedusa, uno specchio della società Italiana

Una riflessione del professor Marco Della Pina del corso di laurea in Scienze per la Pace 1

(Foto: Monumento ai migranti, Mimmo Paladino)

In questa Italia che odia, esclude e rende invisibili gli ultimi, siano essi i bambini disabili nelle scuole, i giovani e le donne senza lavoro, gli anziani soli, i migranti ed i profughi, forse soltanto un Papa figlio di immigrati e venuto "dalla fine del mondo" poteva rifiutare per la tragedia di Lampedusa il quieto approccio della "disgrazia", lettura molto usata dai politici Italiani. Egli ha sentito dentro di sé la dignità e l'onore necessari per rivendicare fortemente, con il grido "vergogna!", il principio della responsabilità individuale e sociale.

Due sole possibili scelte politiche si aprono quindi di fronte a noi, perché la tragedia di Lampedusa, come tutto ciò che è connesso ai fenomeni migratori, è specchio ed ombra dei condizionamenti, limiti, contraddizioni sia delle società di partenza, sia, ciò che più ci interessa, di quelle di arrivo. Se pensiamo ad una "disgrazia", vedremo presto che soltanto l'entità di questa ultima strage ha commosso la politica e la società Italiane, pronte però a dimenticare, appena spenti i riflettori, il mare di

1 Dopo la tragedia di Lampedusa e il lutto nazionale del 4 ottobre scorso, in segno di cordoglio e solidarietà, l'Università di Pisa ha voluto condividere una riflessione a firma del compianto prof. Marco della Pina, docente, anche, del corso di laurea in Scienze per la Pace del nostro Ateneo.

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dolore che ci circonda: il sempre più grande cimitero senza nomi del Mediterraneo.

Torneremo a non vedere, non ascoltare, non fare; la politica intenta al proprio "teatrino", la società preoccupata di sopravvivere dentro una crescente disuguaglianza e un diffuso impoverimento.

Le attuali leggi sull'immigrazione saranno forse depurate delle parti più repressive, ma sempre pensate in funzione della sicurezza e della stabilità interna, affinché nelle classi più deboli l'odio di sé e della propria povertà continui a trasformare l'antico "odio di classe" in paura ed esclusione verso gli stranieri (R. Siebert2, Il razzismo, Carocci 2003, p.106).

Forse anche l'aiuto richiesto all'Europa si limiterà ad un rafforzamento dell'agenzia Frontex3, creata nel 2004, che prevede il pattugliamento continuo dei confini europei, ed in particolare delle coste dei paesi aderenti a Shengen 4che si affacciano sul Mediterraneo; essa ha fornito ai paesi del sud-Europa un modello di intervento basato soltanto sulla sicurezza, con una politica dei respingimenti che ha prevalso sulle sempre più deboli politiche di accoglienza.

Nessuna riflessione sarà inoltre avviata sul fatto che gran parte dei migranti del Mediterraneo non sono migranti economici, ma sono in realtà profughi provenienti da zone di guerra e dittature come Eritrea e Somalia, territori Italiani in un passato coloniale e razzista ancora tutto da conoscere ed elaborare.

Se pensiamo invece alla capacità di provare "vergogna", è stato scritto che essa è indice di "una inaudita, spaventosa prossimità dell'uomo con se stesso...Diversamente dalla colpa, la vergogna può permettere a chi la prova di migliorare se stesso, di rifondarsi... Essa protegge l'uomo, ed ancor più l'uomo politico, dalla violazione dei codici etici, interiori ed esteriori.

In questo senso vergogna è una parola politica" (G. Carofiglio5, La manomissione delle parole, Rizzoli 2010, p.73). Forse è stata proprio la vergogna

2 Renate Siebert Professore Ordinario di Sociologia del Mutamento (SPS/07) Preside Vicaria della Facoltà di Scienze Politiche, Università della Calabria Nata a Kassel, Germania, il 29 aprile 1942

3 Frontex (nome completo: Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera) è un'agenzia dell'Unione europea il cui centro direzionale è a Varsavia, in Polonia. Il suo scopo è il coordinamento del pattugliamento delle frontiere esterne, aeree marittime e terrestri degli Stati della UE e l'attuazione degli accordi con i Paesi confinanti con l'Unione europea. (Wikipedia)

4 L'acquis di Schengen è un insieme di norme e disposizioni, integrate nel diritto dell'Unione europea, volte a favorire la libera circolazione dei cittadini all'interno del cosiddetto Spazio Schengen, regolando i rapporti tra gli Stati che hanno siglato la Convenzione di Schengen.

5Gianrico Carofiglio (Bari, 30 maggio 1961) è uno scrittore e politico Italiano. Magistrato dal 1986, ha lavorato come pretore a Prato,

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verso il passato fascista il sentimento prevalente tra i Padri Costituenti Italiani, che li ha portati a scrivere una Carta che parla di lavoro, diritti inviolabili delle persone, solidarietà, uguaglianza, rispetto delle diversità. Carta rimasta spesso inattuata o violata, ed invece ancora attualissima. Soltanto in questo contesto di profondo cambiamento politico, sociale e culturale, l'Italia potrà svolgere un ruolo attivo in Europa, per la costruzione di politiche migratorie d'accoglienza comuni e coordinate, ampliando le forme di cooperazione e di partenariato euro-mediterraneo. Al tempo stesso sarà possibile introdurre in Italia un'organica legge sul diritto d'asilo, che protegga i profughi e renda più sicuri i loro percorsi d'ingresso in Europa.

Fondamentale sarà infine rivedere radicalmente non soltanto la legge Bossi-Fini del 2002, ma anche il pacchetto sicurezza del 2009 che ha inventato il reato di clandestinità, trasformando in criminali gli immigrati irregolari e consentendo la loro detenzione fino a 18 mesi nei Centri di Identificazione ed Espulsione, veri e propri campi-lager protetti da filo spinato.

Marco Della Pina6

8 ottobre 2013

momento di rientrare in servizio, dopo il mandato parlamentare, ha dato le dimissioni dalla magistratura, dichiarando di volersi dedicare alla scrittura a tempo pieno.

6Marco Della Pina (Cecina 15/09/1947 – Pisa 24/12/2014) - Docente di storia contemporanea dell’Ateneo pisano, Della Pina ha

trascorso gran parte della sua vita a Marina di Cecina dove risiedeva con la prima famiglia e dove operava sul versante della cultura e della politica. Le sue passioni più avvincenti. Di lui Massimo Guantini, suo amico da sempre, diceva: “E’ un idealista”. E aggiungeva: “Naturalmente anche con tutti i pregi e i difetti degli idealisti”. Eppure Marco nel mondo della politica, da sempre trascorso da cinismo ed opportunismo, forniva l’occasione di apprezzare quasi un soffio di aria pura. Proveniva dall’esperienza pisana della contestazione giovanile del ’68 ed aveva partecipato alla drammatica vicenda della protesta studentesca al capodanno viareggino della Bussola. Militante poi nell’area del Manifesto era progressivamente approdato sempre da sinistra verso le tendenze “verdi” fino ad assumere l’incarico di assessore all’ambiente nella Provincia labronica. Da qui la connessione per lui con le durezze della realtà e lo scotto con le mediazioni amministrative. Negli anni che ha insegnato anche al corso di laurea di Scienze per la Pace ha portato ai suoi corsi di Geografia Politica e Storia delle Migrazioni, la sua passione per la politica. Competente ed esigente ha sempre suscitato nei suoi allievi curiosità nello studiare il presente e tutte le sue sfaccettature dei disagi sociali.

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2. Premessa

Quando ho iniziato a pensare, nel 2011, ad un argomento per la tesi, sia della triennale che della magistrale, subito sono andato alle mie esperienze di lavoro bancario.

Ho conosciuto il microcredito7 da tanti anni, anche perché il servizio al cliente più bisognoso è sempre stato per me una priorità.

Sono stato dirigente di una grande banca Italiana a livello internazionale, ora di proprietà di un gruppo francese, ho lavorato in molte regioni di Italia ed all’estero, ed ho sempre maturato l’idea che la banca deve stare al servizio dei “cittadini” e non svolgere un potere.

Per questo quando ho iniziato nei primi anni 2000 a leggere di e su Muhammad Yunus8, sul microcredito e sulle banche di villaggio, questo è stato per me una scoperta ma anche una positiva conferma di quello che avevo fatto nel gestire l’erogazione del piccolo credito.

Più tardi, quando ho iniziato a lavorare nel terzo settore, ho elaborato vari progetti di microcredito sulla falsa-riga delle varie esperienze dell’Isolotto di Firenze e di altre comunità che lavoravano su progetti di economia solidale come i GAS9 e i DES10.

7 microcredito è uno strumento di sviluppo economico che permette l'accesso ai servizi finanziari alle persone in condizioni di povertà ed emarginazione. Il microcredito viene definito come "credito di piccolo ammontare finalizzato all'avvio di un'attività imprenditoriale o per far fronte a spese d'emergenza, nei confronti di soggetti vulnerabili dal punto di vista sociale ed economico, che generalmente sono esclusi dal settore finanziario formale. (Wikipedia)

8

Muhammad Yunus (in lingua bengalese: Muhammod Iunus) (Chittagong, 28 giugno 1940) è un economista e banchiere bengalese. È ideatore e realizzatore del microcredito, ovvero di un sistema di piccoli prestiti destinati ad imprenditori troppo poveri per ottenere credito dai circuiti bancari tradizionali. Per i suoi sforzi in questo campo ha vinto il premio Nobel per la pace 2006. Yunus è anche il fondatore della Grameen Bank, di cui è stato direttore dal 1983 al 2011. (Wikipedia)

9 I Gruppi di Acquisto Solidali (G.A.S.) nascono da una riflessione sulla necessità di un cambiamento profondo del nostro stile di vita. Come tutte le esperienze di consumo critico, anche questa vuole immettere una «domanda di eticità» nel mercato, per indirizzarlo verso un'economia che metta al centro le persone e le relazioni.

10 Il progetto "RES" (Rete di Economia Solidale) è un esperimento in corso per la costruzione di una economia "altra", a partire dalle mille esperienze di economia solidale. Questa progetto in costruzione, come sta avvenendo in diversi altri luoghi in giro per il mondo, segue la "strategia delle reti" come pista di lavoro. Intende cioè rafforzare e sviluppare le

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Nel 2012, nei mesi che mi approssimavo a riflettere su quale argomento elaborare la tesi della triennale, scoprii purtroppo che l’argomento del Microcredito nel nostro Corso di laurea era inflazionato, pertanto su suggerimento anche del mio relatore intrapresi un lavoro che sicuramente evidenziava un altro aspetto delle potenzialità di chi pur povero, può migliorare la propria situazione personale, familiare ma anche per aiutare il proprio paese di origine a crescere e svilupparsi autonomamente.

Questo lavoro di ricerca è iniziato, pertanto, per la tesi alla triennale, che è stato un lavoro di sintesi e comunque di impostazione della ricerca, sia dei dati che delle fonti.

In effetti la ricerca dei dati, dei riferimenti bibliografici e la raccolta degli articoli è avvenuta in questi anni a partire dal 2011.

Sul tema specifico, va ricordato che, dal 2004, grazie alle direttive della Banca Mondiale11 e del Fondo Monetario Internazionale12, si è sviluppato un’attività di ricerca, di raccolta dati e di statistiche sullo specifico argomento delle Rimesse.

Infatti si è capito quanta importanza hanno le rimesse degli emigranti sia dal punto di vista economico che sociale. Purtroppo anche il malaffare si è interessato a questi flussi, insinuandosi in questo ambito e sviluppando un sistema parallelo per finanziare: armi, droghe ed altro.

realtà di economia solidale attraverso la creazione di circuiti economici, in cui le diverse realtà si sostengono a vicenda creando insieme spazi di mercato finalizzato al benessere di tutti. (Wikipedia)

11 Banca Mondiale (acronimo BM o WB, dall'inglese World Bank) comprende due istituzioni internazionali: la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (BIRS) e l'Agenzia internazionale per lo sviluppo (AID o IDA), che si sono prefisse l'obiettivo di lottare contro la povertà e organizzare aiuti e finanziamenti agli stati in difficoltà.[1] La sua sede è a Washington D.C.; il presidente è eletto per cinque anni dal consiglio di amministrazione della banca. Fa parte delle istituzioni specializzate dell'Organizzazione delle Nazioni Unite. (Wikipedia)

12 Fondo monetario internazionale (International Monetary Fund, di solito abbreviato in FMI in Italiano e in IMF in inglese) è un'organizzazione composta dai governi nazionali di 189 Paesi e insieme al gruppo della Banca Mondiale fa parte delle organizzazioni internazionali dette di Bretton Woods, dal nome della località in cui si tenne la conferenza che ne sancì la creazione. L'FMI è stato formalmente istituito il 27 dicembre 1945, quando i primi 29 stati firmarono l'accordo istitutivo e l'organizzazione nacque nel maggio del 1946. Attualmente gli Stati membri sono 189. (Wikipedia)

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Questo mio lavoro è suddiviso in cinque parti ed una conclusione:

 la prima con l’introduzione ed i cenni storici introduce l’argomento sia delle rimesse che del loro valore;

 la seconda parte analizza la funzione delle rimesse e cerca di dare una connotazione sulle tipologie delle stesse e spiegando ciò che al momento esiste sul mercato;

 nella terza parte affronto le varie tipologie dei canali formali ed informali;

 nella quarta parte prendo in considerazione tre tipologie di migranti e cioè le comunità più significative della provincia di Pisa (albanesi, senegalesi e ucraini), fornendo una scheda dei paesi di origine, loro economia e statistiche varie

 nella quinta parte affronto i dati complessivi delle rimesse in Italia, la bancarizzazione degli stranieri residenti, i costi per il trasferimento delle rimesse. Inoltre presento sia le banche che offrono prodotti bancari agli stranieri e le tre società multinazionali di trasferimento del denaro. In questa parte dedico un capitolo al nuovo fenomeno dei BITCOIN13 nuovo strumento monetario e finanziario che rivoluzionerà il sistema e il futuro della “moneta”. In ultimo le mie conclusioni.

In questa ricerca ho trovato molta difficoltà nel reperire dati statistici omogenei e riferiti ad un determinato periodo temporale o anno. Pertanto ho presentato i vari capitoli ed argomenti con riferimento a dati statistici i più recenti possibili che vanno dal 2005 ai dati anche del 2016.

13 Bitcoin (simbolo: BitcoinSign.svg; codice: BTC o XBT) è una moneta elettronica creata nel 2009, il cui inventore è noto con lo pseudonimo Satoshi Nakamoto, sviluppando un'idea dello stesso autore presentata su Internet a fine 2008. Convenzionalmente, il termine Bitcoin maiuscolo si riferisce alla tecnologia e alla rete mentre il minuscolo bitcoin si riferisce alla valuta in sé (Wikipedia)

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3. INTRODUZIONE

Le rimesse stanno diventando sempre di più oggetto di numerosi studi. Esse giocano un ruolo fondamentale nelle economie dei paesi in via di sviluppo, esportatori di manodopera.

Questo sia a livello micro, essendo le famiglie dei migranti le beneficiarie dirette le quali utilizzano le rimesse per consumi quotidiani, sia a livello macroeconomico, in quanto le rimesse costituiscono una delle principali voci della bilancia dei pagamenti di molti paesi d'origine.

Questi flussi sono solo secondi agli investimenti diretti esteri e superano gli aiuti ufficiali allo sviluppo (Official Development Assistance – ODA)14 rivolti a questi paesi.

L’immigrazione è uno degli argomenti di cui oggi in Italia si parla di più a livelli molto diversi. E’ un tema centrale del dibattito politico, un argomento della conversazione quotidiana tra le persone, un tema presente negli approfondimenti dei mass media.

Spesso questo interesse non è supportato da adeguati elementi conoscitivi o margini di approfondimento e si risolve in uno scontro di luoghi comuni e pregiudizi di volta in volta positivi o negativi. Tuttavia, anche quando risulta supportato da un’adeguata preparazione preliminare, il dibattito rischia di risolversi in una contrapposizione tra posizioni apparentemente inconciliabili.

14 ODA (Official Development Assistance)L'aiuto allo sviluppo (anche aiuto estero o assistenza tecnica) è una forma di aiuto fornita da governi ed altre agenzie a sostegno dello sviluppo economico, sociale e politico dei paesi in via di sviluppo. Si distingue dall'aiuto umanitario poiché punta ad alleviare la povertà nel lungo termine, più che le sofferenze nel breve termine. Alcuni governi tendono ad includere l'assistenza militare nella nozione di "aiuto estero", benché molte ONG disapprovino tale definizione. (Wikipedia)

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Da una parte la posizione che potremmo definire filo-migratoria e dall’altra parte quella anti-migratoria.

Tale contrapposizione si risolve in una dicotomia quasi antinomica, secondo modalità che purtroppo sembrano sempre più connaturate ad ogni forma di dibattito nel nostro paese. Questa modalità di confronto non facilita molto la creazione di un’opinione equilibrata rispetto alle migrazioni come fenomeno sociale.

Ogni posizione si consolida nelle proprie convinzioni con argomenti che paiono incontrovertibili ai sostenitori e tali da poter affermare con la massima convinzione che la propria opinione è l’unica sensata, convincente e soprattutto “realistica”.

Viceversa si accusa chi sostiene l’opinione contraria di essere vittima di pericolose e insensate “paure”, o seguace di “utopie” altrettanto perniciose e prive di legami con la realtà.

Anche un’analisi superficiale mostra che a quasi tutte queste posizioni può essere riconosciuto un certo contenuto di credibilità. Forse si può perfino ipotizzare che per ognuna di esse sussistano più o meno adeguati argomenti di difesa teorica. Tuttavia nessuna può essere ragionevolmente considerata l’unica incontrovertibile e dimostrabile verità rispetto all’argomento trattato.

Pur riconoscendo l’indubbio valore di esercizio dialettico delle dispute inerenti tali argomenti, l’intero dibattito pare viziato dalla natura della materia stessa.

Le prove a favore o contro una determinata posizione paiono infatti spesso suffragate più da convinzioni individuali, affermazioni di valore e opinioni soggettive, che da adeguate raccolte di dati a supporto o dall’analisi di rapporti di causa/effetto.

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Certamente alla base di numerose affermazioni dei sostenitori di entrambe le posizioni pare sussistere una profonda e a volte inconscia convinzione nell’una o nell’altra delle due affermazioni:

• Le migrazioni sono un bene • Le migrazioni sono un male.

E’ evidente che tali proposizioni di base costituiscono enunciati valutativi piuttosto che descrittivi o fattuali. Se allora si considera accettabile una delle tesi più diffuse: ovvero la tesi secondo la quale gli enunciati fattuali sono oggettivi e indipendenti dal nostro apparato concettuale, mentre gli enunciati valutativi sono soggettivi e dunque non si può argomentare razionalmente in loro sostegno, si avranno grosse difficoltà a trovare elementi per produrre una mediazione se non una visione comune tra le due posizioni.

Basandosi su enunciati valutativi di valore soggettivo, le due posizioni sono destinate a scontrarsi in eterno, producendo vasti apparati giustificativi, proposte pratiche e modelli di intervento, che si contrappongono quasi specularmente.

Anche in questo ambito sembra dunque riproporsi la dualità/dicotomia fatto/valore, con le conseguenze che essa ha rispetto alle pretese conoscitive in relazione a un determinato fenomeno.

Pur riconoscendone la problematicità si è scelto di partire da questo presupposto per indagare se esistano rispetto alla materia argomenti che possano essere affrontati in modo da fornire un risultato dotato di contenuto conoscitivo affidabile.

Si è dunque deciso di non fornire un ulteriore contributo ai dibattiti che cercano di appurare se le migrazioni oltre ad essere un’evidenza della

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realtà siano “giuste” o “sbagliate”, o se la natura morale dei migranti sia “buona” o “cattiva”.

Piuttosto si è provato a limitare l’indagine ad un argomento intorno al quale si potessero esprimere posizioni teoriche, realizzare ricerche empiriche a supporto, e impostare un confronto su basi oggettive.

Pertanto, anche in considerazione dell’importanza che la sfera economica riveste nella nostra società, è parso interessante concentrare l’attenzione su un approccio economico ai temi dell’immigrazione.

La scelta di adottare questa impostazione di lavoro ha lo scopo di uscire dal dualismo che vede le migrazioni come un “male” o come un “bene”, per inquadrare il problema dell’utilità dell’immigrazione in termini economici per i paesi di destinazione e in particolare per l’Italia.

Le domande alla base di questo lavoro sono dunque:

• L’immigrazione è utile all’economia del paese di insediamento dei migranti?

 Esistono scelte di politica migratoria che si rivelano più utili da un punto di vista economico di altre?

 Le rimesse dei migranti si possono, a tutti gli effetti, paragonare e considerare alla stregua degli impegni di sviluppo che, i paesi occidentali, hanno nei confronti dei paesi di origine dei migranti?

Sono questi i quesiti che al termine di questa tesi dovremo chiederci.

Per analizzare le determinanti dei flussi di rimesse è necessario tenere a mente che esse sono il frutto di un processo importante quale quello migratorio da parte di alcuni individui che decidono di lasciare il proprio ambiente, in questo caso, il proprio Paese alla ricerca di un lavoro.

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A differenza delle teorie sviluppate alcuni decenni fa, nelle quali l’emigrazione così come lo sviluppo non venivano posti in relazione tra di essi e in particolare con le rimesse, negli ultimi decenni gran parte degli sforzi dei ricercatori vanno proprio verso questa direzione.

Inoltre, le nuove teorie intendono fare luce anche sulla capacità dell’emigrazione e quindi delle rimesse di agire sulla disuguaglianza, sul mercato del lavoro e sulla stessa stratificazione sociale dell’area di origine.

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4. Cenni storici sulle rimesse dei migranti;

Le rimesse dei lavoratori immigrati sono una componente importante dei flussi finanziari internazionali.

Le rimesse sono il denaro inviato dagli emigrati residenti all’estero e se il lavoro fosse considerato un bene esportabile allora le rimesse sarebbero il naturale corrispettivo pagato dal paese di destinazione alla Nazione di provenienza dei migranti per aver importato beni e servizi.

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI)15 classifica le rimesse in tre categorie:

a. le rimesse inviate da lavoratori residenti all’estero per più di un anno;

b. qualsiasi forma di compensazione percepita ed inviata dai residenti all’estero per un periodo inferiore ad un anno;

c. I trasferimenti netti effettuati dai migranti.

Il FMI pubblica ogni anno il bollettino delle statistiche della Bilancia dei Pagamenti di gran parte dei paesi del mondo; nella Bilancia dei Pagamenti le rimesse sono classificate come trasferimenti correnti, inserite nelle

15Il Fondo monetario internazionale (International Monetary Fund, di solito abbreviato in FMI in Italiano e in IMF in inglese) è un'organizzazione composta dai governi nazionali di 189 Paesi e insieme al gruppo della Banca Mondiale fa parte delle organizzazioni internazionali dette di Bretton Woods, dal nome della località in cui si tenne la conferenza che ne sancì la creazione. L'FMI è stato formalmente istituito il 27 dicembre 1945, quando i primi 29 stati firmarono l'accordo istitutivo e l'organizzazione nacque nel maggio del 1946. Nell'articolo 1 dell'Accordo Istitutivo gli scopi dell'FMI sono così definiti:

1. promuovere la cooperazione monetaria internazionale; 2. facilitare l'espansione del commercio internazionale;

3. promuovere la stabilità e l'ordine dei rapporti di cambio evitando svalutazioni competitive;

4. dare fiducia agli Stati membri rendendo disponibili con adeguate garanzie le risorse del Fondo per affrontare difficoltà della bilancia dei pagamenti;

5. in relazione con i fini di cui sopra abbreviare la durata e ridurre la misura degli squilibri delle bilance dei pagamenti degli Stati membri.

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partite correnti e fanno parte del PNL (Prodotto Nazionale Lordo)16, esse costituiscono il trasferimento di denaro unilaterale tra Nazioni.

Le altre forme di trasferimento di tipo finanziario sono considerate come scambio di beni finanziari tra residenti e non residenti e sono inserite nella sezione del conto capitale o finanziario e quindi del PIL (Prodotto Interno Lordo).

Le rimesse contabilizzate nella Bilancia dei Pagamenti17 sono le somme trasferite a mezzo banca.

In Italia i dati sono raccolti dall’Ufficio Italiano Cambi (UIC)18 che da alcuni anni è stato accorpato alla Banca d’Italia.

Occorre conoscere il fenomeno delle rimesse legato al mondo dei migranti che sta assumendo dimensioni rilevanti e capire come possono essere gestiti in modo tale che diventino fattore di sviluppo per il Paese di origine dei migranti stessi.

E' questo il percorso individuato dalla Banca Mondiale19 affinché i trasferimenti in denaro dei migranti verso i loro Paesi di origine diventi

16 Il Prodotto Nazionale Lordo (PNL) è il valore monetario di tutti i beni e servizi finali prodotti da fattori posseduti da cittadini di una determinata nazione in un determinato periodo di tempo. Il PNL si ottiene dal PIL (Prodotto Interno Lordo) aggiungendovi il reddito percepito da soggetti residenti nel paese per investimenti all'estero e sottraendovi il reddito percepito nel paese da soggetti non residenti. Il PNL si differenzia dal PIL solo su un punto: si tratta di un aggregato nazionale e non interno. (Vikipedia)

17La bilancia dei pagamenti è: « uno schema contabile che registra le transazioni tra i residenti in un’economia e i non residenti, in un dato periodo di tempo. Una transazione è un’interazione tra due entità istituzionali che avviene per mutuo consenso o per legge e comporta, tipicamente, uno scambio di valori (beni, servizi, diritti, attività finanziarie) o, in alcuni casi, il loro trasferimento senza contropartita. »

(Banca d'Italia, Manuale della bilancia dei pagamenti e della posizione patrimoniale sull'estero dell'Italia)

18Ufficio Italiano Cambi Nasce nel 1945 con il decreto legislativo luogotenenziale 17 maggio 1945 n. 331, assorbendo le funzioni dell'Istituto nazionale per i cambi con l'estero[2], con l'obiettivo di vigilare i movimenti di capitali e di amministrare le riserve in valuta dell'Italia. Inoltre deteneva il monopolio nell'acquisto e vendita di oro, divise estere, biglietti di banca e di Stato esteri, titoli esteri e Italiani emessi all'estero, titoli Italiani emessi in valuta estera. L'Ufficio Italiano dei cambi era un ente strumentale della Banca d'Italia. È stato soppresso ai sensi dell'art. 62 del d.lgs. 21 novembre 2007 n. 231, e dal 1º gennaio 2008 le sue competenze sono passate a strutture già esistenti di Banca d'Italia.

19La Banca Mondiale (acronimo BM o WB, dall'inglese World Bank) comprende due istituzioni internazionali: la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (BIRS) e l'Agenzia internazionale per lo sviluppo (AID o IDA), che si sono prefisse l'obiettivo di lottare contro la povertà e organizzare aiuti e finanziamenti agli stati in difficoltà.[1] La sua sede è a Washington D.C.; il presidente è eletto per cinque anni dal consiglio di amministrazione della banca. Fa parte delle istituzioni specializzate dell'Organizzazione delle Nazioni Unite.

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una vera e propria occasione di crescita. Per questi motivi da parte degli organismi internazionali (W.B e FMI) vengono promosse ed incentivate le politiche nazionali e delle società multinazionali (MTC)per la diminuzione dei costi delle Rimesse, cercando di favorire i Canali formali ed istituzionali sia delle banche che dei MTC.

Nel mondo si calcola che ci siano oltre 250 milioni di migranti, oltre ai lavoratori transfrontalieri, in Europa ora ha una popolazione di migranti che supera i 50 milioni e quindi, con il trascorrere del tempo, è così passata da essere una regione che riceveva rimesse, a continente con il più alto tasso di invii in tutto il mondo.

I flussi di denaro, negli ultimi 25 anni, sono in costante aumento, e oggi rappresentano un elemento chiave per gli aiuti nei confronti dei paesi in via di sviluppo. Da questo elemento dunque partono le critiche, basate

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sul fatto che dalla perdita di grande somme derivi anche una guadagno minore.

source: World Bank Migration and Development Brief

I dati della Banca Mondiale, studiati e analizzati nel report “Sending money home: European flows and markets” parlano chiaro, i flussi, oltre che costituire un’ancora di salvezza per milioni di singole famiglie, producono a livello locale un forte impatto sullo sviluppo di interi villaggi, e di conseguenza favoriscono la crescita, con la possibilità sempre più alta di una “migrazione circolare”, che presuppone una mobilità generalmente temporanea (risposta eccezionale alla fluidità del mercato del lavoro globale).

Pertanto, essi possono costituire una sorta di “cuscino finanziario”, per l’eventuale ritorno permanente in patria dei migranti.

Andamento complessivo delle rimesse internazionali che ogni anno gli immigrati indirizzano verso i rispettivi paesi d’origine. La quota più

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significativa di queste maggiori risorse in ingresso nelle singole economie è diretta verso Paesi in via di sviluppo, ovvero poveri.

Circa 250 milioni di migranti internazionali hanno inviato, nel 2014, rimesse vicino a $ 600 miliardi di dollari per le loro famiglie nei loro paesi d'origine. Così facendo aiutano a vivere oltre 700 milioni di famiglie.

Più del 70% di tale somma è andato al mondo in via di sviluppo.

Come riportato nella tabella sottostante, l'India è stato il più grande paese che riceve fuori dalla top ten, con una stima $ 72 miliardi nel 2015, seguita dalla Cina ($ a 64 miliardi di euro) e le Filippine ($ 30 miliardi). I prossimi top destinatari sono il Messico ($ il 25,7 miliardi di dollari), Francia ($ il 24,6 miliardi di dollari), Nigeria ($ il 20,8 miliardi di euro), l'Egitto ($ 20,4 miliardi), Pakistan ($ 20.1 miliardi), Germania ($ il 17,5 miliardi di euro) e il Bangladesh ($ 15.8 miliardi).

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Le rimesse inviate verso i Pvs nel corso del 2015 hanno raggiunto quota 431,6 miliardi di dollari americani, cifra questa in aumento soltanto dello 0,4% rispetto al 2014, quando il flusso si attestò intorno ai 430 miliardi di dollari.

Se questo è lo scenario poco incoraggiante per i Pvs, le cose non vanno meglio analizzando il dato a livello globale, cioè considerando quanto trasferito dai migranti in tutti i Paesi del mondo (Pvs compresi).

Nel 2015 il flusso delle rimesse è stato pari a 581,6 miliardi di dollari, diminuito dell’1,7% rispetto all’anno precedente (592 miliardi di USD).

Secondo le stime della Banca Mondiale, nel 2016 i soldi che gli immigrati hanno spedito nei Paesi d’origine è di 585 miliardi e 117 milioni di dollari, recuperando così solo in parte lo scivolone dell’anno precedente.

Nel 2014, infatti, si era toccato il massimo di sempre – 596 miliardi e 558 milioni – per poi ripiegare nel 2015 a 580 miliardi e 594 milioni di cui 435 miliardi destinati a Paesi in via di sviluppo, per un totale di 232 milioni di persone coinvolte.

Il fatto che le rimesse siano una leva importante dello sviluppo economico è dimostrato non solo dalla teoria economica, ma anche dalla storia.

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Si prenda il caso dell’Italia.

Nei due periodi di crescita straordinaria (1895-1913 e 1950-1970), le rimesse hanno rappresentato un fattore di rilievo, allentando i vincoli esterni.

Il grafico rappresenta il rapporto percentuale tra le rimesse ed il Pil nazionale, entrambi espressi in lire correnti. I dati delle rimesse sono da Incerpi (2017, forthcoming); il Pil è da Baffigi (2015).

In tempi più recenti, l’emigrazione Italiana è diminuita e l’Italia – storicamente Paese di emigrazione – è diventata sempre più una destinazione attraente per i migranti (dalla fine degli anni ’80 l’immigrazione ha superato l’emigrazione in modo stabile). Dal 1999 in poi l’Italia ha registrato uscite nette di rimesse.

L’Italia da paese d’emigrazione è diventata, a partire dagli anni ‘70, un paese di immigrazione che accoglie soprattutto stranieri provenienti dal Sud del mondo. Volendo fare qualche accenno storico ai flussi migratori che negli ultimi decenni hanno interessato il nostro paese ricordo che, a partire dagli anni Cinquanta e Sessanta, si è verificato un notevole

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afflusso di lavoratori che dal Mezzogiorno si trasferirono nel Nord per lavorare nelle grandi fabbriche.

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5. L’immigrazione in Italia

Per quanto riguarda invece l’immigrazione dall’estero, i primi arrivi di lavoratori stranieri provenienti dapprima dall’Africa e in seguito anche dall’Asia è databile agli inizi degli anni Sessanta.

Si trattava inizialmente di piccole comunità formate soprattutto da lavoratrici impiegate nel lavoro domestico, arrivate in Italia attraverso i canali dei missionari Italiani presenti nei loro paesi. Queste lavoratrici provenienti dalla Somalia, dall’Eritrea e dall’Etiopia si stabilirono principalmente a Milano; altre, provenienti dalle Isole di Capoverde, a Roma.

Nello stesso periodo anche in Sicilia si formarono delle piccole comunità di lavoratori tunisini che trovarono impiego nel settore della pesca e, in misura minore, nell’agricoltura. Queste prime comunità di stranieri iniziarono pian piano a diffondersi anche in altre città Italiane.

Durante i primi anni Settanta cominciarono ad arrivare lavoratrici dalle Filippine, dalle Seychelles, dalle Mauritius e da Singapore: le mete sono ancora le grandi città, dove maggiore è la richiesta di lavoro domestico. In quel periodo arrivarono anche immigrati provenienti dal Centro - America e dall’America del Sud (principalmente dall’Argentina, dal Brasile e dal Cile) che avevano lasciato il loro paese principalmente per motivi politici.

In questo stesso periodo segnato da una consistente crescita economica si verifica il ritorno di in certo numero di Italiani che in precedenza erano emigrati all’estero.

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Le motivazioni che hanno spinto gli immigrati a lasciare i propri paesi d’origine sono di tipo economico, politico, socio-culturale; spesso tali fattori sono compresenti ed a seconda del paese di provenienza incidono in modo differente.

Negli anni ’80 i paesi di provenienza diventano sempre più numerosi, così come il numero degli arrivi. Per quando riguarda il continente africano, alla più tradizionale presenza di immigrati del Maghreb e dal Corno D’Africa, si sono aggiunti, in un secondo momento, gli immigrati provenienti dall’Africa sub sahariana (Senegal, Ghana, Nigeria).

Un secondo flusso di immigrati arriva dal Sud Est asiatico: in particolare dalle Filippine, dallo Sri-Lanka, dalla Cina e da altri paesi in quell’area. Gli immigrati provenienti dal continente sudamericano hanno una provenienza molto frazionata, anche se, considerati nel loro insieme, raggiungono cifre non trascurabili.

Un fenomeno che in questi ultimi anni ha cambiato la composizione dei flussi migratori in Italia è dato dall’aumento di immigrati provenienti

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dall’Est europeo (Romania, Moldavia, Ucraina, Georgia) in seguito al crollo dei regimi autoritari comunisti ed alla conseguente apertura delle frontiere, oltre che ai paesi Balcani, Albania ed ex Jugoslavia. Guardando più da vicino e nel dettaglio la composizione della popolazione immigrata (dati rapporto Migranti Caritas 2016):

al 1° gennaio 2015 risiedevano in Italia 60.795.612 abitanti, di cui 5.014.437 di cittadinanza straniera (8,2%), di cui 2.641.641 donne (52,7%).

Rispetto alla stessa data del 2014, la popolazione straniera è aumentata di 92.352 unità (+1,9%). Considerando poi le nazionalità più numerose, il 50,91% (2.558.625) proviene da: Romania (1.151.395), Albania (467.687), Marocco (437.485), Ucraina (230.728) e Repubblica Popolare Cinese (271.330). Cinque paesi che hanno poco in comune20.

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Mentre il 38,43% (1.495.505) appartiene a un gruppo nazionale che conta da 40.000 a 150.000 individui, in ordine decrescente: Filippine, Tunisia, Polonia, India, Moldova, Macedonia, Ecuador, Perù, Egitto, Sri Lanka, Senegal, Bangladesh, Serbia, Pakistan, Nigeria, Ghana, Germania, Brasile, Bulgaria e Ucraina .

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6. Distribuzione e composizione degli immigrati in Italia

E’ interessante notare che tra i primi 24 paesi, che raccolgono l'84,99% di tutti gli immigrati in Italia:

6 sono paesi europei tra i quali c'è la Germania 3 sono paesi balcanici

3 sono paesi della sponda sud del Mediterraneo 6 sono paesi asiatici

3 sono paesi sudamericani 3 sono paesi africani

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La presenza di tante e diversamente consistenti gruppi linguistici e nazionali facilita ogni processo di inserimento e ogni scelta di integrazione dato che moltiplica le occasioni di incontro e collaborazione con persone di cultura diversa dalla propria.

Non solo presuppone la necessità dell'uso della lingua locale (Italiano) come lingua veicolare, ma fa dello stile di vita del paese di emigrazione il minimo comune denominatore sul quale modellare il proprio.

Questa considerazione si fa ancora più evidente quando prendiamo in esame le identità religiose.

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Se consideriamo per lo stesso campione l'identità religiosa prevalente nei paesi di provenienza infatti risulta che:

11 sono cristiani

6 sono islamici 5 sono misti

Va ricordato che la presenza dei cristiani ha una forte valenza ecumenica, trattandosi spesso di cristiani che appartengono alle chiese ortodosse di Mosca e di Costantinopoli, o alle chiese nazionali.

Le piccole comunità di lingua greca o albanese di Calabria e Sicilia testimoniano quanto antico sia il legame tra le origini dell'identità Italiana e i paesi dell'oriente cristiano.

Anche i fedeli dell'Islam non costituiscono un gruppo così omogeneo: anche all'interno delle stesse comunità nazionali vi sono differenze non secondarie sotto questo profilo. L'Islam in Italia si presenta come un arcipelago di comunità locali, generalmente inclini alla tolleranza e al

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dialogo con tutti, propense in genere a prendere le distanze da qualsiasi violenza o intolleranza. Tale attitudine rischia tuttavia di venire logorata dal clima di sospetto e talvolta di ostilità che circonda i musulmani dall'11 settembre 2001.

Anche le comunità buddiste, soprattutto Srilankesi, non rappresentano certamente una minaccia all'identità religiosa della popolazione

Italiana.

Infine, da questo punto di vista, va considerato ancora che:

1 immigrato su 4 ha la cittadinanza in un paese dell'UE (il 29,1%) 1 immigrato su 2 è europeo (il 53,6%)

E soprattutto che il 13% degli stranieri è nato in Italia. Nel contesto di un rapido, e per molti aspetti preoccupante, invecchiamento della

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popolazione, la presenza degli immigrati è indispensabile per mantenere un saldo demografico attivo.

La popolazione immigrata è cresciuta del 13,4% Gli immigrati hanno un’età media di 31 anni e incidono sulle nuove nascite per il 12,6%. Gli anziani, con più di 65 anni, sono solo il 2% del totale e pochissimi sono i pensionati.

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7. Le rimesse dei migranti: considerazioni generali e loro importanza ;

I Capi di Stato e di Governo dei Paesi del G8, che rappresentano le principali economie di origine delle rimesse, hanno iniziato a occuparsi della materia in occasione del Summit di Sea Island del 200421. Da allora, diverse iniziative sono state intraprese per aumentare l’informativa sui flussi di rimesse, facilitare i trasferimenti dei fondi e ridurre le commissioni, assicurare la sicurezza e l’integrità dei flussi finanziari nonché migliorare l’impatto delle rimesse sullo sviluppo dei Paesi riceventi.

Sin dall’inizio la Banca d’Italia ha fornito il proprio contributo ai diversi progetti, in considerazione del fatto che i principali obiettivi del G8 cadono nella sfera delle sue funzioni istituzionali. Negli ultimi anni, ad esempio, il Servizio Studi della Banca ha pubblicato lavori di ricerca sul ruolo delle rimesse nei paesi mediterranei, sull’impatto che le stesse esercitano sulla volatilità della crescita del PIL e sugli effetti prodotti sulle crisi di conto corrente.

Al summit di L’Aquila nel Luglio 2009, i Capi di Stato e di Governo del G8 hanno approvato l’obiettivo della riduzione del costo delle rimesse di cinque punti percentuali in cinque anni.

21Il presidente Bush ha ospitato il Summit per il 30 G8 di Sea Island, in Georgia dal 8-10 giugno 2004. Gli Stati Uniti hanno assunto la presidenza del G8 dalla Francia all'inizio del 2004. Il presidente Bush, presidente del Summit G8 2004, ha incontrato i leader del G8 nella cornice informale e rilassato di Sea Island, in Georgia. Il vertice del G8 riunisce i leader delle maggiori democrazie industriali del mondo: Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Russia, Regno Unito, e Stati Uniti. L'Unione europea si occupa anche il vertice del G8, rappresentata dal Presidente della Commissione europea e il leader del paese che detiene la presidenza del Consiglio europeo. Precedenti vertici, i leader hanno discusso una vasta gamma dei problemi internazionali economici, politici e problemi di sicurezza.

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L’obiettivo fu fortemente promosso dal Gruppo di Lavoro Globale sulle Rimesse (Global Remittances Working Group, GRWG)22, creato dalla Banca Mondiale. L’obiettivo è stato poi anche adottato dal G20 al summit di Cannes, in Francia, nel 2011, e recentemente rinnovato a Brisbane, Australia, nel 2014.

I progressi compiuti negli sforzi globali per la riduzione dei costi di rimessa sono monitorati attraverso il database di “remittance prices” in tutto il mondo (RPW), gestito dalla Banca mondiale.

RPW copre 365 "corridoi di paesi", tra cui 48 paesi che inviano la spedizione e 105 paesi che ricevono la ricezione.

22 Il GRWG include rappresentanti di governi e esperti internazionali nel settore delle rimesse e consente la loro partecipazione come osservatori dell'industria e della società civile. Il GRWG è stato fondamentale nel garantire l' approvazione dell'obiettivo "5x5 " di G-8 e G-20 : un'iniziativa per ridurre il costo di rimpatrio di 5 punti percentuali entro cinque anni attivi dal 2009 al 2014. Nonostante la conclusione del "5x5 Obiettivo ", l'obiettivo di riduzione dei costi delle rimesse è stato riconfermato dal G20 nel 2014 e, più recentemente, un obiettivo ancora più ambizioso (3 per cento) è stato adottato tra i nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite del 2030

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Il Segretariato aggiorna regolarmente il GRWG sulle tendenze e le analisi dei costi globali delle rimesse. RPW è stato strumentale nel monitorare i costi globali di rimessa.

Source: World Bank :

Portfolio equity : investimenti di portafoglio sono investimenti passivi , in quanto non implicano una gestione attiva o un controllo della società emittente . Piuttosto, lo scopo dell'investimento è unicamente guadagno finanziario, in contrasto con gli investimenti diretti esteri (IDE) in inglese (FDI)

ODA aiuto pubblico allo sviluppo

Remittances – rimesse dei migranti per canali formali.

Il lavoro del GRWG è diviso in 4 aree tematiche: 1. Dati e statistiche sui flussi

2. Interconnessioni con la migrazione e lo sviluppo 3. Sistemi di pagamento e infrastruttura di mercato 4. Rimesse: il loro impatto sull'accesso finanziario.

Le rimesse rappresentano la seconda fonte di finanziamento esterno per i Paesi in via di sviluppo, appena dietro agli investimenti diretti all’estero, due-tre volte superiori agli aiuti internazionali allo sviluppo.

Inoltre le rimesse rappresentano fonti di risorse: a) relativamente stabili;

b) contro-cicliche, cioè tendono ad intensificarsi nei periodi di crisi; c) che raggiungono i target più esposti a situazioni di povertà,

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d) che giungono a destinazione su richiesta (on demand).

Ciò nonostante, le potenzialità delle rimesse non sono sfruttate che in minima parte.

Una volta giunto nel Paese di destinazione, infatti, il denaro inviato viene utilizzato o per coprire bisogni primari immediati o per acquistare beni di consumo. Alcuni studi sono arrivati a stimare che in presenza di condizioni favorevoli, solo il 17% delle rimesse verrebbe investito in beni durevoli (casa) o in attività o intraprese.

Perciò, da qualche anno, governi e agenzie internazionali di sviluppo si sono attivati perché le rimesse possano finanziare investimenti (più che consumo) e promuovere la bancarizzazione sia dei migranti che delle famiglie d’origine.

Un impatto diretto sulla riduzione della povertà:

- le rimesse sono destinate, nella maggior parte dei casi, alla popolazione povera

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8. La funzione economica e sociale delle Rimesse

A livello micro le rimesse possono essere considerate come quella parte del reddito percepito dall’immigrato che viene inviato ai propri familiari nel paese di origine. Non ne costituiscono sempre la totalità del risparmio, in quanto esigenze diverse, legate al proprio processo di integrazione, lo portano ad accumulare una parte del reddito percepito sotto forma di risparmio nel paese di destinazione.

Guardando sempre in un’ottica micro le rimesse possono essere suddivise in due componenti:

 una componente ordinaria, che costituisce l’importo normale che il migrante invia alla propria famiglia, con una certa regolarità e

 una componente discrezionale ossia l’importo che supera la somma cosiddetta ordinaria e che l’immigrato invia occasionalmente per motivi diversi, in genere legati a particolari necessità o esigenze.

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Allo stesso modo, la rimessa può acquisire una pluralità di funzioni, e destinazioni raggruppabili nella triplice dimensione:

Individuale, imprenditoriale e collettiva.

In termini di possibili destinazioni:

- la rimessa è principalmente una fonte di sussistenza e di consumo per la famiglia di origine, per cui la riduzione dei costi di invio e la possibilità di influenzare le scelte finali di consumo da parte del migrante risultano essere due fattori strategici.

- la rimessa può diventare una fonte di consumi futuri, in particolar modo rispetto all’educazione, all’acquisto della casa e a forme previdenziali e pensionistiche, in tal senso la disponibilità di adeguati prodotti finanziari (di risparmio e investimento) e la trasferibilità dei fondi accumulati rappresentano due elementi di fondamentale interesse.

- la rimessa può diventare una risorsa per lo sviluppo e il sostegno di attività imprenditoriali nel paese di origine e di attività a carattere transnazionale, la canalizzazione delle rimesse per favorire l’accesso al credito da parte delle piccole–medie imprese richiede di strumenti nuovi ed adeguati.

- infine la rimessa, attraverso il finanziamento di progetti sociali collettivi, può costituire un’importante risorsa per il sostegno e lo sviluppo della propria comunità di origine, alimentando il proprio legame e la propria identità con le proprie radici. È necessario creare meccanismi capaci di fare da catalizzatori e da moltiplicatori.

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La promozione di un ruolo più attivo delle istituzioni d’intermediazione finanziaria potrebbe produrre alcuni effetti benefici:

a) generare concorrenza e ridurre i costi di invio delle rimesse; b) incentivare, attraverso una riduzione dei costi di invio, l’incremento dei volumi di rimesse (che significa fra l’altro maggior stabilità macroeconomica per i Paesi riceventi);

c) offrire una gamma di prodotti e servizi finanziari sia ai migranti sia a loro familiari.

Nei Paesi di origine dei migranti infatti, la rimessa può costituirsi in una sorta di garanzia per l’accesso a un credito per finanziare lo start-up o l’espansione di attività microimprenditoriali.

Le cosiddette Istituzioni di Microfinanza (IMF) per esempio, sistematicamente includono la rimessa quale entrata di reddito per le persone che richiedono il microcredito. In alcuni casi, le IMF offrono

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prodotti ad hoc che identificano un target specifico (emigranti e familiari) e che presentano caratteristiche e condizioni particolari.

La canalizzazione delle rimesse, attraverso i canali formali, produce anche altri effetti indiretti.

Da un lato, stimola processi di consolidamento dei sistemi finanziari dei Paesi di destinazione delle rimesse; dall’altro, rende più trasparenti i flussi transnazionali di denaro, favorendo la prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo.

La Banca Mondiale stima che il totale delle rimesse trasferite dai migranti nel mondo sia passato da 121 miliardi di dollari americani nel 1998 ai ca 600 miliardi del 2016. Sono i paesi in via di sviluppo, e non quelli meno sviluppati, la principale destinazione delle rimesse: nel decennio 1998/2008 il flusso che questi hanno ricevuto è passato da 71.380 a 305.281 milioni di dollari USA.

I paesi meno sviluppati, nei quali il volume totale è ugualmente quadruplicato, nel 2008 hanno ricevuto rimesse dall’estero per 20.744 milioni di dollari USA.

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La rilevanza dei risparmi dei migranti varia fortemente in relazione al prodotto interno lordo dell’area di arrivo, calcolata per il 2007: le rimesse costituiscono il 5,8 per cento della ricchezza dei paesi meno sviluppati e il 5,9 per cento della ricchezza dei paesi in via di sviluppo con i redditi più bassi.

Non stupisce che, guardando agli invii, sia dai paesi OCSE 23 ad alto reddito che viene spedito il 66 per cento di tutte le rimesse nel mondo, dove come abbiamo visto si è andata concentrando la popolazione migrante.

Le rimesse possono essere definite come trasferimenti di denaro accumulato dal migrante nel Paese di accoglienza e fatto pervenire ai propri familiari rimasti nel Paese d’origine.

23 L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) o Organisation for Economic Co-operation

and Development - OECD e Organisation de coopération et de développement économiques - OCDE in sede internazionale

è un'organizzazione internazionale di studi economici per i paesi membri, paesi sviluppati aventi in comune un sistema di governo di tipo democratico ed un'economia di mercato. L'organizzazione svolge prevalentemente un ruolo di assemblea consultiva che consente un'occasione di confronto delle esperienze politiche, per la risoluzione dei problemi comuni, l'identificazione di pratiche commerciali ed il coordinamento delle politiche locali ed internazionali dei paesi membri. L'OCSE conta 34 paesi membri e ha sede a Parigi, nello Château de la Muette. (Vikipedia)

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Sono operazioni transfrontaliere da persona fisica a persona fisica, di ammontare normalmente modesto e carattere periodico.

La rilevanza economica delle rimesse è cresciuta esponenzialmente negli ultimi 20 anni, catalizzando l’attenzione di governi, mercati ed agenzie internazionali di sviluppo.

I principali Paesi di destinazione delle rimesse sono India, Cina, Filippine e Messico.

In Paesi più piccoli, come Tajikistan, Liberia, Kirghistan, Lesotho, Moldavia, Nepal, Samoa, Haiti, le rimesse rappresentano più del 20% del PIL nazionale. (i dati sono riferiti agli anni 2011 e 2012)

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Nella tabella sottostante, sono evidenziate le varie nazioni dalle quali partono le quantità maggiori di rimesse principali e sulla loro destra i paesi che ricevono maggiormente questi flussi con indicato le % di contribuzione al PIL nazionale.

I principali Paesi d’origine delle rimesse sono di gran lunga gli Stati Uniti, seguiti da Arabia Saudita, Emirati Arabi, G.Bretagna, Germania, Canada, Francia, Russia, Italia e Spagna.

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9. I motivi delle Rimesse teorie e paradigmi

Visto l’importanza delle rimesse nelle dinamiche dello sviluppo economico dei paesi di emigrazione, la letteratura economica ha cercato di comprendere i motivi che spingono il migrante alla scelta di trasferimento delle rimesse verso i paesi di origine e i fattori che influiscono la dimensione di questi flussi di risorse finanziarie.

Dal punto di vista macroeconomico non vi sono sino ad ora teorie strutturate e complete, in grado di spiegare le determinanti delle rimesse. Vi sono tuttavia alcuni contributi che ne delineano gli effetti su alcune variabili macroeconomiche importanti.

Per quanto riguarda invece l’impatto delle rimesse sul Paese di origine, in questo caso si può fare riferimento alla teoria di Keynes, al modello Harrod-Domar 24 25 26, al modello Chenery 27 detto anche “Two gaps

24 Evsej Domar (in russo: Евсей Домар?; Łódź, 16 aprile 1914 – Concord, 1º aprile 1997) è stato un economista russo naturalizzato statunitense che assieme a Roy Harrod ha lavorato a un paradigma economico secondo cui l'aumento del reddito deve essere proporzionale a investimenti e risparmio. (Wikipedia)

25 Roy Forbes Harrod (13 febbraio 1900 – 8 marzo 1978) è stato un economista britannico che nel 1959 assieme a Evsej Domar ha lavorato a un paradigma economico secondo cui l'aumento del reddito deve essere proporzionale a investimenti e risparmio (Wikipedia)

26 Il modello di Harrod-Domar, noto anche come modello di crescita come sviluppo è un modello matematico usato in economia dello sviluppo per spiegare il tasso di crescita di un'economia in termini di livello di risparmio e produttività del capitale. (Wikipedia)

27 Hollis Chenery (6 gennaio 1918 – 1º settembre 1994) è stato un economista statunitense. Assieme a Robert McNamara fece sì che la Banca Mondiale assumesse un indirizzo più solidale. (Wikipedia)

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theory” o al “Three gaps theory” di Bacha28 ed infine alle cosiddette “Migrant Sindrome e Dutch disease”29.

Keynes sosteneva che gli investimenti e i risparmi aggregati fossero uguali. Infatti, il reddito nazionale venne rappresentato, da una parte, come la somma delle risorse dedicate al consumo ed al risparmio mentre, dall’altra, come la somma del consumo e dell’investimento.

Il modello Harrod-Domar che potremmo definirlo come “One gap theory” in quanto individuava nella scarsa capacità di risparmio un vincolo per una crescita sostenibile. Pertanto data la difficoltà, in paesi dove il reddito e quindi il consumo sono già a livello di sostentamento, la soluzione più indicata, per lo sviluppo sembrerebbe essere quello di aprirsi ai capitali esteri.

Un passo successivo venne compiuto con il contributo della “Two gaps theory” (Chenery & Bruno, 1962)30 con la quale invece si sostenne che oltre al risparmio, anche il trasferimento di capitali può divenire un vincolo. Una apertura del paese ai capitali stranieri mette, infatti, il paese

28 Edmar Bacha Lisbona ( Lambari , Minas Gerais , 1942 ) è un economista brasiliano , che ha partecipato alla squadra economica che ha istituito il Piano Real sotto il presidente Itamar Franco . Dal 2003 è il direttore del think tank " Casa das Garças " istituzione dedicata a studi e dibattiti di economia, con sede a Rio de Janeiro. (Wikipedia).

29 Dutch disease Il termine è stato coniato nel 1977 da The Economist per descrivere il declino del settore manifatturiero in Olanda dopo la scoperta del grande campo di gas naturale di Groningen nel 1959. In economia , la malattia olandese è l'apparente rapporto causale tra l'aumento dello sviluppo economico di un settore specifico e un calo di altri settori (come il settore manifatturiero o l' agricoltura ). Il meccanismo supposto è che, a fronte dell'aumento dei ricavi nel settore in crescita (o degli afflussi di aiuti stranieri), la moneta di una determinata nazione diventa più forte (apprezzata) rispetto alle valute di altre nazioni (manifestamente in un tasso di cambio ). Ciò comporta che le altre esportazioni della nazione diventano più costose per gli altri paesi a comprare e le importazioni diventano più economiche, rendendo questi settori meno competitivi. Mentre si riferisce più spesso alla scoperta delle risorse naturali, può anche riferirsi a "qualsiasi sviluppo che comporti un grande afflusso di valuta estera , tra cui un forte aumento dei prezzi delle risorse naturali, l'assistenza estera e gli investimenti diretti esteri ". (Wikipedia)

30 Michael Peter Bruno (ebraico) (nato il 30 luglio 1932, morto il 25 dicembre 1996) era un economista israeliano. Era un governatore della banca centrale di Israele e un ex Chief Economist della Banca Mondiale.Dopo il suo ritorno in Israele, ha lavorato come direttore della ricerca presso la Banca d'Israele dal 1957 al 1963, quando si è unito al dipartimento Economia dell'Università ebraica di Gerusalemme che rimase la sua casa accademica fino alla sua morte. È ben ricordato come l'economista che ha preceduto il piano di stabilizzazione del 1985 , che è riuscito a portare il tasso di inflazione annuo di Israele dal 450% e salire sotto il 20% nel corso di due anni.

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nella condizione di dipendere da fattori esogeni, quali il tasso di cambio e la riduzione degli stessi trasferimenti.

La “Three gaps theory” (Bacha, 1990) confermò il risparmio e il tasso di cambio come due variabili, in grado di frenare la crescita economica di un sistema ma aggiunse che esse non fossero le uniche. V i è infatti un terzo vincolo che può anch’esso ridurre la crescita del reddito: il vincolo fiscale. Ciò è dovuto al fatto che gli investimenti possono essere pubblici e privati e nei paesi in via di sviluppo il primo è sicuramente più importante, perché esso ha anche la funzione di incentivare l’investimento privato.

Tuttavia le rimesse, che in linea generale, hanno un impatto positivo sul paese di origine dei migranti, tendono ad incentivare, grazie anche a fattori macro-microeconomici tra i quali la scarsa produttività, i bassi salari, l’emigrazione e le importazioni.

Tali effetti conosciuti come “Dutch Disease” e “Migrant Sindrome” possono risultare molto pericolosi per i paesi che ne vengono colpiti (Taylor 1999).

Il primo fenomeno fa riferimento alla crisi economica che colpì l’Olanda dopo la scoperta del petrolio del Mar del Nord. All’epoca l’aumento esponenziale delle esportazioni di petrolio provocò un’ entrata consistente di valuta pregiata e di conseguenza di benessere nel paese. Infatti, secondo gli autori (Corden31 & Neary32) l’aumento delle esportazioni o del

31 Warner Max Corden (nato nel 1927) è un economista australiano. È conosciuto soprattutto per il suo lavoro sulla teoria della protezione commerciale, compreso lo sviluppo del modello di malattia olandese del commercio internazionale . [1] Ha inoltre partecipato ai sistemi monetari internazionali , alle politiche macroeconomiche dei paesi in via di sviluppo e all'economia australiana. [2] Corden, originariamente tedesco, emigrò dalla Germania nazista a Melbourne nel 1939. (Wikipedia)

32 J. Peter Neary FBA (nato il 11 febbraio 1950 [2] a Drogheda, Irlanda [1] ) è un economista specializzato nel commercio internazionale . È professore di economia dell'Università di Oxford e professore di Merton College di Oxford , nonché membro associato di Nuffield College di Oxford . E 'stato in precedenza professore di economia politica

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