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5.4 Pratica funeraria e/o cannibalismo nel Musteriano

6.1.1 Crani isolati con contesto incerto

Mladec cave

Il complesso di Mladec, in Moravia (Repubblica Ceca), è un vasto sistema carsico scoperto nel 1828 e scavato tra il 1881 e il 1891 da Szombathy27. Verticalmente, è tagliato da fessure e camini che mettono in comunicazione la superficie con l’interno della cavità28. I ritrovamenti, all’interno del sito, erano spazialmente correlati con i coni detritici accumulati sotto le aperture, inoltre, non sappiamo se durante il Pleistocene vi fossero degli accessi facilitati per faune e uomini. Sono stati rinvenuti circa un centinaio di elementi scheletrici umani, tra cui cinque crani isolati rappresentanti quattro adulti (Mladec 1,2,4,5) e un immaturo (Mladec 3), oltre ai resti infracranici afferenti ad adulti di entrambi i sessi29. Nel dettaglio, le ricerche ad opera di Josef Szombathy nel 1881-82 portarono alla scoperta, nel settore NE dell’area denominata “Dome of the dead”, di un focolare dove giaceva un cranio (Mladec 1) femminile. Nell’angolo settentrionale di Dome, Szombathy rinvenne altri due crani: Mladec 2 femminile e Mladec 3 infantile, oltre a 22 denti forati di vari animali. Nel 1904, Knies investigò un’area posta a circa 40 m sulla sinistra dall’entrata della grotta principale; qui oltre a strumenti litici e punteruoli in osso, anche due crani maschili (5 e 6) e frammenti della calotta di un infante30. I ritrovamenti giacevano in un recesso della roccia a circa 7 metri dal camino verticale che connetteva la caverna alla terrazza superiore. L’intero campione scheletrico è disperso in più settori carsici, inoltre, presso l’area E dove giacevano i resti umani di Dome of the Dead, si segnalano anche concentrazioni di ossa animali, soprattutto di bisonte e di cervo. Risulta così altamente probabile che, uomini e animali, possano essere precipitati quasi certamente dal camino verticale. Vi è da aggiungere, inoltre, che vi è una profonda carenza di dati che riguardano la stratigrafia, i contesti archeologici e le associazioni tra gli elementi di varia natura, oltre al fatto che la maggior parte del materiale osseo è andata distrutta durante la seconda guerra mondiale31. Per quanto concerne le datazioni, l’arco

27 Svoboda et al. 1996 pp. 56-57 28 Svoboda 1999 pag. 525

29 Henry-Gambier – Faucheux 2012 pag. 54 30

Oliva 2005

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cronologico oscilla tra i 31.680±380 e i 23.330±17032. Svoboda33 ipotizza un arrivo fortuito dei corpi attraverso cadute dai camini sul piano di campagna. Frayer34, al contrario, propone l’idea di sepolture primarie andate distrutte per l’azione dei processi post-deposizionali. Essendo però i dati inaffidabili e le informazioni in nostro possesso scarse, risulta praticamente impossibile, se non proibitivo, dimostrare l’esistenza di deposizioni deliberate o anche solo confermare una proposta interpretativa piuttosto che un’altra.

Pestera cu Oase

Pestera cu Oase è complesso carsico nel sud-ovest dei Carpazi, in Romania. Nel 2002 durante una spedizione speleologica si rinvenne, oltre ai resti di Ursus spelaeus e vari erbivori, una mandibola di uomo adulto maturo datata al C14 tra i 34.000 e i 36.000 anni fa, in pieno Aurignaziano35. La mandibola, Oase I, fu trovata nella paleosuperificie vicino all’entrata corrente della camera, ma potrebbe anche essere stata spostata dalla sua locazione originaria. Nel 2003, si rinvennero altri resti umani adiacenti all’entrata36. Si tratta dei resti del cranio di un individuo giovane (Oase II), composto da ossa facciali, frontale e tratti di occipitale e parietale, rinvenuti in una piccola alcova in una galleria adiacente, e di un frammento isolato di temporale (Oase III). Tutto il materiale osteologico umano sembrerebbe in apparente associazione con alcuni crani e mandibole di orso (Ursus spelaeus). Quilés37, attraverso un’analisi paleobiologica e tafonomica, avrebbe evidenziato che non vi sarebbe alcuna azione di attività umana all’interno della grotta e dunque la giacitura del materiale sarebbe da legare all’orso. In realtà, nessuna traccia lasciata dal passaggio degli orsi è individuabile né sul cranio né sulla mandibola umana38, allo stesso modo, nessun segno di origine antropica. Risulta anche possibile che fenomeni di ruscellamento all’interno della grotta abbiano potuto trasportare i resti e depositarli in modo caotico39. Allo stato attuale dei dati, non è possibile scartare

32 Henry-Gambier – Faucheux 2012 pag. 54 op. cit. 33 Svoboda 1999 pp. 534-535

34

Frayer 2006 pp. 159-180

35 Trinkaus et al. 2003 pag. 11231 36 Trinakus et al. 2003b pp. 245-246 37 Quilés et al. 2006 pag. 293 38

Rougier et al. 2007 pag. 1166

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completamente né l’ipotesi di una deposizione intenzionale né quella di un arrivo fortuito del materiale.

Figura 17: sito di Pestera cu Oase con posizionamento del cranio e della mandibola isolata

Pestera Cioclovina Uscata

Il sito di Pestera Cioclovina Uscata, in Romania, è una galleria di origine carsica lunga circa 2000 m. Nel 1911 si rinvenne un cranio umano (Cioclovina 1) associato a un cranio di orso delle caverne, come visto a Pestera cu Oase40. Nel 1941, si rinvenne un secondo cranio umano a una profondità di due metri, in un deposito di sabbie argillose, con tre elementi litici attribuibili all’Aurignaziano e tre crani e qualche vertebra di Ursus spelaeus41. Il sito sembrerebbe essere una tana adibita al letargo di orsi delle caverne, ma utilizzata saltuariamente anche dal lupo e dall’orso bruno. Purtroppo non abbiamo documentazione riguardo l’originaria posizione e il contesto di questi resti. Sulle ossa non ci sarebbero tracce dell’azione di carnivori ma soltanto degradazioni dovute all’erosione di origine naturale. E’ incerto, inoltre, se i resti furono depositati intenzionalmente nella cavità, se i soggetti morirono nelle vicinanze o all’interno della grotta e se fossero stati lasciati o meno nella superficie della cavità. Al momento non

40

Soficaru et al. 2006 pag. 611

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abbiamo testimonianza di sepolture aurignaziane in Europa, ma soltanto di resti umani sparsi nella paleosuperficie, come già visto a Mladec, Pestera cu Oase e ora a Pestera Cioclovina.