PARTE TEORICA
IL CAMBIO DEL PARADIGMA DELLE SCIENZE ORGANIZZATIVE DOPO LA METÀ DEGLI ANNI ’80
2. I criteri per la scelta e per il dialogo delle teorie con il PEPS
Nonostante i vari limiti menzionati del management per obiettivi bisogna ri-conoscere anche i vantaggi della tendenza alla chiarezza e alla concreta realiz-zazione degli obiettivi che offre il MBO. Avendo come scopo l’aggiornamento della metodologia del PEPS si proseguirà, perciò, con la logica della continuità, nella ricerca di teorie di confronto. Si dialogherà, più avanti, con queste teorie per equilibrare la forte componente del management degli obiettivi all’interno del PEPS, introducendo le dinamiche della leadership interpretate nella luce
2, 326-338; A.D. galinSKy - T. MuSSWeileR - V.h. MedVec, Disconnecting outcomes and evalua-tions: The role of negotiator focus, in «Journal of Personality and Social Psychology» 83 (2002) 5, 1131-1140; M.E. SchWeitZeR - L. oRdóñeZ - B. douMa, Goal Setting as a Motivator of Unethical Behavior, in «Academy of Management Journal» 47 (2004) 3, 422-432 e hoFMeiSteR, Werte im Management, 2006.
55 A. BaRSKy, Understanding the ethical cost of organizational goal-setting: A review and theory development, in «Journal of Business Ethics» 81 (2008) 1, 63-81 e P. FleMing - S.c. ZyglidopouloS, The Escalation of Deception in Organizations, in «Journal of Business Ethics» 81 (2008) 4, 837-850.
56 Cfr. H. gaRland, Influence of ability, assigned goals, and normative information on personal goals and performance: A challenge to the goal attainability assumption, in «Journal of Applied Psychology» 68 (1983) 1, 20-30; T. MuSSWeileR - F. StRacK, The “relative self”: Informational and judgmental consequences of comparative self-evaluation, in «Journal of Personality and Social Psychology» 79 (2000) 1, 23-38 e galinSKy - MuSSWeileR - MedVec, Disconnecting outcomes and evaluations, 2002, pp. 1131-1140.
57 A.J. elliot - j.M. haRacKieWicZ, Approach and avoidance achievement goals and intrinsic motivation: A mediational analysis, in «Journal of Personality and Social Psychology» 70 (1996) 3, 461-475 e L.J. RaWSthoRne - a.j. elliot, Achievement Goals and Intrinsic Motivation: A Meta-An-alytic Review, in «Personality and Social Psychology Review» 3 (1999) 4, 326-344.
58 Cfr. oRdóñeZ - SchWeitZeR - galinSKy - BaZeRMan, Goals Gone Wild, pp. 15-16.
dell’educazione-pastorale salesiana. Nel confronto del PEPS con le teorie della leadership ci si lascia guidare da alcuni criteri. Poiché il campo tra le scienze dell’educazione e le scienze della gestione è troppo esteso e l’area della pro-gettazione educativo-pastorale salesiana ha delle caratteristiche particolari, le teorie organizzative di confronto saranno scelte secondo i seguenti criteri:
1. l’uso della interdisciplinarità tra pedagogia e scienze della gestione;
2. la presenza e l’equilibrio tra l’aspetto della scientificità e quello dell’ap-plicazione significativa in contesti culturali diversi;
3. il superamento del puro Management By Objectives;
4. la compatibilità con l’antropologia espressa nelle quattro dimensioni del PEPS.
Il primo criterio dell’interdisciplinarità trova la sua ispirazione negli studi dell’educazione-pastorale salesiana. Si ricorda la convinzione di Juan E. Vec-chi espressa poVec-chi mesi prima della pubblicazione del primo Sussidio sulla metodologia del PEPS: «L’approccio scientifico alla realtà diventa ormai patri-monio di tutti e mezzo necessario per una comprensione organica e completa.
La conoscenza scientifica come possibilità di operare è forse una delle caratte-ristiche che contraddistingue il momento che viviamo. La fusione costante tra esperienza diretta, riflessione sapienziale e conoscenza scientifica conforma
“l’intelligenza d’amore” con cui vogliamo avvicinarci alla gioventù, e rispon-de all’atteggiamento “sintetico”, “di unità” di don Bosco, che non tralasciava nessun mezzo o via per capire meglio il mondo dei giovani e arrivare a loro con efficacia».59 Oltre l’interdisciplinarità in generale si vuole rafforzare lo scambio tra le scienze dell’educazione e le scienze organizzative. Già il termine “pro-gettazione educativo-pastorale” porta in sé l’interdisciplinarità tra la le scienze della gestione dei progetti e le scienze dell’educazione e della pastorale.
Più in là delle influenze dei modelli gestionali sulle teorie didattiche, studia-te nel capitolo precedenstudia-te, e la svolta cognitiva della psicologia degli anni ’80 recepita nel campo della gestione,60 l’ispirarsi vicendevole degli studi sull’edu-cazione e sull’organizzazione è confermato anche con i trends pedagogici degli ultimi vent’anni che hanno recepito il cambio di paradigma della leadership.
Gli studi della leadership e del management nel campo dell’educazione con-fermano una accresciuta enfasi dell’impatto della leadership sugli studenti; lo
59 J.E. Vecchi, Per riattualizzare il Sistema Preventivo, in iSpettoRia SaleSiana loMBaRdo -eMiliana, Convegno sul Sistema Preventivo, Milano-Bologna 3-4 novembre 1978, [s.e.], [s.l.] [s.d.], p. 14.
60 Cfr. J.A. WhitcoMB, Conceptions of Teacher Education, in peteRSon - BaKeR - McgaW
(Edd.), International Encyclopedia of Education, vol. 7, 32010, p. 602 e W.A. FiReStone - V.M.j.
RoBinSon, Research on Educational Leadership – Approaches/Promising Directions, in peteRSon - BaKeR - McgaW (Edd.), International Encyclopedia of Education, vol. 4, 32010, p. 742.
spostamento dalla leadership generica alla leadership educativa trasformazio-nale; l’enfasi sullo sviluppo integrale delle persone al posto del training per un ruolo specifico; un rinforzo dell’apprendimento organizzativo nel senso di Sen-ge rispetto al manaSen-gement di manutenzione del passato; un passaggio da stili di leadership alla condivisione di powerful practices and cognitions e, infine, un passaggio da una leadership eroica e solitaria del preside della scuola alla leadership distribuita e cooperativa.61 Lo sviluppo della dimensione spirituale all’interno di un quadro integrale dello sviluppo umano trova un posto nelle ricerche in campo educativo, ma spesso non viene collegato con il tema della leadership educativa.62
Il secondo criterio dell’equilibrio tra l’aspetto della scientificità63 e quello dell’applicazione significativa in contesti culturali diversi instaura un confron-to sia con l’esigenza dell’uso pratico delle teorie scientifiche nella gestione dei progetti educativi, che con il loro uso in molteplici ambienti culturali a livello planetario. L’uso concreto della teoria nella gestione dei progetti segue i due criteri di validità della conoscenza di Chris Argyris e di Edgar H. Schein, due studiosi del comportamento organizzativo: «So di sapere, quando la mia conoscenza è attualizzabile – quindi, quando la so produrre [...]. So di sapere, quando la conoscenza è di aiuto ai vari clienti e praticanti nel campo».64 La diffusione mondiale diventa un indicatore importante della forza esplicativa della teoria e della sua capacità di cogliere l’agire dell’uomo oltre i limiti di una specifica cultura. Il congiungimento della teoria e della prassi è di primaria importanza anche per il PEPS in quanto si nota il mancato passaggio «dalla carta alla vita».65 Oltre a ciò, la variazione degli ambienti culturali è proprio una delle ragioni primarie della istituzione del PEPS: il favorire l’inculturazio-ne del Sistema Preventivo l’inculturazio-nella cultura locale in cui viel’inculturazio-ne proposto.66
Il terzo criterio si riferisce al superamento del Management By Objectives a
61 Cfr. le tematiche affrontate nel S. donahoo - R.c. hunteR, Teaching Leaders to Lead Teach-ers: Educational Administration in the Era of Constant Crisis, Elsevier, Amsterdam 2007 e le nume-rose sintesi sulla leadership educativa all’interno dei sette volume dell’enciclopedia internazionale d’educazione peteRSon - BaKeR - McgaW (Edd.), International Encyclopedia of Education, 32010.
62 Cfr. D. denton - W. aShton (Edd.), Spirituality, Action, & Pedagogy. Teaching from the Heart, Peter Lang, New York 2004; M. pelleRey, Processi formativi e dimensione spirituale e mo-rale della persona. Dare senso e prospettiva al proprio impegno nell’apprendere lungo tutto l’arco della vita, CNOS-FAP, Roma 2007 e WhitcoMB, Conceptions of Teacher Education, in peteRSon - BaKeR - McgaW (Edd.), International Encyclopedia of Education, vol. 7, 32010, pp. 600-601.
63 Nel presente studio non si considerano scientifiche le teorie dei soli praticanti o di autori senza una adeguata preparazione scientifica (dottorato) e il contatto con il mondo accademico (insegna-mento universitario, recezione dagli altri esperti del campo).
64 SchaRMeR, Theory U, 2007, p. 98.
65 Cfr. E. Viganò, Discorso di apertura del Rettor Maggiore, in CG22 (1984), n. 19.
66 Cfr. CG21 (1978), nn. 82-83 che cita paolo VI, Evangelii Nuntiandi (1975), nn. 20; 38-39 e CG21 (1978), n. 91 che si rifà alla Nostra Aetate, n. 2 e CG21 (1978), n. 105.
livello dei contenuti e a livello del metodo. Dallo studio del background teorico del PEPS è emerso un riferimento metodologico, attraverso le teorie currico-lari, con il modello Tayloriano del scientific management integrato più tardi con il MBO, che adotta sostanzialmente un approccio lineare e analitico alla realtà. Per un aggiornamento della metodologia della progettazione educativo-pastorale salesiana è necessario che le teorie con le quali si dialogherà elabori-no un passaggio sostanziale oltre il MBO arrivando a un equilibrio tra il polo manageriale dell’agire progettuale e quello della leadership. Si può trattare del superamento del MBO in varie chiavi descritte prima: sistemico, trasformati-vo, etico, spirituale, dell’empowerment, dell’apprendimento organizzativo e/o dell’approccio basato sulle risorse. Nel presente studio si preferisce un approc-cio integrale che combina le varie chiavi del superamento del MBO e crea una teoria armonica degli vari elementi gestionali.
Il quarto criterio sceglie come fondamentale il modello generale dell’uomo e dell’educazione-pastorale del PEPS. Già parlando di Progetto Educativo-Pastorale Salesiano nelle sue articolazioni concrete nei Capitoli Generali e nel Quadro di riferimento è emerso il rafforzarsi della visione integrale dell’uomo, specialmente tra l’educazione e l’evangelizzazione. La sfida maggiore, affron-tata nel presente studio, non è di considerare l’uomo integralmente a livello di contenuto della teoria ma a livello di processi metodologici. Adottando un certo MBO nella metodologia progettuale salesiana si è notata la mancanza dei processi di discernimento a livello spirituale, del senso e delle motivazioni profonde, rimanendo nella posizione della progettazione educativa puramente razionale.67 Per questa ragione si cercherà di trovare, all’interno delle teorie di confronto, che sono più metodologiche che antropologiche, delle dinamiche interconnesse che a livello metodologico esprimano il modello salesiano delle quattro dimensioni della crescita umana:
– la dinamica della trasformazione educativa all’interno della dimensione educativo-culturale;
– la dinamica della crescita spirituale come il nucleo della dimensione dell’evangelizzazione e della catechesi;
– la dinamica della chiamata come l’elemento fondante della dimensione vocazionale;
– la dinamica della costruzione della comunità all’interno della dimensione d’esperienza associativa.
67 Con la proposta del metodo di discernimento a partire dal 2002 si è creato un doppio binario a livello metodologico: il discernimento del Progetto Organico Ispettoriale, del Progetto Comunitario e del Progetto di Vita da una parte e la progettazione educativo-pastorale dall’altra. Nella terza edizio-ne del Quadro di riferimento della PG si cerca di far introdurre il discernimento anche edizio-nella progetta-zione del PEPS, ma più come un’attenprogetta-zione esterna non toccando i passi della metodologia del PEPS.
Sintetizzando la questione dei criteri si può affermare di scegliere di dia-logare con le teorie organizzativo-educative, applicate significativamente in diverse culture, che superano il puro management per obiettivi avendo uno sguardo integrale sull’uomo e sulla metodologia, articolato in un equilibrio tra la dimensione educativa, spirituale, vocazionale e associativa. Per non adot-tare una posizione di presunzione di partire da una tabula rasa, nei paragrafi successivi si guarderà come gli istituti di vita consacrata hanno percepito il cambiamento delle teorie dell’organizzazione. Il confronto servirà solo come un’ispirazione indiretta di alcune piste di riflessione percorribili in quanto sia-mo interessati alla metodologia del PEPS e non in problematiche organizzative della vita consacrata in generale.