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Critica delle istituzioni totali – Goffman e Foucault

NASCITA E SVILUPPO DELL’OSPEDALE PSICHIATRICO GIUDIZIARIO

2.1 Prima dell’OPG

2.1.3 Critica delle istituzioni totali – Goffman e Foucault

Per una comprensione del processo culturale, sociale e politico che ha portato in Italia alla rivoluzionaria Legge Basaglia, sui manicomi civili, base di riflessioni parlamentari che porteranno al tramonto degli OPG, bisogna seppur brevemente accennare alle teorie sociologiche

49 SPURI D., Della natura giuridica delle misure di sicurezza, in Cassazione Penale,

10, 2012, pag. 3417 e ss.

50 La normativa in tema di limitazione alla capacità d’agire è stata modificata solo nel

2004 con la legge n. 6/2004, che introduce una nuova forma di tutela per l’incapace più attenuata. In merito si veda VECCHIARUTTI A., Amministrazione di sostegno, interdizione e inabilitazione dopo la Legge 6/2004, reperibile in www.altalex.it

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che si svilupparono a partire dagli anni’60 e che ebbero una notevole influenza sul pensiero di Basaglia e sul movimento antipsichiatrico. I saggi più rilevanti di Erving Goffman51, padre del termine “istituzioni totali” sono contenuti nella sua più celebre opera “Asylums”, del 196152.

Goffman, innanzitutto, definisce cosa per lui si intende con il termine istituzione totale, ovvero un luogo in cui risiedono e vivono gruppi di persone che vi trascorrono un certo lasso di tempo “in regime chiuso e formalmente amministrato”53. Caratteristica essenziale è che le attività, che nella società libera si svolgono in luoghi diversi, in queste strutture sono svolte tutte all’interno, quindi una serie di bisogni di massa vengono filtrati da un’unica organizzazione burocratica54 e sotto il controllo della stessa autorità, che impone una netta divisione tra il personale e gli internati.

Il sociologo, passa poi alla dimostrazione di come il fine previsto, ovvero la cura della malattia venga disattesa. Il malato, infatti, viene progressivamente allontanato dalla vita esterna, degradato, mortificato, umiliato e spersonalizzato, attraverso una serie di procedure trattamentali messe in atto proprio dal personale che dovrebbe curarlo. Viene fin da stigmatizzato attraverso il modello del malato, condizione giustificativa della sua presenza in manicomio55.

51 Erving Goffman, 1922-1982, sociologo canadese, noto per i suoi studi sulla teoria

sociale e sulle istituzioni, definite da lui per primo “totali”.

52 GOFFMAN E., Asylums. Essay on the social situation of mental patients and other

inmates, Anchor Books, Doubleday & Company, Inc. New York, 1961, tr. It., Asylums. Le istituzioni totali: i meccanismi dell’esclusione e della violenza, Einaudi, Torino, 2010.

53 Ivi pag. 29. 54 Ivi, pag. 36. 55 Ivi pag. 103.

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Per chiarire come un soggetto arrivi alla necessità di essere internato, Goffman, riprende la teoria di Becker56, che illustra le varie tappe della vita del soggetto attraverso una serie di contingenze ed attività di agenti esterni che influiscono sulla degenerazione dell’individuo fino a condurlo all’internamento57

Lo studioso passa infine all’analisi del rapporto tra modello medico e psichiatria. Il modello medico presuppone un rapporto di fiducia tra il medico ed il paziente, il quale volontariamente si sottopone alle cure. Da ciò la difficoltà di ricondurre il rapporto psichiatrico, soprattutto all’interno del manicomio, al modello medico standard. Le problematiche sono diverse, innanzitutto si possono verificare casi in cui il paziente viene forzatamente sottoposto a terapia, inoltre il mandato psichiatrico ha il carattere della difesa sociale dal pericolo e da condotte fastidiose che può esprimere il malato58.

Spesso, inoltre, accade che lo psichiatra all’interno della struttura tenda a sottoporre il paziente a pratiche disciplinari travestite da interventi medici, che hanno più un contenuto disciplinare funzionale all’istituzione che curativo per il soggetto in cura59.

Oltre agli studi americani sulle istituzioni totali, è indispensabile riferirsi anche alle considerazioni del filosofo francese Michel Foucault60 che, nel corso dei suoi anni, si dedica allo studio della follia,

56 BECKER H. S., Outsiders. Studies in the Sociology of deviance, Glencoe, The Free

press of Glencoe, 1963, tr. It., Outsiders. Studi di sociologia della devianza, Torino, Edizioni Gruppo Abele, 1986.

57 Ivi pag. 162 e ss. 58 Ivi pag. 367. 59 Ivi pp. 395-396.

60 Michel Foucault, 1926-1984, filosofo, sociologo, storico e saggista francese. Studiò

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della psichiatria e dell’internamento psichiatrico, mosso dall’interesse nei confronti dei soggetti esclusi dalla società perché “diversi”.

Ricostruisce nella sua opera “Storia della follia nell’età classica”61, l’esperienza della follia ed il trattamento ad essa riservato.

Fino al XVII secolo, la follia è strettamente collegata alla morale e viene condannata perché provoca comportamenti non conformi ai dettami della morale statale, è questo il periodo del Grande internamento, che avviene in strutture Amministrative, dove gli strumenti coercitivi e repressivi utilizzati testimoniano un forte intreccio tra medicina e morale. In questo contesto le case somigliano a prigioni e la perizia medica non è presupposto per il ricovero, gli internati sono indistintamente sottoposti ad un regime correzionale, dimostrazione del preminente interesse di garanzia dell’ordine pubblico62.

Nel XVIII secolo, avviene nella medicina generale, al passaggio dalla definizione di malattia in termini negativi a positivi, che permette di guardare alla malattia come elemento possibile e naturale e quindi classificarla in specie. In questi anni progressivamente si diversificheranno i soggetti reclusi, e si arriverà alla contenzione soltanto dei “veri” folli, strutturando così l’internamento in termini terapeutici ed allo scopo di eliminare la follia. In questa funzione del manicomio viene necessariamente ad inserirsi la figura del medico, unico soggetto competente ai fini terapeutici63.

61 FOUCAULT M., Storia della follia nell’età classica, tr. it., Ferrucci, Renzi e

Vezzoli, (a cura di) Galzigna M., BUR Biblioteca Universitaria Rizzoli, 2011.

62 Ivi pp. 206-207.

63 COLUCCI M., DELL’ACQUA P., MESSINA R., La comunità possibile, in

FERRARA A. et al. La comunità terapeutica tra mito e realtà, Milano, Cortina Editore, 1998, pag. 702.

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Foucault ci mostra come i manicomi nascano dalla presa d’atto, da parte della comunità scientifica e medica, di una realtà già esistente, il manicomio non è altro che l’evoluzione dell’internamento di epoca classica, con la caratteristica principale dell’ingresso della figura professionale del medico, che osserva il sociologo, non contribuirà almeno nell’immediato a modificare il contenuto afflittivo e repressivo dei trattamenti manicomiali.