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E’ imperativo che la scuola supporti lo sviluppo di competenze trasversali e di cittadinanza accanto a quelle disciplinari: “il 65% dei ragazzi che frequentano ora la scuola finiranno per fare un lavoro che non è stato ancora inventato” (USA District of Labor, Futurework – Trends and challenges for Work in the 21st Century). Inoltre non si può prescindere dalla presenza nella quotidianità di tutte le persone, specialmente dei giovani in formazione, delle tecnologie e del Web: lo sviluppo di competenze tecnologiche non può essere considerato esterno al mondo della scuola.

Infine è da sottolineare come ci si stia muovendo sempre più verso ambienti di apprendimento virtuali e globali, (anywhere and everywhere) destinati a ben superare gli spazi ristretti dell’aula e la compressione del tempo dedicato all’apprendimento in rigidi moduli orari.

I Progetti per la Scuola Digitale, come Classi 2.0 [3], LIM-in-classe [4] e l’ultimo, apripista,

Generazione Web Lombardia [5], guardano al futuro per dare risposta a queste criticità e contribuire a far sì che i nostri studenti diventino persone competenti, informate e capaci di informarsi, capaci di aggiornarsi velocemente, abili nell’utilizzo delle tecnologie. Il progetto pilota Generazione Web, durante il primo anno di erogazione ha introdotto importanti elementi innovativi mediante la fornitura di strumenti tecnologici mobili (tablet Android, iPad e net/notebook) e la formazione degli insegnanti. La regione ha stanziato 8,5 milioni di euro per fornire i device mobili a 25.000 studenti delle classi prime e terze della secondaria di secondo grado e formare i loro insegnanti all’utilizzo didattico di tablet Android (29 corsi), iPad (7 corsi) e net/notebook (13 corsi). [6]

Diversi sono stati gli obiettivi didattici conseguiti durante l’a.s. 2012/13 nelle classi pilota:

1) l’utilizzo della tecnologia a scuola è stato integrato nelle quotidiane attività in classe senza essere più relegato nel solo laboratorio di informatica;

2) si è iniziato a sviluppare l’uso della tecnologia sia in aula che in mobilità (everywhere); 3) con le classi digitali si sono aperte per gli studenti maggiori possibilità di collaborazione con i

propri pari, anche dovunque nel mondo;

4) con la possibilità di accedere alle risorse didattiche del Web , le classi hanno potuto essere rinnovate dalle nuove modalità di insegnamento in aula e virtuale (anywhere);

5) il percorso d’istruzione è diventato un progetto per lo sviluppo delle competenze, basato sullo sviluppo di un portfolio oltre che sulle tradizionali categorizzazioni docimologiche.

6)

L’istruzione si è configurata più come apprendimento continuo, interconnesso, che permetterà ed aiuterà gli studenti di orientarsi in un mondo in continuo cambiamento

.

E’ comune pratica che le metodologie didattiche siano formalizzate solo dopo che sono state consolidate le pratiche. Ciò fa emergere un’ultima criticità: la necessità di un progetto di riflessione e formazione mirato, interno al mondo della Scuola, per la sperimentazione e la condivisione dell’innovazione metodologica, accanto a quella tecnologica.

Risultati e discussione

I punti di forza del Progetto Generazione Web 2012/13 sono stati principalmente:

1) aver introdotto le tecnologie nelle aule e permesso di iniziare docenti e studenti al loro utilizzo finalizzato all’apprendimento;

2) aver favorito il crearsi di ambienti per l’apprendimento collaborativo dove i gruppi si trovano per discutere, imparare e risolvere problemi tra loro:

a) Lato insegnanti: il consiglio di classe diviene un team che lavora in maniera collaborativa per la progettazione dei percorsi di apprendimento;

b) Lato studenti: si promuove l’autonomia e la capacità di risolvere problemi e l’insegnante assume spesso la funzione di facilitatore;

3) si è spezzato il tradizionale binomio trasmissivo docente-studente, aprendo uno scenario dove gli studenti possono gestire il proprio percorso di apprendimento mentre l’insegnante si focalizza sulla proposta didattica;

4) i meccanismi dell’apprendimento sono stati profondamente impattati dall’introduzione del processo, degli oggetti di studio multimediali, della connessione globale, di internet.

Di contro sono emersi diversi punti di debolezza, spesso dovuti a fattori strutturali ed amministrativi: 1) scarsa disponibilità di banda larga in molte zone;

2) problemi tecnici di tipo infrastrutturale per molti Istituti;

3) non dotazione da parte di molti Istituti di un device personale in comodato ai docenti; 4) problemi tecnici con la piattaforma distributrice degli e-book, spesso in crash, che è stata

oggetto di grande insoddisfazione per mancata erogazione del servizio (pur acquistato); 5) eccessivo ritardo dell’inizio delle attività formative sull’utilizzo delle nuove tecnologie per gli

insegnanti delle scuole aderenti, avviate ad anno scolastico ben inoltrato;

6) poca esperienza di modalità didattiche collaborative da parte degli insegnanti, con conseguente dispersione di tempo sia nella programmazione collegiale delle attività per competenze che nello svolgimento delle stesse in classe;

7) scarsa iniziativa e poca familiarità da parte degli studenti con l’utilizzo dei libri digitali e del

device per fini scolastici.

Sono da sottolineare alcune potenzialità del Progetto molto interessanti per la Scuola:

1) utilizzo di ambienti virtuali di progettazione condivisa, dove l’apprendimento, la discussione e la valutazione possono avvenire senza che i partecipanti siano presenti nello stesso luogo; 2) possibilità di creare un ponte tra la rete e la presenza, l’ online e l’offline, in vista di un futuro

dove la presenza fisica non è più imprescindibile per l’accesso alla formazione;

3) la disseminazione delle informazioni, che offre occasioni di confronto e crescita personale fuori della realtà fisica della scuola e dell’ambito stretto della classe;

4) il confronto ed i feedback in tempo reale, che permettono di acquisire conoscenza e sviluppare abilità mediante confronti diretti, in tempo reale ed in maniera più consapevole;

5) opportunità per sviluppare l’inclusione e processi personalizzati per l’apprendimento.

D’altra parte ogni forma di azione nella Scuola per essere efficace deve essere affiancata e supportata da azioni sinergiche da parte dell’Amministrazione, della Ricerca e delle Imprese coinvolte nel mondo dell’istruzione, gli stakeholder. E’ quindi imprescindibile che da parte dell’Amministrazione vengano definiti criteri-quadro specifici per guidare l’innovazione tecnologica nella scuola e renderla sostenibile e capitalizzabile in tempi medio-lunghi. Tali criteri dovrebbero essere atti a favorire i rapporti scuola-amministrazione, potenziare le strutture tecnologiche a disposizione, anche in vista della documentazione dei prodotti didattici e della creazione di e-portfolio, nonchè riconoscere e valorizzare il merito, anche prevedendo forme di riconoscimento economico per i soggetti virtuosi e maggiormente impegnati nell’aggiornamento e nell’innovazione didattica. Altri criteri prioritari dovrebbero riguardare l’ottimizzazione dell’impiego delle tecnologie per realizzare una Scuola inclusiva [7] e l’interpellare prima la Scuola sulle finalità pedagogiche che presiedono alle politiche in tema di educazione (p.es. quelle di adozione del libro di testo) [8].

A tutto questo risponde un rinnovato impegno da parte del Miur con il decreto 104 di finanziamento per l’istruzione, che prevede tra l’altro il finanziamento di 15 milioni di euro per le infrastrutture Wifi delle scuole sul territorio nazionale . Localmente, la Regione pilota Lombardia sta per finanziare l’acquisto di ulteriori device per le scuole e l’Ufficio scolastico (USR) Lombardia sta attivando il proseguimento del percorso di digitalizzazione e la messa in rete delle scuole su tutto il territorio regionale. Le scuole che hanno partecipato a Generazione Web lo scorso anno sono state invitate a creare una rete, ciascuna formata da dieci scuole, con una scuola capofila ed un referente per rete. Dovranno essere previste attività specifiche di formazione per le scuole, su livelli di partecipazione gradualmente crescenti:

1) supporto ai nuovi docenti al primo approccio con la Scuola Digitale;

2) accompagnamento dei docenti che già impiegano la tecnologia nel loro percorso didattico; 3) coordinamento dei referenti delle reti allo scopo di facilitare la collaborazione tra di esse. Emerge quindi la necessità di creare modalità funzionali di comunicazione e di coinvolgimento fra le reti e predisporre spazi Web gestiti dall’USR per:

1) raccogliere la documentazione del percorso seguito e del lavoro svolto dalle reti;

2) l’archiviazione efficiente dei documenti e dei prodotti realizzati e la creazione cooperativa di eduteche, repository di buone pratiche. [9]

3) Auspicabile anche la gestione degli spazi collaborativi ed il sostegno delle comunità di pratica.

In questo modo si punta anche a creare un circolo virtuoso di mutuo sostegno tra le scuole con più esperienza e quelle che sono all’inizio del percorso. I tre passi appena descritti rendono il progetto di formazione dell’USR uno strumento efficace di Ricerca, di intervento e di predisposizione di servizi atti a supportare non solo la Scuola Digitale lombarda, ma anche quella delle altre regioni, aprendo gli spazi delle risorse Web a tutti.

Un’ultima considerazione riguarda altri stakeholder. Infatti si è arrivati al punto di poter rovesciare i ruoli fra mercato e Scuola e chiedere alle imprese prodotti più dedicati. Ciò è testimoniato dal moltiplicarsi di offerte a supporto della formazione: da Samsung, che offre sistemi integrati di tecnologie dedicate, o Apple, che offre app dedicate per l’istruzione e la creazione di e-book e Microsoft, che offre pacchetti di tool per apprendere in rete, a colossi informatici come Google che offrono spazi strutturati a supporto della didattica nel Cloud in forma gratuita, fino al prolificare di App, sistemi per videoconferenze ed offerte per software online di supporto alla didattica, disciplinare

e non. E’ ormai maturo il momento in cui la scuola si può rivolgere al mercato non più come un cliente passivo, che si adatta all’offerta, ma come un interlocutore che indichi i requisiti pedagogici e funzionali dei prodotti e servizi che le sono necessari. A cominciare dalla progettazione e fruizione degli eventuali e-book da proporre in adozione.

Conclusioni

Le prospettive che si aprono sono molteplici in questo quadro di riferimento, che vede molti soggetti muoversi per la realizzazione dell’Agenda Digitale Italiana per la Scuola e si auspica una accelerazione del processo per ridurre il Digital divide strutturale e metodologico tra i vari Istituti nel territorio nazionale, come emerso recentemente durante il convegno nazionale dell’ANP sull’Innovazione tecnologica italiana ed i capi d’istituto, tenutosi a Firenze il 16 novembre scorso [10]. Compito della Ricerca didattica è ora approfondire e rielaborare le modalità collaborative e cooperative dell’apprendimento aprendo alla Media Education e alla Digital Competence internazionale al fine di indicare quali percorsi di educazione alla competenza digitale è ragionevole inserire nei curricula esistenti della didattica per competenze.

Compito delle Comunità di insegnanti è creare comunità di pratica che utilizzino le potenzialità informative e collaborative della rete, degli strumenti Web2.0 e dell’e-learning per riunirsi in gruppi operativi intorno al compito per sviluppare i percorsi della Scuola liquida.