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Il concetto di orientamento degli adulti è prima maturato socialmente e solo dopo si è imposto all’attenzione dei decisore e degli stessi studiosi; sono stati alcuni mutamenti intervenuti a livello economico, tecnologico e sociale che maggiormente hanno favorito l’emersione del concetto, solo per ricordarne alcuni: il post-fordismo, le nuove tecnologie e i nuovi modelli di management; la globalizzazione, l’internazionalizzazione delle carriere, i movimenti migratori e gli impatti interculturali; i cambiamenti demografici e tassi di attività e di occupazione della popolazione adulta, una nuova composizione di genere del lavoro dipendente [15]. La condizione dell’adulto nelle società contemporanee spiega perché l’orientamento degli adulti si afferma solo nel corso degli ultimi decenni, ci aiuta a precisare ulteriormente il ruolo e i compiti del lifelong learning e del lifelong guidance [4]. L’assolvimento dei compiti afferenti ai ruoli che le persone si trovano a dover agire, sul piano professionale come su quello più personale presuppongono non solo e non più l’acquisizione una volta per tutte nella vita di conoscenze e competenze, bensì anche e soprattutto la possibilità permanente e accessibile di ricapitalizzare la risorsa delle competenze e di poterla gestire lungo tutto il corso della vita [2]. All’interno di questo più ampio quadro, da alcuni anni si assiste a una trasformazione silenziosa della popolazione studentesca universitaria: oltre a cambiare il rapporto numerico tra i due sessi si fa sempre più significativa la variabile età. Non si tratta solo e semplicemente della presenza quantitativa ma di un cambiamento dei processi di adultizzazione che investe tutta la popolazione universitaria [2]. Questo cambiamento induce problematiche che nella prospettiva del lifelong learning non si esauriscono nella capacità di rispondere alla domanda se gli adulti apprendono e come questo apprendimento sia diverso da quello delle altre età, ma sono inerenti al complesso rapporto tra adulti e apprendimento e al significato da attribuire al lemma adulto e al concetto di adultità [2]. L’Università oggi è sempre più frequentata anche da una utenza adulta, e ciò richiede una continua revisione dei propri servizi di orientamento alla luce di alcuni fattori che sembrano essere determinanti:

1) l’arrivo di studenti adulti con progetti di revisione dei propri percorsi professionali e di vita; 2) il bagaglio di apprendimenti che questi adulti portano con loro (acquisiti anche in contesti non

formali e informali);

3) la possibilità di ripensare tali percorsi alla luce innanzitutto di processi di autovaluzione.

La possibilità di raccordare e di dare valore all’insieme complesso e plurale delle esperienze di apprendimento rappresenta la condizione necessaria per il riconoscimento del ruolo formativo e costitutivo dell’apprendimento continuo come esperienza vitale, risulta sempre più importante [10]. Vanno in questa direzione le pratiche e i programmi di ricerca sul tema del riconoscimento e della validazione dell’apprendimento esperienziale, come del resto emerge dai modelli francesi (VAE: Validation des Acquis de l’Experience) e di area anglosassone (APEL: Accreditation of Prior Experiential Learning) [9, 10]. Risulta dunque assai utile e interessante continuare a sperimentare metodi e strumenti di tipo biografico-narrativo per l’orientamento e l’accompagnamento nelle procedure di riconoscimento dell’apprendimento esperienziale pregresso degli adulti che rientrano all’università. Rispetto ai modelli e alle prassi sviluppate a livello internazionale in tema di accompagnamento al riconoscimento e alla validazione degli apprendimenti non formali e informali, il progetto di ricerca intende dunque focalizzare l’attenzione sugli approcci che si richiamano alle metodologie qualitative di tipo narrativo [8, 14], in cui la biografia dei soggetti entra con pienezza nel processo comunicativo, costituendo lo strumento e il terreno per tessere la trama dei significati che regolano la relazione [5]. Ciò in ragione dell’ipotesi di ricerca che intende il riconoscimento degli apprendimenti esperienziali pregressi come un processo sociale, fondato sulla riflessività, che da la parola al soggetto [3,10]. In questo senso, i dispositivi di orientamento e accompagnamento al processo di riconoscimento degli apprendimenti devono presentare caratteristiche precipue tali da permettere lo svolgimento di un processo dinamico, in cui tutte le parti si mettono in gioco, l’individuo, anzitutto, l’accompagnatore e poi il gruppo, con la finalità di consentire al candidato di svolgere quel lavoro di riflessione critica per riappropriarsi delle proprie competenze [5]. La sperimentazione dello strumento dell’e-portfolio delle competenze si rivela in tale quadro molto

interessante.

“In ambito formativo, il Portfolio delle competenze indica un repertorio organizzato di dati e informazioni, sotto forma di dossier e fascicolo personale, che riguardano la storia professionale e formativa di una persona e le competenze in esse conseguite” [11]. In tale ambito, il Portfolio si può porre come momento di analisi e autoanalisi, finalizzato alla presa di coscienza del proprio percorso e dei risultati ottenuti, in termini di competenze maturate, oppure inserirsi in un percorso di bilancio delle competenze o in preparazione a un processo di riconoscimento e convalida degli apprendimenti pregressi [10]. L’e-portfolio delle competenze rappresenta l’evoluzione del Portfolio cartaceo. Il portfolio delle competenze diventa e/electronic quando viene realizzato attraverso tecnologie digitali, è accessibile online e, infine, multimediale, questo rappresenta senz’altro un importante elemento di novità [1]. Diventa un archivio personale elettronico contenente diverse informazioni: il curriculum vitae, una panoramica delle proprie competenze, documentabili sotto forma di testi, registrazioni audio e video, immagini, grafici e altro, note riflessive e risultati del proprio percorso di apprendimento. Le informazioni di un e-portfolio personale possono essere lasciate riservate, rese accessibili in modo pubblico o riservato ad utenti definiti (formatori, docenti, responsabili di risorse umane o di reclutamento professionale o organizzazioni) a cui il titolare intende garantire l’accesso. In sostanza, l’aspetto che appare interessante da indagare è come l’e-portfolio delle competenze possa rappresentare allo stesso tempo uno strumento utile e funzionale nel processo di riconoscimento degli apprendimenti pregressi e delle competenze, in quanto strumento per l'esplicitazione di molti saperi taciti, ma anche un prodotto di tale processo, in quanto "contenitore" della storia professionale e di vita di una persona.

Nell’ambito del progetto le tappe per la costruzione dell’e-portfolio sono le seguenti: 1. stesura o riscrittura del curriculum vitae in formato Europass;

2. scrittura della propria storia di vita, con particolare riguardo e riferimento alla descrizione dei contesti di acquisizione delle proprie competenze strategiche e caratterizzanti;

3. compilazione della tavola degli apprendimenti; 4. compilazione dell’e-portfolio delle competenze.

La storia di vita viene in un primo momento scritta; si richiede poi ai destinatari in fase di redazione conclusiva dell’e-portfolio di realizzare un video in cui viene letta o narrata.

La tavola degli apprendimenti è uno strumento attraverso il quale la persona viene aiutata a ricostruire il proprio percorso di studio, di lavoro e di vita, con l’obiettivo di riconoscere ed evidenziare gli apprendimenti acquisiti e le competenze esercitate in ciascun contesto.

La compilazione dell’e-portfolio delle competenze viene proposta ai partecipanti attraverso l’utilizzo del software e-learning; di facile utilizzo, permette di integrare risorse multimediali e di esportare il documento prodotto anche in formato “sito web”, molto semplice quindi da visionare con un qualsiasi browser.

L’e-portfolio comprende il curriculum vitae; la storia di vita (in formato video); le competenze organizzate in tre macro aree (di base, tecnico-professionali e trasversali), con l’indicazione del contesto in cui sono state acquisite; gli artefatti che la persona può presentare a sostegno della propria racconto autobiografico (video, fotografie, immagini significative, progetti, brochure o depliant di varia natura, attestati e certificati).

L’e-portfolio così realizzato può essere utilizzato in due modalità: da una parte potrebbe essere messo a disposizione degli studenti dell’Ateneo di Roma Tre come strumento per l’autovalutazione delle competenze, da integrare eventualmente a quelli già esistenti sul portale Soul; dall’altra può costituire una più efficace presentazione, rispetto al solo curriculum, dei giovani laureati che si cimentano con le prime ricerche di lavoro.

Il Sistema SOUL – Sistema Orientamento Università Lavoro, frutto della collaborazione tra otto Università statali e private del Lazio, intende rappresentare per studenti e laureati uno strumento di placement e orientamento al lavoro.

La ricerca si prefigge l’obiettivo generale di indagare il valore del metodo dell’e-portfolio delle competenze, in particolare rispetto alla funzione di:

1) individuare gli apprendimenti esperienziali pregressi, traducibili in apprendimenti formali da spendere nel riconoscimento dei crediti formativi;

2) riconoscere e verbalizzare quei saperi, anche taciti, che pur non riconosciuti da un titolo formale fanno parte del bagaglio di conoscenze della persona e, quindi, possono essere spesi all’interno dell’attuale percorso universitario;

3) acquisire una maggiore consapevolezza di sè, delle proprie competenze e dei vincoli personali e di contesto, nonché il rafforzamento della motivazione a mettersi in gioco in un progetto di sviluppo formativo.

Il percorso di ricerca si articola attraverso i seguenti obiettivi specifici:

4) ricognizione della letteratura scientifica nazionale e internazionale di riferimento sulle teorie, metodologie, metodi e strumenti rispetto al tema oggetto della ricerca, riconoscimento degli apprendimenti esperienziali pregressi;

5) ricognizione di metodi e strumenti per lo sviluppo delle pratiche di riconoscimento;

6) sperimentazione dello strumento dell’e-portfolio delle competenze come strumento funzionale alla realizzazione di processi di riconoscimento e convalida degli apprendimenti pregressi; 7) messa a disposizione per gli studenti dell’Ateneo di Roma Tre di uno strumento per

l’autovalutazione delle competenze, da integrare eventualmente a quelli già esistenti sul portale Soul.

La metodologia che si intende adottare prevede l’adozione di metodi qualitativi, quali: le interviste semistrutturate; la compilazione dell’e-portfolio delle competenze [13]. Dal punto di vista metodologico, le caratteristiche dell’azione di ricerca si richiamano ad un impianto integrato, come quello previsto dal modello della ricerca-azione, che presenta come elementi salienti l’integrazione degli aspetti qualitativi e quantitativi, con l’utilizzo di rilevazioni di tipo standardizzato ed etnografico, e l’attenzione ai significati e alla rilevanza dell’esperienza per gli attori coinvolti [6, 13].

In questa cornice, la sperimentazione in oggetto ha come obiettivo generale la messa a punto di procedure e strumenti per il riconoscimento degli apprendimenti esperienziali pregressi. Le fasi della ricerca sono le seguenti:

1) analisi e studio dei modelli individuati nel contesto europeo (italiano, francese, inglese e spagnolo, in particolare);

8) definizione del gruppo dei partecipanti alla sperimentazione (30 studenti adulti lavoratori); 9) sperimentazione dello strumento dell’e-portfolio delle competenze;

10) redazione del rapporto di ricerca.

Risultati attesi

I risultati attesi riguardano in generale, la verifica dell’ipotesi che i dispositivi narrativo-biografici di accompagnamento contribuiscono a definire modalità e strategie più adatte per facilitare il processo di riconoscimento degli apprendimenti esperienziali pregressi. Si prevedono quindi effetti positivi sul miglioramento degli esiti della procedura di riconoscimento degli apprendimenti e sulla conseguente individualizzazione dei percorsi di formazione degli studenti adulti.

Nello specifico, i risultati attesi riguardano:

1) lo sviluppo e il consolidamento di una cultura sull’orientamento di secondo livello e sulle metodologie qualitative dell’orientamento lifelong;

2) lo sviluppo della conoscenza di strumenti e metodi funzionali alla certificazione delle competenze, anche in una prospettiva del placement;

3) l’acquisizione di approfonditi elementi conoscitivi rispetto all’utilizzo di modelli innovativi di riconoscimento degli apprendimenti pregressi nel contesto europeo;

4) l’acquisizione di approfonditi elementi conoscitivi rispetto all’utilizzo di modelli innovativi di riconoscimento degli apprendimenti pregressi all’Università;

5) la sperimentazione e l’implementazione di modelli e strumenti riproducibili e trasferibili con particolare riferimento all’ambito universitario;

6) la sperimentazione di uno strumento qualitativo, l’e-portfolio delle competenze; 7) la formalizzazione e la diffusione dei risultati raggiunti nella sperimentazione.

Bibliografia

1. Ajello A. M., Belardi C., Valutare le competenze informali. Il Portfolio digitale, Roma, Carocci, 2007.

2. Alberici A., Catarsi C., Colapietro V., Loiodice I., Adulti e Università . Sfide ed innovazioni nella formazione universitaria e continua, Milano, Franco Angeli, 2007.

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5. Alheit P., Bergamini S., Storie di vita. Metodologia di ricerca per le scienze sociali, Milano, Guerini, 1996.

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7. Bresciani P.G., Franchi M. (a cura di), Biografie in transizione. I progetti lavorativi nell’epoca della flessibilità, Milano, FrancoAngeli, 2006.

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11. Galliani L., Zaggia C., Serbati A., Adulti all’Università. Bilancio, Portfolio e certificazione delle competenze, Lecce, Pensa Multimedia, 2011.

12. Grimaldi A., Del Cimmuto A., Dialoghi sull’orientamento. Dalle esperienze ai modelli, Isfol, Roma, 2006.

13. Mantovani S. (a cura di), La ricerca sul campo in educazione. I metodi qualitativi, Milano, Mondadori, 1998.

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17. Watts A.G., Guichard J., Plant P., Rodriguez M.L., L’orientamento scolastico e professionale nella Comunità Europea, Lussemburgo, Commissione Europea, 1994.

TITOLO: CLIO Cantiere Linguistico per l’Integrazione e l’Orientamento