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La cultura del welfare delle aziende

Nel documento Welfare aziendale e reti d'impresa (pagine 129-132)

4.1 La rete d’impresa Giano di Correggio (RE)

4.1.4 La cultura del welfare delle aziende

Passando invece alle realtà aziendali della rete emergono specifici modelli per ciascuna realtà e, in alcuni casi, la presenza di modelli fra loro interconnessi.

Carboni spa lascia scorgere la confluenza del modello performativo (in cui il welfare aziendale mira a migliorare la produttività del lavoratore) e di quello applicativo (in cui l’attività lavorativa offerta, garantita e tutelata dall’azienda rappresenta già di per sé elemento di welfare).

Più precisamente, a fondamento della presenza di una cultura performativa, dall’intervista al management affiora un ritratto del welfare come strumento atto ad assicurare determinati standard di produttività, in linea con la mission e i valori dell’azienda.

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Il welfare in questo caso rappresenta un mezzo per migliorare la produttività dei dipendenti, tramite la concessione di una serie di misure volte a stimolare e motivare i lavoratori al conseguimento degli obiettivi aziendali.

Se da un lato l’azienda intende il welfare come strumento rivolto al soddisfacimento dei lavoratori, dall’altro, l’intervista al management consente di intravedere elementi del modello applicativo, nel momento in cui la conservazione dei posti di lavoro, la loro tutela, il loro incremento e la permanenza stabile nel territorio dell’azienda, sono già di per sé elementi di responsabilità sociale e di welfare da parte dell’azienda verso i lavoratori.

Per Cgm spa il concetto di welfare aziendale si può collocare nel modello performativo, legato alla produttività del dipendente.

L’intervista ai referenti dell’azienda permette di calare nel concreto il percorso di avvicinamento dell’azienda al tema del welfare e le motivazioni che hanno spinto l’azienda a partecipare alla rete.

L’azienda, in virtù delle sue dimensioni e del distretto territoriale nella quale è inserita, avverte le politiche e le misure di welfare come opportunità e strumenti per la fidelizzazione dei propri lavoratori, la conservazione delle professionalità emergenti all’interno dell’azienda e per la ricerca di nuovo personale.

In questa visione, le misure di welfare aziendale permettono all’azienda di iniziare un processo di conoscenza di essa sul territorio per l’avvicinamento di nuove figure professionali, a tale processo partecipano i lavoratori già inseriti che beneficiano delle misure realizzate, mostrando il loro senso di appartenenza.

Vi sono poi Corghi spa e Rexnord Flattop, che sono caratterizzate per la convivenza degli stessi modelli culturali.

L’analisi delle interviste al management, consente di evidenziare in entrambe le realtà: a) un modello performativo e b) un modello di responsabilità sociale interna.

In particolare, dalle interviste, a fondamento della tesi del modello performativo, compare una concezione del welfare come strumento innovativo fronteggiare, in un periodo di crisi economica, alla produttività, all’innovazione e alla competitività dell’azienda, e sostenere la produttività del lavoratore.

In tale senso, gli strumenti di welfare rappresentano sicuramente dei mezzi finalizzati a ampliare le motivazioni dei lavoratori alla produttività.

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Tuttavia, è possibile ricercare lo sviluppo di una cultura di responsabilità sociale dalle parole del management delle due aziende, infatti si avverte come l’attenzione non sia rivolta solamente alla figura del lavoratore in quanto produttore ma anche individuo in quanto persona, di uno specifico territorio e in quanto tale con i suoi bisogni, le sue necessità e le sue difficoltà,

Le politiche di welfare in queste aziende sono diventate parte integrante delle filosofie aziendali.

Ciò è particolarmente manifesto in Rexnord Flattop Europe, multinazionale americana, con la filosofia del coinvolgimento pieno del dipendente, da un lato, per fidelizzare e spronare i dipendenti alla produttività e, dall’altro, prestando attenzione ai bisogni e alle esigenze svelate in quanto persone e non esclusivamente come soggetti produttivi. A dimostrazione del senso di responsabilità sociale sviluppato verso tali tematiche dalle aziende, vi sono le iniziative messe in atto prima delle partecipazione alla rete da parte delle imprese che la compongono: analisi dei bisogni, convenzioni con fornitori locali, interventi finalizzati al coinvolgimento della sfera familiare del lavoratore, predisposizione di un dettagliato piano per conciliazione tempi di vita e di lavoro con iniziative dedicate al benessere dei figli dei lavoratori prevedendo centri estivi con con attività ludiche insieme ad attività educative.

Alla fine, esaminiamo la Warrant Group, in cui si sottolinea un’idea del welfare aziendale riconducibile a quello che in dottrina è definito modello paternalistico- individualizzato.

L’intervista al management mette in luce la conoscenza delle peculiarità dei propri dipendenti delle loro particolari necessità e la conseguente ricerca di strumenti di welfare appositamente implementati.

Il secondo tassello che consente di inquadrare l’azienda nel modello paternalistico- individualizzato, si trova nelle intenzioni di programmare strumenti atti all’instaurazione di un clima di lavorativo bendisposto alla collaborazione.

Dall’intervista, si evince una cultura che vede i dispositivi di welfare in azienda finalizzati a creare un clima favorevole alla collaborazione e alla produttività. L’azienda, grazie alla conoscenza dei bisogni aziendali, utilizza lo strumento del welfare per creare un buon ambiente lavorativo erogando servizi indirizzati a soddisfare i bisogni reali della popolazione aziendale.

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Anche se, come emerge dalle interviste, ogni impresa è caratterizzata da modelli culturali tra loro diversi, è invece presente una visione a tutte le imprese rispetto alla rete.

La rete consente, prima di tutto, per tutti gli intervistati di potersi rivolgere verso i fornitori e i provider di servizi con un vasto numero di dipendenti, esigenze e bisogni, permettendo alle piccole e medio imprese di avvicinarsi al tema del welfare senza i problemi che la loro dimensione ridotta avrebbe comportato.

La possibilità di sfruttare la forza del numero rappresenta, infatti, il principale motivo che ha spinto le imprese ad unirsi in rete.

La rete, infatti, rappresenta uno mezzo, un modo per condividere esperienze, bisogni, conoscenze, un’opportunità per dibattere e riflettere insieme su questioni comuni e da tale dialogo, trovare soluzioni a tali criticità, la cui risposta per le PMI è possibile spesso soltanto attraverso i meccanismi propri della rete.

Per gli interpellati, le opportunità fornite dalla rete, non riguardano solo un maggior potere contrattuale, ma rappresentano anche un’occasione di sviluppo e sostegno del territorio di riferimento, collaborando in tale modo alla crescita dell’economia locale tramite la collaborazione con altre imprese deputate alla fornitura di servizi di welfare. In sintesi, secondo gli intervistati, la rete consente

1) il raggiungimento di una massa critica capace di ottenere sconti dai provider di servizi di welfare e il raggruppamento di piccole aziende che, senza le dinamiche di rete, faticosamente manifesterebbero le loro esigenze;

2) di discutere e ricercare insieme soluzioni innovative attraverso la condivisione, il confronto e lo scambio di conoscenze, esperienze e delle rispettive esigenze e problematiche;

c) di sostenere il territorio contribuendo ad aumentare la produttività e la notorietà di altre attività e realtà presenti ma conseguendo nello stesso tempo servizi a costi ridotti.

4.1.5 La scelta e la cultura del territorio

Nel documento Welfare aziendale e reti d'impresa (pagine 129-132)