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Dal Soggetto collettivo al Soggetto personale: A Touraine

Soggetto Attore o Relazionalità?

3.2 Dal Soggetto collettivo al Soggetto personale: A Touraine

La seconda modernità, la società contemporanea e i fenomeni globali fin qui esposti aprono ad una questione fondamentale: quella di domandarsi se sia ancora possibile interpretare la realtà sociale a partire dal pensiero dei classici, sei sia ancora possibile prendere come modello interpretativo la modernità e che posto occupi l‟individuo in un mondo sempre più frammentato e incomprensibile. Di rilevante importanza per rispondere a questi interrogativi è sicuramente il pensiero di Alain Touraine, al quale si deve la definizione di un “nuovo paradigma” utile a comprendere il mondo presente. Nella moderna società globalizzata, sostiene il sociologo, si assiste alla nascita di nuovi problemi culturali, nuovi attori, nuove rappresentazioni collettive che non possono essere più analizzati mediante valutazioni e concetti legati alla modernità, ma che forse risulterebbero più comprensibili a partire da un‟interpretazione maggiormente legata ad una visione postmoderna della società.388 Alla base del pensiero di Touraine c‟è uno spostamento di asse radicale verso l‟individuo, considerato come elemento

387 Cfr. Beck U., (2008) Costruire la propria vita. Quanto costa la realizzazione di sé nella società del rischio, il Mulino, Bologna pp. 10-29

388

cardine attraverso cui, anche sociologicamente, interpretare la società e i suoi mutamenti interni; dunque, non vi è solo la volontà di riconsiderare il tutto a partire dal singolo, ma c‟è la volontà propria di scardinare i classici modelli sociologici interpretativi per costruire una vera e propria sociologia che ponga il soggetto come principio centrale dell‟agire sociale: “Bisogna rinunciare agli strumenti della sociologia classica. La sociologia dei sistemi deve lasciare il posto ad una sociologia degli attori pubblici e dei soggetti”.389

La Teoria dell‟azione di Touraine, infatti, muove a partire da una critica nei confronti di Parsons e del suo funzionalismo e di Marx e del suo concetto di lavoro, ma in particolare muove da una critica nei confronti di quello che egli definisce Discorso interpretativo

dominante (DID): “Il DID di cui parlo è una realtà storica che cambia

costantemente, ma che esercita sempre una funzione di controllo. Negli Stati Uniti, dopo la guerra, il pensiero sociale è stato dominato dal funzionalismo di cui Talcot Parsons ha introdotto la visione più elaborata. Allo stesso tempo però il pensiero francese era dominato da un marxismo tinto contemporaneamente di sentimento nazionale e di antistalinismo di origine trozkista. In entrambi i casi, le opere che si allontanavano dal DID avevano difficoltà a farsi intendere”.390

Al funzionalismo, il sociologo francese rimprovera di far eccessivo riferimento ai valori come fattore di coesione sociale e come corpo coerente,391 i quali però nella postmodernità si infrangono con una realtà caotica nella quale gli stessi valori si trovano a vivere rapporti contraddittori gli uni con gli altri. Il funzionalismo, ponendo il focus sul fattore della riproduzione della società, manca di tenere presente il fattore della produzione della società stessa. Il modello della riproduzione considera la società come sistema, organizzazione, insieme di istituzioni, mentre il modello della produzione vede la società come un insieme di azioni di individui in rapporto tra loro, che creano movimenti in continua tensione con le strutture consolidate. La sociologia si deve occupare, secondo Touraine, della produzione e quindi del soggetto; eppure, sottolinea il sociologo, allontanarsi dal funzionalismo significa allontanarsi, in qualche modo, dalla

389 Cfr. Touraine A., (2005) Un nouveau paradigme. Pour comprendre le monde d‟aujourd‟hui,

Fayard, Paris

390 Touraine A., (2009) Il pensiero altro, Armando Editore, Roma p. 27 391

sociologia e dal suo intento di far rapportare l‟azione alla società; lo si nota ad esempio nella sociologia delle decisioni e nella sociologia critica dei controlli: la prima “dissolve il sistema negli attori e nelle loro decisioni”, la seconda “dissolve gli attori nel sistema”.392

Touraine introduce a tal proposito il concetto di storicità intesa come “capacità di prodursi della società non come insieme di valori ma come orientamenti realizzati concretamente che diventano funzionamento sociale solo passando attraverso i rapporti di classe che si disputano il loro controllo”.393

In altre parole “la società non è riconducibile al suo funzionamento o al suo adattamento all‟ambiente; essa si produce da se stessa, in modo tale che esiste una tensione fondamentale tra la storicità di una società e il funzionamento o la riproduzione di una collettività, una sua formazione sociale che manifesta la sua storicità, ma che è anche un‟unità storica particolare e un‟organizzazione sociale che funziona secondo delle norme e delle esigenze di coerenza interna”.394

Rispetto a Marx, invece, la critica è rivolta al concetto di lavoro ed alla concezione materialistica della storia che considera la forza creatrice dell‟azione non a livello dell‟attore, ma come risultato autonomo dell‟auto-produzione dei rapporti di classe. Marx “ci ha mostrato che gli attori economici erano sottomessi alla logica del sistema capitalista, che è una logica del dominio di classe”.395 Il funzionalismo ed il materialismo storico, nel loro olismo, trascurano secondo Touraine “la capacità degli attori collettivi, allo stesso modo della soggettività personale, nel coltivare l‟autonoma attribuzione di senso e, quindi, trascurano la capacità di questi nel costituire, in modo progressivamente consapevole, i propri campi di azione e di relazione”.396

A questa visione classica dell‟azione sociale Touraine contrappone un nuovo paradigma: quello della sociologia dell‟azione, in cui la coscienza indica che l‟azione individuale non deve essere trattata alla stregua di “cosa” ma piuttosto di condotta esistenziale.397 Più in generale egli propone una sua personale

392 Ivi, p. 69 393 Ivi, p. 70 394

Ivi, p. 72

395 Touraine A., (2009) Il pensiero altro, Armando Editore, Roma p. 55

396 Villa A., (2010) Movimenti e soggetto nella sociologia di Alain Touraine, XXIV Convegno

della Società Italiana di Scienza Politica, Università di Venezia IUAV, 16-18 settembre

397

considerazione della sociologia che possiede una diversità epistemologia rispetto, ad esempio, alle scienze naturali “che cercano di isolare le strutture comportamentali indipendentemente dalla storia”.398

La sociologia ha come oggetto principale, secondo il sociologo, l‟azione sociale ed in particolare l‟azione storica. In Sociologia, la sua iniziale considerazione circa la sociologia come “scienza storica” si riferisce a quella pretesa universalistica tipica della modernità riferibile alla società: “anche se tutte le società hanno un desiderio di eternità […] devono sempre più confrontarsi con la coscienza della loro esistenza e dei loro limiti storici”.399

Per questo “l‟idea di una società mondiale che si fondi su principi universalistici sembra al sociologo, soprattutto dopo la caduta dell‟impero sovietico, in contraddizione con la realtà osservabile”.400

Nella postmodernità il successo delle nuove visioni rispetto alla realtà è da riferirsi proprio alla decomposizione degli insiemi storici: “probabilmente non viviamo più in un mondo fatto di civilizzazioni e società, e non per un‟evoluzione dell‟universalismo della ragione o del progresso, ma per la pervasività delle differenze, delle identità e delle comunità”.401

Nel pensiero di Touraine esiste un diretto rapporto tra soggetto e struttura, la cui dinamica è di tipo relazionale ed in cui i contesti sociali e la dimensione creativa dell‟agire condizionano tanto quanto la dimensione conflittuale e quella orientata al consenso.402 L‟aspetto relazionale di Touraine, nonostante il suo disinteresse nei confronti dei classici, ha delle analogie con il pensiero ad esempio di Simmel: per entrambi, infatti, l‟oggetto di studio della sociologia sono le relazioni e le azioni dalle quali la società assume la sua forma storica.

La sociologia dell‟azione di Touraine, differentemente da quella ad esempio di Parsons che si riferisce al “rapporto tra il protagonista dell‟azione e il suo scopo”,403

pone l‟accento “sull‟aspetto sociale di tutti i processi e subordina l‟interesse per il protagonista dell‟azione a quello per le tensioni in se stesse,

398 Touraine A., (1998) Sociologia, Jaka Book, Milano p. 9 399 Ivi, p. 11

400

Ibidem

401 Ivi, p. 12

402 Cfr. Touraine A., (1955) L‟evoluzione del lavoro operaio alla Renault; (1968) Movimento di Maggio o del comunismo utopico; (1982) Solidarność

403

intendendo con queste ultime le innovazioni e le rotture che richiedono la formazione di nuovi sistemi sociali”.404

Infatti la sociologia dell‟azione, almeno nella prima parte dello studio di Touraine,405 si riferisce in particolare all‟analisi dei movimenti sociali “che precede e guida l‟analisi del funzionamento dei sistemi sociali costituiti dalle loro istituzioni e dai loro meccanismi di controllo sociale”;406

la volontà del sociologo francese è quella di “fornire una sistematizzazione teorica al concetto di azione collettiva”.407

Con l‟intento di delineare un quadro di riferimento atto a superare la confusione circa gli studi sull‟agire, Touraine identifica una serie di condotte collettive mediante la delineazione di differenti sistemi di azione: comportamenti di crisi di

organizzazione, paralisi istituzionali, preteste modernizzatrici e movimenti sociali.408

Lo studio dei movimenti sociali è particolarmente importante perché permette di delineare l‟inizio del percorso di ricerca del soggetto, di cui Touraine si occuperà per tutto il corso del suo pensiero. Pur rimanendo coerente con la sua idea di un soggetto attore, il primo periodo si inserisce nel contesto delle prime riflessioni sulla società industriale e sul movimento operaio, dove la coscienza operaia viene esaminata attraverso i caratteri specifici del movimento sociale. Il primo concetto di movimento sociale è dunque collegato ai rapporti di classe, concetto che in seguito tenderà ad assumere un valore proprio ed autonomo, tanto da acquisire una connotazione socio-culturale. I movimenti sociali sono analizzati da Touraine in riferimento ad un altro particolare elemento: quello del conflitto che, come egli stesso sottolinea, “è stato respinto da due scuole di pensiero opposte, ma unite nel loro rifiuto. La prima è quella dei difensori assoluti dell‟integrazione sociale e

404 Ivi, p.36 405

“Per quanto mi riguarda, mi sono affidato, forse troppo a lungo, alla mia conoscenza degli attori e dei movimenti sociali reali della società industriale occidentale, a quelle sommosse popolari e democratiche contro il regime sovietico e alle discussioni latino-americane attorno al tema della dipendenza: il percorso scelto mi ha parzialmente protetto dall‟influenza intellettualmente devastante della visione culturale dominante, anche se sono rimasto troppo a lungo all‟interno dei quadri intellettuali della società industriale. Malgrado la mia interpretazione del maggio 1968, malgrado lo studio delle azioni collettive che io stesso avevo denominato i “nuovi movimenti sociali”, mi sono trovato, negli anni „80, costretto a riconoscere l‟insuccesso di questi movimenti e a cercare di rinnovare radicalmente il mio pensiero” Touraine A., (2009) Il

pensiero altro, Armando Editore, Roma p. 36 406 Ibidem

407 Daher L. M., (2002) Azione collettiva: teorie e problemi, FrancoAngeli, Milano p. 76 408

dell‟interdipendenza degli elementi della vita sociale; essi credono nel carattere patologico dei conflitti, che devono essere eliminati per giungere alla pace sociale e creare un benessere individuale e collettivo.409 La seconda, riconducibile al pensiero rivoluzionario, crede nell‟unità interna della società, ed è per questo che tale unità è forte del fatto che il cambiamento sociale non può verificarsi attraverso la rottura”.410

Touraine considera entrambe le posizioni come troppo estreme, e sottolinea come il conflitto sociale sia da considerarsi fondamentale nella società industriale “dato che, le società industriali capitaliste si sono opposte all‟idea di un‟integrazione completa della vita sociale e della politica”.411 Il movimento sociale in Touraine, strettamente collegato al concetto di storicità, viene considerato alla stregua di Soggetto Storico in grado auto-prodursi all‟interno della più generale autoproduzione conflittuale della società. Originariamente, infatti, il concetto di movimento sociale viene definito come “azione conflittuale delle classi sociali in lotta per il controllo del sistema di azione storica”412

anche se successivamente ne Il ritorno dell‟attore specifica che l‟agire conflittuale è più indirizzato a “trasformare i rapporti di dominazione sociale”413

direttamente connessi con i modelli culturali della società. Sebbene egli ritenga che ogni agire collettivo debba presupporre una componente conflittuale,414 i movimenti sociali non constano solo di questo fattore bensì necessitano anche di determinati modelli culturali “attraverso i quali una società produce la sua prassi” e la sua storia; essi sono condotte collettive di storicità. Infatti non tutte le mobilitazioni collettive vengono e possono essere considerate movimenti sociali in termini di “classe e problematizzazione della storicità”.415

“Ciò (avviene) nel momento in cui una pluralità di attori singoli e concreti, coinvolti nel sistema d‟azione storico, si coagulano contemporaneamente attorno

409 Fondamentale ai fini dello studio dei conflitti è sicuramente il pensiero di Simmel e della sua

personale valutazione in termini di integrazione sociale.

410 Touraine A., (2009) Il pensiero altro, Armando Editore, Roma p. 161

411 Ibidem; basti pensare “all‟azione sindacale, al movimento operaio ma anche alle leggi sociali e

alle convenzioni collettive”.

412

Touraine A., (1975) La produzione della società, Il Mulino, Bologna p. 397

413 Touraine A., (1988) Il ritorno dell‟attore sociale, Editori Riuniti, Roma p. 121 414 Touraine A., (1975) La produzione della società, Il Mulino, Bologna p. 398

415 Antonelli F., (2009) La modernità in transito. Movimenti sociali, elites e trasformazioni collettive nella sociologia di Alain Touraine, FrancoAngeli, Milano p. 43

ai principi di: identità, opposizione e totalità”.416 Il movimento sociale assume in tal modo il ruolo di attore collettivo con un ruolo produttivo nella società; viene costruito appunto come soggetto storico, anche se verrà criticato da Bourdieu e Reynaud417 a causa della sua ambiguità di fondo dovuta al passaggio, forse troppo azzardato, da una concezione filosofica ad una concreta. Touraine a tal proposito sottolinea come i soggetti storici non siano da considerare alla stregua di

personaggi, ma piuttosto come “insieme degli orientamenti culturali e conflittuali

per mezzo dei quali ogni società si realizza come agente di storicità”.418 Il

soggetto storico è “una capacità collettiva di interpretare l‟insieme della situazione storica completa”419

e in questo contesto “i movimenti sociali assumono il ruolo di definire l‟attore e di farlo intervenire a livello della società”.420

La società di cui parla Touraine è quella industriale. Ne L‟uomo a una dimensione Marcuse scrive: “Una confortevole, levigata, ragionevole, democratica non-libertà prevale nella civiltà industriale avanzata, segno del progresso tecnico”421

per sottolineare la profonda influenza di una società industriale quasi totalitaria all‟interno dell‟individuo e di forze tradizionalmente anti-sistema come la classe operaia. Rispetto alla società e alle forze industriali il sociologo francese scrive: “Io rifiuto di scegliere tra la riduzione delle condotte sociali a ruoli o all‟adattamento al cambiamento da un lato, e dall‟altro l‟immagine della società come un sistema mosso dalla sola logica della dominazione. Esistono altre condotte sociali e altri rapporti sociali. Esistono, almeno là dove non regna il totalitarismo, dei rapporti politici, una pluralità di influenze, una certa autonomia di decisione all‟interno di una società. Soprattutto esistono dei conflitti e dei movimenti sociali e dunque, al di là delle istituzioni politiche, un‟apertura della società, un dibattito sulla direzione del cambiamento”.422 Nella società industriale, la natura democratica implica la possibilità di proporre un‟alternativa al carattere

416 Ibidem; Infatti per Touraine quando un gruppo si struttura soltanto intorno al primo principio si

ha il gruppo d‟interesse; intorno al secondo una forza di protesta; intorno al terzo, un movimento culturale.

417 Bordieu P., Reynaud J.D., in Giddens A., (1974) Positivism and Sociology, Heinemann

Educational Books, London pp. 109-111

418

Daher L. M., (2002) Azione collettiva: teorie e problemi, FrancoAngeli, Milano p. 78

419 Touraine A., (1975) La produzione della società, Il Mulino, Bologna p. 48

420 Daher L. M., (2002) Azione collettiva: teorie e problemi, FrancoAngeli, Milano p. 78 421 Marcuse H., (1991) L‟uomo ad una dimensione, Einaudi, Torino p. 3

422

coercitivo ed al modello dominante capitale-lavoro, un‟alternativa che nasce e si costruisce all‟interno delle fabbriche, considerate sede di un conflitto primario derivante da un rapporto di dominazione e di potere.423 Scrive Touraine: “Se definiamo un movimento sociale come un conflitto per l‟appropriazione sociale delle risorse culturali riconosciute congiuntamente da tutti gli avversari, la democrazia appare necessariamente legata alla formazione dei movimenti sociali”.424

È nella fabbrica che, mediante la coscienza operaia, inizia a delinearsi il soggetto di cui parla Touraine: nel periodo dell‟industrializzazione, il movimento operaio si configura come movimento sociale solo all‟interno della prospettiva della coscienza operaia: “L‟analisi del movimento operaio ha come fondamento la coscienza di classe operaia, vale a dire la consapevolezza dei conflitti che nascono attorno all‟appropriazione delle risorse impegnate nella produzione industriale”.425

Ne consegue che il soggetto è definibile in relazione ai rapporti sociali di produzione e alle strategie di rivendicazione portate avanti, ad esempio, dai sindacati. Il soggetto industriale è un soggetto collettivo all‟interno del quale l‟individuo si forma e si delinea come parte integrante di una questione generale superiore; visione che può essere associata, almeno nel corpus, all‟azione del femminismo socialista degli inizi del XX secolo inserito, e per certi versi “sottomesso”, alla più generale questione operaia: “Le conquiste legali di uguaglianza formale tra uomini e donne non cambiano le condizioni materiali di subordinazione, o se lo fanno è solo per le donne non proletarie, così come le conquiste legali di uguaglianza formale tra proletari e non proletari non hanno mutato le condizioni dei proletari. La condizione dei proletari e delle donne cambierà solo dopo aver realizzato una società socialista mediante una rivoluzione comunista. Le donne devono unirsi nella lotta ai capitalisti”.426

La società industriale viene vista come una società di classe, contraddistinta non solamente da una differenziazione in termini economici ma anche ideologici; tale considerazione propone un modello di stratificazione sociale alternativo che si è progressivamente estinto in seguito alla diminuzione delle differenze culturali tra

423 Touraine A., (1988) Il movimento operaio, FrancoAngeli, Milano pp. 59-61 424 Touraine A., (1998) Libertà, uguaglianza e diversità, Il Saggiatore, Milano p. 30 425 Ivi, p. 74; Cfr. Touraine A., (1969) La coscienza operaia, FrancoAngeli, Milano 426

le classi sociali. Il nuovo modello sociale, caratterizzato da una massa indistinta sia in termini economici che culturali, ha portato ad una istituzionalizzazione del

conflitto di classe nelle società industriali, la cui conseguenza principale è da

ricercarsi in un depotenziamento della carica totalizzante degli antagonismi di classe.427 È sulla base di questo progressivo spostamento che si delineano nuove forme di conflitto sociale rapportate all‟estensione del dominio e all‟insieme della vita sociale e culturale. La politica e l‟azione sindacale sono gli elementi caratterizzanti il processo di istituzionalizzazione tanto che, sottolinea Touraine, “davanti ai nostri occhi si sviluppano società di un nuovo tipo”;428

La società cui si riferisce il sociologo è quella post-industriale le cui caratteristiche sono, per rifarsi al pensiero di Bell: il passaggio da un‟economia fondata sulla produzione di beni all‟economia dei servizi, la preminenza della classe dei professionisti e dei tecnici, la centralità del sapere teorico volta all‟innovazione e la gestione dello sviluppo tecnico.429 Touraine la definisce Società programmata, la cui caratteristica fondamentale è quella di porre la crescita economica come fattore centrale della vita sociale, non solo rispetto al fattore economico, ma anche rispetto alla capacità di organizzare, pianificare e controllare ogni aspetto della vita sociale: “Perché società programmata? Perché il potere di gestione consiste, in tale società, nel prevedere e nel modificare opinioni, atteggiamenti, comportamenti, nel modellare la personalità e la cultura, dunque nell‟entrare direttamente dentro il mondo dei „valori‟ anziché limitarsi all‟ambito dell‟utile. La nuova importanza delle industrie culturali sostituisce le tradizionali forme di controllo sociale con nuovi meccanismi di governo degli uomini”.430

Inoltre tale società è caratterizzata da una produzione scientifica basata sul processo di programmazione dell‟innovazione e non del bene utile, all‟interno del quale nuove categorie si inseriscono come elementi di potere; i gruppi dominanti della società programmata non sono più i capitalisti, ma i tecnocrati, i burocrati e gli esperti. I tecnocrati di cui parla il sociologo “non sono dei tecnici in senso stretto ma dei dirigenti che appoggiano l‟ideologia del servizio allo Stato o al partito

427 Touraine A., (1969) La società postindustriale, Il Mulino, Bologna 428 Ivi, p. 7

429 Cfr. Bell D., (1973) The coming of Post-Industrial Society, Basic Books, New York 430

politico egemone, si definiscono soprattutto per le conoscenze/competenze e il