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le dame di corte

CAPITOLO 3. QUELL’AFFETTO CHE ALIMENTA IL MITO

3.2 le dame di corte

Donna Franca apparteneva a quella società più in vista e l’alta borghesia ed era in buoni rapporti con molti regnanti, dai Savoia a Guglielmo II di Prussia e Germania, lo zar Nicola II, la regina d’Inghilterra e molti di loro, giunsero in visita a Palermo nel corso degli anni, accolti nelle meravigliose ville dei Florio e celebrati con sfarzo.

Donna Franca era circondata da altre nobildonne, sue amiche, che come lei, si dilettavano a organizzare gli eventi, molti dei quali di beneficienza.

Tra queste vi era anche sua cognata Giulia Florio, sorella di Ignazio.

La giovane fanciulla Florio aveva sposato nel 1885 il Principe Pietro Lanza, ultimo rampollo di una lunga dinastia di nobili siciliani, principe di Trabia e di Santo Stefano di Mistretta, duca di Camastra, principe di Butera e di Pietraperzia, duca di Santa Lucia e di Branciforte.

Il matrimonio della figlia Giulia con il principe di Trabia fu accolto con entusiasmo da parte di Ignazio senior e Giovanna d’Ondes perché coronava ancora di più il sogno di Ignazio che aveva sempre prediletto l’appartenenza all’aristocrazia e più del padre e del figlio, fu colui che maggiormente vi accostò il nome dei Florio, d’altronde, è pur vero che furono le nozze con sua moglie Giovanna D’Ondes a consacrare il nome dei Florio al mondo aristocratico e il matrimonio della figlia Giulia con il principe di Trabia ne suggellava il compimento.

Alla figlia consegnò da subito, con le nozze, la sua parte di eredità di circa 4milioni di lire, una cifra questa, che di sicuro andava a rinvigorire le finanze dei Lanza, i quali, come anche altri nobili di quei tempi abbondavano in titoli, fregi e riconoscimenti ma un po’ meno in ricchezza.

Pietro Lanza era comunque un grande personaggio della vita politica siciliana, fu consigliere comunale a Palermo ma anche deputato del Regno dal 1892 al 1913.

Dal 1906 fu sottosegretario degli esteri con il governo Sonnino e lo fu ancora dopo dal 1909 al 1913 anche nel secondo governo Sonnino, nel governo Luzzati e nel governo Giolitti, il 24 novembre del 1913 diviene anche senatore del Regno.

Sua moglie Giulia era altrettanto conosciuta, ammirata e benvoluta dalla società palermitana, si dice di lei che fosse una nobildonna gentile, dolce e molto minuta, ricordata

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per essere anch’ella come il resto della famiglia Florio, dedita all’attenzione per i meno fortunati, organizzava infatti molti eventi di beneficienza a cui partecipava anche donna Franca e insieme provvedevano a quanto necessario per la buona riuscita di essi.

Giulia di Trabia e Giulia di Trigona, altra cara amica di Franca, erano coloro che avevano sempre caldeggiato l’opportunità per donna Franca di essere nominata dama di compagnia

o di Palazzo54.

Era stata infatti la contessa di Trigona a richiedere un’udienza con la regina Elena in occasione della sua visita a Palermo per l’inaugurazione dell’Esposizione Agricola Siciliana, che si svolse il 27 maggio 1902 alla presenza appunto del re Vittorio Emanuele III e della regina Elena.

“Alla corte dei Savoia erano previsti due momenti «non privati»: la vita a corte, con i ricevimenti riservati e lo svolgimento della quotidiana attività di governo prevista dallo Statuto per il monarca, e le funzioni pubbliche, che potevano essere della natura più varia, dai ricevimenti formali, alle celebrazioni, ai matrimoni, ai funerali. Nel primo caso l'accesso a corte era riservato ad una serie ri stretta di dignitari, cui competevano varie funzioni, e che avevano titoli talvolta anche piuttosto pittoreschi: aiutante di campo genera le, aiutanti di campo, maestro di cerimonie, segretario particolare, dame di corte, gentiluomini di corte, ministro della real casa, prefetto di palazzo, cavaliere d'onore, dama d'onore, gran cacciatore, grande scudiere, grande maestro delle cerimonie. Nell'ordinamento della vita di corte, dal punto di vista formale, per la nomina di una di queste cariche il titolo nobiliare non era un prerequisito, sebbene poi molti dei dignitari o delle dame di corte fossero effettivamente dei nobili55”.

La nomina di dama di Palazzo di Sua Maestà la Regina giunse a Donna Franca il 26 maggio 1902, era un titolo molto importante e lei avrebbe gestito questo servizio a Palermo in occasione delle visite dei Reali.

La regina donò personalmente a Franca una spilla di brillanti con lo stemma reale che Franca doveva esporre ad ogni cerimonia pubblica e tale spilla le fu consegnata durante Il Circolo di Corte ai giardini di Palazzo Reale.

54 Dama di compagnia: in una corte nobiliare, è un'assistente personale femminile di una regina,

una principessa o un'altra nobildonna di rango superiore. Una dama di compagnia è spesso una nobildonna di rango inferiore. I suoi compiti, ben distinti da quelli della servitù, variano da corte a corte.

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Per quell’occasione erano stati organizzati molti ricevimenti e cerimonie ufficiali in tutta la città56, tutto ciò rientrava in quel dinamismo di cui si parla quando si descrive che tempi erano stati quelli a cavallo tra i due secoli nella solare Palermo.

Dai primi anni del XX secolo fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale Palermo aveva riflesso uno splendore abbagliante e I Florio insieme ad altri giovani aristocratici palermitani ne erano stati gli artefici.

Donna Franca ne era stata l’anima.

E’ sufficiente sfogliare i rotocalchi del tempo, quelli di fine Ottocento o quelli dei primissimi anni del Novecento per vedere, coi propri occhi, quanto donna Franca fosse contemplata nella maggior parte di articoli e fotografie che riportano gli eventi mondani più seguiti.

In un susseguirsi incessante di serate di spettacolo e beneficienza, oppure semplici riunioni fra aristocratici e alta borghesia, molti dei quali organizzati nelle proprietà dei Florio, donna Franca partecipa come sempre da grande protagonista.

In un articolo del 25 febbraio del 1908 del periodico The Smart Set, scritto in occasione di uno dei tanti gran balli organizzati a Villa Igiea si trova scritto:

“Donna Franca Florio, più che mai elegante, superba nel fascino altero della sua abbagliante bellezza, riceveva gli invitati con perfetta e squisita signorilità.

Le danze iniziate verso le undici si protrassero animatissime fin dopo le quattro, chiuse da un

catillon- ricco di doni eleganti e originali che venne diretto da donna Franca Florio insuperabile

animatrice della bellissima festa e dal cav. Nicola Contarini. L’orchestrina di Villa Igiea fu durante tutta la sera assai ammirata per l’esecuzione d’un brillantissimo programma musicale 57”.

In occasione della visita del Kaiser Guglielmo II a Palermo, i preparativi per accogliere il reale furono per la maggior parte diretti da donna Franca che invitò i reali all’Olivuzza in presenza di Giovanna D’Ondes, il conte e la contessa Trigona, e il conte e la contessa Mazzarino.

56

A. Pomar, Donna Franca Florio, Firenze, Vallecchi Editore, 1985. 57

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Nell’articolo scritto per l’occasione nel periodico The Smart Set del 10 Aprile 1908 vi era scritto:

“Il Kaiser si fermò a lungo a conversare con gli ospiti, e prima di partire volle lasciare a donna Franca una sua fotografia con lusinghiera dedica autografa58”.

È stato invece ancor più interessante imbattermi in un articolo, sempre del periodico The

Smart Set, nel quale è riportata un’intervista rilasciata da Emma Gramatica tra il secondo e

il terzo atto della rappresentazione a Palermo della “Mareia Nuziale” dramma di Henry Bautille.

L’attrice era da tempo a Palermo ed era stata ospite nella villa dei Mazzarino in occasione della permanenza dei reali tedeschi; all’attrice, in quell’occasione, fu richiesto di esibirsi per deliziare gli invitati presentando la canzone di Sirenetta, della Gioconda di Gabriele D’Annunzio e anche un brano della scena d’amore del secondo atto di Più che l’amore. È curioso osservare come anche in occasione di questa intervista, fatta ad un’artista già nota e ammirata , sia immancabile, il nome di Franca Florio.

Emma Gramatica fece i suoi complimenti alle bellissime dame che quella sera organizzarono l’evento dicendo di loro che:

“…la grazia fisica eguaglia la finezza dello spirito…”.

L’artista ringraziò, in particolare, la contessa di Mazzarino, donna Franca Florio, la contessa Trigona, la principessa di Cutò, per essere state amabili e graziose con lei, dicendo che della loro accoglienza conserverà per sempre il ricordo.

Una ricerca, quella sui periodici del tempo, che fa effettivamente rendere conto di quanto fosse nota, chiacchierata, celebrata e ammirata donna Franca, e in particolar modo, quanto la descrizione della sua bellezza o il semplice accennare ad essa, risultasse quasi doveroso, quando si parlava di lei59.

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The Smart Set, articolo in periodico, Palermo, 10 Aprile 1908. 59

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52 La Sicile Illustre, periodico, Aprile 1904, Palermo, p.37

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