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Le donne artiste.

Nel documento Franca Florio e la Belle Époque a Palermo. (pagine 98-103)

CAPITOLO7 LA DONNA DEL ‘900 ATTRAVERSO I PERIODICI DEL TEMPO

7.1 Le donne artiste.

In un contesto editoriale che spazia in molti ambiti della società civile anche nel mondo dell’intrattenimento e dello spettacolo, figure femminili si susseguono tra le pagine dei rotocalchi e dei quotidiani tanto da far conoscere al pubblico, la vita di tante giovani artiste che, con il canto o la danza, sono riuscite a diventare note nell’ambiente culturale e di spettacolo del ‘900.

In occasione di un concerto tenutosi a Roma nella Regia Accademia di Santa Cecilia, il quotidiano L’Ora esce con un articolo in prima pagina, dell’edizione del 27-28 maggio 1903, sulla protagonista del concerto, nella figura di Adelina Patti, talentuosa soprano italiana di origine spagnola, vissuta tra il 1843 e il 1919.

Adelina Patti viene considerata oggi come una delle più grandi soprano di coloratura99 del XX secolo.

L’articolo su di lei recita:

“Questo solo nome basterebbe per indicare tutta una biografia, tutta una serie di successi clamorosi a cui non si può accoppiare nessun aggettivo superlativo, poiché il superlativo non può esistere accanto la definizione della divina voce di Adelina Patti.

Molto tempo è passato anzi passarono molti tempi dal giorno in cui la Patti bambina, debuttò in un concerto a New York – aveva appena sette anni – meravigliando il pubblico estatico innanzi al fenomeno.

D’allora più di otto lustri, Adelina Patti ha empito il mondo di sé. Molte volte si è annunciato, che ella abbandonava definitivamente l’arte, ma poi la voce veniva smentita dal fatto e Adelina Patti trae ancora oggi il pubblico all’antico e primitivo entusiasmo.

Il concerto dato ieri da lei alla R. Accademia di S. Cecilia a Roma è una prova evidente come il tempo, degno distruttore di ogni opera umana, abbia pensato che la voce della Patti era opera così perfetta che bisognava rispettarla e lo rispettò come uno di quei cavalieri antichi di cui si è perduto lo stampo.

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Soprano di coloratura: nell'arte del canto, la locuzione soprano leggero (noto anche come soprano d'agilità o soprano di coloratura) designa una delle tre principali categorie in cui è classificata la voce di soprano.

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Nata in Spagna da genitori italiani, dopo aver ottenuto trionfi su trionfi, a 17 debuttò al Teatro des

italiens di Parigi, il teatro allora di gran moda, distributore dei brevetti di celebrità.

Era l’epoca del terzo impero napoleonico, e Adelina Patti divenne la marchesa de Caux. Ma per poco, poiché riprese quasi subito la sua libertà e i suoi trionfi, che giunsero perfino a far dimenticare quelli della Grisi e della Mallbran.

Sposò in seconde nozze Nicolini, il celebre tenore e in terze il barone di Caderström.

E’ ricchissima e di recentemente combinò con l’impresario americano Roberto Grau una tournèe di 60 concerti per i quali ha ottenuto la somma di un milione e 500 mila lire.

Di fronte a queste cifre i commenti non possono essere rappresentati che da una serie di punti ammirativi.

La diva risiede usualmente nel montuoso paese di Galles, in Inghilterra nel castello di Craig-y Nos, una meraviglia di lusso e di conforto.

Fedele suo compagno è il barone Rolf Caderström, un gentiluomo compitissimo discendente da una delle famiglie più nobili di Svezia il quale potrebbe dire col divino poeta:

Nel mezzo del cammin della mia vita…mi ritrovai…

In uno splendido castello di mia moglie100”.

Adelina Patti, foto da: Brady-Handy Photograph Collection, Library of Congress

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I concerti alla R. Accademia di S. Cecilia: Adelina Patti, in,L’Ora. Corriere politico, quotidiano della Sicilia, periodico, 27-28

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Cloe de Mèrode

Cléopatra Diane de Mérode, famosa con il nome d'arte di Cléo de Mérode è nata a Parigi nel 1875 ed è stata una ballerina francese.

Era figlia della baronessa austriaca Vincentia de Mérode (dama di Corte dell'Imperatrice Elisabetta d'Austria) e di un nobile viennese che volle mantenere l'anonimato.

Cléo si chiamava in realtà Cleopatre-Diane de Merode; venne al mondo in un appartamento borghese in Parigi e crebbe come una parigina; fu eletta reginetta di bellezza in un concorso indetto da una rivista illustrata e fu avviata alla danza in giovane età presso la scuola dell'Opéra national de Paris, dimostrando buona attitudine alla disciplina.

Il suo debutto avvenne appena undicenne e in poco tempo, il successo fu inarrestabile tanto che la sua bellezza e grazia divennero un solido punto di riferimento per le donne francesi, che ne imitarono stile e modo di vestire.

Cléo posò come modella per diversi artisti, tra i quali Toulouse-Lautrec ed Edgar Degas, divenendo anche così, il fulcro di quel mondo cosiddetto di "fine secolo".

Cléo, in particolare, ideò una pettinatura a bande piatte sulle orecchie che sarebbe stata destinata a siglare la moda della Belle Époque.

I fotografi dell'epoca fecero a gara nel riprodurne le fattezze, che finirono anche sulle cartoline, cosicché, l’immagine di Cléo si diffuse in moltissimi luoghi del mondo, anche in quelli che lei non visitò mai.

Celebre fu la sua relazione segreta con il monarca Leopoldo II del Belgio.

Il sovrano si era innamorato di Cléo dopo averla veduta in una rappresentazione della verdiana "Aida" in cui la giovane artista impersonava un’ egiziana.

La storia spalancò a Cléo i palcoscenici di mezzo mondo, portandone la fama persino Russia e negli Stati Uniti d'America.

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Clèo de Mèrode -

In Occasione dell’esibizione tenuta all’Esposizione Universale di Parigi del 1900 dalla De Meròde, il periodico L’Ora, nell’edizione del 19-20 luglio 1900, inserisce in prima pagina un articolo dedicato a lei, in cui descrive il travolgente successo ottenuto dalla giovane artista in tutta Europa e soprattutto in Francia.

Così si scrive:

“Appariscono i re in forma ufficiale alla Esposizione di Parigi. E’quasi naturale che vi apparisca nella stessa forma la ballerina Cleo de Mèrode. Ella non può considerarsi come cosa del tutto estranea alle corone reali, perché una di esse qualche tempo fa ha ballonzolato sulla punta del suo ventaglio. Leopoldo del Belgio, una delle più rispettose barbe regnanti, se ne deva ricordare. Del resto, niente di male: era logico che una bella barba fosse attirata ad intricarsi con una bella chioma. La chioma di Cloe de Mèrode è certo quella che ha ottenuto il miglior successo nel nostro secolo dando il nome ad una foggia di pettinatura diffusasi rapidamente alle più graziose testoline

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muliebri del mondo civile. Ancora oggi noi vediamo qualche buona copia di capelli alla Cleo anche nella società alta.

Il successo dei piccoli piedi della diva danzante si può dire che sia stato accompagnato da quello della chioma e che anzi ne sia stato superato.

Ora la bella seduttrice di re, come abbiamo detto, apparisce in tutta la sua pompa ufficiale all’Esposizione di Parigi. Essa ballerà il passo dell’estremo oriente nel teatro indo-cinese101”.

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Nel documento Franca Florio e la Belle Époque a Palermo. (pagine 98-103)