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Giulia Mantegna di Montereale Principessa di Gang

CAPITOLO 6. LE ALTRE DONNE DELLA BELLE EPOQUE SICILIANA

6.3 Giulia Mantegna di Montereale Principessa di Gang

Giulia Alliata di Montereale nacque a Palermo nel 1988; figlia del principe Giovanni Alliata di Montereale e di Marianna Notarbartolo, sposò, nel 1910, Giuseppe Mantegna Mastrogiovanni (1882-1929), che aveva ereditato dal primo marito della nonna paterna, l'ultimo dei Valguarnera, il titolo di principe di Gangi e, soprattutto, lo storico Palazzo Valguarnera Gangi a Palermo.

Nonostante fosse originaria di Palermo, ha vissuto moli anni a Roma presso la corte dei Savoia, poiché rivestiva il ruolo di damigella di Palazzo e in seguito a questo periodo della sua vita, lavorò anche per il quotidiano L’Ora di Palermo.

Si dice fosse dedita alle attività imprenditoriali, soprattutto durante il fascismo e che mostrasse grandi capacità da leader e spiccata determinazione per il perseguimento dei propri obiettivi87.

Nel 1914 sui periodici di lei si leggeva questo:

“In certa guisa, i convegni del magnifico palazzo di Via Vespri, rassomigliano ad una gioia, ad una festa di tutti.

Non vi si trova semplicemente la grazia affascinante della squisita Dama che ha nel portamento tutte le raffinatezze aristocratiche dei Montereale, ma soprattutto vi si respira una confortevole aria giuliva, vi si trova quel contenuto così difficile ormai a trovarsi, fatto di conversazioni materiate di arte e bellezza, come al tempo in cui erano famosi i salotti delle Dame italiane.

L’arte soprattutto, trova nella Principessa di Gangi una intelligente seguace, ed una provetta esecutrice, che non espone, e soprattutto che ama non se ne parli, non per vana modestia, ma quasi perché teme svanisca, con la pubblicità, la sua intima soddisfazione.

Nella grandiosa galleria d’arte antica e moderna di palazzo Gangi, la Principessa che fu guidata nei primi passi da Francesco Lojacono, ha magnifici modelli d’ogni stile e di ogni scuola, e l’orizzonte vario e pittorico del Castello di Solanto, la sconfinata azzurrità del mare, le suggeriscono motivi e soggetti che solo agli intimi è dato ammirare88”.

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Mimmo Franzinelli, Il duce e le donne, Milano, Arnoldo Mondadori, 2013. 88

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La principessa Giulia, insieme sorella maggiore Annina Alliata di Montereale, che aveva sposato Vincenzo Florio, il padre della Targa Florio, furono protagoniste di feste e pranzi con Re e nobiltà di livello europeo, ricevuti nello splendido Palazzo Valguarnera-Gangi, tra cui il pranzo dato in onore del Re d’Inghilterra Edoardo VII e della consorte

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6.4 Annina Alliata di Montereale

Annina Alliata di Montereale era moglie di Vincenzo Florio jr., il minore dei due fratelli imprenditori, eredi della famiglia più ricca di Sicilia, ideatore e patrono della Targa Florio, la prima corsa automobilistica italiana.

Annina era sorella maggiore della più nota Principessa di Gangi.

Donna Anna Florio era appassionata di sport ma non perché fosse di moda e molto diffuso tra le dame del suo ambiente, ma perché il contatto con la natura, che derivava dal praticare alcuni sport, era ciò che più la affascinasse della pratica di queste attività.

Il contatto aperto con la natura, per chi sapeva coglierne misteri e bellezza, fungeva da affrancamento per lo spirito.

Nel caso dell’automobilismo, si dice che Annina fosse capace di guidare con maestria un automobile89.

Dedita anche alla pittura, si dilettava in particolar modo alla raffigurazione di fiori e putti, ma ancor più eccellente era in ambito musicale, come musicista di discreto talento e attrattiva di moltissime serate della vita mondana di Palermo.

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Le sue preferenze apparivano sempre rivolte allo sport, molto più di un evento mondano o di un salotto, caratterizzato spesso da conversazioni sterili; se non era una corsa in macchina a entusiasmarla, poteva essere una partita a tennis, altra disciplina sportiva in cui la giovane mostrava eccellenti doti.

I coniugi Florio sembravano essere felici in amore e nello sport, accomunati da questa passione travolgente, in cui entrambi, mostravano un talento al di sopra delle righe. Aprivano insieme, nel contesto palermitano, una vetrina esposta al resto del mondo che mostrava le risorse naturalistiche e ingegneristiche che la Sicilia poteva vantare, con il decoro di un strabiliante coinvolgimento da parte del mondo femminile, che cominciava a lasciarsi andare ad una vita moderna.

“La vita moderna ha nuovi modi da venire rianimata. Ormai la cultura si è diffusa dovunque, si è fatta quasi generale, è penetrata in tutte le classi, anche l’aristocrazia, dove non è una nullità, destinata a logorarsi a morte in vecchi e stantii pregiudizi, li assimila ogni giorno di più. Un nuovo ritmo la pervade.

I migliori suoi rappresentanti intendono ciò che ha di eroico, di imperialistico la vita moderna. E subiscono la suggestione di tale suggestione. I migliori sanno tradurla in atto sia con una magnifica impresa sportiva, sia col procurare al proprio paese i mezzi per potere nei grandi ardimenti scientifici e meccanici competere con le più ricche, più dotate e meglio disciplinate nazioni del mondo.

E’ inutile ricordare i nomi, di quanti in Sicilia a cominciare dai Florio la pensano così, pensano e agiscono comprendendo che la ricchezza non deve restare sterile, ma circolare, ma muoversi in un mondo in cui tutto si muove e in cui il moto è generato da due fattori supremi: l’ardimento dell’uomo e il denaro. Chi ha coraggio e ricchezza è ora una forza mirabile, in cui si nascondono inespresse, inapplicate innumerevoli energie. Non solo negli spiriti degli uomini, ma anche nelle cortesie e nelle intuizioni delle donne. Esse non vivono più la vita ristretta di una volta ma spaziano col pensiero, affrontano con intelligenza i moderni problemi sociali alla cui soluzione possano in tanti modi, diretti o indiretti contribuire e non solo nelle organizzazioni di beneficienza, ma in mille altre maniere90”.

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Anna Florio di Montereale, aveva eleganza, portamento e signorilità, le veniva estremamente facile e spontaneo ricevere ammirazione, sarebbe solo potuta aumentare nel tempo se non fosse stata portata via dal colera solo appena due anni dal matrimonio fastoso con Vincenzo Florio avvenuto nel 1908.

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