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Danni provocati dall’erosio ne idrica

Nel documento PARTE E: L'IMPATTO DELL'UOMO SUL SUOLO (pagine 88-92)

Come si può vedere dalla tabella sotto- stante si hanno danni in situ e danni lonta- ni dal luogo in cui l’erosione si è verificata (Tab. 12).

Tasso massimo accettabile di erosione

Inizialmente si partiva dall’assunto che una perdita di suolo determina sempre una perdita di produttività, tuttavia l’ef- fetto può essere molto diverso a secon- da del grado di evoluzione del suolo. Ad esempio: la perdita di 3 mm suolo/anno, in un entisuolo, profondo 30 cm , può determinare la perdita definitiva di pro- duttività in meno di 50 anni; mentre 1 cm suolo/anno su depositi di loess o su allu- vioni, profondi 50 m può non influenzare la produttività per quasi 500 anni (Gior- dano, 2002).

Quindi è più valido riferirsi ad un tasso accettabile di erosione, caratteristico per ogni suolo, che corrisponde, all’incirca, al tasso di alterazione della roccia madre.

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Per questo motivo al tasso di erosione è necessario affiancare sempre la cono- scenza pedologica, per valutare attenta- mente la condizione del suolo in esame. Bisogna però ricordare che il suolo for- matosi per alterazione della roccia ma- dre non corrisponde, qualitativamente, a quello perso per erosione (ricco di so- stanza organica e biologicamente attivo). Pertanto, il suolo può essere considerato, rispetto all’erosione, una risorsa presso- ché non-rinnovabile o comunque rin- novabile solo in tempi molto lunghi, che esulano da quelli della vita dell’uomo.

Metodi di misura dell’erosione del suolo

L’erosione può essere misurata speri- mentalmente in campo.

In situazioni di superfici estese e a livel- lo di bacino i metodi più comuni sono: la misura del materiale disciolto o in so- spensione trasportato dai corsi d’acqua

e la quantificazione dei sedimenti accu- mulati nei bacini artificiali.

Per estensioni minori (campi sperimenta- li) il suolo eroso può essere convogliato e quantificato usando sistemi di raccolta appositamente progettati.

E’ tuttavia possibile valutare la vulnerabi- lità del suolo all’erosione o perdita di ag- gregati e consistenza anche in laboratorio o tramite modelli di stima. Ad esempio è possibile impiegare il contenuto di Cs- 137 nel suolo al fine di determinare i tas- si di erosione, in particolare in ambiente montano. In un sito sperimentale a Mont de La Saxe (Cormayeur), ad esempio, con questo metodo si sono valutati tassi annui di erosione compresi fra 8.8 e 13.4 Mg ha−1 yr−1 (Ceaglio et al., 2010).

Alcuni esempi sono poi: la stima dell’erodi- bilità del suolo (fattore K) con il nomogram- ma di Wischmeier, i limiti di Atterberg e il

Wet Aggregate Stability Index (WAS).

Scheda D2 - Perdita di suolo per erosione Danni sul posto dove l’erosione

si è verificata

Danni lontani dal posto dove l’erosione si è verificata

Asportazione degli orizzonti organici alla

superficie del suolo; Alluvioni; Distruzione della struttura e compattazione

della superficie del suolo; Inquinamento delle acque;

Riduzione dell’infiltrazione Interramento delle dighe, dei bacini di raccolta dell’acqua, dei canali e dei fossi;

Diminuzione nella ricarica della falda freatica; Cambiamento nell’assetto dei corsi dell’acqua; Rimozione delle sostanze nutritive; Sedimentazione di terra sui campi;

Aumento degli elementi grossolani in superficie Deterioramento dei luoghi di pesca; Sradicamento dei vegetali; Eutrofizzazione delle acque

Perdita di produttività del suolo

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Scheda D2 - Perdita di suolo per erosione Più usate sono le misure indirette dell’e-

rosione. Qui il tasso erosivo è calcolato facendo riferimento a metodi che posso- no essere: empirici, parametrici o fisici. I metodi empirici sono basati sull’elabo- razione di un modello di aggregazione, in cui rientrano le variabili determinanti l’erosione (erodibilità del suolo, erosività pioggia, topografia, copertura vegetale, uso delle terre), che è in grado di con- fermare con alta probabilità statistica i risultati ottenuti da parcelle sperimentali. Il più conosciuto è l’USLE (Wischmeier, Smith, 1978) Universal Soil Loss Eva- luation poi modificato RUSLE (Revised USLE).

Nei metodi parametrici è redatta, per ogni variabile determinante l’erosione, una carta suddivisa in aree omogenee per intensità, che sono contraddistinte da un valore di propensione all’erosione.

I diversi tematismi sono poi sovrapposti e i valori delle aree, aggregati secondo modelli matematici. Il risultato finale consente di stabilire l’intensità dell’ero- sione grazie ad una scala di riferimento. Un esempio di questi metodi sono CO- RINE (Coordination Information Envi- ronment) e PSIAC (Pacific South-West Inter Agencies Committee).

I metodi fisici si basano su equazioni matematiche capaci di ricostruire il pro- cesso erosivo secondo la fisica stessa del fenomeno. Sono metodi fisici WEPP (Water Erosion Prediction Project) e EU- ROSEM (European Soil Erosion Model). Danno risultati meno precisi rispetto alle misure sperimentali, però, grazie all’uti- lizzo di software di tipo G.I.S. (ArcGIS, GRASS), permettono di mappare l’en- tità dell’erosione su vaste superfici e in poco tempo.

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Parte E:

Nel documento PARTE E: L'IMPATTO DELL'UOMO SUL SUOLO (pagine 88-92)