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Suoli con drenaggio impedito o eccessivo

Nel documento PARTE E: L'IMPATTO DELL'UOMO SUL SUOLO (pagine 80-83)

La libera percolazione dell’acqua nel suo- lo è necessaria per mantenere la falda ad una profondità tale da non avere periodi eccessivamente lunghi di saturazione de- gli orizzonti interessati dall’apparato radi- cale dei vegetali, ma nello stesso tempo essa non deve essere eccessivamente rapida per non avere nel suolo una ten- denza all’aridità o un eccessivo dilava- mento degli orizzonti superficiali. Corretti schemi di irrigazione e di drenaggio pos- sono ovviare alle conseguenze dei regi- mi idrologici difficili di suoli con orizzonti di impedimento, per esempio argillici o petrocalcici o a fragipan, o con tessitura eccessivamente grossolana.

I problemi dei suoli con particolare regime idrologico, correlati spesso alle condizio- ni pedogenetiche, possono essere stu- diati e talora risolti sulla base del bilancio termo-pluviometrico (§ SCHEDA A6, AP- PENDICE 1). Esso si ottiene dal confron- to tra gli input di precipitazione annua, secondo la distribuzione media mensile, e gli output per evaporazione più quelli per traspirazione (evapotraspirazione). Le perdite d’acqua dal sistema suolo-pianta possono essere solo per percolazione, ruscellamento superficiale ed evapora- zione diretta o mediata dai vegetali: le

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prime due si hanno solo se le precipita- zioni superano la capacità idrica del suo- lo, mentre la terza si ha continuamente e al raggiungimento di un potenziale di trattenuta dell’acqua, prevalentemente osmotico o/e di matrice, corrisponden- te ad una tensione negativa di suzio- ne pari a 15 bar in corrispondenza del quale i vegetali raggiungono il punto di appassimento. Mentre le perdite per per- colazione e ruscellamento avvengono in condizioni di suolo saturo o tendente alla saturazione d’acqua e quindi non sono limitanti ai fini della nutrizione idrica ve- getale, semmai possono corrisponde- re a condizioni asfittiche per le radici, quelle per evapotraspirazione assumono importanza quando non sono bilancia- te dalle precipitazioni, cioè nei periodi dell’anno più caldi e siccitosi. Il bilancio idrologico è quindi in stretta dipenden- za dalla distribuzione delle precipitazioni nell’arco dell’anno e della temperatura del suolo e dell’aria.

Mentre le precipitazioni e le temperature dell’aria sono registrate da stazioni me- teorologiche distribuite sul territorio, l’e- vapotraspirazione non è determinabile in ogni sito: per tale motivo si fa riferimen- to all’evapotraspirazione potenziale (E.T.P.) calcolata secondo modelli mate-

matici più o meno empirici. Il più accre- ditato di questi modelli, per la semplicità di reperimento dei dati, è ancora quello dell’ E.T.P. corretta secondo Thornthwai- te: esso deriva da lunghe sperimentazio- ni e rilevamenti fatti negli Stati Uniti da cui emerge un’elevata correlazione tra i risultati sperimentali e la seguente fun- zione esponenziale

E.T.P. = 1.6 *(10t/I)^a * K

dove E.T.P. è l’evaporazione potenzia- le (mm/mese), t è la temperatura media mensile ricavata da un periodo statisti- camente significativo, I è un indice ca- lorico calcolato su base annua e K è un coefficiente di correzione che tiene con- to delle variazioni di insolazione secondo la latitudine.

Per il calcolo di questo parametro sono disponibili in internet programmi spe- cifici è sufficiente avere a disposizione i dati delle temperature medie mensili relativi della località interessata; quello maggiormente diffuso è il Newhall simu- lation model.

Benchè sia un indice grossolano dell’ef- fetto climatico globale, può risultare utile il rapporto tra precipitazione media an- nua ed evapotraspirazione potenziale media annua o indice di umidità P/E.T.P.: se tale valore >1 il suolo per la maggior parte dell’anno in condizioni di eccesso idrico con elevata probabilità di condi- zioni riducenti,di idromorfia o di podzo- lizzazione; se <1 predominano condizio- ni di secchezza o addirittura di aridità. Un’idea della grossolanità di quest’indi- ce si ha considerando i suoli delle regioni artiche o alpine dove la precipitazione è spesso abbondante e l’evapotraspira- zione modesta, ma l’acqua, presente per lo più come neve o ghiaccio, è alla su- perficie, non percola che per pochi giorni all’anno e il suolo alterna quindi lunghi periodi quasi siccitosi a corti periodi di saturazione.

Tra i suoli patologici per cattivo drenag- gio meritano una particolare attenzione i suoli idromorfi. Essi sono suoli minerali con impedimento alla libera circolazio- ne dell’acqua e interessati da una falda affiorante o fluttuante.

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In queste condizioni il processo pedo- genetico dominante è la gleyzzazione totale o parziale degli orizzonti frequen- temente saturi d’acqua. La caratteristica più evidente è la comparsa di colora- zioni da blu a grigio a verde legata alla progressiva mobilizzazione di Fe2+ solu- bile. La riduzione del ferro è prevalen- temente biologica, ad opera di microor- ganismi anaerobi obbligati, in presenza

di sostanza organica che si ossida. La colorazione deriva dalla compresenza di idrossido ferrico e ferroso misti e pre- cipitati (Fig. 20).

Talora una periodica aerazione, legata alle fluttuazioni della falda, provoca nei climi temperato-umidi una gleyzzazione incompleta a pseudogley con la compar- sa di colori legati all’ossidazione del ferro sotto forma di screziature rosseggianti.

Fig. 20 Evidenze redo- ximorfiche in un suolo scavato in Siberia e caratteriz- zato dalla presenza di permafrost (nella foto, soggetto a fusione)

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Scheda D2 - Perdita di suolo per erosione

L’Erosione

L’erosione è il distacco e il trasporto del- la parte superficiale del suolo per effet- to dell’acqua, del vento, della neve, del ghiaccio o di altri agenti geologici, in- cludendo tra essi anche alcune manife- stazioni della forza di gravità (Giordano, 2002). È un fenomeno naturale che ha partecipato, e partecipa, alla costituzio- ne del paesaggio. Tuttavia esistono an- che dei processi erosivi di origine antro- pica in cui è l’uomo a indurre il fenomeno. Questi hanno la stessa forma e modalità di quelli naturali ma, sono notevolmente più intensi e veloci (Giordano, 2002). Per distinguere fenomeni naturali da fe- nomeni di origine, direttamente o indi- rettamente, antropica si usano anche i termini: erosione geologica per i primi ed erosione accelerata per i secondi.

Negli ultimi tempi il fenomeno dell’ero- sione per cause antropiche è andato aggravandosi e riporta quotidianamente scenari preoccupanti. Le cause sono di- verse, ma quasi tutte riconducibili all’ac- crescimento della pressione ambientale sul suolo (agricoltura, industria, turismo, sviluppo urbano).

Principi dell’erosione idrica

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