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Scheda B4: il profilo Fig

Nel documento PARTE E: L'IMPATTO DELL'UOMO SUL SUOLO (pagine 53-57)

Esempio di profilo di suolo in “veste invernale” Fontainemore (1985 m slm)

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Scheda B4 - Il profilo profondo fortemente cementato costitui-

to da manufatti limitanti lo sviluppo delle radici (M) e un orizzonte corrispondente a

uno strato d’acqua nel suolo liquida (falda sospesa o ristagno) o congelata (W).

La formazione del suolo comincia con la disgregazione o alterazione della roccia madre e continua con la trasformazione (weathering) dei minerali e con l’integra- zione/trasformazione di sostanza organi- ca fino alla formazione del profilo vertical- mente organizzato in orizzonti (Fig. 11).

Gli orizzonti principali in dettaglio:

Orizzonte O

Nella parte più superficiale del profilo si osserva l’orizzonte O. Esso è costituito principalmente da sostanza organica. La lettiera fresca si trova in superficie mentre a maggiore profondità i segni della strut- tura originaria della vegetazione sono stati distrutti dai processi di decomposizione e umidificazione. L’humus, contribuisce alla formazione della struttura e favorisce la ritenzione dell’acqua all’interno del suolo. I suoli costituiti da una sequenza di oriz- zonti O sono denominati Histosuoli e sono caratteristici delle aree umide (Fig. 12).

Orizzonte A

Esso si trova al di sotto dell’orizzon- te O. Esso indica l’inizio del suolo mi- nerale. In questo orizzonte la materia organica si integra con i prodotti mi- nerali dell’alterazione. Normalmen- te esso è caratterizzato da un colore bruno nerastro dovuto alla presen- za della sostanza umificata (Fig. 13). L’eluviazione, cioè la rimozione di so- stanze organiche ed inorganiche da un orizzonte per lisciviazione si verifica proprio nell’orizzonte A. Il processo di eluviazione è legato al movimento ver- ticale dell’acqua.

Fig. 12 Area umida d’al- ta quota nella Riserva Naturale Mont Mars 2000 m slm circa. (Fig. 13) Profilo di Incep- tisol a Verrès (tra 0-20 cm orizzonte A ben espresso; successione di orizzonti B oltre 20 cm di profondità)

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Scheda B4 - Il profilo

Orizzonte E

L’orizzonte E è in genere un orizzon- te di colore chiaro, in cui il processo dominante è rappresentato dall’eluvia- zione. La lisciviazione o la rimozione di particelle di argilla (lessivage), sostan- za organica, e/o ossidi di ferro e allu- minio, sono particolarmente attive in questo orizzonte. Al di sotto di foreste di conifere, l’orizzonte E di frequente è caratterizzato da una elevata presen- za di quarzo, il quale conferisce a tale orizzonte un colore grigiastro simile alla cenere (Fig. 14-15).

Orizzonte B

Al di sotto dell’orizzonte A o E se pre- sente si trova l’orizzonte B. L’orizzon- te B corrisponde ad una zona di illu- viazione, dove il materiale proveniente dalle parti superiori del profilo si ac- cumula. L’accumulo del materiale fine determina la formazione di uno strato piuttosto denso nel suolo. In alcuni suoli l’orizzonte B è arricchito di car- bonato di calcio, con la formazione di noduli o di veri e propri orizzonti calci-

ci. Questo fenomeno si osserva quan- do il carbonato precipita nel corso del movimento dell’acqua verso il basso oppure per azione della capillarità. I processi di eluviazione sono impor- tanti nei climi umidi, dove si osserva- no precipitazioni significative ed un surplus nel bilancio idrico del suolo. In genere gli orizzonti illuviali si trovano a maggiore profondità nel profilo. Essi si osservano vicino alla superficie del suolo in climi aridi e semiaridi, dove le precipitazioni sono scarse. L’azio- ne della capillarità trasporta i cationi in soluzione, quali il calcio ed il sodio verso l’alto, dove precipitano.

Fig. 14 Orizzonte E “crioturbato” in un profilo di suolo (Gelisol in Siberia) Fig. 15 Orizzonte E in un podzol osserva- to nella Valle di Cogne (AO)

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Scheda B4 - Il profilo

Orizzonte C

L’orizzonte C (Fig. 16) rappresenta il mate- riale parentale, da cui si è originato il suolo. Esso può essersi originato in situ oppure essere stato trasportato da altre zone, per esempio per azione di fenomeni alluvionali o gravitativi. Al di sotto dell’orizzonte C si può osservare la Roccia Madre inalterata (R).

I suffissi

Nella Tabella 4 seguente sono riportati i suf- fissi adottati nei singoli orizzonti (FAO, 2006) per precisare le differenze all’interno del profilo legate a input nel profilo, output dal profilo, trasformazione/traslocazione entro il profilo, accumulo entro il profilo di mate- riali determinati dai processi pedogenetici.

Fig. 16 Orizzonte C in un suolo su serpentinite a Pontey (AO)

Suff. Breve descrizione Utilizzato per

a Sostanza organica fortemente decomposta Orizzonti O

b Orizzonte genetico sepolto Orizzonti minerali non crioturbati

c Concrezioni o noduli Orizzonti minerali

d Strati compatti (tali da impedire lo sviluppo radicale) Orizzonti minerali, senza m e Sostanza organica parzialmente decomposta Orizzonti O

f Suoli gelati Non negli orizzonti R

g Condizioni stagniche Nessuna restrizione

h Accumulo di sostanza organica Orizzonti minerali i Sostanza organica poco decomposta Orizzonti O

j Accumulo di jarosite Nessuna restrizione

k Accumulo di carbonati di origine pedogenetica Nessuna restrizione

l Evidenze di gleyficazione Nessuna restrizione

m Forte cementazione (pedogenetica, massiva) Orizzonti minerali n Accumulo pedogenetico di sodio scambiabile Nessuna restrizione o Accumulo di sesquiossidi (pedogenetici) Nessuna restrizione p Aratura e altri disturbi antropici Nessuna restrizione q Accumulo di silice pedogenetica Nessuna restrizione

r Forte riduzione Nessuna restrizione

s Accumulo illuviale di sesquiossidi Orizzonti B t Accumulo illuviale di argilla silicatica Orizzonti B e C

u Materiali di orgine “urbana” ed altri materiali di origine antropica Orizzonti O, A, E, B e C

v Presenza di plintite Nessuna restrizione

w Sviluppo di colore o struttura Orizzonti B

x Caratteristiche di fragipan Nessuna restrizione

y Accumulo pedogenetico di gesso Nessuna restrizione z Accumulo pedogenetico di sali più solubili del gesso Nessuna restrizione

@ Evidenza di crioturbazione Nessuna restrizione

Tab. 4 Suffissi impiegati per la caratterizzazione degli orizzonti del suolo secondo il WRB. Sono inoltre indicati gli orizzonti a cui si possono riferire tali suffissi

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Scheda B5 - Campionamento e analisi chimiche e fisiche di base

Campionamento entro il profilo

Dovendo provvedere al campionamento di suoli, occorre ricordare che i campio- ni devono essere rappresentativi, pena la scarsa validità e attendibilità dei dati analitici di laboratorio. Entro il profilo si procede per orizzonti in quanto ele-

menti da ritenersi omogenei entro la po- polazione da campionare. Un campione non deve mai interessare più orizzonti e la quantità da prelevare deve essere uti- le per il laboratorio e quindi abbondante di “terra fine” (frazione Ø < 2mm), al-

meno 1 Kg, al netto quindi di scheletro, radici o altro. I campioni, ciascuno de- bitamente etichettato con l’indicazione del rilevatore, della data di prelievo, del progetto cui si riferiscono, del luogo di prelievo, del profilo prelevato (indicazioni geografiche, topografiche o di progetto), dell’orizzonte campionato e della sua profondità, devono essere trasportati in sacchetti resistenti. L’etichetta può es- sere legata al sacchetto, possibilmente alcuni riferimenti devono essere riportati a pennarello indelebile sul sacchetto. Piccoli accorgimenti sono:

• utilizzare etichette di cartoncino rigido; • scrivere con matita copiativa (spesso l’inchiostro svanisce con il tempo o con l’umidità);

• iniziare il campionamento dagli orizzonti più profondi per non inquinare quelli sottostanti;

• non compattare il materiale e limitare la distruzione degli aggregati;

• eliminare materiale vegetale vivo, in- setti, e materiali diversi (vetri, cocci, pla- stiche ecc) che, nel caso, devono essere conservati a parte;

• prelevare unendo vari sottocampioni Di fondamentale importanza è lo scatto di fotografie sia del profilo del suolo, sia dell’u- nità di paesaggio di cui è rappresentativo.

Campionamento dei suoli

superficiali

In alcuni casi è necessario o sufficiente campionare solo la parte superficiale del suolo in quanto o si vuole un dato medio superficiale di un’area, in genere un campo e per scopi agronomici, o si vuole rappre- sentare uno o più caratteri e la loro distri- buzione nello spazio. Anche in questo caso i campioni devono essere rappresentativi. • Il campione raccolto deve essere composto da numerosi sottocampioni, in grado di descrivere la situazione me- dia del campo analizzato. In genere le normali analisi di laboratorio sono ese- guite su 5-10 grammi di suolo che sono estratti dal campione consegnato: è quindi fondamentale che tale campio- ne sia rappresentativo del suolo di ri- ferimento. Il numero minimo di sotto- campioni da raccogliere va calcolato in base alla superficie dell’appezzamento ed è preferibile che non sia mai infe- riore a 5. La densità di campionamento

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