Università Ca’ Foscari di Venezia
3. Dati e metodologia
Al fine di esaminare i fenomeni pragmatici e sintattici connessi alla struttura informazionale, l’analisi condotta in questo studio si basa su dati naturalistici. Inoltre poiché i topic sono fortemente influenzati dal contesto pragmatico ed extra-linguistico, i dati spontanei permettono di analizzare più accuratamente il modo in cui i referenti vengono gestiti fra i partecipanti ad uno scambio comunicativo.
La sezione sottostante fornisce qualche informazione più dettagliata sui collaboratori Sordi che hanno reso possibile la creazione del corpus (§3.1), sulle tipologie dei dati raccolti e degli strumenti di analisi utilizzati (§3.2), sui criteri usati nell’identificazione dei topic e dei gradi di accessibilità dei referenti (§3.3).
3.1. Informanti
Nove Sordi segnanti nativi (cinque uomini e quattro donne) sono stati coinvolti nella raccolta dati. L’età media è di 36 anni, in un range che va dai 21 ai 52.13 I segnanti non
sono stati preventivamente informati rispetto agli obiettivi della ricerca, e tutti hanno consegnato il consenso in forma scritta prima di essere ripresi. Essendo state raccolte due tipologie di dati, ogni tipologia ha coinvolto sei informanti; fra questi, tre hanno eseguito tutti e due i tipi di task, mentre sei hanno invece partecipato ad una singola tipologia.
3.2 Tipi di dati
Lo studio si basa su due tipologie di dati spontanei: (i) un racconto spontaneo in coppia e (ii) un monologo di fronte alla videocamera. Il numero totale di elementi analizzati
13Tutti gli informanti, eccetto due di loro, sono nati e cresciuti nel nord Italia e sono stati precedentemente
equivale a 1654 items. Per ciò che riguarda il racconto in coppia, il totale di topic
aboutness è di 1170 items, mentre nei monologhi il totale è di 484 items.
Il racconto in coppia è stato registrato con tre coppie di segnanti in momenti diversi; i segnanti, seduti rispettivamente uno di fronte all’altro, erano invitati a raccontarsi a vicenda i capitoli di una silent novel (“L’approdo di Shau Tan”). Ogni capitolo raccontato dai segnanti ha una durata media di 2-3 minuti, per un totale di 52 minuti di riprese.14
Nei monologhi invece i segnanti, soli di fronte alla videocamera, sono stati invitati a guardare e raccontare la storia di un cartone animato muto (“L’orso Bernard”); la produzione è durata circa 2-3 minuti per segnante, per un totale di 16 minuti di riprese. A differenza del racconto di coppia, il cartone animato presenta un set limitato di caratteri, pertanto i referenti competitori sono notevolmente di meno nei monologhi. Inoltre si è voluto testare se l’assenza di un interlocutore fisico nei monologhi potesse in qualche modo influenzare la produzione sintattica e prosodica delle espressioni referenziali e la gestione dell’informazione data; tuttavia quest’ultimo aspetto non ha influenzato né la realizzazione sintattica né quella prosodica dei topic.
Rispetto all’uso di marcatori prosodici, diverse CNM sono state prese in considerazione: quelli che si sono dimostrati più ricorrenti sono le sopracciglia alzate (s- a), la tensione oculare (t-o), un cenno del capo leggero all’indietro (cc-i), un cenno del capo in avanti (cc-a), il battito cigliare (b-c). Fra tutti i costituenti analizzati, solo l’11% (184/1654) è risultato non marcato prosodicamente.
3.3 Annotazione dei dati
Durante la raccolta dei dati, ogni lingua scritta o orale è stata esclusa per evitare contaminazioni linguistiche.15 La spiegazione del test è stata fornita in LIS dalla
ricercatrice che è un’interprete L2. I dati raccolti sono stati annotati attraverso un software professionale, ELAN, sviluppato dal Language Archive, un’unità del Max-Plack-Institute di Psicolinguistica di Nijmegen (Crasborn & Sloetjes 2008). Attraverso questo software è possibile caricare fino a quattro video contemporaneamente, regolarne la velocità e aggiungere un numero potenzialmente illimitato di livelli di annotazione. Un’annotazione consiste in una frase, una parola, una glossa, un commento e/o una descrizione linguistica e può essere organizzata in sottolivelli, consentendo la codificazione di sottocategorie linguistiche.16
14Nessuno degli informanti conosceva il racconto e il fatto di dover narrare reciprocamente un capitolo
per volta ha permesso di mettere in atto le strategie sintattiche e prosodiche adeguate affinché il rispettivo interlocutore potesse recuperare le informazioni che venivano man mano inserite nel Common Ground.
15 Infatti per molti anni l’italiano è stato considerato la lingua di prestigio e la sua interferenza potrebbe
ancora avere degli effetti nella produzione segnica, sia a livello sintattico che a livello prosodico.
16Per quanto riguarda la distinzione legata allo status informazionale (topic reintrodotti/topic mantenuti)
bisogna far notare come una siffatta distinzione sia per natura binaria e nonostante possa essere funzionale all’analisi correlativa fra la realizzazione sintattica dei topic e l’accompagnamento prosodico, tuttavia non è esaustiva, in quanto non riesce a calcolare il vero livello di accessibilità di un referente. Poniamo il caso che una frase, F1, abbia un topic che identifichiamo con il codice T1;nella frase F2 il segnante potrebbe
introdurre un nuovo topic, T2, e poi nella frase F3 tornare a menzionare il primo topic, T1. In una situazione
del genere il topic, T1, che appare nella frase T3, viene analizzato come topic reintrodotto nonostante la
distanza con il suo antecedente sia solo quella di una frase. In questo modello, un topic che viene reinserito nel discorso dopo 10 o 15 frasi è considerato ugualmente reintrodotto, nonostante il suo status informazionale non può essere saliente nella mente dell’interlocutore come nel caso del topic reintrodotto
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Rispetto alla selezione e all’identificazione dei topic, in questo stadio della ricerca sono stati considerati solo quei topic prototipici che erano stati precedentemente menzionati nel discorso, la cui datità fosse certa (Gundel 1988). In accordo con lo studio di Reinhart (1982), Gundel (1988) e Sze (2011) per la HKSL, i topic aboutness sono stati selezionati come SD/SN, e pronomi senza una specifica distinzione rispetto al loro essere spazialmente ancorati o meno; sono stati inoltre considerati come aboutness anche gli argomenti nulli, sotto-categorizzati in quattro classi: nulli con classificatori verbali e accordo, nulli con classificatori verbali, nulli con accordo, nulli con verbi piani. I criteri di selezione del topic aboutness sono stati principalmente di tipo pragmatico e sintattico.17