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La democrazia rappresentativa e il concetto di “rappresentanza democratica”.

DEMOCRAZIA “BLOCCATA”, DEMOCRAZIA

2.1. La democrazia rappresentativa e il concetto di “rappresentanza democratica”.

“Quando si parla di democrazia rappresentativa si ha riguardo

di solito ad un sistema in cui il popolo ha il potere di assumere, tramite rappresentanti, le decisioni pubbliche, ossia un sistema di delega che seleziona i rappresentanti dei cittadini attraverso le elezioni”181. La definizione di Gallo, seppur minimale, racchiude l‟essenza più intima del concetto di “democrazia rappresentativa”, un regime che si manifesta “nella partecipazione popolare alle elezioni competitive periodiche per

181 FRANCO GALLO, Democrazia 2.0. La Costituzione, i cittadini e la partecipazione, Lectio

magistralis svolta a chiusura del Festival “Lector in fabula” organizzato dalla Fondazione Giuseppe Di Vagno, Conversano, Domenica 15 Settembre 2013.

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la designazione di un‟assemblea rappresentativa che svolge la funzione del controllo politico ed è perciò caratterizzata dalla presenza di un‟opposizione”182. In sintesi, per democrazia rappresentativa s‟intende

un sistema politico plasmato sulle regole e sulle istituzioni della rappresentanza, un paradigma caratterizzato da elezioni libere, competitive e periodiche che sorreggono strutture rappresentative – si pensi ai moderni parlamenti – e decisionali – come ad esempio i governi. Se si esclude il momento del voto, è evidente come la partecipazione diretta dei cittadini non sia precipitato logico del regime in esame: “nella

moderna democrazia rappresentativa, infatti, le decisioni sulla „cosa pubblica‟ vengono delegate ai professionisti della politica, attraverso una specializzazione dei compiti che fa del governare una professione particolare”183.

Alla luce di tali considerazioni, è necessario introdurre il concetto di “rappresentanza”, che, stante un‟intrinseca poliedricità, mal si presta ad essere imbrigliato tra le maglie di definizioni univoche e incontrovertibili184.

Ad una prima e generale accezione, con il termine “rappresentanza” si è soliti indicare una situazione relazionale che coinvolge due soggetti, un rappresentante ed un rappresentato.

Con particolare riferimento alla sfera politica, quei soggetti prendono il nome di “governanti” e “governati”, e le teorie sulla rappresentanza democratica non possono prescindere dall‟analisi del rapporto intercorrente tra loro.

182 DOMENICO FISICHELLA, Lineamenti di scienza politica. Concetti, problemi, teorie, Carocci,

Roma, 2010, pag. 366.

183

MAURIZIO COTTA – DONATELLA DELLA PORTA – LEONARDO MORLINO, Scienza politica, Il Mulino, Bologna, 2008, pag. 81.

184 MAURIZIO COTTA, Rappresentanza, in Enciclopedia delle Scienze Sociali, Istituto

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Pitkin185 attribuisce cinque differenti significati al concetto di “rappresentanza democratica” (e quindi all‟atteggiarsi dei rapporti fra governanti e governati): conferimento di autorità, azione nell‟interesse di qualcuno, responsabilità, riproduzione di una data realtà ed evocazione simbolica. Com‟è stato scientemente rilevato, “tutte queste accezioni

ricorrono in qualche misura nell‟esperienza politica singolarmente, ma, più spesso ancora, combinandosi tra loro. La preminenza attribuita all‟uno o all‟altro aspetto produce entro il sistema politico effetti „rappresentativi‟ assai diversi, come si può facilmente rilevare raffrontando le esperienze storiche concrete di attuazione di questi modelli”186.

Il primo significato che Pitkin attribuisce al concetto di “rappresentanza democratica” è legato al conferimento di un‟autorità. Traducendo il sintagma in termini hobbesiani187, l‟alienazione del potere di agire integrerebbe gli estremi di una cessione definitiva e permanente sulla base di un contratto originariamente stipulato dalla collettività in favore dei governanti. Ad uno sguardo più attento, ci si accorge però che nei sistemi moderni quell‟alienazione definitiva e permanente cede il passo ad un conferimento di potere temporaneo e limitato, circoscrivibile – o addirittura ritirabile – qualora venisse valicato nei suoi limiti sostanziali. La comunità, non potendo agire in prima persona, si affida a soggetti che agiscano legittimamente in suo conto188, e il governatore rappresentante, in virtù di un valido accordo, trae il proprio potere direttamente dalla collettività rappresentata.

185 HANNA FENICHEL PITKIN, The Concept of Representation, University of California Press,

Berkley, 1967.

186 MAURIZIO COTTA – DONATELLA DELLA PORTA – LEONARDO MORLINO, Scienza

politica, Il Mulino, Bologna, 2008, pag. 302.

187 THOMAS HOBBES, Leviatano ossia la materia, la forma e il potere di uno stato ecclesiastico e

civile (1651), Bari, Laterza, 1921.

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La seconda accezione del termine – azione nell‟interesse di qualcuno – presuppone il conferimento dell‟autorità, e si sostanzia nel rispetto che il rappresentante deve usare nella tutela degli interessi del rappresentato. Se quest‟ultimo avrà diritto di determinare l‟interesse, ci si troverà innanzi ad un regime democratico, se invece a stabilirne il contenuto sarà il solo rappresentante, quello che si avrà di fronte sarà un sistema autocratico.

Il carattere di responsabilità della rappresentanza si esplica nel potere del rappresentato di controllare ed eventualmente sanzionare il rappresentante e nel correlato dovere di quest‟ultimo di sottoporsi ai controlli e alle sanzioni comminate dal primo189. Nelle democrazie moderne questo significato di rappresentanza si esprime attraverso le elezioni, che ancor oggi si configurano come il meccanismo più adatto a sondare la responsabilità dei governanti nei riguardi dei governati190.

Pitkin ha colto nella rappresentanza democratica anche la rappresentazione di una determinata realtà. Mutuando autorevole dottrina, la rappresentanza come specchio e rappresentatività “ricorre in

forma più o meno esplicita tutte le volte che nella discussione sulle qualità dei regimi politici e delle loro istituzioni ci si interroga sulla loro capacità di riflettere ed essere in sintonia con la società alla quale si

riferiscono”191. Detto in altri termini, la rappresentanza non sarebbe altro

189 CARL JOACHIM FRIEDRICH, Constitutional Government and Democracy, Ginn & Company,

Boston, 1950; CARL JOACHIM FRIEDRICH, Responsibility (Nomos III), Liberal Arts Press, New York, 1960; CARL JOACHIM FRIEDRICH, Trends of Federalism in Theory and Practice, Praeger, New York, 1968.

190 CHIARA DE MICHELI – LUCA VERZICHELLI, Il Parlamento, Il Mulino, Bologna, 2004;

ALFIO MASTROPAOLO – LUCA VERZICHELLI, Il parlamento. Le assemblee legislative nelle democrazie contemporanee, Laterza, Roma-Bari, 2006; GIANFRANCO PASQUINO - RICCARDO PELIZZO, Parlamenti democratici, Il Mulino, Bologna, 2006.

191 MAURIZIO COTTA – DONATELLA DELLA PORTA – LEONARDO MORLINO, Scienza

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che la riproduzione dei governati e delle loro caratteristiche192. È immediato il riferimento all‟istituzione parlamentare, la cui natura assembleare riflette, con le dovute proporzioni, i tratti del corpo elettorale193.

L‟ultimo significato che Pitkin ha attribuito alla rappresentanza democratica è quello di “evocazione simbolica”: i rappresentanti sono assimilati ad oggetti materiali o immateriali (bandiere, inni, edifici) che rafforzano il loro senso di appartenenza alla comunità dei rappresentati che li ha eletti.

La disamina pitkiniana, per quanto attendibile, complica i termini di un concetto – quello di rappresentanza – ontologicamente “instabile” e difficilmente inquadrabile. Come ammonito da Manin194, però, è opportuno attuare un distinguo fra i significati periferici del lemma e il suo nucleo centrale, al quale è necessario riferirsi per averne una visione non dispersiva dei regimi democratici moderni. Di conseguenza, è doveroso circoscrivere i termini della rappresentanza politico- democratica alla definizione che ne dà Cotta nel suo manuale di Scienza Politica: “una relazione di carattere stabile tra cittadini e governanti,

intesi gli uni e gli altri come soggetti pluralistici, per effetto della quale i secondi sono investiti dell‟autorità di governare in nome e nell‟interesse dei primi e sono soggetti a responsabilità politica per i propri

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GIUSEPPE DI PALMA, Sopravvivere senza governare, Il Mulino, Bologna, 1978; MAURIZIO COTTA, Classe politica e parlamento in Italia: 1946-1976, Il Mulino, Bologna, 1979; HERBERT DÖRING, Parliaments and Majority Role in Western Europe, St. Martin‟s Press, 1995; GILBERTO CAPANO – MARCO GIULIANI, Parlamento e processo legislativo in Italia. Continuità e mutamento, Il Mulino, Bologna, 2001;

193 JEAN BLONDEL, Comparative Legislatures, Prentice Hall, Englewood Cliffs, New Jersey, 1973;

ROBERT DAVID PUTNAM, The Comparative Study of Political Elites, Prentice Hall, Englewood Cliffs, New Jersey, 1976; PIPPA NORRIS, Passages to power: Legislative Recruitment in Advanced Democracies, Cambridge University Press, Cambridge, 1997; MAURIZIO COTTA – HEINRICH BEST, Democratic Representation in Europe. Diversity, Change and Convergence, Oxford University Press, Oxford, 2007.

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comportamenti di fronte ai cittadini stessi; autorità e responsabilità politica dei governanti sono realizzate attraverso meccanismi istituzionali elettorali”195.

2.2. L’affermazione e il consolidamento della democrazia