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Una descrizione del fenomeno: dimensione e distribuzione degli investimenti in

2. Acquisizioni di terra su larga scala: un quadro dal 2008 a oggi

2.2 Una descrizione del fenomeno: dimensione e distribuzione degli investimenti in

Negli ultimi cinque anni i media nazionali e internazionali hanno contribuito a diffondere un crescente interesse dell’opinione pubblica verso il fenomeno delle acquisizioni di terra su larga scala, creando al tempo stesso maggiore consapevolezza 23 Secondo proiezioni della Food and Agriculture Organization (FAO) nei prossimi quarant’anni la popolazione mondiale crescerà almeno del 34% e per nutrirla sarà necessario un incremento della produzione agricola pari al 70% (Committee on World Food Security, 2010)

24 Genetic Resources Action International (GRAIN) è un’organizzazione non-profit che lavora per sostenere i piccoli agricoltori e i movimenti sociali nelle loro rivendicazioni per la sovranità alimentare. www.grain.org

circa gli impatti in corso e le potenziali conseguenze sulle comunità target. Contemporaneamente un crescente numero di Organizzazioni non governative, istituzioni internazionali, movimenti sociali e i così detti think tank, si sono impegnati per analizzare in maniera sistematica la dimensione quantitativa e qualitativa del fenomeno, avviando un importante lavoro di monitoraggio che ha progressivamente migliorato la conoscenza del fenomeno.

Una prima mappatura degli investimenti in terra è stata realizzata dall’Organizzazione non governativa internazionale GRAIN, che nel 2008 ha iniziato a raccogliere informazioni e dati relativi alle transazioni commerciali e le acquisizioni di terra che si stavano realizzano a livello mondiale. Oggi il sito web www.farmlandgrab.org contiene principalmente notizie e dati provenienti dai media circa la corsa globale alla terra, con l’obiettivo di offrire una risorsa aggiornata per tutti coloro che sono interessati a monitorare o approfondire la tematica.

Una seconda iniziativa che merita attenzione è la ricognizione dell’International Land Coalition (ILC)25 che a partire dal 2009 raccoglie, sistematizza, analizza e pubblica le informazioni relative alle acquisizioni su larga scala di terra e le loro possibili alternative.

Negli ultimi sette anni sono proliferati studi, ricerche, articoli, report e pubblicazioni di Ong e istituti di ricerca internazionali che hanno dato vita a un vero e proprio literature rush (Oya, 2013). Questo processo ha contribuito a chiarire le dimensioni reali del fenomeno del land grabbing e ha reso possibile la realizzazione di analisi quantitative più accurate, permettendo di incrociare le informazioni provenienti da fonti giornalistiche con altre di diversa origine. Nonostante il progressivo incremento della quantità e della ricchezza delle informazioni disponibili, si è affermato con decisione il problema dell’accuratezza e dell’affidabilità delle stime presentate nei diversi lavori che sono la base del dibattito scientifico e pubblico sul tema delle acquisizioni di terra su larga scala (Scoones et al., 2013). Infatti, le prime pubblicazioni basate prevalentemente su fonti provenienti da media hanno portato in alcuni casi a risultati differenti, pur confermando la rilevanza del fenomeno degli investimenti in terra a livello globale (Cotula, 2012).

Per meglio comprendere questa affermazione procediamo con un esempio che ci 25 International Land Coalition (ILC) è un’alleanza tra società civile e organizzazioni intergovernative che ha come obiettivo la promozione di un accesso sicuro ed equo alla terra per le popolazioni rurali attraverso lo sviluppo delle proprie capacità, il dialogo e l’advocacy. Oggi ILC raggruppa 152 organizzazione che rappresentano 56 paesi. www.landcoalition.org

permette di comparare i contenuti di due studi realizzati a partire da fonti diverse, ma riferite allo stesso periodo e alla stessa area geografica. Da una parte il lavoro realizzato da Cecilie Friis e Anette Reenberg (2010) basato sulle informazioni raccolte nel blog dell’ILC tra il 2008 e il 2010, da cui emerge che la superficie interessata da accordi commerciali in terre riferite all’Africa Sub-sahariana si attestava tra i 51 ed i 63 milioni di ettari. Dall’altra, uno studio della Banca Mondiale realizzato a partire dalle informazioni pubblicate sul sito di GRAIN per il periodo che va da ottobre 2008 ad agosto 2009, dal quale risulta un’estensione di circa 40 milioni di ettari. Tale differenza può essere riconducibile al fatto che trattandosi di cifre costruite sulla base degli annunci riportati a mezzo stampa, molto spesso si trattava di intenzioni delle aziende che non hanno portato alla conclusione della transazione economica. L’incrocio delle informazioni di GRAIN con quelle ricavate da fonti istituzionali ha permesso alla Banca Mondiale di evidenziare come il 30% dei progetti fosse ancora in una fase embrionale, il 18% fosse stato approvato, ma non ancora avviato e più del 30% si trovasse in una fase preliminare, mentre solo il 21% aveva effettivamente dato avvio alla coltivazione dei terreni (Deininger et al., 2010).

Nel febbraio del 2012 l’Ong GRAIN ha pubblicato un database di 416 progetti di investimenti in terra promossi da imprese straniere per realizzare produzioni agricole e alimentari, per un totale di 35 milioni di ettari in 66 paesi,26 mentre il progetto dell’ILC evolveva verso la definizione di Land Matrix27, quello che oggi è considerato il database più accurato e completo. Dal sito internet del progetto è possibile consultare una base di dati completamente accessibile al pubblico che contiene informazioni sulle transazioni commerciali in terra a partire dall’anno 2000. Il database raccoglie le informazioni ricorrendo a fonti multiple, quali ricerche accademiche, rapporti 26 La lista completa dei progetti è consultabile a questo link https://www.grain.org/article/entries/4479- grain-releases-data-set-with-over-400-global-land-grabs mentre una mappa interattiva è disponibile al seguente link http://www.circleofblue.org/LAND.html

27 Land Matrix è un progetto indipendente di monitoraggio del territorio - www.landmatrix.org L'iniziativa principale è il Global Observatory che è stato lanciato in una versione beta nell’aprile del 2012 e formalmente istituito nel giugno del 2013. I partner che sovraintendono e collaborano con Land Matrix includono Recherche Agronomique pour le Développement (CIRAD), Centre for Development and Environment (CDE), German Institute of Global and Area Studies (GIGA), e Deutsche Gesellschaft für Internationale Zusammenarbeit (GIZ). Il progetto raccoglie e verifica in modo sistematico i dati disponibili riguardo alle acquisizioni di terra su larga scala e li rende disponibili in un database che comprende informazioni relative ai progetti realizzati a partire dagli anni duemila e che prevedono un trasferimento di proprietà, di diritti, di utilizzo di terra mediante vendita, affitto o concessione di superfici a partire dai 200 ettari. Dal 2012 il database è progressivamente diventato una fonte di riferimento primaria per gli studi sul tema delle acquisizioni di terra su larga scala e per questo ha anche attirato numerose critiche rispetto alla qualità delle informazioni contenute. Il progetto promuove una partecipazione collettiva per il miglioramento della qualità del database che ha portato alla presentazione di una nuova versione (giugno 2013) che ne ha migliorato notevolmente l’attendibilità, pur riducendo complessivamente il numero di accordi contenuti e delle superfici globale interessate.

internazionali e pubblicazioni di Ong, superando i limiti delle fonti giornalistiche e utilizzando il metodo del crow-sourcing per la raccolta e l’aggiornamento dei dati in esso archiviati.

Una prima sistematizzazione delle informazioni presenti è stata pubblicata nel gennaio del 2012 e riguarda 2.042 accordi commerciali in terra (land deals) raccolti a partire dall’anno 2000 per superfici superiori ai 200 ettari, includendo sia gli investimenti domestici sia quelli esteri, in diversi settori: agricolo, estrattivo, manifatturiero, turistico, allevamento e produzione di biocarburanti (Anseeuw et al., 2012). La stima aggregata è pari a 203 milioni di ettari di terreni soggetti a negoziato o già negoziati, dei quali 70,9 ettari (pari a 1.155 land deals) risultano verificati da controlli incrociati o fonti multiple (agenzie governative, ministeri responsabili degli investimenti della terra e dell’agricoltura, studi governativi, casi studio, interviste con esperti nazionali, società civile, comunità locale, ecc.). Per quanto riguarda la distribuzione temporale nel decennio preso in esame (2000-2010), i dati di Land Matrix evidenziano una tendenza di lungo periodo di crescente interesse verso l’investimento in terra con un progressivo incremento a partire dal 2005 e un picco raggiunto nel 2009. È ragionevole pensare che la crisi dei prezzi alimentari nel periodo 2005-2009 abbia innescato l’interesse degli investitori verso l’acquisizione di terra su larga scala, mentre la crisi finanziaria (2008-2009) sia una delle cause del rallentamento nelle acquisizioni. Un altro fattore che non dovrebbe essere ignorato nell’analisi delle cause che hanno influenzato il trend è il crescente risalto che la stampa internazionale ha dato al fenomeno del land grabbing a partire dal 2008, rendendo forse più cauti i potenziali acquirenti (o almeno meno inclini ad annunciare pubblicamente nuove grandi acquisizioni) e probabilmente più realistici circa le difficoltà tecniche legate a questo tipo di investimento e ai rischi legati alle condizioni socio-politiche dei paesi target.

Grafico 1

Offerta globale di terra 2000 – 2010 LAND MATRIX

Fonte grafico 1 e 2: Anseeuw et al., 2012

Il database del Land Matrix è l’unico che negli anni successivi alla sua creazione è stato perfezionato. La nuova versione rilasciata nel giugno del 2013 ha introdotto due importanti novità che hanno reso il database un vero e proprio osservatorio delle acquisizioni su larga scala:

4) i progetti sono direttamente collegati alle fonti e non più classificati secondo un criterio prestabilito in base al livello di affidabilità delle stesse (come avveniva nelle precedenti versioni), permettendo agli utenti di valutarne direttamente il grado di attendibilità;28

5) l’inserimento di due nuove variabili, la prima relativa allo status del negoziato29 e la seconda sullo stato di implementazione del progetto30.

Nella newsletter pubblicata a giugno 201331 si contavano 755 accordi relativi a 32,6 28 I progetti le cui fonti non sono reputate attendibili sono stati eliminate dal database, riducendo così le

stime aggregate riportate da Land Matrix negli anni precedenti.

29 A cui fanno riferimento una serie di sotto-variabili: accordi in via di definizione (intended deals) su cui è stata manifestata un’espressione di interesse (expression of interest) o che sono in via di negoziato (under negotiation); gli accordi conclusi (concluded deals) attraverso un accordo orale (oral agreement) oppure scritto (contract signed); gli accordi falliti (failed deals) in cui i negoziati sono falliti (negotiation failed) e in cui il contratto è stato cancellato (contract cancelled).

30 A cui fanno riferimento quattro sotto-variabili: progetto non partito (not started), in fase di start up ma non ancora iniziato (start up phase – no production), attivo con inizio della produzione (in operation–production), abbandonato (abandoned).

31 I dati pubblicati nella newsletter di giugno 2013 sono inferiori alle stime pubblicate dagli stessi ricercatori di Land Matrix poiché fanno esclusivo riferimento ai territori appartenenti ai Paesi a

milioni di ettari di terreno, a cui si sono aggiunti (con la newsletter di febbraio 2014) 181 nuovi accordi nella categoria “accordi conclusi”, 38 “pianificati” e 26 “falliti”, per un totale di 936 progetti.32 In termini di superficie, il totale degli accordi conclusi comprendono un totale di 35,7 milioni di ettari, registrando un incremento di circa il 10% rispetto a giugno 2013. Gli accordi pianificati coprono una superficie pari a 14,1 milione di ettari, con un incremento significativo rispetto ai 10,8 milioni di ettari del 2013.

Fonte: elaborazione di LTEconomy su Land Matrix dataset

Nel processo di ricerca e selezione delle informazioni da inserire nel database i curatori del progetto Land Matrix hanno scelto di rispettare i seguenti criteri: si riferiscono a progetti realizzati a partire dall’inizio degli anni duemila, coprono una superficie superiore ai 200 ettari, implicano una potenziale conversione a produzione commerciale dei terreni caratterizzati in precedenza da coltivazioni su piccola scala per il sostentamento delle comunità locali o che svolgevano importanti servizi eco- sistemici. Inoltre, riguardano investimenti per la produzione agricola, per l’estrazione della gomma, progetti di carbon trading, estrazioni minerarie, industria, produzione di energia rinnovabile, progetti di conservazione e turismo. Infine, hanno come target i paesi a basso e medio reddito.33

medio e basso reddito e con un focus specifico nel settore agricolo.

www.landmatrix.org/media/filer_public/2013/06/10/lm_newsletter_june_2013.pdf 32 http://www.landmatrix.org/media/filer_public/74/1e/741e67d5-cb24-4db6-aadb-

756fb2bd5f88/lm_newsletter_n2_update_feb_2014.pdf 33 Land Matrix – Newsletter giugno 2013

www.landmatrix.org/media/filer_public/2013/06/10/lm_newsletter_june_2013.pdf

Un fattore che non può essere trascurato nell’analisi quantitativa relative a questo tipo di investimenti è il rischio di una strutturale mancanza di trasparenza che caratterizza la messa in opera della quasi totalità dei progetti, sia nelle fasi di negoziato sia nella messa a disposizione degli accordi stipulati. In questo contesto diventa particolarmente difficile, se non impossibile, effettuare verifiche sulle informazioni disponibili o garantire il monitoraggio del fenomeno (Global Witness et al., 2011). Il problema della mappatura degli investimenti in terra su larga scala è sottolineato anche dagli autori di Land Matrix, i quali individuano quattro principali sfide nell’analisi dei trend:

1. la definizione del fenomeno: sia il criterio della dimensione (Land Matrix ha scelto la soglia minima di 200 ettari), sia quello dei settori implicano necessariamente una scelta parziale che spesso spiega la discrasia nei risultati rispetto ad altre stime e mappature;

2. la quantificazione e la valutazione del fenomeno;

3. lo status degli investimenti, che variano rapidamente nel tempo e si evolvono verso l’implementazione del progetto oppure falliscono. La velocità con la quale i land deals vengono decisi implica necessariamente che un database statico sia sempre in ritardo rispetto alla velocità dei cambiamenti sul campo; 4. la disponibilità e l’affidabilità delle fonti: molte delle informazioni relative agli

investimenti su larga scala dipendono ancora da informazioni proveniente dai media e anche altre fonti pongono significativi problemi di affidabilità.34

Nonostante le difficoltà nella definizione esatta del fenomeno e al di là delle differenze di carattere metodologico delle diverse mappature prese in considerazione, emerge la grande rilevanza che riveste il fenomeno delle acquisizioni di terra su larga scala, in particolare nei paesi in via di sviluppo.

Per quanto riguarda la distribuzione geografica del fenomeno del land grabbing, le informazioni pubblicate nella newsletter di Land Matrix di maggio 2014 confermano che l’Africa Sub-sahariana è il principale obiettivo degli investitori. Tra i dieci paesi maggiormente soggetti ad accordi di investimento (target country) ci sono la Papua New Guinea e l’Indonesia, seguiti da tre paesi africani (Sud Sudan, Repubblica Democratica del Congo e Mozambico). Rispetto alla newsletter di giugno 2013 si 34 Land Matrix – Newsletter giugno 2013

registra l’ingresso di due nuovi paesi nella lista: Brasile e Ucraina - rispettivamente primo paese sudamericano e primo paese dell’Est Europa, che hanno sostituito l’Etiopia e il Madagascar, scesi rispettivamente in undicesima e in diciannovesima posizione (Ruggiero, 2014).

Fonte: Land Matrix database (maggio 2014)

Prendendo in considerazione un aggiornamento delle informazioni del Land Matrix a novembre 201535, non si registrano modifiche sostanziali nella lista dei dieci principali paesi target. Su una base di 1.079 progetti per una superficie complessiva di 39,4 milioni di ettari, il Sud Sudan risulta essere il paese maggiormente soggetto ad accordi di acquisizione di terre (4,09 milioni di ettari) seguito dalla Papua Nuova Guinea (3,72 milioni di ettari) e dall’Indonesia (3,37). Due paesi africani, Sudan e la Sierra Leone, escono dalla lista mentre fanno il loro ingresso la Federazione Russa (1,77 milioni di ettari) e il Congo (2,15 milioni di ettari). Sempre considerando i dati aggiornati del Land Matrix, su una base di 1573 progetti36 che raggiungono una superficie di 49,35 milioni di ettari di terreno, quasi la metà riguarda paesi africani,37 seguono l’Asia38 35 La data di consultazione è il 5 novembre 2015: il dato è riferito solo ai contratti conclusi (concluded

deal).

36 I progetti selezionati riguardano contratti conclusi (oral agreement e contract signed) e quelli falliti che avevano dato origine a un accordo (contract cancelled), sia nazionali sia esteri.

37 I paesi che rientrano in questa classificazione sono: Africa Centrale, Africa orientale, Medio Oriente, Nord Africa, Africa del sud e Africa occidentale.

38 I paesi che rientrano in questa classificazione sono: Sudest asiatico, Asia del sud, Asia dell’Est, Asia centrale.

(17%) e l’Europa (15%).

NUMERO

DEALS SUPERFICIE (ETTARI)

Europa dell’Est 85 7.536.123 Sud-Est Asiatico 443 7.459.753 Nord Africa 52 6.284.193 Africa dell’Est 303 5.945.258 Africa Occidentale 184 5.819.921 Africa Centrale 48 5.792.482 Sud America 272 5.486.463 Melanesia 44 3.889.621 Asia dell’Est 20 651.518

Africa del Sud 11 233.318

Asia del Sud 78 139.608

America Centrale 26 72.133

Medio Oriente 2 20.000

Caraibi 2 18.000

Nord Europa 2 7.200

Asia Centrale 1 sconosciuto

TOTALE 1.573 49.355.591

Fonte grafico 5 e tabella 1: elaborazione propria dati Land Matrix del 5/11/2015 www.landmatrix.org

Vorrei concludere l’analisi evidenziando un dato molto interessante che ho riscontrato con la comparazione dei dati relativi alla distribuzione regionale delle acquisizioni di

Tabella 1 DETTAGLIO REGIONALE LAND GRABBING GRAFICO 5. Distribuzione regionale LAND GRABBING

terra nell’ottobre del 201339 con quelli presentati in questo studio. In particolare, ho rilevato una crescita esponenziale del numero di progetti di investimento nella regione dell’Europa dell’Est e delle relative superfici di terra: nel 2013 sono riportati 14 progetti corrispondenti a una superficie di 875 mila ettari di terra, mentre a novembre 2014 il numero di progetti è cresciuto fino a 85 con un’estensione pari a 7,5 milioni di ettari. Gli investimenti rilevati nel 2015 sono concentrati in Ucraina (54%) e nella Federazione Russa (40%), mentre quote minori riguardano la Romania (5%) e la Bulgaria (1%). Esistono ancora pochi studi ed evidenze relativi al fenomeno del land grabbing in Europa e non è stato possibile verificare la presenza di un eventuale errore nei dati relativi al 2013 ma, considerando i principi che regolano il funzionamento del Land Matrix, posso ipotizzare che non esista nella realtà un incremento così significativo del fenomeno in un periodo di tempo così limitato (25 mesi). Ritengo invece più probabile che, a partire dalla fine del 2013, il fenomeno dell’accaparramento di terre in Europa abbia progressivamente acquisito importanza tra i media e l’opinione pubblica e che quindi sia incrementato il monitoraggio del fenomeno e di conseguenza la registrazione dei dati nel Land Matrix.