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Il successo dei progetti e la partecipazione delle donne

2. Acquisizioni di terra su larga scala: un quadro dal 2008 a oggi

3.6 Empowerment delle donne: l’analisi critica di Christine Okali

3.6.3 Il successo dei progetti e la partecipazione delle donne

In un’analisi dettagliata di numerosi programmi nel settore agricolo, Sunberg et al. (2012) sostengono che il termine “successo” non abbia un significato oggettivo e che le rivendicazioni di successo non nascono da un processo oggettivo di valutazione dei risultati, degli esiti o dell’impatto. Invece, il successo è ciò che il suo fautore dichiara tale, ciò che può essere accettabile come esito positivo. Le storie di successo sono una parte integrante della creazione di successi. Uno dei criteri più usati per definire il successo di un progetto nel Women and Agriculture Sourcebook pubblicato dalla Banca Mondiale nel 2009 è quello della partecipazione delle donne. Si tratta tuttavia di una terminologia utilizzata con accezioni diverse da istituzioni e organizzazioni internazionali e che è stata oggetto di una vasta letteratura e il cui significato viene discusso ormai da più di due decenni. Anche se vengono adottati criteri oggettivi e misurabili come per esempio l'aumento delle entrate su cui le donne esercitano un qualche controllo, oppure il numero di donne che partecipano a riunioni o a incontri di formazione, non si può di fatto concludere che queste azioni riflettano in realtà una scelta libera delle donne o che produrranno effetti positivi a lungo termine e che quindi possano rientrare nei casi cosiddetti di successo di un progetto di cambiamento. È importante non dare per scontata la capacità di iniziativa delle donne, il senso di

autonomia o di agency nell'assumere decisioni che sono centrali per comprendere l'empowerment e i processi di cambiamento.

Il tema delle definizioni e dei criteri che vengono utilizzati nella ricerca e negli interventi diventa ancora più cruciale quando parliamo di cambiamenti sostenibili invece che di comportamenti o azioni che hanno riflessi a breve termine come per esempio l’adozione di nuove tecnologie. In questo caso, i criteri adottati devono riflettere non solamente i cambiamenti nelle circostanze che riguardano direttamente le donne (come un aumento delle entrate e dell’autonomia nella loro gestione), ma anche i mutamenti negli atteggiamenti di chi le circonda (nelle famiglie, nelle unità familiari più ampie e nelle comunità), in altre parole nelle circostanze esterne (Okali, 2011). Concentrare le valutazioni solo sulle donne considerate come unità a se stanti, non è sufficiente per misurare o documentare un cambiamento sostenibile. Tutti gli elementi sopra descritti hanno delle implicazioni per quel che riguarda la possibilità di generalizzazione e di applicazione su vasta scala di qualsiasi intervento specifico e del suo valore per la promozione di apprendimenti istituzionali al fine di migliorare i progetti futuri. Sono fattori che mostrano la complessità del cambiamento sociale e, bisogna essere consapevoli che la ricerca di risultati precisi e prevedibili insieme ad un percorso definito per raggiungerli potrebbe chiudere ogni discussione prima di aver tentato in qualsiasi modo di acquisire nuove conoscenze. In questo caso, per quel che riguarda i criteri, potremmo semplicemente cercare combinazioni di caratteristiche programmatiche, obiettivi strategici, contesti e opportunità che coincidano con comprovati cambiamenti sostenibili (o con indicazioni di movimenti positivi in una direzione desiderata). Ovviamente non si può presumere che solamente per il fatto che gli obiettivi dei progetti siano esplicitamente rivolti alle donne, gli interventi di sviluppo rurale e agricolo produrranno per loro benefici significativi, ma è necessario ricercare risposte più articolate per le strategie di sviluppo. Alcune considerazioni per concludere:

 per comprendere i cambiamenti che avvengono nelle relazioni di genere, è importante andare oltre alla rappresentazione delle donne come aggregato sociale omogeneo;

 la struttura della unità domestiche è complessa e dinamica visto che le decisioni

assunte dalle donne sono fortemente influenzate dall'esterno e riflettono molto probabilmente interessi e bisogni di coloro che hanno con loro rapporti di interdipendenza;

 negli studi di genere è necessario concentrarsi sulle relazioni tra donne e

uomini, ma studiando anche gli uomini e applicando strategie diversificate e sulla base di come suggeriscono le risposte più comuni sulla disaggregazione e partendo dai dualismi semplicistici che riguardano i ruoli, l'accesso e il controllo delle risorse confrontati per genere, e che conducono rapidamente a interventi disegnati per l'equità di genere;

 uscire dalla logica di rappresentare la popolazione rurale come un insieme di

individui isolati e atomizzati, con interessi solo personali e separati e collocarli invece nei loro più ampi contesti sociali di genere, età, classe e altre identità che plasmano le loro relazioni con gli altri;

 ricordare che le relazioni di genere non sono sempre necessariamente

sbilanciate a sfavore delle donne e non possono essere lette solo a partire da dati disaggregati per sesso;

 dunque sarebbe importante concentrarsi sui modi secondo i quali le donne e gli uomini fanno esperienza e valutano i cambiamenti in corso e li utilizzano sia per soddisfare i propri interessi che per venire incontro alle esigenze di sopravvivenza a breve e a lungo termine dell’unità familiare;

 nello studio dei processi di cambiamento, è importante identificare le circostanze che permettono alle strutture di favorire più o meno l’accesso alle opportunità, indagando maggiormente i tipi di sostegno di cui sia le donne che gli uomini necessitano per trarre beneficio dal cambiamento e adattarvisi (nelle politiche, nella tecnologia, nei mercati, nel clima, etc.);

 evitare di privilegiare una visione dello sviluppo di tipo individualistico e pro duttivistico rispetto a una prospettiva relazionale e orientata al benessere. Questi principi dovrebbero incoraggiare a proporre diversi schemi di ricerca e diverse linee politiche capaci di riflettere le caratteristiche specifiche di singoli luoghi e situazioni, di diverse categorie di donne rurali oltre che di tener conto del fatto che le donne sono attrici sociali e non beneficiarie povere e bisognose di aiuto. Questo è un invito a proporre politiche ispirate più esplicitamente da una comprensione delle relazioni sociali più ampie entro le quali gli individui decidono e negoziano per produrre cambiamento e ricevere sostegno;

l’empowerment delle donne in agricoltura si è tradotto negli ultimi quattro decenni di lavoro su donne e sviluppo fondamentalmente nell’offerta di microcredito per le donne, nella affermazione del riconoscimento legale dei loro diritti, specialmente legati alla terra, e nell’inserire il tema del gender

mainstreaming in tutti i programmi e i progetti di sviluppo. Quello che è mancato quasi del tutto è stato il lavoro per rafforzare i ruoli decisionali delle donne o il mettere in discussione atteggiamenti e convinzioni legati alla cultura e alla tradizione a livello delle famiglie, delle comunità e oltre come era stato auspicato più di trent’anni fa dai testi raccolti nella antologia curata da Young et al. (1981);

 così come l’obiettivo principale della ricerca nelle analisi di genere negli ultimi decenni si è limitato ad applicare i principi delle raccolte disaggregate di dati (Okali, 2011), sono necessarie analisi più sofisticate e dettagliate del genere e ad una maggiore attenzione al cambiamento che si va producendo nei contesti specifici; le definizioni “confuse” e non sempre condivise dai diversi attori in gioco, i criteri di valutazione che vanno oltre il perseguimento della crescita delle entrate, la complessità della valutazione dell’autonomia nelle decisioni, le concezioni unilaterali di ciò che si intende per progresso e dei modi per raggiungerlo e la necessità di affrontare le strutture che producono disempowerment se si vuole produrre cambiamento sostenibile (Okali, 2011);  altra questione da chiarire è l' applicazione su larga scala delle buone pratiche,

cioè definire cosa si vuole applicare su larga scala, se si tratta di principi di fondo o di acquisire conoscenze più approfondite che abbiano un potenziale impatto sui percorsi di realizzazione;

 ogni organizzazione a livelli differenti ha un ruolo da svolgere. Le agenzie delle Nazioni Unite e altre istituzioni globali hanno un ruolo fondamentale nel cambiare il modo in cui le donne sono descritte, le narrazioni delle relazioni di genere. Le organizzazioni di livello intermedio, della società civile, le ong, hanno un ruolo simile da svolgere. Devono migliorare sul campo le loro prestazioni nel realizzare le analisi di genere andando al di là delle comparazioni dei ruoli e delle risorse di uomini e donne includendo nelle loro strategie partecipative una comprensione delle relazioni di genere e produrre sapere sui ruoli che i coniugi o altri attori assumono nell’influenzare le decisioni individuali su questioni chiave quali il cambiamento delle tecnologie. Sarebbe importante per raggiungere l’empowerment delle donne, l'individuazione dei contesti favorevoli al cambiamento identificando e promuovendo istituzioni formali e informali che favoriscono agency, che danno voce, sostengono rivendicazioni e sviluppano opportunità per le donne.

CAPITOLO 4

4. Casi studio e impatti di genere: Kenia, Malawi, Mozambico, Nigeria, Zambia. Dopo aver delineato, nel precedente capitolo, gli impatti di genere delle acquisizioni di terra su larga scala e le questioni di genere legate ai cambiamenti nella gestione della terra, propongo ora un’analisi di cinque paesi dell'Africa Sub-Sahariana: Kenia, Malawi, Mozambico, Nigeria e Zambia. L' intento è di mettere in evidenza i punti di forza e di debolezza dei diversi sistemi normativi di questi paesi in relazione a tre criteri che rappresentano condizioni esterne strutturali fondamentali per valutare il livello di tutela rispetto al land grabbing: la capacità di fornire protezione alle comunità, sia a livello nazionale che locale, dai casi di land grabbing; la capacità di garantire l' eguaglianza di genere a livello nazionale e locale; il livello di regolamentazione degli investimenti di terra su larga scala attraverso delle misure specifiche.

Presento per ciascun paese alcuni brevi casi specifici di land grabbing con una attenzione particolare alle dinamiche di genere, raccolti per lo più da organizzazioni internazionali come ActionAid (2012) e africane come Akina Mama wa Afrika (AmwA, 2014) nel corso della loro pluriennale esperienza sul campo.

Nell’analisi rappresentano una base di riferimento teorico le considerazioni di Martha Nussbaum, la quale, come ricordato nel primo capitolo di questo studio, sostiene che l’approccio alla ricerca debba essere sia culturale che di genere. La studiosa considera necessario rivolgere l’indagine a quello che le persone sono capaci di fare e di essere piuttosto che a ciò per le quali le persone sono soddisfatte. La soddisfazione infatti rappresenta uno stato relativo. Portando un esempio estremo, ma in realtà comune, una donna può essere soddisfatta di rimanere nella propria casa dove subisce violenza dal proprio marito o dai familiari piuttosto che finire sulla strada senza soldi e punti di riferimento. La soddisfazione in questo caso non ci fornisce alcuna informazione sulla reale condizione di vita della donna. Tutte le capacità dipendono dalla società in cui si vive e dalle possibilità che vengono offerte dall'esterno (Nussbaum, 2000: 12).

Normalmente si considera che le donne dei paesi poveri vivono una vita basata sul loro genere (e dunque sono sessualmente oppresse) e sulla loro appartenenza appunto al terzo mondo (quindi sono povere, senza educazione, legate alle tradizioni e alla religione) mentre all'opposto le femministe occidentali sono considerate ben educate, consapevoli del proprio corpo e moderne (Mohany, 2005). Contro questi stereotipi, Minh-ha sostiene la necessità di raccontare più storie dal campo e di dare voce alle donne con diverse esperienze (Minh-ha, 2005), al fine di mostrare che la donna del terzo mondo di fatto non esiste e che le donne dei paesi in via di sviluppo sono attori capaci e in grado di organizzarsi per far sentire la propria voce. Gli studi e le ricerche sulle relazioni di genere tendono per lo più a focalizzarsi sui bisogni e i problemi delle donne, mentre poco viene viene detto sulle loro opzioni e possibilità. Secondo Mohanty ciò è dovuto alla percezione generale che le donne siano inferiori agli uomini, invece di mostrare come le donne in qualità di gruppo socio-economico e politico vengano “costruite” dal contesto locale (Mohanty 2005).

Le diseguaglianze di genere sono strettamente connesse alla povertà e molte donne povere dei contesti rurali nei paesi in via di sviluppo affrontano altre forme di discriminazione che le donne occidentali o le donne della classe media degli stessi paesi non si trovano a dover affrontare. Per esempio la fame e la nutrizione, l’analfabetismo, i diritti umani, il diritto di cercare un lavoro fuori dalle mura domestiche, i matrimoni precoci e il lavoro minorile sono esempi di come le donne

sono maggiormente discriminate (Nussbaum, 2000: 7). L’idea della Nussbaum è che i valori universali devono essere sensibili alle culture (Nussbaum, 2000). La cultura è eterogenea nei paesi in via di sviluppo, ma in comune c'è la struttura lasciata a seguito del colonialismo, che ha creato oppressione (Mamdani, 2001). Ci sono differenze tra le teorie femministe post coloniali e l’approccio delle capacità, cosa loro hanno in comune è la sensibilità per le culture, e il pensiero post coloniale e il focus sulle esperienze individuali delle donne.

Nello studio di caso sul Kenia che presento in maniera approfondita come primo paese, basato sulle ricerche di Ylva Zetterlund, ricercatrice della Malmo University, l’approccio delle capacità della Nussbaum è centrale e ben esplicitato quando vengono analizzate le conseguenze del land grabbing. Anche se l’approccio delle capacità promuove valori universali, mantiene la sensibilità per le culture altre e le argomentazioni su cui si regge rendono adatta la teoria all' analisi. Questa sensibilità culturale e la via delle teorie femministe post-coloniali legate alle diverse società sono rilevanti nel corso dell’intera ricerca.

Abbiamo già acquisito che generalmente le donne sono più vulnerabili ai cambiamenti della terra e hanno minore accesso e diritti sulla terra. Le donne in molti paesi africani hanno accesso alla terra principalmente attraverso i loro mariti, padri o fratelli, e questo le rende inevitabilmente più soggette alla povertà (Gray e Kevane, 1999; Mutangadura 2004); generalmente non vengono considerate proprietarie di terra, ma dei prodotti fintanto che hanno il controllo sulle coltivazioni, insieme alla responsibilità di gestire la famiglia (Gray e Kevane, 1999: 18).