Gli ambiti della didattica
8. Didattica interculturale
La didattica interculturale si sviluppa con l’affermarsi di una società multietni- ca in una prospettiva sempre più internazionalizzata. Le difficoltà derivanti dall’incontro con la diversità - etnica, religiosa, sociale, culturale, economica - forniscono nuovo impulso allo sviluppo di concetti come integrazione, tolle ranza e solidarietà. Gli enormi divari economici, resi evidenti dall’era della glo balizzazione, stanno spingendo fasce sempre più ampie della popolazione dei paesi poveri a emigrare verso quelli ricchi. Nello stesso tempo il peggioramento della situazione internazionale, derivante dal radicarsi degli integralismi e dal contrapposto riemergere di sentimenti xenofobi e reazionari, determina l ’esi genza di ricercare soluzioni concrete a ogni livello - istituzionale, politico e culturale - ai confìtti e alle incomprensioni tra i popoli e, all’ interno di que sti, tra i diversi gruppi sociali. Negli Stati Uniti il dibattito sull’educazione interculturale fa la sua comparsa prima che in Europa, per la presenza di dif fusi conflitti razziali, per le problematiche connesse all’ integrazione delle minoranze etniche e per quelle dell’ insufficiente scolarizzazione di alcuni gruppi sociali (Campani, 1995). Sono in particolare le suggestioni degli an- tropologi americani a sviluppare, già negli anni Cinquanta, il dibattito sull’ importanza che gli insegnanti pongano attenzione ai problemi del pre giudizio culturale quale strategia di prevenzione dei confitti. A partire dagli anni Settanta queste riflessioni sono state determinanti nella definizione di una pedagogia interculturale in Europa. Come sottolinea la stessa preferenza per l’uso della locuzione “interculturale”, piuttosto che “pluriculturale” o “multiculturale” - termini che evocano piuttosto l’ idea di una cultura accan to all’altra - , attraverso l’uso del prefisso “inter” si sottolinea l’ importanza del concetto di interconnessione ovvero, in buona sostanza, dello scambio reciproco (ibid.).
Se il termine “multiculturale” è descrittivo, presentandosi come la fotografia della situazione in cui si trova la società attuale (Genovese, 2003), la parola “interculturale” assume un carattere prescrittivo in quanto rimanda a una scel ta operativa e di campo indirizzata a stabilire rapporti tra le diverse culture compresenti in una determinata realtà sociale. Rimanda cioè «più ad un pro getto che ad una semplice attestazione di fatto: presuppone cioè l’ idea (e l’ im pegno) a ricercare forme, strumenti, occasioni per sviluppare un confronto e un dialogo costruttivo e creativo» (Pinto Minerva, 2002, p. 28) tra gli indivi dui. La formazione interculturale propone le risposte operative alle esigenze della società complessa e multiculturale arrivando a promuovere una rivolu zione nei valori fino alla ristrutturazione delle dimensioni della morale, della cultura e della politica sotto gli ideali del pluralismo, della differenza e del dialogo (Cambi, 2001). Il pluralismo si presenta come superamento del pri mato del convergente, del monolitico, per arrivare all’affermazione della va rietà, della dislocazione, dell’apertura. L ’ identità personale e quella culturale non sono del resto immutabili, ma si costruiscono e si trasformano durante tutta l’esistenza, grazie alla relazione con il mondo e con gli altri.
La didattica interculturale si pone l’obiettivo di sviluppare interventi sia ver so i soggetti del gruppo culturale ospitante, lavorando appunto nei termini della conoscenza e della valorizzazione di coloro che vengono da lontano, sia nei confronti di questi ultimi, che chiedono di poter acquisire gli strumenti necessari all’ integrazione, a partire da quelli linguistici. La formazione a una cittadinanza democratica e partecipativa prende avvio dal riconoscimento dell’uguaglianza: l’azione va rivolta cioè a «tutti, ivi compresi o addirittura come principali destinatari, gli alunni autoctoni o nativi già integrati, i quali, essendo in posizione di forza, in quanto membri di una cultura maggiorita ria, sono più esposti a fenomeni di xenofobia, se non di razzismo o almeno di paternalismo» (Damiano, 1999, p. 15). La didattica interculturale persegue dunque obiettivi come l’educazione all’ascolto e al decentramento dei punti di vista o lo sviluppo di capacità legate alla transitività cognitiva. Agli inse gnanti viene chiesto di acquisire una nuova sensibilità per rivedere il modo di sviluppare gli argomenti, i metodi di lavoro e le finalità educative per «supe rare particolarismi, stereotipi e pregiudizi, visioni etnocentriche e settarie, per preparare menti aperte al confronto, alla solidarietà, alla cooperazione, alla pace, valori su cui fondare una società multietnica» (C.M . 22 luglio 1990, n. 215, L a scuola d ell’obbligo eg li alunni stranieri. L ’educazione intercul
turale). Società multiculturali Pluralismo, differenze, dialogo In questo capitolo
• La didattica assume una sua specificità all’ interno del contesto formativo
in cui viene a collocarsi. Sono individuabili cinque principali ambiti della didattica, ovvero aree riconoscibili e omogenee di azione: la scuola,
l’univer-sità, la formazione professionale e continua, l’extrascuola, l’educazione degli adulti. Tali ambiti sono a loro volta intersecati trasversalmente da tre aree di caratterizzazione: la didattica tecnologica, la didattica speciale e la didattica interculturale.
• La didattica scolastica rappresenta la forma storicamente più nota di di
dattica. È caratterizzata dal luogo di svolgimento (scuola), dall’obbligo di pre senza, da un apprendimento prevalentemente decontestualizzato, da un’orga nizzazione del percorso di apprendimento di tipo curricolare, dall’enfasi sulla valutazione del profitto.
• La didattica universitaria vede la centralità dei saperi disciplinari e un progressivo avvicinamento al mondo della ricerca (di cui condivide i linguag gi). La formazione universitaria è in rapida trasformazione a seguito dell’am pliamento del numero e della tipologia di frequentanti e per la disponibilità di nuove forme di insegnamento, in particolare l’e-learning.
• La didattica nella formazione professionale e continua rappresenta un
ambito strettamente connesso con il mondo del lavoro e le continue sfide poste da un mondo in continua trasformazione. È un ambito di raccordo tra conoscenze e capacità e quindi tra teoria e prassi, che valorizza i momenti del la riflessività sulle pratiche, del lavoro di gruppo e del mutuo insegnamento. Il ruolo del docente è, in questa prospettiva, soprattutto quello del formatore e del facilitatore.
• La didattica extrascolastica si rivolge ai giovani in età scolare e occupa i
momenti del tempo libero; valorizza forme di esplorazione ed espressività, la diversificazione delle esperienze; fornisce occasioni per gli apprendimenti in formali e privilegia lo sviluppo di relazioni in un clima di fiducia e di relativa autonomia da parte del soggetto.
• La didattica nei contesti dell’educazione degli adulti si colloca nella di mensione del non formale, perseguendo soprattutto l’autorealizzazione at traverso una migliore conoscenza di sé e il cambiamento di attitudini e moti vazioni in una prospettiva di pieno sviluppo personale, sociale, economico e culturale.
• La didattica tecnologica si occupa dello sviluppo, dell’applicazione e del
la valutazione di sistemi e metodi per migliorare il processo di apprendimen to umano. L ’attenzione è rivolta, in uguale misura, allo studio degli effetti delle tecnologie e dei media relativamente all’apprendimento, come pure alla progettazione, alla gestione e alla valutazione di sistemi e ambienti formativi supportati o meno da tecnologie.
• La didattica speciale, che inizialmente si è occupata della disabilità, è og
gi a pieno titolo impegnata sul fronte dell’ inclusione. Elabora e suggerisce pratiche di intervento protese a rimuovere gli ostacoli che si frappongono al pieno accesso all’ istruzione e alla formazione, operando in rete con le strut ture presenti nel territorio.
• La didattica interculturale si propone di favorire l’ integrazione e rincon tro tra le varie diversità (etnica, religiosa, sociale, economica) nell’ambito di una nuova prospettiva di società multietnica. Si pone l’obiettivo di sviluppa re interventi sia verso i soggetti del gruppo culturale ospitante sia verso gli immigrati, privilegiando i momenti della conoscenza reciproca e provveden do a sviluppare le capacità e fornire gli strumenti necessari per l’ integrazione.