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Didattica interculturale

Nel documento 229 00186 (pagine 133-137)

Gli ambiti della didattica

8. Didattica interculturale

La didattica interculturale si sviluppa con l’affermarsi di una società multietni- ca in una prospettiva sempre più internazionalizzata. Le difficoltà derivanti dall’incontro con la diversità - etnica, religiosa, sociale, culturale, economica - forniscono nuovo impulso allo sviluppo di concetti come integrazione, tolle­ ranza e solidarietà. Gli enormi divari economici, resi evidenti dall’era della glo­ balizzazione, stanno spingendo fasce sempre più ampie della popolazione dei paesi poveri a emigrare verso quelli ricchi. Nello stesso tempo il peggioramento della situazione internazionale, derivante dal radicarsi degli integralismi e dal contrapposto riemergere di sentimenti xenofobi e reazionari, determina l ’esi­ genza di ricercare soluzioni concrete a ogni livello - istituzionale, politico e culturale - ai confìtti e alle incomprensioni tra i popoli e, all’ interno di que­ sti, tra i diversi gruppi sociali. Negli Stati Uniti il dibattito sull’educazione interculturale fa la sua comparsa prima che in Europa, per la presenza di dif­ fusi conflitti razziali, per le problematiche connesse all’ integrazione delle minoranze etniche e per quelle dell’ insufficiente scolarizzazione di alcuni gruppi sociali (Campani, 1995). Sono in particolare le suggestioni degli an- tropologi americani a sviluppare, già negli anni Cinquanta, il dibattito sull’ importanza che gli insegnanti pongano attenzione ai problemi del pre­ giudizio culturale quale strategia di prevenzione dei confitti. A partire dagli anni Settanta queste riflessioni sono state determinanti nella definizione di una pedagogia interculturale in Europa. Come sottolinea la stessa preferenza per l’uso della locuzione “interculturale”, piuttosto che “pluriculturale” o “multiculturale” - termini che evocano piuttosto l’ idea di una cultura accan­ to all’altra - , attraverso l’uso del prefisso “inter” si sottolinea l’ importanza del concetto di interconnessione ovvero, in buona sostanza, dello scambio reciproco (ibid.).

Se il termine “multiculturale” è descrittivo, presentandosi come la fotografia della situazione in cui si trova la società attuale (Genovese, 2003), la parola “interculturale” assume un carattere prescrittivo in quanto rimanda a una scel­ ta operativa e di campo indirizzata a stabilire rapporti tra le diverse culture compresenti in una determinata realtà sociale. Rimanda cioè «più ad un pro­ getto che ad una semplice attestazione di fatto: presuppone cioè l’ idea (e l’ im­ pegno) a ricercare forme, strumenti, occasioni per sviluppare un confronto e un dialogo costruttivo e creativo» (Pinto Minerva, 2002, p. 28) tra gli indivi­ dui. La formazione interculturale propone le risposte operative alle esigenze della società complessa e multiculturale arrivando a promuovere una rivolu­ zione nei valori fino alla ristrutturazione delle dimensioni della morale, della cultura e della politica sotto gli ideali del pluralismo, della differenza e del dialogo (Cambi, 2001). Il pluralismo si presenta come superamento del pri­ mato del convergente, del monolitico, per arrivare all’affermazione della va­ rietà, della dislocazione, dell’apertura. L ’ identità personale e quella culturale non sono del resto immutabili, ma si costruiscono e si trasformano durante tutta l’esistenza, grazie alla relazione con il mondo e con gli altri.

La didattica interculturale si pone l’obiettivo di sviluppare interventi sia ver­ so i soggetti del gruppo culturale ospitante, lavorando appunto nei termini della conoscenza e della valorizzazione di coloro che vengono da lontano, sia nei confronti di questi ultimi, che chiedono di poter acquisire gli strumenti necessari all’ integrazione, a partire da quelli linguistici. La formazione a una cittadinanza democratica e partecipativa prende avvio dal riconoscimento dell’uguaglianza: l’azione va rivolta cioè a «tutti, ivi compresi o addirittura come principali destinatari, gli alunni autoctoni o nativi già integrati, i quali, essendo in posizione di forza, in quanto membri di una cultura maggiorita­ ria, sono più esposti a fenomeni di xenofobia, se non di razzismo o almeno di paternalismo» (Damiano, 1999, p. 15). La didattica interculturale persegue dunque obiettivi come l’educazione all’ascolto e al decentramento dei punti di vista o lo sviluppo di capacità legate alla transitività cognitiva. Agli inse­ gnanti viene chiesto di acquisire una nuova sensibilità per rivedere il modo di sviluppare gli argomenti, i metodi di lavoro e le finalità educative per «supe­ rare particolarismi, stereotipi e pregiudizi, visioni etnocentriche e settarie, per preparare menti aperte al confronto, alla solidarietà, alla cooperazione, alla pace, valori su cui fondare una società multietnica» (C.M . 22 luglio 1990, n. 215, L a scuola d ell’obbligo eg li alunni stranieri. L ’educazione intercul­

turale). Società multiculturali Pluralismo, differenze, dialogo In questo capitolo

• La didattica assume una sua specificità all’ interno del contesto formativo

in cui viene a collocarsi. Sono individuabili cinque principali ambiti della didattica, ovvero aree riconoscibili e omogenee di azione: la scuola,

l’univer-sità, la formazione professionale e continua, l’extrascuola, l’educazione degli adulti. Tali ambiti sono a loro volta intersecati trasversalmente da tre aree di caratterizzazione: la didattica tecnologica, la didattica speciale e la didattica interculturale.

• La didattica scolastica rappresenta la forma storicamente più nota di di­

dattica. È caratterizzata dal luogo di svolgimento (scuola), dall’obbligo di pre­ senza, da un apprendimento prevalentemente decontestualizzato, da un’orga­ nizzazione del percorso di apprendimento di tipo curricolare, dall’enfasi sulla valutazione del profitto.

• La didattica universitaria vede la centralità dei saperi disciplinari e un progressivo avvicinamento al mondo della ricerca (di cui condivide i linguag­ gi). La formazione universitaria è in rapida trasformazione a seguito dell’am­ pliamento del numero e della tipologia di frequentanti e per la disponibilità di nuove forme di insegnamento, in particolare l’e-learning.

• La didattica nella formazione professionale e continua rappresenta un

ambito strettamente connesso con il mondo del lavoro e le continue sfide poste da un mondo in continua trasformazione. È un ambito di raccordo tra conoscenze e capacità e quindi tra teoria e prassi, che valorizza i momenti del­ la riflessività sulle pratiche, del lavoro di gruppo e del mutuo insegnamento. Il ruolo del docente è, in questa prospettiva, soprattutto quello del formatore e del facilitatore.

• La didattica extrascolastica si rivolge ai giovani in età scolare e occupa i

momenti del tempo libero; valorizza forme di esplorazione ed espressività, la diversificazione delle esperienze; fornisce occasioni per gli apprendimenti in­ formali e privilegia lo sviluppo di relazioni in un clima di fiducia e di relativa autonomia da parte del soggetto.

• La didattica nei contesti dell’educazione degli adulti si colloca nella di­ mensione del non formale, perseguendo soprattutto l’autorealizzazione at­ traverso una migliore conoscenza di sé e il cambiamento di attitudini e moti­ vazioni in una prospettiva di pieno sviluppo personale, sociale, economico e culturale.

• La didattica tecnologica si occupa dello sviluppo, dell’applicazione e del­

la valutazione di sistemi e metodi per migliorare il processo di apprendimen­ to umano. L ’attenzione è rivolta, in uguale misura, allo studio degli effetti delle tecnologie e dei media relativamente all’apprendimento, come pure alla progettazione, alla gestione e alla valutazione di sistemi e ambienti formativi supportati o meno da tecnologie.

• La didattica speciale, che inizialmente si è occupata della disabilità, è og­

gi a pieno titolo impegnata sul fronte dell’ inclusione. Elabora e suggerisce pratiche di intervento protese a rimuovere gli ostacoli che si frappongono al pieno accesso all’ istruzione e alla formazione, operando in rete con le strut­ ture presenti nel territorio.

• La didattica interculturale si propone di favorire l’ integrazione e rincon­ tro tra le varie diversità (etnica, religiosa, sociale, economica) nell’ambito di una nuova prospettiva di società multietnica. Si pone l’obiettivo di sviluppa­ re interventi sia verso i soggetti del gruppo culturale ospitante sia verso gli immigrati, privilegiando i momenti della conoscenza reciproca e provveden­ do a sviluppare le capacità e fornire gli strumenti necessari per l’ integrazione.

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