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Die Bühne, lo spazio scenico

NARRATIVA SISTEMA PERSONAGG

3. L'ossessione dello sguardo 1 Una narrazione centripeta

3.2. Gli occh

3.3.1. Die Bühne, lo spazio scenico

Il negozio della Runkel, la Trafik, è uno degli spazi teatrali del romanzo Die gelbe Straße.

Nella terza parte del primo capitolo, la Trafik diventa un palcoscenico su cui sfilano gran parte degli abitanti della Strada Gialla: Graf, il commerciante di pellame Koppstein, una non meglio precisata Gnädige, die rote Gusti (giovane domestica), Herr Alois (impiegato presso il Fundamt), die dicke Kohlenfrau, Frau Hatvany, Frau Weiß.

Tutti i personaggi sfilano sotto lo sguardo di un'unica spettatrice, Lina, la giovane dipendente di Frieda Runkel.

Sia Graf che Koppstein la vogliono sedurre, ma mentre il primo aspetta il momento opportuno per dichiararsi, il secondo riesce a baciarla, ricevendo in cambio uno schiaffo.

Gli appellativi scelto dal narratore all'entrata dei personaggi non solo costituiscono un segno di appartenenza sociale, ma svolgono contemporaneamente la funzione teatrale di didascalia: la Gnädige è il rango più alto, poi seguono la Frau e il Herr, infine coloro che hanno solo il nome.

Rimangono indistinti coloro che non hanno nemmeno quello, solo un aggettivo che li distingue, come der Graue.

L'ultimo ad apparire sulla scena è Herr Vlk, che si presenta col grottesco mascheramento di una benda intorno al viso a causa del mal di denti.

La cifra grottesca si conferma nella seguente descrizione: «Er warf seine langen Beine, als wären sie aus den Gelenken gebrochen231

230 Per l'impostazione teorica a cui faremo riferimento in questo paragrafo rimandiamo a C. D'Angeli, Forme della drammaturgia, UTET, Torino 2011.

La trasformazione di un luogo in uno spazio prettamente teatrale si ripete nella sesta parte, nella quale i personaggi sfilano uno a uno nel negozio della Runkel, dando al lettore il tempo di guardarli attentamente, ognuno nella propria specificità, spesso sottolineata anche da una variante linguistica232.

Il primo ad apparire sulla scena è Knut Tell; capelli al vento, pieno di impeto, entra nel negozio e subito s'immobilizza, colpito dall'oscurità che vi regna.

Il secondo personaggio è Fräulein Leopoldine, ex infermiera, che ora lavora in una lavanderia: «Sie ist schon weit über dreißig und steht doch da wie eine Volksschülerin vor der Frau Oberlehrerin».

È poi la volta della Hatvany, che parla dialetto (Freilein, Leite, hat), è brusca e «hat alles indiskret beobachtet».

La Runkel, intanto, sta in agguato, come un animale.

Entra poi in scena die Bedienerin vom Sanatorium, che prima lavorava in una chiesa e che non ha dismesso il suo tono deferente neanche adesso che pulisce i pavimenti del sanatorio.

Per ultima, appare die rote Gusti.

Un secondo spazio scenico del romanzo è l'agenzia privata di collocamento della Hatvany, dove le giovani domestiche aspettano pazienti che venga loro offerto un lavoro233.

Che siano tantissime le ragazze in cerca di un lavoro come domestica ci viene suggerito da un’informazione esplicita (diciotto ragazze siedono su una panca, ma duecento sono in attesa) e da una implicita, il dickes Buch mit Adressen, di fronte al quale siede la Hatvany.

Sulla scena, delimitata come un palcoscenico dalla panca posizionata a ferro di cavallo, si alternano vari personaggi.

Die Gnädige è una signora molto esigente che non vuole pagare la tassa di iscrizione all’agenzia di collocamento, non vuole una Bürgerländerin, perché le ragazze di campagna sono schwachhsinnig, non vuole che la ragazza si chiami Anna, poiché è il nome di sua sorella e quest'ultima potrebbe offendersi che una domestica si chiami come lei.

La Gnädige solleva ancora obiezioni sul cognome Schadn, che suona negativamente, ma anche sul fatto che una domestica non deve essere troppo vecchia, né avere troppa esperienza.

Il dialogo tra la Gnädige e la Hatvany, costruito come una vera e propria pièce teatrale, ci informa indirettamente sulla situazione delle giovani Mägde: i datori di lavoro, oltre ai già ricordati soprusi che erano liberi di esercitare su di loro, avevano anche il diritto di privarle del loro nome e, quindi, dell'identità.

Il secondo personaggio che entra in scena è ein dickes Weib, an der Leine zog sie einen dicken Hund .

Veza Taubner – Calderon ricorre, anche qui, alla modalità del grottesco; il cane, appena la padrona si allontana, ha le doglie e suscita scandalo e ribrezzo nella Hatvany («So eine Schweinerei»).

Uscita das dicke Weib, entra sulla scena Maja, introdotta da una breve 232 Proponiamo come esempio proprio la variante linguistica con la quale si esprime la Runkel, una

sorta di akustische Maske costruita su insistenti slittamenti: «Speikseife, Memseife, Mandelseife, Glycerinseife, Lilienmilchseife; Man hat es ihr einmal gesagt, man hat es ihr zweimal gesagt... ; Sie reiht Zahnbürsten an, gelber Griff, roter Griff, harte Borsten, weiche Borsten, sehr gute Bürsten....» Die Gelbe Straße, op. Cit. p. 36, 37, 40.

didascalia, centrata sugli occhi: «weite dunkle Augen, freundlich, ein nettes Wesen234

Al quarto personaggio viene invece dedicato più spazio, ricorrendo, ancora, al grottesco.

Der dickste Herr von Nieder – Österreich, Herr Tiegerl235, è così grasso da

doversi sedere su due sedie.

Il carattere grottesco del personaggio è evidenziato anche, come nel caso della signora grassa col cane grasso, da una variante linguistica236.

Al momento di alzarsi, Herr Tiegerlein «machte ein Gesicht wie für ein Begräbnis. Es galt dem Entschluß, sich zu erheben».

Il personaggio successivo, ein junges Mädchen von überraschender Schönheit, contribuisce a completare il quadro della situazione delle giovani domestiche arrivate nella metropoli per trovare lavoro; la giovane donna ha lasciato il proprio impiego, perché costretta a fare massaggi agli uomini.

Il commento sprezzante della Hatvany237 getta una luce interessante sulla realtà

quotidiana delle ragazze.

Dopo la ragazza, è la volta di un nuovo personaggio grottesco, Frau Hofopernsängerin («eine opulente Erscheinung», «die Sängerin lächelt wie eine Diva lächelt»), che indossa «ein purpurfarbenes Atlaskleid aus der Zeit der Raubtritter. Es zeigte Spuren einiger Mahlzeiten»238.

Anche questo personaggio si esprime attraverso una variante linguistica («Ich brauche ein idiales Mädchen») ricca di frasi idiomatiche («Für das Gold in der Kehle sind Infektionen Gift239»).

Le ultime a entrare in scena sono Frau Vaß, sorella della Hatvany, proprietaria di un club privé e Frau Baronin, «eine sehr bleiche junge Dame».

In certi casi, è la stessa Gelbe Straße a trasformarsi in spazio scenico.

La sesta parte del secondo capitolo, Der Oger, si apre infatti con una panoramica sulla strada, costruita su un insieme di didascalie sui personaggi, elencati in una semplice lista, senza ulteriori approfondimenti:

Es ist eine merkwürdige Strße, die Gelbe Straße. Es wohnen da Krüppel, Mondsüchtige, Verrückte, Verzweifelte und Satte. Dem gewöhnlichen Spaziergänger fallen sie nicht auf. Frau Maja hätte sie sehen können, aber sie versteckte ihre Augen240.

Lo spazio scenico, costruito all'interno di una sequenza narrativa, assume una rilevanza privilegiata, veicolando tematiche particolarmente care all'autrice, come 234 E' evidente come l'assenza del predicato, espediente al quale Veza Taubner - Calderon ricorre

spesso, riduca la narrazione allo status di didascalia.

235 Evidente l'ironia del contrasto tra la corpulenza dell’uomo e l'esiguità del suo cognome, costituito

da un diminutivo.

236 Questo procedimento stilistico, che abbiamo definito sopra «akustische Maske», riprendendo il

noto concetto di Elias Canetti, è qui funzionale più a creare un effetto comico, teatrale, che a suggerire implicazioni sulla personalità del personaggio, quindi svolge una funzione diversa da quella che Canetti gli attribuisce.

237 «Jede bringt ein Kind zur Hochzeit mit und im Dienst möchtet ihr Ansprüche machen!», op. cit.

p. 91.

238 Cf. il secondo paragrafo del secondo capitolo, p. 49. 239 Die gelbe Straße, op. cit. p. 91.

risulta evidente anche nel romanzo Die Schildkröten.

Il quarto capitolo, nella prima parte, ha la struttura di un atto teatrale: i quattro personaggi (Eva, Andreas, Pilz e Hilde), seduti intorno a un tavolo, nella piccola Holzzimmer, costruiscono una lunga scena dialogata, senza alcun tipo di azione e di movimento.

In un gioco speculare (come illustrato nel primo capitolo del presente lavoro), la scena si raddoppia nella seconda parte del nono capitolo.

Non è evidentemente casuale che, proprio in questi capitoli, Veza Taubner - Calderon introduca temi fondamentali per rappresentare l'avvento nazista e la persecuzione degli ebrei (la morte, la caccia, la violenza, il rapporto tra forti e deboli) che, proprio perché fissati in una struttura statica, acquistano maggior rilievo.