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Eccentricità canonica e eccentricità eccentrica

NARRATIVA SISTEMA PERSONAGG

5. Personaggi in cerca di eccentricità 1 Agatha, Diana Galatea, Peck

5.2. Eccentricità canonica e eccentricità eccentrica

I personaggi eccentrici da canone richiamano quei personaggi che, nel secondo capitolo, abbiamo definito leggeri, personaggi liberi di giocare col loro ruolo, funzionali soltanto alla loro esistenza di personaggi.

Lady Rexa rientra certamente in questo gruppo.

Nella seconda scena del primo atto, la incontriamo nella stanza da fumo della sua grande villa, arredata con poltrone di broccato blu e un divano color bronzo.

Lady Rexa è sehr alt, würdevoll e geistesfrisch.

Siede a una piccola scrivania, vicino a un balcone le cui porte sono aperte a metà.

Durante il dialogo con l'amica Clare Frazer, venuta in visita, l'anziana aristocratica racconta del marito, Bobby, che non ha mai avuto attenzioni per lei e, adesso che è morto, si diverte a disturbarla, preferibilmente mentre sta leggendo un romanzo appassionante.

Propone poi a Clare di uccidere suo marito, il disertore, per poter finalmente vivere la propria vita.

Quando Peck irrompe sulla scena, arrampicandosi su per il balcone, Lady Rexa lo scambia per l'uomo delle pulizie; poi, pur avendo capito che è un ladro e che forse è armato, non mostra alcun timore, anzi lo rimprovera aspramente per il disordine che ha provocato.

La donna propone poi a Peck di denunciare den Clown, cioè Frazer, in cambio di una lauta ricompensa.

Lady Rexa è un personaggio bizzarro, che non rispetta nessuna convenzione, se non quella di essere un' originale aristocratica da canone.

Nella terza scena del secondo atto, d'altra parte, s'improvvisa Giulietta rivolgendosi così a Peck: «Steigen Sie ein, Romeo, ich krieg Sie heraus, wenn Sie 350 Briefe an Georges, op. cit. p. 146.

351 Un esule e la moglie (p. 152), un cleptomane (p. 158), una donna che passa il tempo a parlare con i

fantasmi delle persone che ha conosciuto (p. 170). Briefe an Georges, op. cit. In una lettera del 27 agosto 1947, l'autrice riferisce al cognato anche di un'effrazione nel suo appartamento, episodio che ritroviamo nel Palankin. Briefe an Georges, op. cit. p. 283.

erwischt werden.»

È evidente che la vecchia signora non si fa problemi a civettare con un conclamato delinquente, al contrario, offende anche il sergente Davies, apostrofandolo col nomignolo Bube, tanto che il poliziotto è costretto ad arrestarla per vilipendio.

Naturalmente, come ci si può aspettare, Lady Rexa non è affatto sconvolta dalla cosa, anzi, ne gioisce eccitata.

Nell'ultima scena, infine, l'anziana aristocratica si trasforma ancora, assumendo i panni del deus ex machina, proponendo al sergente Davies di organizzare nella sua villa gli arresti domiciliari per Peck in casa sua.

Grazie al suo charme vecchio stile, è riuscita a conquistare anche il poliziotto:

Lady Rexa: «Das ist ein reizender Mensch, dieser Detektiv! Er hat mir Tee gereicht, und dann sind seine Kollegen gekommen und wir haben uns gut unterhalten. Mit lauter Konstablern.»

Clare: «Worüber denn, Lady Rexa? Über Einbrüche?»

Lady Rexa: «Ausgrabungen.»

Agatha: «Exkavationen?»

Lady Rexa: «Piffl! Über Skelette, Leichen, Ermordete!»

Mentre tutti cantano «She is a jolly good fellow», la vecchia signora introduce così il finale della commedia: «Piff! Er (Davies) kommt Sonntag zu mir zum Tee. Wir werden mit ihm Tee trinken. Alle sind eingeladen! Ein Sträfling bei mir im Haus!»

Peck: «Auf in den Palankin!»

Agatha: «Wir dringen alle ein!»

Clare (spöttisch): «In den Palankin!»

Della stessa stoffa di Lady Rexa sono fatti altri personaggi, che se a una prima lettura potremmo definire minori, svolgono in realtà un ruolo di rilievo nelle commedie.

Pasta, che abbiamo incontrato nel romanzo Die gelbe Straße, occupa una parte considerevole della commedia Der Tiger e costituisce un divertente contraltare sia a Andrea che a sua figlia Diana.

Quando entra in scena, nel primo atto, la didascalia c'informa che è «sehr groß, reifer Körper, Kindergesicht», «Ihre schwarzen Augen zuweilen düster flacken» e, infine, «Sie spricht mit derber Stimme, sie spricht zu viel».

Pasta è fortemente caratterizzata dal suo modo di parlare, sia perché parla troppo, sia perché si esprime quasi sempre per frasi idiomatiche.

Nel terzo atto, la vediamo nello spazio a lei più congeniale, il salone di casa sua, circondata da artisti, mentre recita il ruolo di anfitrione.

Il grammofono diffonde le note delle Nozze di Figaro e Pasta canta: «Die Ihr die Triebe des Herzens kennt».

Più tardi, quando tutti gli artisti sono sulla scena, mette sul grammofono l’Ouverture della Rosamunde di Schubert e invita tutti a ballare.

Pasta è la maschera della cantante lirica, dovunque arrivi è circondata da musica, teatralità ostentata e superficialità; è una donna di mondo, che esiste soltanto in virtù di quel mondo di finzione.

Nel quinto atto, che si svolge nella stanza di Zierhut, piena di pacchetti, di libri, di opere d'arte raccolte dal finto manager Mister Smith, il grammofono diffonde, ancora, la voce di Pasta, che canta un'aria dalle Nozze di Figaro.

Sarà ancora la cantante in carne e ossa a chiudere la commedia con un’aria dalla Carmen.

Alter ego maschile di Pasta è Tiger, il ricco proprietario di caffè, affarista e dongiovanni, che non perde occasione per concludere un affare o corteggiare una donna.

Quando lo incontriamo la prima volta, nel secondo atto, ci rendiamo subito conto che Tiger ama i giochi di parole, è un personaggio leggero, divertente, non porta il peso di altri significati.

Tiger è se stesso, il personaggio dell'agiato dongiovanni di mezza età che indulge in battute di dubbio gusto e sottintesi erotici e che ha fatto soldi con affari non sempre onesti.

Questa sua natura è evidente, per esempio, nello scambio di battute con Zierhut, che avviene in un separé di uno dei caffè di sua proprietà: «Sie ist Witwe? Also eine lustige Witwe» o in frasi del tipo «Die Dame beginnt mit dem Pelzmantel», «Jetzt ist mir die Zigarre ausgelöscht, Fräulein» (quando entra in scena Diana) e, infine, quando mette in dubbio l'onestà di Andrea, affermando perentorio «Geld stinkt nicht.»

Tiger è un personaggio tutto d'un pezzo, coerente dall'inizio alla fine, proprio perché è una maschera teatrale, non deve essere toccato dai dubbi e dalle sfumature che caratterizzano altri personaggi, quelli che abbiamo denominato precedentemente «personaggi pesanti».

Il suo stesso modo di muoversi sottolinea la sua monolitica identità: «Geht gewichtig, als wäre sein Bauch sein Gesicht, auf Frau Sandoval zu und reicht ihr die Hand e klopft mit seinem Stock auf den Tisch.»

La commedia è ricca di maschere, come la ballerina Buff e der Orientaler, uno strano personaggio che compare solo nel primo atto, quasi una parentesi con la funzione di creare lo spazio scenico per Mister Smith.

Der Orientaler è un vero e proprio momento ludico che l'autrice si concede, divertendosi e divertendoci con il suo zoppicante idioma: «Ik nix will deise Ofn, ik will Backofn zum kok. Ik will kok in die Zimmer. Nix Küke, ik will kok in die Zimmer. Was kost die Zimmer?»

La didascalia, che c'informa sul suo modo di camminare («Er humpelt hinaus») conferma il suo carattere di maschera grottesca.

Il personaggio di Mister Smith è particolarmente interessante perché sembra costituire un ibrido dei due tipi di personaggio.

Se lo osserviamo nelle sue caratteristiche esteriori, possiamo senz'altro affermare che appartiene al gruppo dei personaggi eccentrici canonici, poiché si comporta e si esprime in modo bizzarro.

È inoltre avvolto dal mistero, tanto che nessuno (ad eccezione di Tiger) sa esattamente chi sia.

A questo proposito, è certamente emblematico il terzo atto, nel quale ognuno cerca di definire Mister Smith e Pasta afferma «Zu ihm paßt kein Vorname», talmente eccezionale è la sua personalità.

Se la cantante lo definisce Welt – Manager in Kunst e Beran lo paragona a un santo di cera e alla figura di un quadro fiammingo, Schmidt, l'attrice, da parte sua,

afferma che Smith gli ricorda soltanto un capitalista.

Secondo Beran ha occhi interessanti, secondo l’attrice si muove come un aristocratico, a Pasta ricorda ein spanischer Herzog.

Pasta lo vede come un castellano che declama un sonetto, mentre Schmidt lo immagina nelle vesti di un brigante.

Mister Smith, insomma, è immerso in un alone di mistero e di avventura, molto lontano, peraltro, dalla realtà.

Dall'altra, però, questo personaggio è il fulcro della riflessione sull'arte, che ha il suo epicentro proprio in questo atto; da questo punto di vista, quindi, Mister Smith può tranquillamente appartenere al gruppo dei personaggi «pesanti», che inscenano, come abbiamo visto, riflessioni care all'autrice.

Riassumendo, i personaggi teatrali di Veza Taubner – Calderon si muovono su due assi che s'intersecano, quello dell'arte e della violazione della legge, da un lato, e quello del canonico/non canonico dall'altro.

ECCENTRICITA' CANONE EXTRACANONE

Artista Pasta Agatha,Andrea, Diana

Fuorilegge Frazer, Lady Rexa, Spinks,

Tiger Peck

Lo sdoppiamento dei due assi consente evidentemente a Veza Taubner - Calderon di moltiplicare le prospettive della sua riflessione estetica, offrendoci, ancora una volta, una lettura problematica e non prescrittiva.