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CAPITOLO III: I CASI DI STUDIO

3. Azienda Agricola ''Il Cerreto''.

3.2.4 Distribuzione del lavoro in azienda.

All'inizio la coltivazione avveniva su 100 ettari di terreno.

I lavoratori in azienda erano 4, oltre ai coniugi, c'erano due contoterzisti, che continuano ancora oggi a lavorare nell'azienda, e ci lavoravano ancora prima che Carlo iniziasse a dedicarsi a questo tipo di attività.

Con il passare del tempo vennero acquistati anche altri terreni; attualmente il terreno in possesso dell'azienda è di 400 ettari di cui 300 seminabili e 100 caratterizzati da boschi. Dal momento in cui fu deciso di iniziare anche l'attività di commercializzazione del prodotto finito, anche l'organico dell'azienda si è dovuto adattare.

Dedicate alla parte agricola ci sono 3 persone fisse più i contoterzisti; poi ci sono altre due persone fisse che si occupano dell'agriturismo, e altre due persone fisse negli uffici.

3.2.5 Certificazioni.

L'azienda è certificata dall' ICEA e aderisce al Coordinamento Toscano Produttori Biologici.

Certificazione ai sensi dell'art 29, Reg CE 834/07 e 889/08

Le fonti energetiche utilizzate sono quasi esclusivamente fonti energetiche rinnovabili. L'energia necessaria al fabbisogno dell'azienda agricola è prodotta per circa il 65%

attraverso pannelli fotovoltaici

D'inverno, per il riscaldamento degli ambienti, dalla casa dei coniugi, agli uffici, fino all'agriturismo e al ristorante viene utilizzata la legna, che attraverso una caldaia a biomasse e un sistema di teleriscaldamento riscalda tutta la struttura.

Sono presenti 110 ettari di bosco, e da un anno è stato richiesto anche un finanziamento settennale per effettuare il taglio del bosco.

D'estate grazie ad un impianto per l'acqua sanitaria e grazie all'energia prodotta con un impianto solare termico riescono a riscaldare l'acqua di tutte le strutture.

3.3 Transizione Aziendale.

Si tratta di un'azienda di 250 ettari di cui solo 130 coltivabili.

Quando la famiglia decise di lasciare Milano era perfettamente cosciente del fatto che da soli non sarebbero riusciti ad avviare questa nuova attività soprattutto perché non erano esperti in materia, non possedevano alcuna capacità pratica.

Il percorso del Biologico è stato sposato da subito; si rivolsero ad Enzo Nastati che aveva curato la rubrica di agricoltura sul giornale di cui era editore il Signor Boni, e partirono subito con la coltivazione omeodinamica, essendone lui l'ideatore.

Dopo un anno e mezzo l'azienda fu certificata come azienda biologica-biodinamica.

Per quanto riguarda l'omeodinamica, ancora oggi, gli organismi di controllo (Demeter) non la riconoscono, quindi l'azienda non ha ancora ottenuto alcuna certificazione aggiuntiva o sostitutiva per dimostrare la sua omeodinamicità, trattandosi di una metodica, come ho già spiegato all'inizio di questo capitolo, molto particolare.

Questo nuovo metodo di agricoltura si prefigge lo scopo di fondere le conoscenze biodinamiche con quelle dell'omeopatia.

Fin dai primi interventi di restauro avevano un unico obiettivo: creare un ambiente sano e decisero di ristrutturare gli edifici seguendo i principi della bioedilizia.

Decisero di intraprendere la strada del biologico e del biodinamico, non sicuramente per motivi economici, ma esclusivamente per il loro modo di pensare, per un loro stile di vita sano e genuino visto che i primi fruitori dei prodotti dell'azienda sono proprio loro.

Ancora oggi, dopo 15 anni, i motivi etici, i motivi paesaggistici e i motivi salutistici sono quelli che li spingono a continuare su questa strada, considerando il fatto che il biologico, anche se negli ultimi anni si è molto sviluppato, resta sempre un po' in controtendenza rispetto all'agricoltura tradizionale.

Il segreto per continuare a far sì che questo tipo di agricoltura continui ad espandersi è solo l'informazione; infatti spesso i gruppi di acquisto si recano in azienda per apprendere più dettagliatamente come si svolge il processo produttivo e in cosa si differenzia il

prodotto finito biologico, prodotto in maniera artigianale, da quello tradizionale.

3.4 Agriturismo.

Come ho accennato prima, altra attività su cui l'azienda fa molto affidamento è quella dell'agriturismo.

Il Cerreto ha come struttura un antica torre del 1700 intorno alla quale sono stati costruiti in epoche successive due gruppi di case coloniche.

A disposizione degli ospiti ci sono in totale 7 appartamenti, di cui due bilocali, tre trilocali e due quadrilocali.

Cinque appartamenti si trovano nella casa principale, mentre altri due, appena ristrutturati, sono situati in un edificio che fu una volta una scuola di campagna.

Le camere, recentemente ristrutturate secondo i criteri della bioedilizia, si trovano nell'edificio ottocentesco, il cuore della fattoria nel quale è situato anche il ristorante, una sala comune con TV ed un'altra dove vengono organizzati alcuni corsi e convegni.

Mobili e letti sono in legno trattato solo con vernici naturali.

Per essere sicuri che negli appartamenti e nelle camere del BioAgriturismo "Il Cerreto" gli ospiti possano sentirsi realmente a loro agio, è stato fatto anche uno studio sui campi geomagnetici degli edifici.

Tutti i lavori di ristrutturazione sono stati eseguiti con estrema attenzione nel rispetto delle tradizioni architettoniche locali.

L’agriturismo dispone di una sala principale, con una capienza di massimo 100 posti e di una sala più piccola, da utilizzare come aula o punto di incontro per sotto gruppi di lavoro, che ha una capienza massima di circa 35 persone.

Inoltre è presente una sala polifunzionale, di circa 140 m2, che è stata inaugurata nella primavera del 2010 ed è stata costruita secondo le regole della bioedilizia.

L'attività agrituristica è fondamentale messa a confronto con le altre attività dell'azienda. Soprattutto quest'anno, ad inizio ottobre, le camere a disposizione sono ancora tutte occupate e questo perché è cambiato il turismo che si avvicina alla struttura.

Fino all'anno scorso il turismo interessato alla struttura era quello ''classico'' anche se comunque interessato a questo tipo di produzione biologica, essendo anche l'agriturismo certificato Bio.

Da un anno l'agriturismo è stato iscritto anche ad un circuito che si chiama BioHotels, dove in Toscana ci sono solo due strutture iscritte, e quindi hanno iniziato ad ospitare una clientela ancora più interessata a queste tematiche.

Quest'anno dalla prima settimana di luglio fino a metà ottobre hanno ospitato dei gruppi tedeschi, che occupano tutta la struttura, e che svolgono attività di yoga e sono interessati al biologico, biodinamico e omeodinamico e soprattutto al menù vegetariano.

3.4.1 Il Ristorante.

Ma il loro biglietto da visita è il Ristorante che è per gli ospiti dell'agriturismo e offre anche una cucina vegetariana basata principalmente sui prodotti dell'azienda bioagrituristica". La cucina è naturale e biologica, viene infatti privilegiato l'utilizzo delle materie prime prodotte in azienda al fine di offrire piatti semplici ma nutrizionalmente validi.

I cibi proposti seguono la stagionalità dei prodotti. Le ricette sono quelle della tradizione toscana, vegetariane e di cucina naturale.

I prodotti utilizzati sono per la maggior parte aziendali: la pasta, l’olio extravergine di oliva, gli ortaggi, i cereali, i legumi, le marmellate e il miele.

Settimanalmente viene acceso il forno a legna per preparare pane, focacce e pizza. Su richiesta anticipata vengono preparati con il massimo scrupolo dei menù per chi segue diete speciali o per chi soffre di allergie o intolleranze alimentari; vengono sempre previste due varianti, una vegetariana e una non vegetariana.