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CAPITOLO II: LE POLITICHE AGRICOLE

1. Il sostegno all'agricoltura.

In questo primo paragrafo del capitolo sulle politiche agricole faccio una breve analisi dello scenario di riferimento all'interno del quale operano le aziende agricole e descrivo quali sono i problemi che devono fronteggiare per riuscire a essere competitive nel tempo.

Infatti in questo momento l’agricoltura di buona parte dei paesi economicamente più avanzati si trova coinvolta in un processo organizzativo, dalla quale escono ridisegnate non solo le pratiche agricole, ma il ruolo delle attività agricole all’interno della società, le dimensioni e le caratteristiche settoriali e la figura e le aspettative dell’imprenditore agricolo e della società nei suoi confronti.

Al di là dei differenti percorsi più o meno innovativi intrapresi, l’elemento tutt’oggi unificante di questi è rappresentato dalla necessità di individuare un paradigma di agricoltura sostenibile in termini sia economici sia ambientali.

Uno dei molteplici itinerari intrapresi dall’agricoltura di taluni Paesi per avvicinarsi al nuovo paradigma è rappresentato dalle cosiddette filiere corte, nell’ambito delle quali il passaggio dalla produzione al consumo è cadenzato da uno o, al massimo, due step e, comunque, si

caratterizza per il contatto diretto tra il produttore, a volte produttore-trasformatore, ed il consumatore finale.

Un fenomeno questo, peraltro, che non si limita al territorio nazionale e, che , vede pienamente coinvolte le agricolture di paesi come Regno Unito, Francia, Germania, Austria e USA, tanto per citare alcuni dei player principali, che in taluni casi hanno accompagnato il processo di strutturazione delle filiere corte adottando un framework organizzativo e normativo il quale, ove adottato in Italia, determinerebbe osservazioni sulle possibili interferenze sul regolare svolgimento del mercato e della relativa concorrenza.27

L’agricoltura, complici la radicale riforma della PAC e la progressiva apertura dei mercati, è entrata in una fase di profondo cambiamento.

Si è chiuso un ciclo di relativa stabilità e se n’è aperto un altro, più incerto, nel quale le aziende agricole dovranno abituarsi a interpretare le richieste provenienti dal mercato, a progettare lo sviluppo nel medio e nel lungo periodo e ad adottare gli strumenti necessari per valutare i risultati economici delle scelte fatte.

Di fronte a questo scenario di progressivo aumento della pressione competitiva sulle produzioni agricole italiane, gli imprenditori, rispetto al passato, dovranno abituarsi a orientare le proprie scelte produttive in relazione alle richieste del mercato, anziché in funzione dei soli contributi comunitari e dovranno confrontarsi attivamente con gli altri anelli della filiera, trasformazione e commercializzazione, nei quali si concentra sempre di più il valore aggiunto.

La crescita qualitativa degli imprenditori e quella dimensionale delle imprese agricole sono, oggi più che mai, due prerequisiti alla base di qualsiasi scelta di sviluppo dell’azienda agricola che consenta, attraverso l’introduzione di innovazione, di accrescere la competitività delle produzioni sui mercati di sbocco. 28

L’introduzione della multifunzionalità in agricoltura è abbastanza recente e il cantiere legislativo è ancora in corso di lavorazione per poter riuscire a cogliere gli aspetti operativi più aderenti alla realtà e all’evolversi del settore primario.

Infatti, le nuove opportunità d’impresa offerte dalla multifunzionalità non si esauriscono nella formulazione di norme legislative ma è necessario tener conto dell’impatto con il mondo imprenditoriale, delle strategie di adeguamento alle nuove opportunità da parte degli agricoltori e degli aggiustamenti necessari sulle norme applicative in base ai riscontri effettuati sulla gestione aziendale.

L’attività agricola è elemento imprescindibile per lo svolgimento di molte delle funzioni che vengono ricomprese nel concetto di multifunzionalità, in quanto tali funzioni sono connesse all’agricoltura dal punto di vista tecnico, in particolare grazie all’utilizzo congiunto di alcuni fattori produttivi e in primo luogo del capitale fondiario.

Anche se alcune funzioni potrebbero essere realizzate in modo separato dall’agricoltura, questo comporterebbe maggiori costi o un livello qualitativo della funzione decisamente differente.

27 ISMEA (a cura di) 2012. Manuale di marketing per la vendita diretta di prodotti agricoli.

28 ISMEA (a cura di) 2013. Osservatorio Nazionale dell'Agriturismo. LineeGuida. Strategie di marketing per l'azienda agrituristica. Per l'azienda in fase di apertura, di riposizionamento, di normale gestione.

European Community, 1998. citato in Casini L. (a cura di) Guida per la valorizzazione della multifunzionalità dell’agricoltura. Per i cittadini, le imprese, le pubbliche amministrazioni. Firenze University Press 2009.

È possibile evidenziare due significati di multifunzionalità fortemente differenziati tra loro, che possono essere riferiti a un approccio tattico e a un approccio strategico.

L’approccio tattico tende a qualificare il settore agricolo per sua natura come multifunzionale, e mira a utilizzare la multifunzionalità come strumento di difesa dello status quo in materia di impostazione delle politiche agricole e contro l’aumento dell’apertura dei mercati internazionali.

Nell’ambito dell’approccio strategico la multifunzionalità assume il ruolo di principio di riferimento a cui improntare una profonda revisione delle logiche di azione singole e collettive e della elaborazione di nuovi modelli di politica agricola e rurale, in modo tale da poter avere una coerenza con le funzioni ritenute socialmente desiderabili.

L’adesione all’approccio strategico e la considerazione delle caratteristiche tecnico- economiche della multifunzionalità hanno importanti implicazioni sulla definizione delle strategie e sulla tipologia degli strumenti che possono essere attivati al fine di incentivare le imprese agricole, considerate individualmente e/o come collettività, verso comportamenti virtuosi in termini di perseguimento delle diverse funzioni legate all’agricoltura.

L'agricoltura svolge ed ha sempre svolto molteplici funzioni, la loro esatta connotazione e valutazione dipende però dallo specifico contesto socio-culturale in cui è inserita.

In ottica normativa, con riferimento ai recenti regolamenti europei e ai documenti di studio della Commissione, emerge un concetto di multifunzionalità incentrato su tre principali categorie di funzioni:

• funzioni economiche, fra le quali la funzione produttiva, la generazione di reddito e occupazione nelle aree rurali;

• funzioni ambientali, in termini di mantenimento della qualità dell’ambiente, di conservazione del paesaggio, di salvaguardia idrogeologica, di conservazione della biodiversità e, più in generale, di valorizzazione delle risorse naturali locali;

• funzioni sociali, sia in relazione al mantenimento delle tradizioni e dei tessuti

socioculturali rurali sia per l’erogazione di servizi di tipo ricreativo, didattico e terapeutico e sia in merito alla garanzia della qualità e della sicurezza degli alimenti.

Di fondamentale importanza è il principio prudenziale nel processo decisionale, onde evitare trasformazioni irreversibili che potrebbero compromettere funzioni essenziali per le società future.

Altrettanto importante è poi la considerazione del recepimento, sempre nel processo decisionale, di criteri di valutazione orientati anche a principi di equità intra e intergenerazionale, al fine di garantire la valorizzazione dell’insieme dei compiti a cui può essere chiamata l’agricoltura o qualunque altra forma di attività capace di incidere in modo complesso sul benessere sociale, sia per differenti gruppi sociali, sia per diverse generazioni.

Nell’elaborazione di una strategia per la multifunzionalità l’attenzione va ampliata anche al territorio rurale nel suo complesso, considerato come il luogo in cui oltre all’attività agricola si realizzano altre numerose attività economiche e sociali.

Il territorio rurale va inteso come lo spazio (non solo fisico, ma anche economico e sociale) che realizza un insieme di funzioni diversificate (produttiva, insediativa, ricreativa,

ambientale, paesaggistica), e che contribuisce a rafforzare o indebolire il carattere multifunzionale dell’agricoltura.

Anche quando si intende concentrare l’attenzione sulla multifunzionalità dell’agricoltura vanno comunque attentamente considerate le relazioni tra agricoltura e contesto rurale. Un altro aspetto risulta essenziale: le funzioni associate alla produzione agricola non derivano dall’azione di un solo soggetto, ma dalla complementarietà dell’azione di numerosi soggetti (non necessariamente tutti agricoli, almeno per alcune funzioni come ad esempio il paesaggio).

Ciò determina da una parte problemi di scala, vale a dire che perché la funzione venga prodotta è necessaria la partecipazione di un numero di soggetti sufficientemente ampio rispetto al totale di coloro che operano in un dato ambito territoriale; e dall’altra problemi di coordinamento delle azioni dei singoli individui coinvolti nella produzione della funzione, coordinamento che si deve sviluppare di norma nell’ambito di un determinato territorio. Concludendo, la nuova agricoltura si caratterizza per un continuo processo di diversificazione dei redditi agricoli, diversificazione fortemente sostenuta dalla nuova politica agricola comunitaria e dalle normative di recepimento nazionali, che mirano sempre di più a valorizzare le funzioni secondarie dell’agricoltura.

Come ho già affrontato nel primo capitolo, analizzando il tema della diversificazione posso affermare che tale aspetto viene incluso nel termine più corrente di multifunzionalità che comprende, in un’accezione più ampia, tutti i processi di diversificazione aziendale che portano alla produzione di beni privati, ma indirettamente favoriscono la produzione di beni pubblici.

Ciò comporta un’organizzazione delle imprese inedita che richiede nuove strategie imprenditoriali con una crescente interattività con l’ambiente e il territorio. 29

1.1 Cenni sulla storia dell'agricoltura: i rapporti agricoltura-

ambiente dal dopoguerra ad oggi.

Gli aspetti da considerare nell’analisi delle relazioni fra attività agricola e ambiente sono molti e complessi.

Da una parte infatti l’agricoltura esercita pressioni che si traducono in impatti positivi o negativi sull’ambiente, dall’altra le caratteristiche biologiche, morfologiche, climatiche, idrologiche, geologiche e pedologiche del territorio a loro volta influenzano la produzione agricola.

In Europa gli agricoltori nel corso dei secoli hanno cambiato, modellato e adattato il paesaggio delle campagne.

Unitamente alla produzione di prodotti alimentari di grande qualità ed a tipicità locali, si può affermare che un carattere comune dell’agricoltura europea, pur nella sua diversità fra paesi ed all’interno di questi, è quello dell’intensità del rapporto quasi simbiotico fra gli agricoltori e l’ambiente circostante.

Anzi a ben guardare è proprio questo rapporto con le risorse naturali locali che ha permesso da un lato la produzione di prodotti locali tipici, e dall’altro la creazione di habitat semi-naturali di elevata qualità naturalistica che ospitano una notevole quantità di specie

29 European Community, 1998. citato in Casini L. (a cura di) Guida per la valorizzazione della multifunzionalità dell’agricoltura. Per i cittadini, le imprese, le pubbliche amministrazioni. Firenze University Press 2009.

di piante e animali sia domestiche che selvatiche, e il mantenimento di paesaggi rurali e tradizioni culturali.

Purtroppo l’industrializzazione dell’agricoltura avvenuta a metà dello secolo scorso, ha fortemente eroso la competitività sul mercato dei metodi di coltivazione estensiva tradizionale, contribuendo fortemente al loro abbandono.

Dagli anni ‘50 lo sviluppo di tecnologie per l’agricoltura, meccaniche, biologiche, chimiche, elettroniche, e bio-tecnologiche, in risposta prima alla necessità di incrementare la produzione, e dopo a quella di conformarsi con standard commerciali, ha avuto come risultato quello di aumentare notevolmente gli impatti ambientali da parte dell’uso agricolo del territorio.

I maggiori impatti negativi sull’ambiente da parte dell’agricoltura sono quelli risultanti dalla conversione di ecosistemi naturali e biotopi, dalla scomparsa di siepi e di strisce inerbite ai margini dei campi, dall’intensificazione dell’agricoltura e dall’abbandono della aree dove viene praticata quella tradizionale, dalla riduzione nel numero delle specie e varietà attraverso l’omologazione della produzione, dalla parcellizzazione delle aree agricole in vaste estensioni monoculturali, dall’introduzione di specie aliene, dagli effetti su specie non dannose da parte dei pesticidi, dall’inquinamento del suolo e delle acque da parte dei fertilizzanti, dall’erosione e la compattazione del suolo, dall’estrazione eccessiva di acqua per l’irrigazione.

Le conseguenze di questi impatti sono una netta diminuzione della maggioranza dei servizi ambientali offerti dagli ecosistemi naturali e semi-naturali, quali la regolazione del microclima, la regolazione dei deflussi idrici e la prevenzione delle alluvioni, il controllo dell’erosione, la purificazione dell’acqua e dell’aria, la formazione e la fertilità del suolo, l’impollinazione, la prevenzione delle malattie e degli attacchi degli agenti patogeni, i servizi culturali come quelli estetici, educativi, ricreativi, psicologici e spirituali.

Nell’ultimo decennio il concetto di agricoltura è cambiato molto ed il termine ''agricoltura multifunzionale'' è diventato di importanza centrale per la programmazione dello sviluppo rurale e per la sostenibilità delle attività agricole.

Due aspetti fondamentali emergono dal concetto di agricoltura multifunzionale: il primo è relativo al fatto che l’attività agricola oltre alla produzione di cibo e fibre contribuisce anche alla provvisione di altri beni e servizi di carattere ambientale e sociale; il secondo aspetto riguarda il fatto che questi beni e servizi hanno spesso la natura di “beni pubblici” e che quindi non riescono ad essere scambiati efficacemente sul mercato dei beni privati. 30