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6. Banditi sociali o semplici criminali?.

6.2 Chi diventa bandito?.

La maggior parte dei banditi sono “schiavi” del loro padrone e del loro lavoro. Non è tanto l'instabilità economica che li rende vittime dell'autoritarismo e della coercizione, ma la loro staticità.

Una volta che il contadino si è sposato o si è stabilito nel suo podere è legato per sempre, e solo una catastrofe o la decisione di emigrare possono interrompere il ciclo immutabile della loro vita nei campi.

Ma chi diventa bandito? La prima forma di brigantaggio, e probabilmente la più importante, va ricercata in quelle forme di economia o di ambiente rurale che hanno scarsa richiesta di manodopera o che sono troppo povere per dare lavoro a tutti gli uomini validi. Il bracciante agricolo che rimane disoccupato per buona parte dell'anno è a differenza del contadino un possibile bandito.

L'età è un altro elemento importante per diventare bandito, poiché i giovani, spesso uniti in bande regolari o irregolari di coetanei, passano facilmente da un lavoro all'altro, fino alle scorrerie e al vagabondaggio. È indubbio che il bandito tipico è sempre giovane anche se non è da escludere la possibilità che un contadino adulto diventi bandito.

La seconda fonte, di notevole importantanza, è costituita da tutti quelli che per un motivo o per un altro, non sono integrati nella società contadina e di conseguenza sono costretti a vivere al margine o a mettersi fuori legge.

Si ricordano «le bande di rasboinki che fiorirono nell'antica Russia, composte da uomini che vivevano ai margini della società, molto spesso emigranti diretti verso gli spazi aperti del sud e dell'Est, dove i padroni, la schiavitù e il governo non erano arrivati»108. Tra questi

elementi ai margini della società, i soldati, i disertori, gli ex militari, rivestono un ruolo di fondamentale importanza.

Altra categoria di potenziali banditi potrebbe essere costituita dai «pastori che soli o con altri come loro formano spesso un gruppo segreto che si incontrano sugli alti pascoli nei mesi estivi o si spostano a gruppi seminomadi, attraverso le grandi pianure. Ci sono, inoltre, le guardie armate, le guardie campestri, che non lavorano la terra, i mandriani, i carrettieri, i contrabbandieri, i bardi e così via»109.

La montagna costituisce il loro mondo comune, dove i banditi si incontrano con i pastori. Tutte le fonti di banditi esaminate sono collettive, ovvero gruppi di soggetti che rispetto ad altre categorie sociali hanno maggiori probabilità di diventare banditi. Un'altra categoria di potenziali banditi, la cui appartenenza è individuale e volontaria, è costituita dagli uomini che non accettano il ruolo sociale, passivo e umile del contadino sottoposto; questi sono i ribelli individualisti, litigiosi e non disposti a chinare la testa. Questi uomini, quando sono oggetto di un'ingiustizia o di una persecuzione, non si arrendono facilmente alla forza o alla superiorità sociale, ma scelgono la via della resistenza, mettendosi fuori legge.

«Sono i duri, che ostentano la loro forza nel modo di camminare e di portare il fucile, i bastoni o le mazze anche quando la consuetudine vuole che i contadini non vadano armati, nel costume volutamente trascurato e disinvolto e negli atteggiamenti che sono il simbolo della loro guapperia»110. Altre due categorie che spesso vengono confuse con il banditismo rurale

sono: i “baroni ladri” e i “delinquenti comuni”. Fanno parte della prima categoria i nobili che caduti in miseria si trasformano in veri e propri fuorilegge e malfattori. Per quanto concerne la seconda categoria è opportuno fare una distinzione tra i «i banditi contadini e la malavita formata di elementi cittadini o vagoni, che esistevano negli interstizi della società rurale senza evidentemente appartenervi. Nelle società tradizionali, i delinquenti sono quasi per definizione, degli estranei, che formano una loro società separata, se non addirittura un'antisocietà dei cattivi che rispetta la società dei “buoni”. Si associano con altre attività e

108 Cit., Ivi, p. 27. 109 Cit., Ivi, p. 28.

comunità che sono ai margini come gli zingari, sono anticonformisti sia nella pratica che per ideologia; stanno dalla parte del diavolo piuttosto che da quella di Dio»111.

I banditi contadini invece condividono il sistema dei valori degli altri contadini, compresa la religione. Spesso la vocazione al crimine ha assunto un carattere ereditario: «la rapinatrice bavarese Schattinger aveva alle spalle una tradizione di famiglia che perdurava da almeno duecento anni, e più di venti membri del suo ceppo, compresi suo padre e sua sorella, si trovavano in carcere o erano saliti al patibolo»112.

L'altra tipologia di bandito, certamente meno famosa, è quella del giustiziere. La moderazione nell'uccidere e nell'uso della violenza, sono elementi tipici della figura dei banditi sociali. Caratteristiche, però, non presenti nei giustizieri, dato che le sue caratteristiche principali sono quelle del terrore, della crudeltà anche gratuita e della spietatezza. Il ruolo del giustiziere, è volto soprattutto a dimostrare che “anche i diseredati e le persone indifese, con le loro azioni, possono diventare terribili”. Il bandito giustiziere uccide solo per vendetta o per motivi d'onore, pratica il terrore e la crudeltà, caratteristiche che in alcuni periodi si sovrappongono al banditismo. I briganti «vivono sull'amore e sulla paura. Se ispirano soltanto amore, è una debolezza. Se ispirano soltanto paura, sono odiati e non hanno appoggi»113.

Anche il bandito migliore deve dimostrare che può essere una persona terribile. La crudeltà è inseparabile dalla vendetta, anche per il bandito più “nobile” queste due caratteristiche sono pienamente legittime.

«Uccidere e torturare è il modo più primitivo e personale di imporre un potere assoluto, e più il ribelle si sente schiacciato in fondo, più forte, pensiamo, sarà la sensazione di affermare tale potere. Ma anche quando i ribelli trionfano, la vittoria porta con se la tentazione di distruggere tutto, perché i contadini primitivi che si ribellano non hanno un programma positivo, ma soltanto il programma negativo di liberarsi dalle sovrastrutture che impediscono agli uomini di vivere bene e di agire secondo giustizia, come nel buon tempo antico»114.

Uccidere, annientare, incendiare tutto ciò che non è necessario e utile all'uomo che fatica dietro l'aratro o con il bastone, significa abolire la corruzione e lasciare soltanto ciò che è buono, puro e genuino. I briganti guerriglieri dell'Italia meridionale, per esempio, non soltanto eliminavano i loro nemici e i documenti legali della loro servitù, ma anche le ricchezze non

111 Cit., Ibidem.

112 Cit. Ave-Lallemant F., Das Deutsche Gaunertum, p. 241. Per una conferma delle differenze tra criminali e

banditi da parte di un esperto medico-legale che ebbe esperienza di entrambi, cfr. De Lima, O mundo

estranho dos cangaceiros, cit., passim; Sangnier G., Le brigandage dans le Pasde-Calais, Blangermont,

1962, pp. 172-196.

113 Cit. Kemal Y., Mehmed my Hawk, London, 1961, p. 56.

necessarie. La giustizia sociale era per loro la distruzione.